Ci siete?
Tutti pronti
per questo numero speciale di
"F I L O"?
Come si sa,
la nostra RIVISTA,
ha sospeso momentaneamente
la pubblicazione periodica,
per lasciare spazio negli incontri de
"La Panchina"
all'elaborazione del suo
quarto libro.
Tuttavia,
nel mezzo di questa dinamica estate,
abbiamo deciso di dare vita
ad un altro
numero speciale di
"F I L O"
per dare voce al mood
che in questo periodo si respira
intorno a noi.
Dunque
di che parleremo?
Il fil rouge
di questo numero speciale è quello delle conversazioni,
che si rincorrono sotto l'ombrellone vista mare.
Incredibile ma vero, c'è un grande dibattito intorno... all' ultima "dimora".
Sì, avete capito bene.
Che stile avrà il piccolo contenitore in cui decanteranno
le ceneri di un nostro caro o addirittura le nostre?
Il dibattito è accesissimo.
Qualcuno lo inserisce in un loculo amico già esistente,
qualcun altro lo conserva tra i libri su uno scaffale.
A parte la trasformazione delle ceneri in un diamante della memoria,
- ne avete forse sentito parlare? -
la soluzione più interessante è quella della signora dell'ombrellone 135,
che ha inserito il piccolo contenitore in una scultura in pietra di Trani
dalla forma arcaica piuttosto surreale.
Mi ha ricordato un Botero sui generis.
Voi lettori che ne pensate?
Sotto gli ombrelloni 133, 138, 140 e 141, invece,
non si sente altro che ripetere la parola green,
green in ogni sfaccettatura.
In particolare, la signora Diana coltiva piantine in acqua,
prepara centrifughe su centrifughe e
infinite insalate diverse in piatti "green" di Vietri.
La signorina Maria racconta che nel suo salotto
fa bella mostra di sé una fontanella a ciclo continuo
in cui piccoli fiori verde chiaro punteggiano il verde scuro
che galleggia nell'acqua.
E ancora.
Bellissimi e vivacissimi i colori dell'estate,
che la vetrinista del 135 sta progettando per un'importante vetrina
aperta su un'importante via di Milano.
Ci ha sistemato un parasole dai colori sgargianti,
l'azzurro curioso degli occhi di un bambino,
il rosso straordinario di un'anguria
e non so che altro ancora.
Ecco
alcuni articoli sull'argomento.
Buona lettura!
Vanina
🌿
Bello il green! Non è solo questione di moda dettata anche da esigenze del momento. Infatti, prendiamo coscienza un poco tutti di quanto sia importante non impattare. L’ambiente deve necessariamente vivere, perché solo così possiamo sperare di vivere al meglio anche noi.
Io avrei intenzione di infondervi il piacere del recupero. Idee su idee. Basta osservare un oggetto e via....presto la trasformazione che avete ideato prenderà forma.
Vi faccio alcuni esempi.
Avete in casa un lampadario che appeso risulta ormai ordinario, spento, vecchio? Guardatelo bene e pensate al materiale che potrebbe servirvi per farne una strepitosa lampada da tavolo. Basta capovolgerlo e avrete “l’illuminazione”.
Possedete il classico divanetto in legno con braccioli? Fategli un gonnellino con delle pieghe al centro, ai lati e dei bei fiocchi legati ai braccioli. Un paio di cuscini intonati e il divanetto avrà vita nuova.
Nel caso aveste un pezzo di stoffa con una bella fantasia e magari anche un quadro senza valore e che non vi piace più, potete sostituirlo con la stoffa in questione oppure con la stessa del divanetto, se vi fosse avanzata, e il gioco è fatto. Può esservi un poco di lavoro in più se doveste tingere di nuovo la cornice ma è cosa veloce.
Con tanti lavori fatti in casa vi sarà rimasto qualche pezzetto di legno, immagino. E allora perché non ricavarne dei tulipani stilizzati? Capisco che per questo serve la collaborazione del vostro compagno ma il vostro entusiasmo lo coinvolgerà e sarà bellissimo. Doppio risultato.
Ma anche se avete nel cassetto dei centrini, potreste unirli tra loro o a un pezzo di stoffa. Ne verranno fuori tende e tendine. Questo è un lavoretto veloce, non trovate? Vi assicuro che per questo scopo sono molto adatti anche gli asciugamani della nonna e - perché no? - anche uno diverso dall’altro. Quei vecchi merletti sono straordinari e di sicuro effetto.
Avete per caso recuperato un armadio piuttosto demodé ma era di vostra madre e vi dispiace disfarvene? Niente paura. Se volete potete verniciarlo, tutto o in parte. Esistono in commercio vernici all’acqua veramente green e con buona tenuta. Generalmente questo tipo di armadi non sono troppo alti e quindi vi suggerisco di mettere sopra di essi delle scatole di cartone tutte colorate, soprattutto nel caso che non voleste cimentarvi nella tinteggiatura. Le scatole danno un tocco di modernità e sono anche molto pratiche oltre che utili per recuperare spazio.
Volete un’altra idea per non cambiare le vostre aplique in ferro battuto? Appendetevi dei sacchettini con la lavanda, un bel nastrino in tinta e oplà, otterrete un’ambiente profumato e pure personalizzato.
Risulterà meraviglioso anche il recupero di un vecchio baule. Lavatelo bene con acqua e sapone di marsiglia. Dedicatevi poi al decoupage. In fondo al letto, con una coperta in tinta e alcuni cuscini a vostro piacimento, farà un figurone.
Vedete? Recuperare non è un’impresa. Recuperare è possibile e, oltre a non sprecare, vi farà sentire molto meglio anche dal lato personale.
E non dimenticate di curare il vostro terrazzo! Le piante sono indispensabili. Curandole curiamo anche la nostra anima.
Nel caso aveste un giardino meglio che mai. Il biglietto da visita è completo. Potreste impiantare alberi da frutto, oltre a un roseto piuttosto variegato.
Vedete bene che non sempre servono molti soldi per arredare ma molta buona volontà e una buona dose di fantasia sicuramente.
P. S.
Eviterete sprechi della preziosa acqua se metterete quella del rubinetto ancora fredda, fino a che non vi arrivi la calda, in un innalffiatoio. Ci innaffierete le piante oppure ci potete lavare il terrazzo.
Claudia
"Una casa green", questo è il titolo che colpisce il mio interesse sulla rivista d'arredamento che ho tra le mani.
Non amo molto i mobili moderni, ma penso che l'ideale per una casa green siano i mobili di design accompagnati da piante particolari come le piante ossigenanti.
Ci sono infatti piante che hanno la capacità di migliorare la qualità dell'aria filtrandola.
Una di queste, la Sansevieria trifasciata, l'ho ereditata da mia mamma, quindi è molto vecchia, ma il suo aspetto elegante é un'ottima decorazione anche per un punto della casa green che sia luminoso ma non alla luce diretta del sole.
La sua proprietà é quella di rendere inoffensiva la formaldeide.
Un'altra pianta molto decorativa é il Ficus benjamina che raggiunge un'ottima altezza per decorare uno spazio vuoto in una green room e resiste negli anni anche a chi non ha proprio il pollice verde. Anche il Pothos è una bellissima pianta adatta ad arredamenti moderni e non. E' ricadente, molto resistente e decorativa. Io l'ho posizionata sulla libreria dove lei cresce scendendo con i suoi rami ricchi di foglie a forma di cuore e depura l'aria del mio soggiorno. Il posto che io ho dato al mio Pothos, devo ammetterlo, io l'ho rubato a quello che mio marito ha scelto, già da molti anni, per posizionare la sua urna cineraria, vista la posizione favorevole, secondo lui, per guardare alla televisione tutte le partite da tennis che ci saranno quando sarà nell'urna...
Spero proprio di non dover spostare il mio decorativo Pothos per ancora tanti anni, così continuerà a purificare l'aria del mio soggiorno in compagnia del Ficus e della Sansevieria.
Lauretta
Pulvis es et in pulverem reverteris...
di Rita G. e Alba P.
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L'ultima casa... un'urna per l'eternità. |
🪨
L'urna funeraria mi fa venire in mente una culla che ti accoglie all'inizio della vita e poi la stessa urna più o meno decorata, più o meno preziosa, assolve il suo compito di proteggere, di accogliere, di contenere le nostre ceneri dopo l'ultimo atto della nostra vita.
Oggi, c'è la libertà di poter scegliere il luogo del nostro ultimo cammino su questa terra, e prima o poi capita a tutti di pensarci.
C'è chi ha già deciso per la cremazione, chi per una tomba con determinate caratteristiche e conosco chi ha già comprato il posto, e perchè no... mi hanno riferito che un ometto chiese di essere messo al piano più alto dei “forni” del cimitero vicino casa così che da lassù potesse vedere casa sua con la corte piena di figli e nipoti e partecipare così alla vita della sua famiglia. A parte che io credo a questa compartecipazione anche a distanza, ma tant'è: lui li voleva tenere sott'occhio.
Questo argomento mi fa venire in mente che proprio in questi giorni, un gruppo di “Ragazzi” (hanno tutti almeno cinquant'anni ma per me sempre ragazzi sono), si ritroveranno per spargere sui monti le ceneri di un loro carissimo amico che aveva vivamente espresso questo desiderio. Non so se questo sia un gesto permesso dalle leggi vigenti in materia, ma so per certo che questo compito è vissuto dai “ragazzi” con rispetto e senza nessun discredito; a dirla tutta, trovo che le povere spoglie in forma di ceneri, volate via dalle loro mani, siano più consone ad un pendio assolato di alberi, piuttosto che a far brutta mostra di sé in una mensola sopra il caminetto.
Io lascio ai posteri la libertà di decidere quale abbia a essere il luogo del mio riposo eterno nella convinzione che l'anima è immortale e in quel momento non si trova più lì.
Rita G.
🪨
Qualche giorno fa sono passata davanti ad una vetrina e ho visto dei colori forti. C'era anche un grande vaso bianco che non ho capito cosa fosse. Era un vaso un po' particolare.
Mi sono domandata cosa ci spiegasse quel vaso bianco in quella vetrina tutta green. Non riuscivo a capire. Ero curiosa e avevo voglia di entrare dentro a chiedere, però ci ho pensato un po' su. Mi sono chiesta: "Strano questo vaso con tutti questi fiori e molto verde!". Praticamente sembrava un piccolo giardino, c'era perfino l'edera che cadeva giù e tutto questo in una piccola vetrina.
Sono passata lì davanti due volte, prima andando e poi sono tornata indietro a fare quello che dovevo fare, ma curiosa come sono, nella mia mente fotografica ero lì col pensiero, perché mi aveva colpito molto.
Lungo la strada mi facevo mille domande, però non volevo chiedere per non passar male. Purtroppo questo fa parte del mio carattere: non accettare di non sapere e di non capire. Forse sono un po' orgogliosa? Forse sì.
Comunque, fatti tutti i miei giri, mi sono decisa a tornare indietro davanti a quella vetrina e ad entrare dentro. A questo punto ho chiesto. Indovinate un po' cos'era quella vetrina con quel grande vaso che non riuscivo a capire cosa c'entrasse? L'addetta gentilmente mi ha detto: "Signora, lo sa? Questa è un'urna cineraria fatta a forma di gatto, perché la mia cliente mi ha chiesto che, quando morirà, vorrà andare in questo contenitore, che ha la forma di un gatto come il suo al quale è molto affezionata. In pratica si trattava di un'agenzia di pompe funebri.
Così, cari lettori, questa curiosità me la sono levata. Ecco, a proposito di queste urne, si può essere d'accordo o meno. Io non so. In quel campo lì sono un po' dubbiosa... in tutti i sensi. Voi scegliete pure in libertà.
Alba
🪨
Un’urna funeraria come soprammobile in casa? Pur bella, elegante o eccentrica che possa essere… NO, grazie, non fa per me.
Penso sinceramente che la salma o la cenere dei miei cari o la mia, quando sarà il momento, dovrebbe riposare in un luogo sacro.
Il corpo con gli anni diventerà la “fantomatica polvere” che riposerà in un'urna probabilmente, ma sempre in un luogo dedicato. La mia, magari, accanto a quelle dei miei genitori.
E’ un idea che ho sempre avuto e che sto maturando anche in età adulta.
Andarli a trovare, parlarci, portargli dei fiori al cimitero insieme alle nostre preghiere è una testimonianza dell'affetto che di certo non è diverso o inferiore a quello di chi eventualmente pensa di dimostrarlo di più tenendoli in casa sopra al camino.
Monica
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