L u i s a
📚
Allungò con voluttà i piedi alla ricerca di quel benessere che agognava da tempo. Aveva quasi dimenticato del tutto come fosse.
La sensazione che ne riportò fu piacevole. Solo un briciolo di benessere, ma comunque rassicurante. Ecco. Forse oggi lo avrebbe ritrovato.
Intorno tutto era ormai fermo e immobile. Le luci soffuse, delicata la musica New Age. Sì, i sensi ancora sopiti eppure all'erta, percepivano amico quello spazio-tempo.
Poi una morbida copertina sfiorò il suo volto con discrezione.
E fu quasi un'apoteosi.
Un calore amico la pervase. La respirazione divenne ritmica e più profonda, quasi una melodia canora da cantare sottovoce. Che meraviglia! Da quanto non provava più una sensazione come quella?
Incredibile! Adesso Luisa si sentiva finalmente al sicuro, protetta da tutto e da tutti. Anzi si sentiva libera, aria pura senza confini.
Percepiva ogni fibra del suo corpo rispondere alla vita come ormai non le succedeva da tempo. No, non le sembrava vero.
📚
Infatti gli ultimi mesi di quell'anno terribile l'avevano fatta sentire come in un frullatore. Aveva provato tutte le sensazioni e tutte le emozioni, quelle che spesso non si incontrano nemmeno in una vita intera: paura, sorpresa, incertezza, dolore, sollievo, solitudine, sostegno, stanchezza...
Stese meglio le braccia quasi a contenere il mondo intero e allargò bene le dita sul telo che la separava da quel lettino... piuttosto duro, in verità.
La stoffa del telo, tuttavia, era setosa ed accogliente. Il suo volto si atteggiò automaticamente al sorriso.
Intanto le luci carezzevoli continuavono a commentare i suoni altrettanto dolci e così pian piano Luisa si ritrovò su una spiaggia. Era la spiaggia dei suoi sogni, quella che le tornava sempre in mente, quando cercava rassicurazioni.
In quel momento quell'immagine sembrava un quadro ben studiato. Era pervasa dal profumo dell'alba, quasi quasi lo percepiva concretamente... mentre prometteva bellezza, soprattutto benessere.
Sììì, era vero! Non era più pericolosamente in bilico tra la vita e la morte com'era stata in quegli ultimi tempi! Sì, era ormai certa che non fosse più malata, in rapido cammino verso la morte. Al solo pensiero, avvertì di nuovo un tuffo al cuore, del tutto involontario ovviamente. Che fardello si era tolta di dosso! Ora aveva ben chiaro come la salute fosse davvero la cosa più importante della vita.
Lo sciabordio delle onde di quel mare davanti a lei entrò come un fulmine dentro la sua anima, mentre gli azzurri incredibili annullarono in un attimo tutte le sue pene.
Passò ancora del tempo in cui ogni realtà rimase sospesa. Quanto? Tanto, poco... troppo?
Poi la porta si aprì piano. Le luci e le note si attenuarono. Luisa sorrise alla donna che era entrata.
📚
La navetta, tutta sola, era ferma già da un po' al capolinea, che si trovava nell'assolata piazza di Brescia, vicino all'ospedale. In quel momento, finita l'ora del pranzo e delle viste, il luogo era quasi completamente deserto.
La donna si guardò intorno e si arrestò perplessa. Avrebbe, dunque, dovuto chiudersi da sola in quel coso, senza anima viva, alla mercé di un computer? Aiutooo! Sarebbe stata ostaggio di un'intelligenza artificiale che avrebbe deciso tutto per lei... avvampò in un attacco di claustrofobia fuori contesto.
Pochi secondi, poi Luisa riprese il controllo su se stessa. Pensò che la navetta non aveva autista eppure sapeva servire quella linea con sorprendente precisione e accuratezza. Ne parlavano tutti in città. Dunque non c'era motivo di preoccuparsi e poi il cancro non c'era più. Dopo essersi tolto quell'incubo di dosso, niente poteva più fermarla o intimidirla.
Luisa salì con decisione sulla navetta, si guardò intorno e sedette sul primo sedile.
Un breve avviso sonoro e le porte si chiusero, scivolando silenziosamente sui loro binari.
La navetta accese le luci di crociera e partì diligentemente verso la prima fermata.
0 commenti:
Posta un commento