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Consigli per la lettura delle pagine
: 8

Il blog parte con i post periodici con cui
lanciamo spunti e ci teniamo in contatto.

Sotto seguono una serie di pagine
(link) divise per argomento.

Clicca sulla pagina desiderata.

L'elenco è lungo, la voglia di scrivere è tanta,
lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



Lucca Insieme - Arguire e comprendere

 



Arguire e comprendere 


Oggi
vorrei giocare
un po' con voi.

Vorrei giocare
un po' con voi,
sempre tra le parole,
che appaiono sempre le stesse,
ma che invece
illustrano situazioni,
davvero
le più diverse.

Che ne dite?

Dunque,
vorrei proporvi di leggere
questo insieme di parole
estrapolate dalla pagina di un libro.
La domanda è:

"Da quale tipo di libro
vi sembra
che avrei potuto fotografare
queste parole?".

Aspetto le vostre riflessioni.
Poi vi racconterò
di quale libro si tratta.

Chi comincia? 

📘


📕

Per me, che ho ideato questa pagina e scelto questo brano da un libro preciso, sarebbe troppo facile immaginare la vita di questi due protagonisti: una persona che evidentemente ha perso la memoria e un'altra che la osserva e commenta.
Vi porterò, dunque, nel magma di chi ha perso troppi riferimenti e vi rimando alla pagina "Racconto - Gli strani scherzi di Foll".
Vanina



📘


Non ho idea del libro dal quale è estrapolato il pezzo, ma mi fa pensare a due possibili romanzi.

Può essere un romanzo sulla pazzia di Alda Merini. Una figlia la osserva con dolcezza e allo stesso tempo con smarrimento per la confusione nella quale si trova la sua mente. La figlia che racconta la vede con gli occhi di quando era piccola. Ricorda di averla vista mentre beveva e fumava davanti allo specchio e le nuvole di fumo distorcevano la sua immagine.

E pure a Mario Tobino che scriveva con affetto dei suoi matti. Ricordo un titolo: "Le libere donne di Magliano" e dal solo titolo mi posso immaginare la scena descritta. Vedo Tobino che la osserva e la lascia giocare con il fermaglio che tutto sommato può darle serenità nonostante la nebbia del suo cervello.

Claudia




📕


Mi chiedo: delle stanze della memoria le chiavi dove sono?

Sepolte sotto il fango in fondo a un pozzo oscuro.

Del corpo le sembianze migliori dove si nascondono?

Nello specchio ne appaiono di simili, ma deformate dai molti anni trascorsi.

L’oggetto misterioso è lì, brillante come un filo d’erba nella rugiada, come una stella lontana di verde luce. Se lo rigira tra le mani. E come lo usava? Eppure sì che lo usava!

Ecco, dal buco della serratura della terza stanza riesce a vedere qualcosa, un’immagine sfocata che diventa sempre più nitida: gente, tanta gente dalle voci allegre, musica da ballo, tintinnio di bicchieri, lei, vestita elegante, una mano nella mano di un uomo, il suo uomo.

L’altra mano scorre sul collo, sale tra i capelli e sulla nuca cerca il fermaglio… il fermaglio!

L’immagine riflessa sorride, gli occhi brillano. Per un momento pare quella di una bella trentenne, mentre il fermaglio verde trova finalmente il posto giusto.

E lei si volta e mi guarda, in silenzio, il sorriso ancora le accende le labbra.

Le dico: “Nonna, ti sta benissimo!”.

Il libro parla della memoria nella terza età, vissuta in una famiglia.

Silvana B.



📘

Mi viene in mente un libro in cui si parla di persone che hanno problemi di salute. Mi sono immedesimata in una di queste.

Mi sveglio perché ho necessità di muovermi.

Ricordo quando ancora mi giravo nel letto con leggerezza e subito mi accorgo di non poterlo fare più. Sposto lentamente un muscolo, poi un altro e cerco di scendere dal letto con grande fatica e non è detto che ci riesca. Dopo diverse cadute mi sono attrezzata con dei dispositivi che possano aiutarmi, ma quanta fatica tirare su un corpo che non collabora! Tuttavia devo farlo se non voglio bagnare il letto come quando ero piccola.

In bagno incontro quella che vive nel mio corpo e subito mi verrebbe da lamentarmi con lei  perché guardandomi allo specchio  mi accorgo che non ne ha una grande cura.

Il mio viso è gonfio ha dei grandi segni lasciati dalla maschera per la respirazione forzata che lo hanno deformato e ha spostato anche la masticazione. Ogni centimetro del corpo mi fa male e anche la mente non è molto limpida. Mi attivo perché devo prendere la terapia dato che il mio cervello non produce più la sostanza di cui ha bisogno per funzionare, ma, quando entra in circolo dopo circa mezz'ora, come effetti collaterali mi procura movimenti involontari nella parte superiore del corpo, soprattutto nella testa, che mi risultano molto fastidiosi.

Una cosa semplice come andare al supermercato, diventa una scommessa. Arrivo che sono già in fase di calo della terapia e cammino solo abbarbicata al carrello che è tirato da mio marito. La stanchezza che provo è mortale e smetto di parlare e di ragionare. 

L'allarme impostato sul cellulare mi dice che sono passate tre ore e devo prendere la dose successiva della terapia. Dopo mezz'ora recupero a malapena la forza per arrivare a casa e mi devo riposare perchè non sto in piedi. Si ricomincia alle due, altro giro, altra corsa, poi alle 17 ecc.

Ho un amica che sta perdendo se stessa a causa di una malattia spaventosa che l'annienta piano piano. Soffro per lei e mi viene spesso da fare un confronto fra le nostre situazioni ma, siccome la vita non è una gara, vedo che lei soffre molto perché non capisce cosa le sta succedendo, però con questo non posso dire che la mia situazione sia meno devastante.

Rita




📕

Mi viene in mente un libro in cui si parla di persone che hanno problemi di salute. Mi sono immedesimata in una di queste.
Le ho regalato una cuffia di un bel verde smeraldo per ascoltare la televisione, perché da un po' di tempo mi sono resa conto che tiene il volume troppo alto.
La sto guardando da dietro la porta e la vedo riflessa nello specchio della sua camera. 
Non sono riuscita a farle capire cos'è l'oggetto che le ho dato e quindi la vedo che lo tiene in testa in maniera sbagliata, sulla sua guancia cicciona, per cui non riesce a sentire ciò che la televisione sta trasmettendo. La guardo. Com'è diversa da qualche anno fa quando la malattia non l'aveva ancora cambiata sia nella mente che nel fisico. Quando era ancora lucida, scrisse una sua biografia; leggendola ci si rende conto di quanto fosse una persona attiva, quanto amasse la vita, e quanto cercasse di viverla appieno. 
Gradatamente l'ho vista cambiare e, da donna spigliata, colta, elegante, é diventata una povera creatura assente da questo mondo. A volte non mi riconosce neppure quando le parlo, mi dà del lei...
Guardandola però, con quella cuffia verde, di traverso sulla testa, riesce ancora a farmi sfuggire un sorriso, come ai tempi in cui stava bene.
Poi il sorriso si spegne perché la mia mente mi dice che il destino, per doloroso che sia, va accettato e non c'è altra soluzione.
Lauretta



📘

Questo stralcio di testo mi ricorda un racconto scritto da Vanina, un racconto che ho amato tantissimo e che si intitola “Pulcetta”.
“Lei, Pulcetta, non badava minimamente a quello che potevano dire gli altri del suo aspetto fisico abbondante, poiché li vedeva troppo superficiali ed era stata educata a proiettarsi verso un futuro costruito esclusivamente dalle sue scelte personali”.
Come direbbe Pulcetta… Amarsi è vedersi interi anche nei frammenti… anche degli specchi.
Monica


📘 📕 📘



Ecco il libro
dal quale ho tratto il brano
di apertura


questo
è il racconto
cui
appartiene.


📕










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