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Buona lettura



Fiaba - L'alieno e il mughetto

 





L'alieno e il mughetto



Il piccolissimo esserino capitombolò violentemente su qualcosa di veramente duro e rimbalzò violentemente indietro. Nessun problema: era un alieno, un alieno indistruttibile! Che strano però! Le sue antenne avevano adesso difficoltà a muoversi o, meglio, non aveva lui stesso la volontà di andarsene da lì.
Gli sembrava di essere in una bolla lattiginosa, morbida, liscia e setosa. Era piacevole? Forse sì... era la prima volta che gli capitava. Si trovava in quella che gli uomini chiamavano corolla ma anche campanellino. Qualcosa di completamente sconosciuto, ma qualcosa che non sembrava costituire un pericolo. Glielo diceva il suo computer interno, un computer piccolissimo ma super super efficiente.
Tuttavia gli veniva segnalato anche qualcosa di anomalo: la presenza di un'essenza fortissima che in qualche modo interferiva con la sua memoria elettronica. Accidenti! Che fatto strano! Non se lo aspettava. Come poteva un odore, un profumo, un’essenza, interferire con la memoria del computer? Mentre era lì frastornato si avvide che sul suo display interno si era accesa un'ulteriore spia di pericolo "Attenzione! Attenzione! MUGHETTO!!!"... 
Mughetto? Mai sentito prima... Evidentemente era qualcosa di sconosciuto anche per il computer, altrimenti avrebbe allegato a corollario di quell'allarme informazioni, spiegazioni, suggerimenti.
Dunque cosa avrebbe dovuto fare ora? Una cosa era certa, a quell'imprevisto doveva far fronte da solo, senza l'aiuto di nessuno. 

Mentre era preso da tutti questi ragionamenti, il piccolo alieno cominciò a navigare in una sensazione sconosciuta in cui, però, avvertiva assenza di pericolo, anzi. Certo, nel suo mondo era strano parlare di sensazioni, perché tutto era regolato dalla logica e da dati oggettivi. 
In realtà, lui non si rendeva nemmeno conto di stare sperimentando uno stato veramente anomalo, che mai si sarebbe aspettato. Tuttavia, a parte quelle parole sul display "Attenzione! Attenzione! MUGHETTO!!!", non c'era niente di realmente pericoloso.
Il luogo in cui si trovava era solitario, raccolto, apparentemente almeno, amico.
Non c'erano affatto problemi... a parte quella sensazione strana mai provata nel suo mondo.

Mentre si lasciava andare a questa percezione che diventava via via sempre più piacevole, attraente, quasi quasi idilliaca, tutto cambiò. Si accorse che intorno a lui rotolavano delle enormi sfere trasparenti. Sembravano andare a caso, ma forse non era così. In ogni sfera galleggiava a sua volta una parola gelatinosa dalla quale si dipanavano dei filamenti con altre parole, una sorta di medusa improbabile in lento movimento. Ogni volta che una sfera stava per toccarlo, le parole all'interno ingigantivano e si sfilacciavano. Lui cercava di leggerne il significato, ma questo era del tutto impossibile. Per quanto si sforzasse non ci riusciva. Subito la sfera si allontanava e ne comparivano altre ammiccanti e impenetrabili.
Il piccolo alieno cercò di scuotersi dal torpore che lo aveva assalito. Cominciò a muoversi velocemente come le sue piccole dimensioni gli avrebbero consentito, ma i comandi che si dava non si traducevano in reali spostamenti in quella bolla lattiginosa che lo aveva accolto ma anche imprigionato. Sul display continuava a lampeggiare la scritta "Attenzione! Attenzione! MUGHETTO!".
Il profumo era forte, sempre più forte, intenso. Si trattava di un'essenza, gli aveva segnalato il computer, un'essenza fortissima che, anche se lui non se ne rendeva conto, interferiva con la sua memoria elettronica e gli aveva immediatamente reso quasi del tutto inutili le antenne. 
Al momento, nel dormiveglia in cui era caduto, avvertiva soltanto due strane sensazioni: da una parte una forte esigenza di dover comprendere e difendersi da qualcosa, dall'altra un grande desiderio di lasciarsi andare ad un piacere che non vedeva, ma che semplicemente intuiva essere lì a portata di mano. Avrebbe dovuto lottare, ma per quanto cercasse di reagire non riusciva a fare neppure un passettino verso la soluzione. 
Tutte quelle sfere trasparenti, intanto, continuavano a rotolare con convinzione come se ben sapessero cosa stessero facendo. Niente sembrava ostacolare il loro ritmo e la loro azione. Cos'erano? Erano forse loro il pericolo? Non sembrava potessero essere tanto pericolose. 

Attenzione! Attenzione!
Sul display adesso era comparsa una casellina in cui lampeggiava un nuovo messaggio sibillino: "campo delle idee, dei concetti, delle parole". 
Il piccolo alieno ebbe un improvviso sussulto di concentrazione che accese un insperato collegamento nella sua memoria. 
In quel rilassamento paralizzante in cui si era trovato, se pur delizioso doveva ammetterlo, non aveva capito che quelle sfere, che credeva di vedere, erano irreali, astratte. Si trattava di suggerimenti che gli venivano dal campo delle idee, campo che quell'essenza stava lentamente paralizzando.
Riprovò a mettere in azione le sue antenne. Niente da fare: sembravano arrugginite. Non doveva demordere. Così prova e riprova riuscirono a fare un piccolo scatto. Finalmente captarono un debole segnale proveniente dal suo pianeta. Il piccolissimo alieno capì che avrebbe dovuto cercare la soluzione nell'area dei concetti del suo computer. Per paura di ricadere in quell'insidioso torpore, sfogliò rapidamente l'elenco, finché un'associazione di idee lo mise sulla buona strada.
Colse al volo l'informazione che gli serviva. Quella bolla morbida e setosa in cui era sprofondato cozzando contro un oggetto duro che lo aveva fatto capitombolare malamente, veniva associata adesso ad un possibile essere chiamato fiore. Come corollario lesse che alcuni fiori potevano contenere essenze velenose per gli umani, mortifere. Queste sostanze erano pericolosissime anche per gli alieni del suo mondo. Infatti potevano trasformarsi per il piccolo alieno in potenti hacker che avrebbe annientato il suo computer interno. Dunque, cosa poteva fare? Intanto cominciò ad entrare nel campo del computer che ripuliva la memoria, poi  si concentrò su un campo neutro che pian piano recuperava la realtà che stava vivendo. Di lì a poco questa cominciò a riprendere contorni di chiarezza. Le antenne si sciolsero e ripresero a fare di nuovo il loro dovere. 
Adesso il piccolo alieno sapeva che non doveva dare retta alle dee dell'oblio, che quella essenza aveva messo in campo, la cui influenza comunque continuava ad essere in azione. Doveva allontanarsi il più presto possibile da quel luogo, perché era in pericolo e, poi, la sua missione era compiuta. Ormai aveva scoperto un nuovo segreto che nemmeno molti umani sulla Terra conoscevano, quello di un piccolo fiore leggiadro e delicato, che però conteneva al suo interno un'essenza velenosa molto pericolosa per gli uomini e che costituiva un gravissimo pericolo anche per gli esseri del suo pianeta. Infatti,  ne sconvolgeva completamente la memoria interna mandando in tilt tutto il sistema.
Mana man che riprendeva energie, il piccolo essere aveva sempre più chiaro ciò che doveva fare. Si affrettò ad uscire da quel piccolo calice che lo aveva ammaliato e trattenuto, al fine di rendere inutile il suo potere. Osservò ancora una volta quel piccolo calice leggiadro chiamato mughetto e avviò con decisione e rapidità la procedura di rientro sul suo Pianeta. La sua missione di ritornare con una scoperta, una nuova conoscenza era compiuta. 
Il mughetto, del tutto indifferente, si dette una scrollatina e riprese ad ondeggiare alla piacevole brezza del mattino insieme ai suoi compagni. La sua vita era bella e felice.
Lasciò andare ancora un pochino del suo meraviglioso profumo... e sorrise complice ad una farfallina che era venuta a visitarlo.


📚

Finita è la storia del piccolo alieno
che ha saputo difendersi dall'ignoto veleno.
Alle dee dell'oblio anche tu fai attenzione
e proteggi la tua vita da ogni tensione.







 





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