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Consigli per la lettura delle pagine
: 8

Il blog parte con i post periodici con cui
lanciamo spunti e ci teniamo in contatto.

Sotto seguono una serie di pagine
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L'elenco è lungo, la voglia di scrivere è tanta,
lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



Lucca Insieme - Canzone, giocando con Battisti

 






Canzone




Penso che
sia capitato proprio a tutti,
che ne dite?

Spesso ci ritroviamo
a canticchiare un motivetto,
che ci torna insistente alla memoria.
Di solito ci accorgiamo
che è con uno stato d'animo piacevole
che lo stiamo facendo.

A ben pensarci
forse non ci accorgiamo neppure
di come in pochi versi
si potrebbe individuare addirittura
un'intera storia.


Proviamo ad analizzare
il testo di questa nota canzone
di Battisti?



I giardini di marzo

Il carretto passava e quell'uomo gridava gelati
Al ventuno del mese i nostri soldi erano già finiti
Io pensavo a mia madre e rivedevo i suoi vestiti
Il piu' bello era nero coi fiori non ancora appassiti

All'uscita di scuola i ragazzi vendevano i libri
Io restavo a guardarli cercando il coraggio per imitarli
Poi, sconfitto, tornavo a giocar con la mente i suoi tarli
E alla sera al telefono tu mi chiedevi perché non parli (mm, mm)

Che anno è, che giorno è?
Questo è il tempo di vivere con te
Le mie mani come vedi non tremano più
E ho nell'anima
In fondo all'anima cieli immensi
E immenso amore
E poi ancora, ancora amore, amor per te
Fiumi azzurri e colline e praterie
Dove corrono dolcissime le mie malinconie
L'universo trova spazio dentro me
Ma il coraggio di vivere quello ancora non c'è


I giardini di marzo si vestono di nuovi colori
E le giovani donne in quei mesi vivono nuovi amori
Camminavi al mio fianco e ad un tratto dicesti "Tu muori"

"Se mi aiuti, son certa che io ne verrò fuori"
Ma non una parola chiarì i miei pensieri
Continuai a camminare lasciandoti attrice di ieri (mm)

Che anno è, che giorno è?
Questo è il tempo di vivere con te
Le mie mani come vedi non tremano più
E ho nell'anima
In fondo all'anima cieli immensi
E immenso amore
E poi ancora, ancora amore, amor per te
Fiumi azzurri e colline e praterie
Dove corrono dolcissime le mie malinconie
L'universo trova spazio dentro me
Ma il coraggio di vivere quello ancora non c'è



📌
N. B.
Strofe, ritornello, rime.
Alternarsi di passato e presente.

Chi comincia
a giocare con Battisti?


🏵

La Regalona passava
bomboloni e dolci, gridava.
Passava e vendeva,
bomboloni e dolci, ci offriva.
Vedo il carretto con sopra la cesta,
vedo il nero fazzoletto in testa
 
E penso che era una festa.
E lei, lei mi chiamava
E io, io sul muro, in alto, lassù
ammiravo il carretto laggiù.
La vedo alzava la testa.
Un cenno e mi regalava una pasta.
 
Profumo di vaniglia e cioccolato.
Lo sento, quando vado al mercato
Ritorno indietro, al passato,
ma sono soltanto al mercato
(Claudia)

 
La Regalona passava
Bomboloni e dolci, gridava
Passava e vendeva
Bomboloni e dolci, ci offriva
 
Guardo vetrine
Sento profumi
Vedo tartine
Mangio dolciumi
 
Aveva un  carretto con sopra la cesta
Teneva un nero fazzoletto in testa
Per me era una festa
 
Ora mi sento un folletto del bosco.
Raccolgo fragole, lamponi e mirtillo rosso
Per fare una torta al mio bimbo promosso.
 
E lei, lei mi chiamava
E io, io sul muro, in alto, lassù
Ammiravo il carretto laggiù
La mia canzone mi viene dal cuore
La canticchio non  bene
Non son certo un cantautore
Vedo che  alzava la testa,
Un cenno e mi regalava una pasta.
 
Profumo di vaniglia e cioccolato
Lo sento, quando vado al mercato
Ritrorno indietro, al passato
Ma sono soltanto al mercato.
(Claudia)


🏵

Nei campi correvo a piedi scalzi
Marzo chiamava e lesta rispondevo.
 
Oggi non corro più, non salto più
ho colori sbiaditi negli occhi miei
da giovane andavo per prati fioriti
le fosse saltavo sugli alberi mi arrampicavo
agile come un gatto mi sentivo.
 
Ora Marzo non chiama più
le scarpe offendono il piede
Viene l'inverno nell'anima.
 
Non c'è tristezza o rassegnazione
i ricordi saziano l'anima dentro me.
E lì corro a piedi scalzi e sono libera e sono libera
(Rita)


🏵

Il pomeriggio inoltrato mi parlava di Omero.
Su quel bus affollato io poi ritornavo.
Era già troppo buio e io nella sera avanzavo.
Nel calduccio vedevo il mio mondo e lo amavo.
 
All'uscita di scuola il gelato profumava di menta
E la vita serena con niente scorreva lenta.
Benedetta rideva con Leo al cancello,
sì, era lui certamente il più bello.
 
È oggi ormai lavoro ancor
è ancora sera e il buio avanza.
Che bello adesso è ritornar
e nel calduccio
e nel calduccio riposar.

Il pomeriggio inoltrato aveva profumo di mare,
sulla sabbia setosa che bello, che bello giocare.
Più di uno nel vento gridava mamma,
delizioso nella notte stellata poi far la nanna.

E la sera la nebbia saliva fra i rami dei tigli.
Frittatine e tigelle e crescere figli.
E poi libri e libri sui quali imparare
e vivere il mare più azzurro e insieme cantare.

E oggi ormai io sogno ancor
è ancora bello ancora bello giocar con te
tu mi guardi, piccolino del mio cuore,
ed io annego ed io annego tra i sorrisi,
del tuo amore.
(Vanina)
 
 
 🏵
 
Sui campi di grano si giocava felici.
A una lira vendeva gelati
E noi gli andavamo incontro felici.
Oggi non c'è più niente. Infelice io sono.

I primi bagni nel fosso noi facevamo.
In classe col maestro cantavamo
e la merenda in allegria facevamo
Oggi tutto è cambiato purtroppo.

Con i cugini l'altalena e nascondino c'era.
Il telefono invece non c'era
ma si raccontava alla sera.
In fondo nell'anima, troppi ricordi.
Il tempo è passato mi dico.

Che giorno era, che anno era?
Io vivo oggi.
(Alba)
 

🏵
Il frutteto in Agrigiò
si riempie di fiori
e risplendono in me
i loro colori,
da quest’inverno
sono sicura
ne verrò fuori.
 
Che stagione é
dentro di me?
Germoglierà l’energia
che ora non c’è,
la scoprirò
passeggiando con te.


Nel frutteto in Agrigio’
fioriscono albori,
e la speranza

riempie di nuovo i cuori.
(Monica)


🏵 

A primavera da bambini

nei prati  nei giardini, si giocava

si cantava, si gridava,

una tribù si formava.

 

Ai pavoni le lunghe piume si levavan,

ricche corone colorate

da capi indiani si creavan.

Là  fino al tramonto del sole.

 

Là nei prati si restava

si giocava, si cantava, si gridava

 

A notte fonda si tornava

a veder la luna se arrivava,

il rito si ripeteva della primavera

ancora aria, luci, canti di maniera.

 

Or quel tempo esiste più?

Grandi e piccoli

così non si trovano più.

Niente prati, niente canti niente giochi,

tribù niente  più.

 

Diverse le maniere di giocare,

così vogliono stare,

dietro strumenti digitali,

nelle stanze chiusi

senza stimoli personali.

 

Ancor nei prati di primavera

fiorisce la natura fino a sera.

 

Quando il gioco era di comunità

si riunivano piccoli e grandi

al di fuori di ogni età.

Tutto era semplice senza malizia

con vivacità senza pigrizia.

 

Stiamo ora assistendo all'evoluzione

di un mondo con poca unione

Poco basterebbe,

solo amore, armonia, rispetto,

tutto cambierebbe.


Ancora nei prati  fino a sera

la natura fiorisce a primavera.

(Maddalena)



🏵

Una voce lontana, lontana gridava arrotino

l'ascoltavo e pedalando veloce arrivavo in giardino.

La mia mamma, cantando,​ stendeva sul balconcino.


Oggi​ la bicicletta è laggiù abbandonata

la mia mamma purtroppo ormai se n'é​ andata

ripenso a quei tempi lontani un po' addolorata.


Tu cantavi sempre per me "Non​ sarà un'avventura",

io ripenso tra me che mi sentivo tanto insicura

ed invece sono sessantadue anni che il nostro amore dura.

(Lauretta)


🏵 
Di marzo 
portavo la bambola al parco giochi
e il vento  la spettinava.
Ora son grande.
Vedo i fiori che sbocciano.
Vedo i fiori che sbocciano
alla finestra di fronte.
Ero piccola.
Mettevo a letto mia sorella
e le cantavo la ninna nanna.
Ora accendo la radio
e ascolto la musica  tutta per m
(Silvana)


🏵 

 

 

 
 
 
 
 













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