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Consigli per la lettura delle pagine
: 8

Il blog parte con i post periodici con cui
lanciamo spunti e ci teniamo in contatto.

Sotto seguono una serie di pagine
(link) divise per argomento.

Clicca sulla pagina desiderata.

L'elenco è lungo, la voglia di scrivere è tanta,
lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



Lucca Insieme - Scrivere Insieme d'estate









Non solo fiori

In questa estate torrida,
noi viviamo anche di idee e di parole
Allora scegliamo un titolo da cui partire? 
Sì? Allora via, partiamo a ruota libera!





🌹 Manine  -  Vanina


Era un caldo pomeriggio di settembre. 
La città letteralmente bruciava. 
Sugli steli, che spuntavano dalla piccola aiuola, le corolle pendevano esauste. 
Lei aveva solo undici anni. 
Attendeva un po' eccitata con la sua amichetta, giocando con un gatto che non ne voleva sapere di stare fermo con loro e se ne voleva andare via libero, magari a cercare un topino o una lucertola. 
La sua amica, che diceva di intendersi di gatti, continuava ad accarezzare e in sostanza a contenerlo contro la sua volontà, finché infatti il poveretto lasciò andare senza preavviso su quel sommier - come si diceva ancora in quel periodo – due o tre deiezioni che sembravano carciofini sottaceto. 
Lei ne fu talmente colpita che continuò a vedere quei “carciofini" con grande nitidezza anche in età adulta. 
Quella che stava vivendo era sicuramente una situazione insolita e eccezionale. 
In fondo era anche la prima volta che la mamma - come già aveva fatto sua sorella, la  grande -  se ne era andata lasciandola quasi sola, con quell'amica fantasiosa un po' più grande di lei. 
Sì, il padre era al piano di sopra, forse anche lui in attesa, ma nell'aria si respirava l'evento eccezionale, un po' eccitante per la novità, un po' preoccupante per come sarebbe andata. 
Il nascere si connotava ancora come qualcosa di eccitante, che poteva però diventare anche complicato e pericoloso.
Protagonista in scena era la sorella mezzana, assoluta protagonista a "Villa Chiara", non troppo lontano da lì.
L'esaltazione per l'attesa stava giungendo al parossismo, quando finalmente arrivò la notizia tanto attesa: era nato ed era un maschietto. 
Fu in quel momento che lei diventò “zietta" e fermò la sua attenzione sul primo paio di deliziose manine. 

Poi le manine si moltiplicarono contagiosamente. 
Manine e manine e ancora manine, che si sparpagliarono ovunque in un grande turbinio. 
Erano vive e incontenibili, tenere manine di ogni misura, perpetuamente impegnate a sperimentare, che afferravano, stringevano, lisciavano, carezzavano, graffiavano, strappavano, tenevano, lasciavano. 
E furono due, quattro, sei, otto, dieci, dodici, quattordici, sedici manine in una sarabanda senza fine. 
Era impossibile ignorarle, impensabile isolarle, inevitabile amarle e non dimenticarle. 


Il pollice vuol fare una focaccia. 
Le manine strappano mille pezzi di carta e nuotano in un mare di carta. 
Marina, Marina, Marina ti voglio “pu ppetto ppocià". 
Le manine ghermiscono i ceci abbrustoliti sulla stufa dalla nonna. 
Altre piccolissime strappano dalle manine dei fratelli un'enorme cotoletta impanata.
Manine attente formano insiemi con i Lego. 
Da un pugnetto chiuso pende una bambolina di pezza sbilenca. 
L'indice lesto la farina staccia. 
Il medio la impasta e la lavora. 
Le manine sfogliano gli orchi e le fate. 

Oh, che miracolo queste manine! 
Sono di seta e senza peso. 
Eppure si articolano e già afferrano. 
Non hanno difetti… così piccole e così perfette in ogni dettaglio. 
Come avremo fatto, come avrò fatto, a fare questo capolavoro? 
Non mi sono proprio accorta di come siamo arrivati a mettere insieme queste manine. 
Siamo già a diciotto, anzi a venti perfette manine, pronte a vivere di vita propria.

Grattacieli, computer, aerei, organizzazione. 
Orario unico. Settimana corta. 
Aria condizionata. Coffee Break. Tacchi a spillo. 
Pantaloni pastello. 
Profumi. “Le dix” di Balenciaga. 
Trucco, parrucco, formalità. 
Nostalgia. 
Non ci sono più manine che danzano. 
Nostalgia. 
Non c’è chi mi strattona con mani appiccicose. 
… e l'anulare la focaccia indora… 
e sono io che sono rimasta a bocca asciutta...
tra computer, aerei, coffee break, grattacieli.

Finalmente! 
Ho dimenticato la matita. 
Mi stanco a stringere la penna. 
La tieni male. 
Guarda io come sono bravo a tenerla. 
Mi presti le forbici? 
Le mie sono troppo dure. 
Aiutooo! La colla cola. 
Le mie dita appiccicano. 
Dove faccio l'impronta? 
La mia mano è più grande della tua. 
Non è vero! La mia è più bella. 
Guarda! 
È diventata un pesciolino e il mio pesciolino è più “sguizzante” del tuo!
Finalmente! 
E respiro di nuovo il flusso vitale che dalle manine mi entra nel cuore. 

Mani da tornitore. 
Mani agilissime di chirurgo. 
Mani da pittrice, scrittore, da sarta, da calciatore… 
Mani da pianista, da insegnante, da computer. 
Mani che curano, che lucidano il vetro, che guidano. 
Meravigliose manine che ho stretto bambine. 









🌹 Spine -  Antonietta Mo


"Se la vita è un giardino di rose perché a me solo le spine?"
Questa frase tratta da un libro* trovato per caso in qualche anfratto della libreria familiare, e letto per disperazione estiva, ha condizionato la mia vita. 
Sembra scritta per me: disperazione e ironia inestricabilmente legate. 
Devo trovare in ogni tragedia lo spunto ridicolo che la fa tollerare. 
Spine che pungono ma che fanno sentir vivi. 

La prima spina incontrata è quella di un riccio di mare. 
Avevo tre anni quando mio padre mi ha salvata dalle onde minacciose. 
Starnazzavo perché, nella perlustrazione permessa degli scogli bassi, ero incappata in un riccio che la bassa marea aveva scoperto, ed ero scivolata in acqua: dieci centimetri, non di più, ma col piede alzato per il dolore ero riuscita perfino a bere. 

Da allora ho incontrato tanti ricci che mi hanno generosamente regalato i loro aculei. Qualche volta ne ho perfino approfittato: ho permesso di togliermi le spine alla vittima di turno dei miei primi turbamenti.  (continua)









🌹 Donne e amanti - Marcella

Siamo sempre in cerca di ispirazioni per avere frasi d'amore.
Sì, perché amare fa parte della vita di ogni donna e di ogni uomo.
Quello che ci lasciamo dietro e quello che ci aspetta sono niente in confronto a quello che è dentro di noi.

Ho fantasticato teneramente su dei dolcissimi amanti senza che loro se ne accorgessero, ma sempre girando il mondo alla ricerca dei valori che ormai sono caduti nel dimenticatoio dell'anima.
Dovrei nascere di nuovo .

Sarebbe più importante trovare un amico che un'amante.

Quell'amante sconosciuto...
Quell'amante sconosciuto, che vivevo in situazioni passionali con grande desiderio di coinvolgimento affettivo, rientra nella tipologia dei miei sogni più veri, direi dei sogni impossibili.
Amante, guardandoti ora, comprendo come mi rapportassi fra amore, desiderio, trasgressione.
Desideravo rapporti focosi... perché?
Il sogno-amante mi spingeva a ricercare la relazione con l'altro e mi portava a galla forti emozioni.     








🌹 Le bugie della luna - Elisabetta

Si, non so voi, ma io so che la luna è bugiarda, falsa e bugiarda.
Sissignore, mente sempre dietro quell' aspetto etereo, argenteo e misterioso.

La sua grande prerogativa è essere un prestigiatore, un grande illusionista, un venditore di fumo, un millantatore, un baro, un modificatore.
Lei mette in atto i suoi migliori trucchi soprattutto di notte, quando ruba il chiarore del sole mentre questo riposa e se lo mette sulle spalle facendosi bella a sue spese.

In qualche notte mi è sembrato di vedere sulla sua sfocata superficie un agglomerato scuro di forme… informi… sicuramente streghe, che brandendo scope arruffate preparano pentoloni di fumanti schifosi miscugli da trasformare in filtri d' amore, dicono, in elisir puzzolenti e magici per legare, stringere, ammaliare esseri innocenti e ignari.
Binomio diabolico e nefasto luna e streghe, trappola, gorgo, prigione, buco, intrigo, dolore.

Ho chiuso la finestra e la luna è fuori da me, dalla mia stanza, dal mio cuore. 


Al chiarore della luna, alla sua diafana luce riflessa, ho sognato il principe valoroso che, con differenti sempre nuove sembianze, è apparso nella mia vita, in tempi diversi ormai remoti, ha penetrato il mio cuore ancor sempre tenacemente innocente e fiducioso e attraverso le labbra ha insufflato il respiro stupendo della promessa antica che rinnova speranza di unione e bellezza.


Sì, devo soltanto questo alla luna, l'inizio, l'anelito, il desiderio primigenio, il bacio di labbra attratte e mute che si cercano e si fondono per un breve istante di eternità.
Il bacio, sì, quell'impulso che nasce nel profondo e affiora tra le labbra, leggero e delicato o affamato e forte.
Il bacio che è desiderio, amore, passione, un respiro da donare e prendere, un’energia condivisa, fatta di speranza e di paura a volte, uno scambio, una promessa, una bugia.
Sì, ricordo i miei baci, infilati uno a uno nella collana della vita che porto ancora al collo come doni preziosi, monete per il pedaggio, resoconto finale tra la mia anima e l'immenso.








🌹 Unfinito fantastico - Maddalena

E poi... in un tardo pomeriggio d'estate, sull'imbrunire, là sugli scogli del mare di Tunderland, mi sono seduta a guardare quella palla di fuoco che stava calando dietro i Monti Lattari, che arrivavano al mare.
Vedevo oltre, immaginavo oltre, vedevo cosa poteva esserci oltre quella linea dell'orizzonte.

Uno svolazzare inaspettato.
Mi sono guardata intorno, verso la mia sinistra: un gabbiano reale si era posato poco lontano.
Stranamente, forse proprio così, ho compreso cosa con quel danzare e sbatter di ali intorno a me volesse comunicare.

Nientemeno, un po' stupefatta, un po' lusingata e smarrita, ho decifrato il tutto.
“Dolce fanciulla dagli occhi color dell'ebano, ho compreso cosa racchiudi dentro. La loro luce mi permette di arrivare alla tua anima. Sali e abbandonati sulle mie ali. Sembrano piccole, ma sono possenti per la forza che la mia natura spirituale consente. Ti porterò oltre l'orizzonte, là nell'infinto...”.

Non ho atteso.
In un secondo mi sono adagiata su quelle morbide piume, mi sono lasciata trasportare nel vento.
La brezza marina mandava il suo aroma di salmastro.

In un attimo sono piombata come in una catalessi, sono entrata come in un sogno nel percorso fantastico infinito di quel momento.
Dall'alto ho visto sotto di me, sebbene fosse l'ora tarda, il mare nella sua immensità e nel blu delle sue profondità, monti, colline, praterie, poi ancora oltre le nuvole, fino ad arrivare nel luogo incantato dei sogni.
Là tutto era nella luce.








🌹 Sono contenta così - Silvana

Sono contenta così, seduta su una panchina panoramica.
Ammiro le bellezze della natura che vedo intorno a me.

Sono circondata, protetta, da tante colline, colline di varie altezze e diverse sfumature di verde.
In mezzo a tanto verde spiccano numerose case, solitarie ma anche raggruppate in paesetti qua e là.
Alcune di queste costruzioni isolate sono stalle. Dai vari rumori che mi arrivano, riconosco pecore e mucche
Sull'imponente vegetazione spiccano maestose due torri ed una chiesetta con il suo campanile.
Questa generosa natura viene messa in risalto anche dalla presenza di un laghetto nelle cui acque si rispecchiano calme piante e colline.
L'orizzonte è delimitato dai monti dell'Appennino, che sembrano voler chiudere questo delizioso quadretto.
L'uomo sembra viverlo in punta di piedi.
Infatti, il rispetto di questo ambiente naturale è segnato da numerosi sentieri che vengono percorsi giornalmente da escursionisti di ogni età e che conducono verso mete le quali riconciliano l'uomo con la natura e con se stesso.

Sono contenta così.
Sì, sono contenta così, seduta su una panchina panoramica.








🌹 Sguardi d'amore - Piera

È una giornata di un’estate caldissima. In una famosa gelateria della città un piccolo gruppo di amici sta gustando il gelato in un silenzio quasi religioso.
Siamo giovani e spensierati. Mi sento osservata... alzo gli occhi ed incrocio solo per un  attimo lo sguardo languido e carezzevole del ragazzo seduto difronte a me; non ho più dimenticato quello sguardo.
Ci sposeremo dopo qualche anno.

Da allora quanti sguardi fra di noi: sguardi d’amore, di passione, di complicità .
La vita scorrerà con le sue fatiche, speranze, anche delusioni e tutto si rispecchierà nei nostri occhi.

Arriveranno i figli, tanta tenerezza, felicità, orgoglio nel vederli crescere. 
Da adulti faranno le loro scelte e noi sempre lì con lo sguardo pieno d’amore qualunque cosa possa accadere.
Che dire dei nipoti... gioia, felicità ed ancora amore nei nostri occhi.
 
Una grande prova però ci attenderà: una grave malattia colpisce mio marito ed ora nei nostri sguardi c’è dolore e disperazione, però tutto questo per poco tempo, perché nei suoi occhi leggerò rassegnazione ma anche tanto coraggio, forza e passione per la vita e ancora amore; siamo riusciti così a vivere normalmente il decorso di questo male che di normale non ha veramente niente.

“Cosa farò senza di te in Paradiso?“ mi hai detto un giorno.
Ora ci sei amore mio, sono sicura che mi guardi, ci guardi e preghi per noi.
Ci rivedremo. Ci rivedremo e i nostri sguardi saranno immersi nella luce che tutto investe e penetra nell’amore immenso di Dio.








🌹 Il mare, una speranza  - Alba

Il mare infinito...
azzurro come il cielo  ai nostri occhi, sa parlare, sussurrare, ascoltare con la sua delicatezza, gentilezza, sensualità, ma sa anche incattivirsi, rovesciarsi, a volte per colpa dell'uomo che non lo rispetta. 

Ulisse  andò a lungo per mare, lontano dalla sua amata e sempre il mare  fu richiamo per i naviganti.
Quando mi fermo davanti al mare lo osservo affascinata e la mia mente naviga (non nel web ma  nella realtà).

Quante persone sono passate per il grande mare con la speranza di un lavoro, di trovare benessere in altri luoghi o per commerciare merci di ogni tipo.
E quante persone ha inghiottito il mare, gente sui barconi che nessuno vuole, e  quanti dei nostri sono partiti solcando i mari senza sapere se là dove erano diretti ci fosse  per loro un' altra vita. 

Osservo qui il sole che tramonta e so che in un altro continente già sorge per un nuovo giorno. 

In fin dei conti domani è  ancora un altro giorno.







🌹 Il soffione - Lauretta

Mi piace il tarassaco quando compare nel mio giardino con il suo appariscente fiore giallo che fa tanta allegria. 
Poi il fiore si trasforma e lentamente diventa, giorno dopo giorno, una sfera di semi di un colore avorio chiaro, non più appariscente e gioioso, ma delicato ed effimero . 
E’ sufficiente un refolo di vento e i semi volano via, vanno a depositarsi sul terreno più o meno lontano da chi li ha generati a seconda della forza del vento. 
Da quel seme nascerà, l’anno prossimo, un'altra pianta che farà un fiore vivace e giallo che fa tanta allegria. 

Queste fasi mi fanno pensare alla vita: il giovane energico, allegro, con gli anni si trasforma in un essere umano maturo e con il passare del tempo diventa avorio come il tarassaco. 
Ad ogni soffio vede sparire qualcuno che gli apparteneva, qualcuno a cui aveva dedicato una parte della propria vita, un familiare, un amico, un conoscente che se ne va per sempre, lasciandolo solo come lo stelo spoglio del tarassaco.

Non c'è tristezza in questo. 
Fortunatamente, anche per gli esseri umani, nascono nuove vite come quelle seminate col vento dal soffione. 








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*
Per piacere non mangiate le margherite’ di Jean Kerr, sceneggiatrice newyorchese anni ‘50, tradotto da Umberto Eco, ormai fuori commercio.









2 commenti:

Poetar m'è caro

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