Ricordo a questo punto le decorazioni per il grande albero di Natale della scuola o l'abbellimento dell’aula:
- molti oggettini-simbolo del Natale realizzati in cartoncino, con la scritta relativa, per il consolidamento del lessico;
- fiocchi di neve di carta bianca intagliata;
- palline in cartoncino tridimensionali, realizzate con cerchi o dischi incastrati tra loro;
- bamboline e bamboccetti realizzati con cartoncino e non, con lana e stoffe;
- piccoli abeti tridimensionali in cartoncino, Babbi Natale con la barba di cotone o di lana, ecc.
oggettini sempre impreziositi con l’oro, i brillantini e quant’altro ci veniva in mente.
Gli oggetti venivano eseguiti interpretando istruzioni scritte (comprendere un testo scritto) oppure scrivendo collettivamente le istruzioni dopo aver fatto concretamente l'esperienza (esprimersi oralmente e per iscritto).
E’ da notare che la maggior parte delle volte coinvolgevo gli alunni nel progetto. Chiedevo loro di cercare qualche idea da realizzare o di suggerire proposte su ciò che era opportuno fare in quel momento.
Devo dire che le risposte erano significativamente molto numerose e che quasi sempre io cercavo di dare vita a queste aspettative. Se impossibili da attuare, si operava una contrattazione che lasciava comunque tutti motivati e convinti.
Che bel rapporto avevo con i miei alunni!
Da “persone” e da grandi che si rispettano!
Una volta realizzammo un bellissimo albero di Natale come si usava in Inghilterra, ma anche da noi, ancora agli inizi del secolo scorso: semplicemente con disegni poetici ed immagini ritagliate da carte, riviste, libri, cartoline, lettere e mazzetti di bastoncini di cannella, arance, noci e tutto ciò che si poteva reperire in casa in quel periodo storico.
Venne fuori un albero imponente e delizioso! E potete immaginare quante implicazioni educative ci fossero in questo tipo di scelta!
Poi ci furono i mille e uno lavoretti di Natale. Qui ne elencherò solo alcuni, quelli più significativi per la lingua straniera:
- mobiles di ogni tipo e dimensione, quali angioletti, stelline, palline, alberini e altro ancora;
- crackers, “caramellone” di carta colorata, contenenti “regalini” e dolci, che si tirano da una parte e dall’altra e portano fortuna a chi resta con il pezzo di cracker più grande;
- wreaths, ghirlande di fiori, palline, pigne, nastri e così via;
- giornalini natalizi in Inglese;
- ecc
Infine canti e canti in L2 per completare la programmazione di musica: dai più tradizionali (Silent Night, I Wish you a Merry Christmas, White Christmas…) ai più recenti come quelli di Michael Jackson (So this is Christmas…).
Per Guy Fox, San Patrizio, Pasqua, ecc. si entrava in contatto con la cultura specifica, ponendo l’attenzione sul Bonfire in collegamento con l’incendio di Londra, sulla Festa del Verde, lo Shamrock e i Leprechauns alla ricerca della pentola d’oro, sull’Easter Bunny e sulla caccia alle uova di Pasqua…
Sempre c’erano bigliettini augurali, canti ed oggettini realizzati con tecniche varie, in accordo interdisciplinare con gli altri ambiti di studio.
Particolare risalto ho continuamente dato alle marce scozzesi e alle band delle Guardie della Regina, per un periodo in visita anche a Lucca, con i loro Kilt.
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