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Consigli per la lettura delle pagine
: 8

Il blog parte con i post periodici con cui
lanciamo spunti e ci teniamo in contatto.

Sotto seguono una serie di pagine
(link) divise per argomento.

Clicca sulla pagina desiderata.

L'elenco è lungo, la voglia di scrivere è tanta,
lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



F I L O - la RIVISTA de "La Panchina" - n. 17

  

  

  

   



Filo

un filo di parole da 0 a 100 anni

quindicinale di opportunità

“La Panchina” editrice  

n. 17 - 29.5.2024



Editoriale

Ancora una volta, salve di cuore,
lettori di "F I L O" carissimi!
È veramente un grandissimo piacere
avervi qui insieme a noi.

Concorderete che,
con la fine di maggio,
entriamo pienamente nello spirito libero
delle vacanze estive.
E allora, cosa c'è di meglio
del sentirsi veramente liberi,
liberi di sperimentare
la libertà più vera,
quella profonda del pensiero
che ci autodetermina?
Dunque,
date spazio al vostro pensiero
e, se vi va, leggete la risposta al quesito
nella rubrica "Risponde Vanètte".

Vanina


Leggi con me  Leggi con me  Leggi con me

a cura di Monica T.

Un libro nel cuore
Che cosa provate quando terminate la lettura di un libro che vi ha appassionato, che vi ha fatto compagnia e che non vorreste aver finito?
Io sinceramente provo tantissima nostalgia. Provo nostalgia per i personaggi a cui mi sono affezionata e per quelli che non sopportavo, per la trama e anche per l’autore. Provo nostalgia per il tempo che ho impiegato a sceglierlo, per le ricerche fatte e per quella meravigliosa sensazione che si prova ad intraprendere finalmente la lettura del volume che hai scelto con tanta cura.
Non è per nulla semplice scegliere un libro da leggere, sapete!? Ci sono scaffali strapieni di libri catalogati per argomenti e, in alcune librerie, anche per sentimenti; c’è la pubblicità che ci impone ciò che dobbiamo leggere, ma dobbiamo essere noi a scegliere! C’è la copertina che sembra irrilevante, invece ha la sua importanza… e infine ci sono milioni di autori e di autrici conosciuti e sconosciuti.
Scegliere una nuova lettura è un passo importante, non si può lasciare al caso.
Questo è il mio modesto pensiero e voi cari amici, che cosa ne pensate?
Fatemi sapere… sono molto curiosa!
Scrivetemi le vostre considerazioni sulla rubrica “Leggi con me” di "FILO".
Vi aspetto nel prossimo numero con un libro imperdibile!


Risponde Vanètte

a cura di Vanina DG.

Libertà vo cercando
Oggi rispondo con vero trasporto a Filippo di Sabaudia in provincia di Latina, che mi pone una domanda di ampio respiro, apparentemente personale, ma che in verità può coinvolgere molti di voi lettori in un costruttivo confronto.
Filippo mi chiede quale aspetto della vita sia per me veramente importante e andrebbe coltivato per vivere bene. Non ho difficoltà a scegliere. 
Di tutti gli aspetti della vita, quello che mi ha sempre maggiormente intrigato è la libertà, libertà di pensare, di agire, insomma, di vivere il proprio personalissimo ritmo. In sintesi di autodeterminarsi. 
Ho fatto di tutto per soddisfare questa mia importantissima esigenza, ma in una società organizzata non sempre è molto facile e del tutto realizzabile. Comunque sono stata nel complesso fortunata e ho vissuto e fatto vivere un profondo senso di libertà. 
Da molto piccola l'ho cercata nella lettura, entrando in molti mondi alternativi e perdendomi nel colore della fantasia. 
Da più grande l'ho esercitata con maggiore complessità e fatica nello studio e nel campo del lavoro. 
L'ho trovata amica nella vita privata e ne ho fatto un vessillo nel campo educativo.
Adesso la vivo nelle mie riflessioni, nei miei scritti, nelle conversazioni che intavolo. 
Questo quando possibile. Sì, quando possibile, perché non è così facile esprimersi e confrontarsi. 
Un grande problema che continuo ad incontrare è quello di trovarmi in presenza di persone che hanno poca o pochissima capacità di ascolto, centrate su se stesse e ripetitive in contenuti e vocabolario.
Quindi, caro Filippo, oltre a cercare di vivere seguendo il tuo libero pensiero, promuovi la libertà e la capacità di ascolto in te e intorno a te. Grazie della tua domanda!



Il fascino del giardinaggio

a cura di Lauretta G.

La Ferula
Molto bene... E' fiorita nel mio giardino e allora vi parlo un po' di questa bellissima pianta spontanea che si chiama Ferula assa foetida, parente dei finocchi (infatti appartiene alla stessa famiglia), ma, a differenza della gustosa pianta che accompagna spesso i nostri piatti, questa è una pianta che ha un odore e un gusto proprio poco apprezzabile.
Questa splendida pianta fiorisce in primavera con stupende infiorescenze a forma di ombrello che con il loro colore giallo intenso attirano un numero incredibile di insetti impollinatori.
La Ferula è una pianta che può crescere fino a quattro metri di altezza, mentre il finocchietto, che molto le somiglia, raggiunge al massimo 150 cm. I più anziani, senza ricordarne il nome, ricorderanno ai tempi delle elementari, una bacchetta leggera che a volte li toccava, spinta dalla maestra che desiderava in quel modo attirare l'attenzione di coloro che si distraevano: quella era la Ferula, che non pesava al braccio dell'insegnante, ma si faceva notare perché arrivava anche agli ultimi banchi.
Il suo fusto legnoso, quando secca, è molto robusto e in modo particolare in Sardegna viene utilizzato per creare simpatici mobili caratteristici, bastoni per passeggiare e altri oggetti d'artigianato.
La Ferula è una pianta spontanea in tutte le coste del Mediterraneo, ma originaria della Persia dove venne usata fino dai tempi più antichi come medicinale, utilizzando la resina che si ottiene dal suo fusto. Questa pianta è stata utilizzata nel 1918 per combattere "La  Spagnola", che tante vittime fece in quel periodo. Sembra che avesse virtù antivirali e per questo scopo veniva usata: purtroppo a quei tempi non c'erano vaccini contro i virus...
In cucina la Ferula in polvere, ottenuta dalla sua resina, è molto usata nella cucina indiana, anche se il suo gusto è molto simile allo zolfo, mentre, dopo essere stata molto utilizzata dagli antichi romani, nel Medioevo venne abbandonata e non fu più utilizzata in occidente. 
In autunno è famoso il fungo di Ferula, che nutrendosi dei residui, ormai decomposti della pianta, fa la gioia dei cercatori per la sua prelibatezza.
Io, nel mio giardino, non l'ho seminata, la Ferula ci è arrivata spontaneamente, portata forse da uccelli migratori che assaggiati i semi, hanno pensato che forse era meglio provare a mangiare qualche altro gusto più piacevole...




Persone e personaggi

a cura di Claudia B.

L'Intelligenza Artificiale
Vorrei agganciarmi al numero precedente di questa nostra rivista e, per coloro che avessero sfogliato per caso questa pagina, mi riferisco a FILO n. 16. 
Per rimanere quindi in tema di comunicazione, si potrebbe parlare di Intelligenza Artificiale.
Grandi passi sono stati fatti dal secolo scorso ad oggi. Chi mai se lo sarebbe immaginato? E siamo ancora agli inizi. E’ in previsione una rivoluzione totale che ci darà grandi opportunità sia in campo economico, sia sanitario che pratico, ma si avverte l’esigenza di dare un’etica agli algoritmi che sono alla base del processo dell’I. A. 
Da qui è nato un vocabolo nuovo che ho scoperto essere presente nell’enciclopedia Treccani e pure riconosciuto da tempo dall’Accademia della Crusca, algor-etica.
Papa Bergoglio, al fine di porre l’Uomo, al centro ha firmato la “Rome Call for AI Ethics”, un documento ideato e promosso dalla Pontificia Accademia per la Vita, e in seguito dalla Fondazione RenAIssance, istituita da Papa Francesco nel 2021 appositamente per la sua divulgazione, che chiede un approccio etico all'Intelligenza Artificiale.
Anche noi tutti abbiamo capito che è indispensabile porre dei limiti, per meglio dire, i Grandi del mestiere si sono interrogati sui risvolti che potrà avere se non ben gestita. E allora parliamo di G7 perché ormai anche voi saprete la grande novità, ossia che vi parteciperà anche Papa Francesco. Ho trovato confortante questa notizia.
Al di là del profilo religioso al quale ognuno di noi può appartenere o meno, trovo che sia importante il Suo contributo etico.
Il rispetto dell’Uomo infatti sarà al centro dell’attenzione di tutti i membri del Consiglio del G7, ma la figura del Papa, che noi ben conosciamo e stimiamo, sarà per questo argomento estremamente illuminante, di grande aiuto nel tracciare la strada.
Credo che tutti possano essere d’accordo in questo visto che l’I. A.  sarà una grande sfida antropologica che influirà tantissimo sulle nostre vite.
La scienza non si ferma ma alla base si devono mantenere i principi etici, fondamentali per accompagnare l’Uomo nel giusto cammino.
📌
Papa Francesco, all'anagrafe Jorge Mario Bergoglio, nasce il 17 dicembre  1936 a Buenos Aires. E’ figlio di emigranti piemontesi: suo padre impiegato nelle ferrovie e sua madre si occupa della casa e dell’educazione dei cinque figli. Diplomatosi come tecnico chimico, sceglie la strada del sacerdozio. Si laurea in filosofia e fra il 1964 e il 1966 è professore di letteratura e psicologia nel collegio dell’Immacolata di Santa Fé e nel collegio del Salvatore a Buenos Aires.
Diventa sacerdote il 13 dicembre 1969. Intanto studia teologia e si laurea nel 1970. Il 20 maggio 1992 Giovanni Paolo II lo nomina vescovo titolare di Auca e ausiliare di Buenos Aires. Nel 1998 viene nominato Cardinale ed è una figura di rilievo ma resta un pastore semplice, molto amato nella sua diocesi. Nel 2002, in piena crisi economica dell'Argentina, Bergoglio critica aspramente il Governo per aver ridotto in miseria il popolo. Il suo pensiero è rivolto sempre agli ultimi.  Viene eletto Sommo Pontefice il 13 marzo 2013. Ha girato L’Argentina in lungo e in largo, anche in metropolitana e con gli autobus. «La mia gente è povera e io sono uno di loro», ha detto una volta per spiegare la scelta di abitare in un appartamento e di prepararsi la cena da solo. Ai suoi preti ha sempre raccomandato misericordia, coraggio e porte aperte.
Giudicate voi…!
  

Lo sapevate?

a cura di Silvana C.

La tipografia
Fiorella è una nonna e con la sua nipotina sono ferme davanti a dei manifesti attaccati al muro che li guardano.  La donna dice alla bimba che sono proprio belli e colorati  ed ora vengono scritti con macchine computerizzate.
Anni fa spesso andavo a trovare un amico tipografo nella sua officina tipografica. Questa era una stanza molto grande con dei banchi appoggiati al muro all'interno dei quali teneva tutte le lettere dell'alfabeto.  Questi  banchi  avevano dei cassetti di piccola altezza uno sull'altro.  In ognuno di questi cassetti  le lettere, che prima erano di legno stagionato e poi di piombo o zinco, venivano messe in  forma crescente, dalla più piccola alla più grande.  Per scrivere venivano messe su una grande tavola a formare le frasi.  Dopo il tutto veniva spennellato con l'inchiostro e coperto con il foglio di carta.
Un giorno il mio amico mi ha regalato la lettera con la quale inizia il mio nome, che io ho messo per ricordo in una scatolina.  Ogni volta che la guardo mi viene da pensare chi l'avrebbe detto che questo lavoro che veniva fatto con la massima precisione e pignoleria non servisse più.  Oggi viene fatto  tutto da un computer.
La bimba ha sorriso e insieme hanno continuato la loro passeggiata.


  Andando Andando Andando  

a cura di Alba P.

Al rifugio
Mi hanno invitato a fare una gita in montagna, fino a un alto rifugio. Era molto tempo che non facevo una camminata così importante. È stata una bella gita e con amici veri, persone speciali che camminano tanto all'aria aperta.
Camminando camminando camminando, fra un discorso e l'altro, scherzando su chi arrivava per primo, siamo arrivati al rifugio.
Qui abbiamo fatto un buon pranzo davanti al mio caro Monte Forato, che mi ha portato indietro ad alcuni anni fa, quando camminavo molto con la mia cara amica Patrizia che ora è a Vicenza.
Vi dirò… è stata una giornata stupenda, con splendido sole e ora vi darò pure una chicca. Con noi c'era anche una coppia, moglie e marito di ottantotto anni ognuno, che è arrivata al rifugio addirittura prima di me e che, quando siamo stati in cima, si sono dati un bell'abbraccio. Che bello!



LUOGHI... SPECIALI

a cura di Mariella A. 

Via Vecchia 
Carissimi amici, mi piace pensare che siate in attesa dei nuovi articoli di questa nostra rivista, alcuni interessanti, altri fantasiosi, altri ancora piacevoli, sicuramente tutti scritti con il cuore oltre che con la mente!
Durante queste settimane ho scavato nei miei ricordi alla ricerca di altri posti speciali e vi confesso di aver trovato qualche difficoltà.  Eppure in una vita lunga più di settanta anni ce ne dovrebbero essere tantissimi... il fatto è che spesso ogni luogo diventa parte della nostra vita e ci appare naturale, normale, non particolarmente speciale. Poi arriva un flash, e quel luogo che ci era apparso banale rievoca epoche ed avvenimenti che ce lo fanno ricordare con una vena nostalgica, con uno struggimento tale che sembra quasi di rivivere nel tempo che fu.
Ecco, in questi giorni mi sono inoltrata a piedi in una via vicino a casa mia, la Via Vecchia! Banale questo nome, ma non per me! È una strada stretta che corre lungo la ferrovia, attraverso campi e case, qualche bicicletta e un paio di auto gli incontri fatti.
Mi piace guardare intorno i fiori di campo con i loro colori vivaci, ascoltare i suoni della natura, la musica del vento tra gli alberi, il battito d'ali degli uccelli, lo svolazzare degli insetti e all'improvviso lo sferragliare del treno che passa veloce! Cammino lentamente e ritorno bambina. Passo davanti ad una vecchia casa colonica, rimasta uguale nel tempo, dove gli animali da cortile giravano liberi nell'aia, oggi solitaria e trascurata.
Proseguo ed eccomi davanti alla vecchia casa della "strega", così la chiamavamo noi ragazzi, con le sue persiane sempre chiuse, i muri scrostati, la staccionata ricoperta di sterpaglie, il vecchio cancello di legno chiuso con un catenaccio. Il tempo sembra essersi fermato agli anni della mia infanzia ed ancora oggi lì davanti il cuore perde una battito... verrebbe la tentazione di correre via veloci mentre senti le voci degli amichetti: "Forza, dai, corriamo, scappiamo che la strega ci prende!". E via veloci verso i campi, fino a raggiungere affannati la nostra pioppeta.
E lì cominciavano le nostre corse, i nostri giochi, il più amato era il "rimpiattino"! Ci nascondevamo dietro il tronco dei pioppi, dietro qualche grosso ceppo, ci stendevamo tra l'erba alta e trattenevamo il respiro per non farci trovare.
Supero questa vecchia casa alla ricerca dei pioppi e dei prati lungo la ferrovia, di quella pioppeta dove ho lasciato il mio cuore. Quante merende, quante cadute, quante corse fino al passaggio a livello, quanti pianti e quante risate, quante confidenze con la mia amica Irene, le prime simpatie, i primi amori!
Ecco, sono arrivata. Cerco con lo sguardo i miei ricordi e so già che non ritroverò quei prati. Qui sono nata e vissuta, questa è la strada della mia infanzia e della mia giovinezza, ma è anche quella dell'età matura, quella che ha visto cambiamenti radicali nel tessuto extraurbano a scapito del verde.
Mi ritrovo così una serie di villette a schiera lungo la ferrovia, mentre sull'altro lato i pioppi sono spariti lasciando il posto ai palazzi della Motorizzazione, della Cgil,  dell'INAIL e a qualche sporadico orto e prato. Resta però, in questa via ormai trasfigurata, un'atmosfera d'altri tempi dove i ricordi continuano a vivere nello sferragliare di una locomotiva che, fischiando, passa e se ne va. 


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🥁

Appendice

Sulle ali della fantasia

a cura di Rita G.


La Goccia 

🌊
Il mare era mosso, molto mosso e la schiuma cavalcava le onde creando un ribollire di potenze sempre in movimento in un perenne primeggiare di forze immani.
 Il vento come cavallo imbizzarrito cavalcava le onde sempre più alte ululando inferocito. Lei si trovava in quella situazione un po' al limite perché quella non era esattamente la giornata giusta per giocare. Era una delle più belle creature marine che si fossero mai viste nel mondo liquido. Formata da minuscole particelle di acqua tanto che era difficile riconoscerla nella sua forma solida.  
Circondata da una leggera sostanza gelatinosa per evitare che le gocce si separassero, era stata presa alla sprovvista da un soffio di vento violento che l'aveva trovata fuori dall'acqua in quell'attimo del salto proprio prima di atterrare, o meglio di ammarare ed era stata portata via. Si trovò a volare sopra il mare che ruggiva e poi una forza immane la fece volare sopra la spiaggia che ribolliva di sabbia. Idrina era consapevole di essere spacciata. Granelli di sabbia le volavano intorno in un vorticoso balletto e la sfioravano ad una velocità mai vista. Decise di utilizzare quel momento per godersi quello spettacolo meraviglioso e poi un colpo la trafisse. Un granello di sabbia la coinvolse nel suo balletto e poi fortuna volle che prese la traiettoria per cadere proprio in cima all'onda. Era frastornata si rendeva conto di aver rischiato molto ignorando le regole. Si ricongiunse al suo popolo e occhio non poteva vederla, ma da allora quando c'è il mare mosso, molto mosso, potrete vedere Idrina che guarda sognante la spiaggia nel ricordo di quell'avventura meravigliosa e letale che la portò ad un passo dall'annientamento per prosciugamento. Bella avventura ma da non ripetere.                   


🌊
La nostra temeraria goccia, ha ricoperto una carica onoraria. È diventata  la  più ricercata racconta storie di tutta la colonia.
É vero che c'è il signor “Bellafonte” come professore di storie, ma cosa vuoi che sia una storia raccontata per sentito dire in confronto a uno che la storia l'ha vissuta. Ascoltare Idrina quando è insieme agli altri bambini, senti quanto è presa dal suo racconto e intenta a spiegare la differenza tra asciutto e bagnato ad un branco di strani pesciolini che di asciutto non hanno mai visto nulla. Sta riscuotendo un vero successo.
Ho visto molti adulti fingersi indaffarati per sentirla parlare e i Rettori non possono non tenerne conto, dato che nei giovani si è instaurato un certo malcontento e ai piani alti si respira aria di novità.
Ora cari amici dovete sapere che c'è una cosa che è stata tenuta segreta e che solo i tre rettori ne sono custodi. Io mi ero fatta quasi scappare la verità quando sopra parlai della loro forma liquida, il che lasciava intendere che ci fosse anche un altra forma. Ebbene sì, io sono stata Rettore e vi posso dire che questi esseri strabilianti, possono assumere qualsiasi forma essi vogliano. Solida, gassosa, e chissà quante altre e possono come i camaleonti, mimetizzarsi con l'ambiente che li circonda, e respirare con qualunque tipo di respirazione conosciuto e non. Queste facoltà erano state tenute segrete a causa di una dispersione della popolazione estremamente curiosa e della feroce caccia a cui erano stati sottoposti per poterne studiare le meravigliose capacità. Stiamo andando verso il futuro.
Vedremo i risultati dei radicali cambiamenti che sono stati messi in atto.
Dopo lunghe e travagliate discussioni, fu istituito un nuovo e articolato piano di studi, volto a stimolare l'apprendimento e la piena maturazione del carisma che ciascuno sente di poter incarnare per il servizio alla comunità e per la propria realizzazione. Fin qui solo buone intenzioni vedremo in seguito.


🌊
Sono felice! ancora di più, sto impazzendo dalla felicità!
Oggi iniziamo l'esplorazione del Mondoooooo!
Ho chiesto e ottenuto di essere la prima ad entrare nel teletrasporto. Se non impazzisco durante il viaggio, vedrò la barriera corallina. Dicono che è bella. E oplà... eccomi con la testa infilata in un pallone giallo a strisce blu. Oddiooo è un pesce? Che dire? E quello accanto che sembra uno stecco? Pesce pure lui? Sta venendo nella mia direzione una squadra di piccole schegge blu elettrico con una freccia rossa sulla pancia. non mi muovo e la pattuglia si adatta, si divide per la mia presenza e ricomponendosi fila via.
Improvvisamente vedo un grande pallone gonfiato che deve essere parente di quello che ho già conosciuto, accanto a lui ecco una murena che esce per metà del corpo mollaccioso da una cavità e poi vi rientra a marcia indietro, dopo aver accertato che quello che vede, non sono cose di suo interesse.
La barriera è tipo una roccia, in cui gli operai invece di seguire una linea comunitaria, hanno fatto un lavoro per conto loro, secondo l'estro del momento e il risultato è che devi sperare di non dover scappare da un pericolo, correndo su di essa a piedi nudi. È tutta bernoccoli, punte, fiori, erbetta, altri fiori e altre punte affilate. Mi dicono che anche quel fiore che ondeggia pigro è un pesce. Possibile? Come ho potuto vivere senza sapere queste cose? Mi sta passando accanto una specie di barile con due gambe che sta facendo snorkeling evitando di toccare, come gli è stato detto, la preziosa barriera. Chiedo  come si chiama questo strano pesce, mi dicono che è Rita, ma non è un pesce, è un essere umano. Che avventura, ragazzi! E pensare che credevo di essere strana io.  Come mai scopro solo adesso che c'è un altra razza? Povera me come farò a regger tutte queste emozioni?  
Ce la farò! Certo, Sono o non sono Idrina l'esploratrice coraggiosa a cui si devono tutte queste aperture del mio mondo che era rimasto chiuso per secoli? Vedo tanti colori: rosso, blu, giallo, nero, e poi strisce, pallini, tanti pesci fatti a cuore con un pennacchietto colorato di un colore contrastante. Sono esterrefatta, ma... coraggio Idrina, non si muore di felicità.
E poi, sto cominciando a capire che il mondo è molto più grande di quello che il povero professor BellaFonte ha inutilmente cercato di farci capire.


🌊
Sono emozionatissima.
Oggi incontreremo gli umani. Ho passato la notte a leggere quei libri che finalmente ci hanno dato e adesso scoprirò come cammina un essere umano.  Ho visto che hanno quattro gambe e non ho capito bene come funziona il meccanismo, ma in compenso non hanno la coda. Come fanno a cambiare direzione senza la coda?
Devono aver scoperto un nuovo meccanismo, adesso vedremo.
Splasch …....all'improvviso sono accanto ad un umano, che strano, sopra la pelle hanno un  vestito di tessuto disposto in modo eccentrico e Povero me! Sono diventato un umano anche io. Due delle mie pinne si sono trasformate in arti e attraverso di esse sono ancorato all'umano che non mi lascia andare.
Mamma mia!!!! anche io sono agghindato con tessuti che coprono la mia pelle come del resto tutti gli altri umani che incontro. Anzi. Guardando bene, ci sono umani di tre qualità, che si chiamano uomini, donne e  bambini. Io sarei un bambino e la femmina che mi trattiene per mano, mi sta portando a scuola. Mamma mia questa è dura, sto cominciando a vedere che ci sono altre categorie, giovani, vecchi, mediani, e pensa te, ho appena scoperto che ci sono anche umani con le ruote! Questi sono i più organizzati, mentre si spostano, possono tenere i libri sulle gambe già aperti alla pagina che gli interessa, però deve esserci un altro umano che li spinge... Io mi guardo intorno, vedo palazzi altissimi e tutti gli umani che indaffarati entrano ed escono da buchi appositi senza fermarsi. Finalmente la mano che mi stringeva, mi ha lasciato e mi viene dato  un libro, anzi due, tre, quattro! Capisco che sono miei e mi sento ricco. Ogni libro per me è una ricchezza enorme Vorrei essere un umano per avere tutta questa ricchezza.
Ho visto che anche senza la coda se la cavano egregiamente e poi parlano pure. Con la bocca emettono dei suoni che sono capiti dai loro simili e spesso dialogano anche animatamente. Qualche volta le loro voci si trasformano in melodie, avete presente il canto d'amore delle balene? Ecco così! Ho scoperto che gli umani hanno molti giochi e spesso quando fanno un gioco, urlano da soli, tirano pugni sul divano e fanno proprio paura.
Devono aver preso un virus poverini. Mi informerò, forse il medico della stazione saprà come aiutarli. Tornando in classe trovo dei ragazzini che si acciuffano per i capelli. Qui devono trovare al più presto un vaccino, perché sono colpiti in modo grave altro che!
Sento un rumore molto forte che si sta avvicinando. Tutti si spostano e lasciano ogni cosa che stavano facendo.
Io guardo dalla finestra e vedo arrivare un umano di metallo che non sa parlare, ma strilla veramente forte ed è rispettato da tutti. Quel rispetto che si ottiene con la forza è amplificato dal suono della sirena e dalle luci lampeggianti. Sono impressionata, deve essere un personaggio importante. Addirittura al posto delle scarpe ha delle ruote che gli permettono di correre veloce. È affascinante ma anche un po' inquietante. Sono pieni di risorse questi umani. Mi hanno colpito, ma penso che vanno presi con le molle, non c'è da fidarsi troppo di loro.
Mamma mia quanti siamo, e pensare che fino a ieri pensavamo di essere solo noi gocce ad abitare il mondo!                                                       
    

 🌊 28.5.2024
Stasera c'è stata la riunione di squadra.
Ci siamo raccontate le meraviglie che abbiamo visto e le cose strabilianti che abbiamo imparato. E' incredibile quanto abbiamo visto, sentito, odorato. Non ci sono parole per descrivere i fiori, la brezza del vento che ci sfiora, i bambini che ci guardano con gli occhi enormi e umidi tanto che ti viene voglia di tuffartici dentro. Che bello essere in un corpo umano che ci fa correre, ballare, saltare, ridere e piangere. Sì, piangere, non ho mai allontanato questa misteriosa possibilità del corpo umano che dopo un rimescolio interno porta ad un risalire delle lacrime salate uguale alla composizione del nostro essere. Ho scoperto che posso piangere di gioia, di tristezza, di nostalgia, ma la nostalgia non mi ha ancora sfiorato perché quello che ho provato fin qui è stato tutto meraviglioso. La direttrice della colonia stasera è accompagnata dai pezzi grossi e questo mi fa un po' paura. Infatti dopo averci lasciato sfogare nel raccontare le nostre avventure, ci mettono tranquille e senza tanti giri di parole, ci dicono che quella di oggi è stata l'ultima uscita.
Punto! L'ultima uscita.
Fanno presto a dirci una cosa del genere, loro che non hanno mai portato le loro chiappe fuori da questa stanza e non credono alle nostre storie perché ci considerano esaltate. Intorno a me ci sono urla, strepiti, singhiozzi e svenimenti. Tutti sentimenti umani che abbiamo imparato ad usare perché esprimono bene ciò che pensiamo.
Io già consapevole della brutta notizia, avevo chiesto un colloquio prima della riunione. Forte della mia sfacciataggine e del punto di forza che tutto è cominciato da me, ho strappato un ultimo viaggio. Ho dovuto lottare a lungo, ho urlato e preteso un ultimo viaggio perché mi è rimasto forte il desiderio di conoscere le montagne, quegli spazi immensi con le cime innevate e il punto più alto che si nasconde dentro le nuvole. Ecco, voglio vedere le nuvole che mi dicono essere formate da microscopiche particelle di acqua.
La neve! che mistero, voglio toccarla, voglio sentirla, mi dicono che è fredda al tatto, non posso vivere senza averne fatto esperienza. Poi, per noi gocce, abituate in una continua  promiscuità le une ammucchiate alle altre, tanto che non si vede dove finisco io e dove inizia l'altra, desidero fare l'esperienza della solitudine.
Desidero capire e vedere dove sono i miei limiti, i miei confini. Voglio camminare a lungo su per i fianchi della montagna, scivolare nei sassi che rotolano uno dietro l'altro annullando in un attimo la distanza che hai percorso in ore di faticosa salita.
Voglio sedermi a riposarmi pericolosamente in bilico attaccata a un cespuglio a vedere in lontananza il mare.  Il mare, la mia casa, una unità di tante particolarità che si annullano, si dividono e si uniscono all'infinito. Ho detto tutte queste cose ai pezzi grossi che mi hanno ascoltato con superficialità quasi annoiate dal mio entusiasmo e alla fine ho strappato questo mio agognato sogno. Domani da sola farò l'ultimo viaggio e credo che avrete già capito che non userò il teletrasporto per il ritorno. 
Sono pronta a diventare parte del ghiacciaio, sono pronta a diventare neve, a immergermi nelle nuvole per reidratare il mio essere e quando tutto sarà compiuto, sono pronta a ritornare una cellula. Voglio vivere gli ultimi tempi della mia vita come un essere indipendente, come uno che decide da solo dove andare e che paga per le conseguenze delle decisioni sbagliate che ha intrapreso.
Vi ringrazio per avermi sostenuto! Mantenete il vostro mondo bello come è sembrato a me e ricordate che ogni goccia di acqua è importante e sorridete quando la guardate, perché quella goccia d'acqua potrei essere io.

                                      

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ALLEGATI

📰 Rif. "Leggi con me" 

Monica,
è  sempre interessante leggere le tue considerazioni riguardo ai libri che ci proponi. In questo numero di "FILO" poni il problema che ognuno di noi ha quando termina un libro, specialmente uno di quelli che ci hanno affascinato, calato dentro la storia a tal punto di sentirla nostra, renderci speciali alcuni personaggi e antipatici altri, che ci hanno avvolto nell'ambiente rendendoci partecipi di atmosfere e panorami.
Devo dirti che alcuni libri mi sono rimasti nella mente e nel cuore, tanto che anche a distanza di anni suscitano emozioni speciali. Uno di questi per me è "L'isola di Arturo" di Elsa Morante che ho letto nell'età giovanile e di nuovo anni fa e che ancora ha un posto speciale nella mia libreria.
Due libri letti recentemente mi hanno emozionato a tal punto che non riesco ancora a riporli, tanta è  la nostalgia e il desiderio di ritrovare dentro le loro pagine i pensieri che hanno suscitato nel mio animo.
Difficile è  scegliere un'altra storia quando ancora non sei pronta a lasciare quella appena terminata.
In questo mi affido molto alle recensioni e ai pareri di un gruppo di lettrici che ho trovato sui social, e poi ogni tanto vado in libreria e lì mi lascio trasportare dalle copertine e dalle trame che mi attardo a leggere senza pormi fretta! 
Mariella


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