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Consigli per la lettura delle pagine
: 8

Il blog parte con i post periodici con cui
lanciamo spunti e ci teniamo in contatto.

Sotto seguono una serie di pagine
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L'elenco è lungo, la voglia di scrivere è tanta,
lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



Lucca Insieme - Simboli

 







S i m b o l i


Alcuni giorni fa,
sfogliando una rivista
trovata per caso su un tavolo,
mi sono imbattuta in un articolo
che ripercorreva le conquiste
della donna verso la sua
emancipazione.

Mi hanno
immediatamente colpito
gli oggetti-simbolo, 
utilizzati come filo conduttore
nell'articolo.

Quali?

Il rossetto,
la toga,
la laurea,
il camice bianco,
i pantaloni,
il certificato elettorale,
la macchina da scrivere,
la bicicletta,
il passaporto
...

Che ne dite?
Ci avevate mai pensato?

Quali altri oggetti 
aggiungereste
o togliereste?


Vi va
di commentare?


🌿🌹🌿



🌿🌹


Non escluderei nessuno di questi oggetti-simbolo, piuttosto aggiungerei la patente di guida, perchè da anni ormai tutte le donne del mondo occidentale l’hanno conseguita.

Mi viene in mente la patente perché anni fa, e nemmeno tanti, gli uomini con un risolino sarcastico sulle labbra, erano soliti dire: "Donna al volante pericolo costante." e forse alcuni di loro lo dicono anche oggi.

Prendo ora in considerazione il camice bianco, una conquista veramente importante. Vi racconto in questo caso di una scenetta in merito a una laurea in medicina. 
Mi trovavo in un ospedale e un paziente stava dicendo appunto a una donna in camice bianco che era in attesa del medico per una visita dermatologica e lei ovviamente gl8 rispose: "Il medico sono io.".
Non vi dico la faccia sorpresa di quel paziente! Era il 2024, ma questi sono casi limite.

Al di là di questi aneddoti, la conquista più importante è certamente il diritto al voto, ma il sentirsi donna libera, secondo me, è dato dal modo di vivere e vestire. Il pantalone è una conquista perché prima la donna che viaggiava in bicicletta, doveva stare molto attenta alla gonna anche se  le ruote avevano il coprirazzi, come pure la motocicletta e il costume da bagno che un tempo era pressappoco un vestito.

Pantaloni lunghi o corti, eleganti o jeans strappati, tailleur pantalone con corredo di cravatta come gli uomini oppure minigonna: la donna è libera di abbigliarsi come vuole. 
Non può per lo più fare a meno dei vezzi se le piacciono. Collane e orecchini di ogni tipo, cavigliere, piercing, tatuaggi, unghie lunghe e riportate, con brillantini o decorate, persino capelli rosa o blu. 
Si può sbizzarrire nella cura della persona a suo piacimento, senza incorrere in problemi particolari che la società le dava fino a pochi anni fa.
Claudia



🌿🌹

Nel 1900 una donna non poteva dimostrare la sua libertà esistenziale. Molti oggetti, molti tipi di lavoro, non le erano concessi, quindi le era impedito di manifestare le proprie capacità e la propria parità nei confronti del maschio sempre predominante, che le limitava la libertà e le iniziative. 
Le donne dovevano andare alla Messa col capo coperto da un velo nero (alle bimbe era concesso di colore bianco...), ed erano costrette ad usare un abbigliamento che le copriva interamente perchè mostrare le caviglie era considerato indecente.  Gli abiti dovevano essere con il collo alto.
Viene da chiedersi: "Ma come mai non potevano andare in bicicletta? Beh, mi sembra semplice: come avrebbe potuto districarsi con quegli abiti così complicati?
Quasi un secolo, però, ha portato ad una evoluzione significativa nella donna, anche se c'è tanto ancora da fare perché lei possa avere le stesse competenze di un uomo. 
Parlando degli oggetti che hanno permesso alla donna una certa evoluzione se ne possono elencare alcuni che sono stati emblematici, come il passaporto, la macchina da scrivere, rossetto e trucchi per il viso e le mani, la tinta per i capelli, le scarpe con i tacchi e non ultima  la "benedetta" minigonna che ha dato alla donna una libertà che prima non aveva e magari il disprezzo e la disapprovazione dei maschi a cui erano legate. 
Le donne non  avevano  la patente perchè erano molto assoggettate al maschio che prendeva  le decisioni per loro e limitava la loro indipendenza. 
Se le donne lavoravano erano sempre soggette agli ordini dei maschi, ne abbiamo un grande esempio con il caso famoso dello sciopero di quelle povere donne che nel marzo del 1911 furono bruciate vive e di cui ricordiamo la tragica fine con la "Festa della donna" l'8 marzo. Mi pare che non ci sia niente da festeggiare, ma eventualmente meditare sulla tragedia di donne lavoratrici che non hanno potuto protestare contro le ingiustizie perpetrate nei loro confronti.
Lauretta



🌿🌹

Se penso ad alcuni oggetti che può usare in questo momento la donna, mi viene da dire che è veramente emancipata. 
Può usare la toga, perchè si può laureare in legge. Importantissimo il camice bianco: può indossarlo perchè può diventare un medico o addirittura una ricercatrice scientifica.
Può andare a votare, quando ci sono le votazioni. Può usare tranquillamente il computer in ufficio o privatamente.
Qualche volta la vedo alla guida di un mezzo pubblico, so di alcune conoscenti che guidano un elicottero.
Bene, mi sento contentissima di questi traguardi  raggiunti. 
Silvana



🌿🌹

Questi nove oggetti,  di cui parla l'articolo, per me sono tutti indispensabili per la donna e poi direi che ce ne sono anche di più.
Il rossetto è un qualcosa per abbellire il proprio viso e il proprio corpo.
La toga mi dà l'idea di autorità. La laurea d'intelligenza, il camice bianco di aiuto per il prossimo, i pantaloni di grande evoluzione per la donna.
La macchina da scrivere è per poter scrivere tutti i nostri pensieri in libertà.
La bicicletta... come si diceva una volta "Pedala, donna, pedala e arriverai dovunque!".
Il passaporto: essere libere nel mondo.
Il certificato elettorale: aver raggiunto la parità coi maschietti.
Poi ci sarebbe qualcosa dei nostri tempi: la minigonna, che ha cambiato il modo di vestirsi delle donne, liberandole dalle mille regole e consentendo loro di scoprirsi come vogliono loro.
Poter viaggiare da sole. 
Allora, ci possiamo accontentare rispetto alle nostre ave, anche se c'è ancora molto molto da poter e dover conquistare, cosa che faranno le donne da oggi in poi. Esse cercheranno di risalire ancora molte scale e a loro spetteranno anni sicuramente interessanti.
Alba



🌿🌹


Gli oggetti simboli dell'emancipazione femminile... Ne abbiamo parlato e li abbiamo cercati nella storia, perché poi sono i simboli delle grandi conquiste femminili: il diritto di voto, il diritto di avere soldi propri, il diritto di mettere i pantaloni, il rossetto, eccetera.

Cosa che poi è agli occhi di noi donne moderne inaudito in quanto non ci doveva essere un prima o un dopo, ma quello che è giusto doveva “essere” e basta. Stavo riflettendo che tutti questi simboli che abbiamo ricordato fanno riferimento all'ultimo secolo 1800/1900. Ora mi domando, ma prima cosa facevano le donne? Dormivano?

Siccome non lo penso proprio devo ampliare la visione  delle  cose e cercare altri simboli in cui noi donne possiamo riconoscerci. Mi viene in mente la prima pilota di aerei donna che portò in alto il nostro genere, ma andando più nel quotidiano, voglio ricordare le donne che si sono fatte valere come madri, mogli, figlie. Penso alle pioniere che con i carri esploravano nuove terre condividendo alla pari con gli uomini fatiche e pericoli. Penso alle donne sulle cui spalle gravava la salute e la vita stessa dei loro cari e si inventarono erboriste, infermiere, medici, consigliere, consolatrici, ecc. Penso a quelle madri che hanno saputo sostenere le proprie figlie e le hanno esortate a realizzarsi anche contro le regole maschili rafforzando la loro autostima e le loro decisioni.

Penso alle nostre nonne e, più indietro alle nostre ave, che, pur non avendo nessun simbolo da mostrare, mostrano le loro magre vite e con questo ci fanno riflettere sul fatto che non è necessario passare alla storia per dimostrare il proprio valore. Il tutto in un mondo in cui persino l'alfabeto era negato alle donne. E neppure oggi, in questo mondo violento, le donne possono abbassare la guardia, in quanto il genere maschile non riesce ad accettare che il suo desiderio di primeggiare, svalutare, sottomettere le loro partner, sia messo in discussione e lo esercitano con la forza, arrivando spesso ad uccidere. Ho chiesto a mio nipote di dieci anni se a scuola parlavano di questo argomento. Mi ha risposto che ne parlavano e che le donne vogliono l'uguaglianza, ma hanno più diritti degli uomini, perchè per ammazzare una donna c'è una pena di venti anni, e se ammazzano un uomo fai solo dieci anni e poco più. Ho spiegato come meglio credevo, ma mi sono chiesta quanto è profonda questa frattura fra i due generi se a un ragazzino eccezionale è passato questo messaggio contorto? Care donne, c'è ancora tanta strada da fare e dobbiamo far diventare i nostri figli i nostri migliori simboli.
Rita



🌿🌹

La mia mamma, nata nel 1927, quando ero bambina mi raccontava spesso le sue prodezze di ragazza. Di una di queste erano complici la nonna e il fratello, maggiore di qualche anno. Nei pomeriggi estivi, quando già lavorava come maestra, prima di uscire con lo zio per vedersi con gli amici di entrambi, salutava il nonno con un bacetto, poi passava da un salottino vicino all’ingresso, toglieva la gonna e infilava i pantaloni, usciva e si accomodava comodamente sulla lambretta dello zio, nel posto dietro, ma a volte anche in quello davanti. Al ritorno svolgeva l’operazione al contrario e il nonno l’aveva saputo solo dopo molti anni.

Forse per questo fin da piccolissima io ero stata abituata a indossare i pantaloni - un capo di abbigliamento allora ancora molto maschile – confezionato, anno dopo anno, dall’altra nonna che faceva la sarta. Alcune foto lo dimostrano!

Ho continuato a indossare naturalmente i pantaloni, più che altro in inverno, fino ai dieci anni, quando, con grande stupore, ho appreso che nella scuola media che mi apprestavo a frequentare, secondo il regolamento, noi ragazze dovevamo indossare la gonna, tranne durante le lezioni di educazione fisica, in cui mettevamo la tuta.

Per me era inconcepibile, ma dovevo adattarmi. Arrivata a casa all’ora di pranzo, se era freddo, mi infilavo i miei pantaloni di velluto a coste nero (fatti su misura e allungati via via) fino a sera.

Non che mi seccasse mettere le gonne, anzi adoravo le scamiciate che mi confezionava la nonna - ricordo in particolare una blu di velluto – quello che in un certo senso mi scandalizzava era la proibizione immotivata: “Perché?” mi chiedevo “cosa c’è di sbagliato?”, ma non ne parlavo, già sapevo che non avrei avuto risposte soddisfacenti da nessuno.

Infatti nella mia giovane mente si erano formati da un po’ di tempo vari dubbi sulla fondatezza delle regole imposte dagli adulti e a volte riflettevo a lungo su contraddizioni e insensatezze che pervadevano il loro mondo e che vedevo manifestarsi a volte anche nel comportamento dei miei genitori, ma non osavo mettermi a discuterne.

Qualche anno dopo, comunque acquisii il coraggio e la dialettica per farlo, e non solo riguardo all’abbigliamento!

Silvana B.

 



🌿🌹🌿











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