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Consigli per la lettura delle pagine
: 8

Il blog parte con i post periodici con cui
lanciamo spunti e ci teniamo in contatto.

Sotto seguono una serie di pagine
(link) divise per argomento.

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L'elenco è lungo, la voglia di scrivere è tanta,
lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



venerdì 26 gennaio 2018

Draghi e draghi











Buongiorno, amici de "La Panchina"!
La vostra presenza qui oggi mi fa particolarmente piacere.
Quando il tempo è grigio il calore umano è oltremodo gradito.
Infatti, anche all'uomo accade di voler stare insieme per trovare reciproco sostegno, un po' come fanno gli animaletti che si stringono tra loro, a contatto di pelle e di piume, in attesa che il sole torni a brillare. Ma questa è cosa nota.

Come forse avrete notato, non ho fatto in tempo a sedermi sulla nostra accogliente panchina che sono stata subito distolta, perché proprio mentre mi sedevo e mi immergevo in questa atmosfera carezzevole, inavvertitamente ho fatto cadere un libro... e dal libro è sgusciato fuori, lucido e brillante, come nuovo, questo bigliettino donatomi da un bambino nel lontano 2008.
Subito mi sono ritrovata in un vortice di emozioni e sensazioni indescrivibili, come fosse stato ieri. Non so se le avete lette sul mio viso...
Ho rivissuto quel tempo lontano intensamente, cinque lunghi anni raccolti in quelle ultime giornate torride di giugno, attraverso un bellissimo drago, mentre ci stavamo salutando anche con qualche lacrimuccia.
La vita sarebbe proseguita e saremmo stati separati, ma nella cassettina dei ricordi avevamo accumulato tante ricchezze da poter utilizzare al momento opportuno.
Non tutto avviene per caso.
Le piccole cose belle che abbiamo raccolto nella vita,  sono in grado di creare nuova vita a distanza di anni.
Pensate che tristezza vedere che, alla ricerca di grandi, grandissimi piaceri, si ignorano le preziose opportunità, che al momento tali non sembrano, per arricchire noi stessi e chi ci circonda.
Chissà se quel bambino vedrà o riconoscerà il suo lavoro oggi! 
Certo capire che a distanza di anni ancora esiste integro e che qualcuno lo ha così apprezzato da tenerlo sempre con sé, non potrà che fargli vivere il grande piacere di essere riconosciuto come persona, di avere un valore importante al di là di tutto.
Se invece mai gli capiterà di trovarsi qui, intorno alla panchina con noi, sono certa che il magnifico ragazzo che egli è oggi si sentirà riscaldare il cuore ogni volta che i suoi pensieri scivoleranno in quell'humus lontano, quando trasformava la sua sensibilità nella ricchezza interiore che sono sicura alberga ancora oggi nella sua anima di adulto.

Penso che anche voi abbiate tante piccole perle come queste nascoste nel vostro cuore.
Riportatele in luce e godetene ancora oggi.
I ricordi non devono far male, devono essere lenitivi e consolatori.
Questo è il segreto per trovare il nostro equilibrio e sedare le troppe ansie che la vita di oggi vorrebbe regalarci.
Vi esorto a cercare e a cercare ancora le cose belle che avete dentro e che avete dimenticato.
È bastato davvero molto poco per una riflessione utile a tutti e per sentirsi bene anche in una giornata un po' troppo plumbea.
Che ne dite?

Grazie per essere stati qui!
Tornate ancora ad allenare i muscoli della mente e del cuore!



Published: venerdì 26 gennaio 2018

martedì 23 gennaio 2018

Frenesia









Buongiorno, amici de “La Panchina”!
Come va?
Oggi, nella vita reale, il sole brilla e questo è già molto.
Qui intorno alla nostra panchina, però, nella luce rarefatta ci sono soprattutto molte idee che vogliono prendere forma.
Sì affollano e si spintonano per essere valutate.
Quale sarà la fortunata che verrà ascoltata da noi qui riuniti a giocare con parole, pensieri e emozioni?
Ecco. L'ho già individuata.
Sono un paio di giorni che mi gira e rigira per la testa.
Finalmente l’ho afferrata.
Dunque...
Nasce tutto da un'esperienza recente che ho fatto in un palazzo storico di Firenze in cui si teneva una mostra piuttosto affollata.
Nel corso della visita, seguendo ed ascoltando la guida che correva destreggiandosi per le varie sale espositive, non ho potuto fare a meno di fare alcune osservazioni.
A margine vorrei annotare come sia stato necessario contrattare con il custode un tempo definito in cui restare in una sala (Non più di un quarto d'ora! Svelti, svelti!) e lo spazio fisico a disposizione da dividere con gli altri gruppi presenti in contemporanea.
Le tele e gli oli rifulgevano di grazia e bellezza, ma impossibile ammirarne la parte inferiore coperta dalle persone che avevo davanti e del tutto frammentaria l'immagine colta tra le teste in movimento dei visitatori.
Allora, avrete già capito, ecco un'altra conferma a quello che vado affermando da tempo e di cui amo parlare con voi.
Come si fa a mantenere la calma e la concentrazione se ogni esperienza contribuisce ad aumentare la nostra ansia?
Infatti, la frenesia della vita di oggi, senza che ce ne accorgiamo, ci conduce a vivere consumisticamente anche l'arte.
La bellezza che dovrebbe ristorare il nostro animo si trasforma in una maratona superficiale e quasi senza senso, almeno per me.
Tutto di corsa, tutto di tutto, ascoltare più che perdersi in colori e forme, senza comprendere ciò  che avviene in noi al cospetto di opere sì grandi, senza più rispetto per l'ARTE, musa che ci fa belli dentro e forse ci avvicina un po' alla divinità.
Ricordo con nostalgia altri momenti in altri musei, quando sulle panche appositamente predisposte ho potuto gustare appieno l'atmosfera di quel connubio tra me, l'opera e l'ambiente prezioso in cui era esposta.
Non credo che l'arte e la valorizzazione del nostro immenso patrimonio artistico possa passare attraverso una simile proposta.
Le strade da intraprendere dovranno essere altre e meglio studiate.
Il consumismo dell'arte è qualcosa che intristisce e cozza con i principi stessi che la caratterizzano.
Questo correre trafelati tra le opere, seguendo la guida che tiene in alto un segnale convenuto, non invoglierà mai il neofita che si avvicina titubante a questo mondo non sempre facilmente comprensibile.


 


Forse riesco maggiormente a sognare, ad emozionarmi, a godere di queste forme e di questi colori, entrando in una semplice immagine come questa invece di destreggiarmi tra mille rumori, movimenti, regole ed ultimatum.

Grazie, amici de "La Panchina", per essere stati qui con me.
Spero che le parole e le idee, che ci hanno sfiorato nel loro lento incedere intorno alla nostra panchina, siano state piacevoli e una buona occasione di gratificante riflessione.
Tornate ancora ad allenare i muscoli della mente e del cuore!






Published: martedì 23 gennaio 2018

sabato 20 gennaio 2018

Besame mucho









Nel vicolo, non lontano, un musicista di strada sta suonando “Besame mucho" quasi con impegno e una certa passione, poche note che salgono verso il cielo a trovare la libertà.
Certamente sono sufficienti a riportarmi indietro di tanti anni,  quando  mi capitò di ascoltare per la prima volta questa canzone.
Potere della mente!
Bastano due note, uno scorcio che ne ricorda un altro, un sapore o un odore, ma anche una sensazione tattile, per riportare alla mente, viva come allora, un’atmosfera vissuta tanto tanto tempo prima.
Tutti noi abbiamo avuto esperienza di questo.
Quello che ci differenzia è che non tutti viviamo nello stesso modo queste emozioni che ci arrivano improvvise nel presente da un lontano o lontanissimo passato.
L'esperienza che ci viene richiamata potrebbe essere stata bella e positiva, ma anche di segno completamente opposto, cioè brutta e dolorosa.
Quasi tutti, però, rivivono questa vecchia emozione, sia che abbia generato una capriola del cuore o un crampo allo stomaco, per un brevissimo tempo, un solo brevissimo attimo, prima di restituirla tout court al passato.
È come se avessero toccato qualcosa di bollente e si fossero scottati oppure come se ne avessero paura.
In realtà io penso che si dovrebbe fare proprio il contrario.
Tutto quello che ci torna a livello cosciente da una profondità, che resta spesso un'illustre sconosciuta, è sicuramente sempre prezioso.
Infatti se ciò che proviamo è qualcosa di bello che ci fa conoscere l'emozione della nostalgia, godiamocelo per bene e a lungo e poi stipiamolo nel nostro cassettino speciale, quello delle cose piacevoli cui possiamo accedere quando siamo un po' giù per ricaricarci.
Se al contrario è un crampo allo stomaco quello che ci coglie, fermiamoci un attimo a recuperare anche quell’esperienza passata che è stata così negativa e ancora ci fa male.
Perché? A cosa serve sentire ancora male?
La domanda sorge spontanea.
In realtà credo proprio che serva.
Ripensiamo alla situazione dolorosa che ancora oggi ci provoca sofferenza e cerchiamo di capire con l’esperienza che abbiamo adesso cosa sia realmente accaduto.
Il più delle volte scopriamo che non c'è una ragione vera per cui doverci ancora preoccupare.
La sensibilità di ieri ci ha fatto vivere la situazione troppo intensamente, forse anche in un modo sbagliato, probabilmente a causa di un'interpretazione errata della realtà,  ma oggi possiamo accorgerci di ciò che non era proprio così come sembrava.
Quindi ricomponiamo tutto quello che ci è accaduto, riordiniamolo per bene e poniamolo nel cassettino delle cose risolte.
Vi accorgerete di sentirvi molto meglio, molto più leggeri di prima, un senso di benessere mai immaginato.
Questo lavoro su di noi, se fatto sistematicamente, potrebbe essere quello che ci aiuta a sedare le ansie,  a sciogliere quel nervosismo che in questa vita frenetica spesso ci accompagna e di cui spesso non ci spieghiamo il perchè.




Published: sabato 20 gennaio 2018

martedì 16 gennaio 2018

Vecchio!? A chi?








Carissimi amici de “La Panchina”, buongiorno!
Nel sole di gennaio, già foriero della luce primaverile, vi  vedo arrivare alla spicciolata intorno alla nostra panchina.
Qui dove l'atmosfera è rarefatta e consolatoria si sta proprio bene e ci si rigenera comunque anche senza parlare.
È l'assenza di rumore e la lentezza che fa la differenza.
Godiamocela in pace anche questa mattina.
Dimentichiamo i malesseri dell’animo, accantoniamo l'influenza e la noia del vivere, disponiamoci ad utilizzare i muscoli della mente e del cuore che per fortuna ancora funzionano.
Ci siete tutti?
Io  non appena mi siedo sulla panchina, sento le idee mettersi in moto e fare un delizioso balletto.
Voi no?
Vediamo un po' cosa ci gira intorno...
Sì, in questo momento la mente mi va a qualcosa che ho letto alcuni giorni fa.
Qualcuno parlava della terza età in termini inusuali.
Mi è  piaciuto sentire che riflettevamo su questo argomento, loro ed io, quasi all'unisono.
Infatti, già nella premessa, “La Panchina” è proprio improntata ad una filosofia di vita molto simile a quella che emergeva dallo scritto che stavo leggendo.
Nella considerazione generale, l'accento sulla vita che si può condurre nella terza o forse quarta età è  sempre posta sulla fisicità e quindi in qualche modo sull'esteriorità dell'individuo.
Tutti ti dicono cosa devi o non devi fare, cosa devi mangiare, cosa devi comprare ed indossare, quali medicine devi assolutamente prendere e senza che te ne accorgi scivoli in una medicalizzazione della vita in cui inevitabilmente non hai più molto da fare e da dire.
In realtà, se ti fermi ad ascoltarti, trovi che dentro di te si sta suonando tutta un'altra musica.
È vero. Le ossa scricchiolano, i muscoli si contraggono e si usurano, le rughe imperversano e tende e tendine compaiono sulle braccia un po' arrugginite che si alzano con maggiore difficoltà.
È pur vero, però, che dentro di sé l'individuo si sente completamente diverso.
Mai come in questo momento si è sentito abile, pieno di conoscenza, quasi completo, giovane come sempre, anzi come non mai.
Infatti, molti dubbi e incertezze sono stati superati e il mondo si percepisce da un'altra prospettiva.
L'eterno “fanciullino", che vive sempre dentro di noi, fa voli pindarici e ci si sentirebbe capaci di grandi cose.
Il problema è che molti non se ne accorgono.
Sono troppo distratti a lamentarsi e a piangersi addosso, persi nei luoghi comuni che tutti ripetono come un mantra, dai quali sembra impossibile derogare.
Come affermava la protagonista dell'articolo nel quale mi sono imbattuta, una nota bellissima attrice americana, la terza età, e perché no soprattutto la quarta, hanno una grande importanza nello sviluppo della conoscenza e della saggezza che ci fa persone uniche e irripetibili.
È un po' come se gradatamente si diventasse puro spirito, spirito che compenetra le cose per raggiungere la vera essenza del mondo.
È proprio come qui, intorno alla nostra panchina, dove importanza assoluta acquisiscono le idee e le emozioni.
Esse emergono, si palesano, si associano e spalancano nuovi livelli di conoscenza su un mondo altro per il quale, prima, avevamo  fatto davvero molto poco.
Se ci riflettiamo un attimo, spesso si sente dire che si vorrebbe tornare indietro, a quando,  “fanciullini scherzosi”, si correva spensierati sui prati e nei cortili.
Se però si cerca di approfondire, si scopre che quasi nessuno vorrebbe tornarci lasciandosi alle spalle quell'io interiore che è oggi, quel sé che brilla dentro ogni mente e ogni cuore, anche se fuori il corpo è ormai vecchio e rugoso.
Dunque la terza e la quarta età possono essere davvero un periodo bello e prezioso che vale la pena curare come una piccola pianta in una serra.
È la filosofia di vita che dovremmo ristrutturare sempre, avremmo dovuto farlo fin dall'inizio della nostra vita, ma che dobbiamo fare inderogabilmente qui ed ora, senza perdere più un attimo di tempo, perché è quella stessa che ci riunirà all'essenza assoluta del mondo, qualunque sia il nostro credo religioso.
Avere può essere bello, ma essere è davvero indispensabile.
Noi  che frequentiamo questa panchina, siamo sulla buona strada.
Allenando i muscoli della mente e del cuore non facciamo altro che avvicinarci, passetto dopo passetto, alla conoscenza di questo noi profondo e del mondo che ci definisce come esseri pensanti diversi da lui.
Oggi è stato davvero bello incontrarci.
Tornate ancora ad allenare i muscoli della mente e del cuore!
Ora abbiamo una ragione in più per farlo!

Published: martedì 16 gennaio 2018

mercoledì 3 gennaio 2018

Al di là









Buongiorno, cari amici de "La Panchina"!
Come sempre è bello essere qui insieme!
La pioggia gelata della città mi aveva completamente anestetizzata là fuori.
Avevo proprio necessità di rinascere nella luce e nel calore che si irradia da questa panchina.

Insieme al sangue che torna a scorrere nelle vene, tante immagini scorrono ora davanti ai miei occhi.
Sono volti di persone che non ci sono più.
Forse le loro energie, in questo momento di perfetta concentrazione, vogliono rendersi palesi a me che le ho apprezzate quando erano nel mondo reale in carne ed ossa.
Uno è di una persona di famiglia di cui oggi ricorre il triste anniversario, ma è l'altro che mi appare in evidenza, più grande nelle dimensioni e più vivo e luminoso tra tutti.
È il volto di una donna, occhi grandi verdi oliva e sguardo limpido e pulito.
Non ha niente da nascondere questa anima bella.
L'armonia scorre intorno, dentro e fuori di lei.
Lei se ne è andata via da poco e davvero troppo in fretta, ma non ha perso la sua luce.
Il colorito chiaro è appena sfumato di rosa sotto i ricciolini corti corti da poco venuti al mondo.
La donna mi osserva e muta mi parla, luce risplendente tra tanti volti un po’ scoloriti dal tempo.
Sorrido in sintonia con questo sguardo e sono anch'io ripiena di luce.
Non c’è tristezza qui, non c’è dolore.
La ribellione ad un processo che non dipende da noi è rimasta nel mondo reale.
Quel dolore che fa troppo male è proprio qui che trova la sua genesi.

Nell'atmosfera intensa che si irradia intorno alla panchina, tra le parole che si intrecciano in catene di pensieri, invece, sembra facile raggiungere piani di conoscenza più profondi, andare al di là di quella soglia di concretezza che molto spesso impedisce di andare oltre.
Riannodare le tracce che abbiamo lasciato e intrecciato apre un nuovo mondo di riflessioni e di scambi comunicativi, in una dimensione del pensiero che lontano dalla nostra panchina è molto difficile da trovare e realizzare.

Torna ancora anima bella a rallegrarmi con i ricordi di quel tempo poetico, seppure molto breve, che abbiamo avuto la fortuna di vivere insieme, un tempo fatto molto di parole, di riflessioni, di belle emozioni.
Grazie per esserci stata. Sono stata fortunata ad incontrarti.

E voi che vi siete poco alla volta avvicinati alla nostra panchina, siete riusciti a percepire il brillare di questa luce?
Non è magia trasformare il dolore in serenità, la perdita in un ritrovamento, la morte in una nuova intensa luce?

Grazie per essere stati qui con me.
Tornate ancora ad allenare i muscoli della mente e del cuore!



Published: mercoledì 3 gennaio 2018

Poetar m'è caro

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