Carissimi amici de “La Panchina”, buongiorno!
Nel sole di gennaio, già foriero della luce primaverile, vi vedo arrivare alla spicciolata intorno alla nostra panchina.
Qui dove l'atmosfera è rarefatta e consolatoria si sta proprio bene e ci si rigenera comunque anche senza parlare.
È l'assenza di rumore e la lentezza che fa la differenza.
Godiamocela in pace anche questa mattina.
Dimentichiamo i malesseri dell’animo, accantoniamo l'influenza e la noia del vivere, disponiamoci ad utilizzare i muscoli della mente e del cuore che per fortuna ancora funzionano.
Ci siete tutti?
Io non appena mi siedo sulla panchina, sento le idee mettersi in moto e fare un delizioso balletto.
Voi no?
Vediamo un po' cosa ci gira intorno...
Sì, in questo momento la mente mi va a qualcosa che ho letto alcuni giorni fa.
Qualcuno parlava della terza età in termini inusuali.
Mi è piaciuto sentire che riflettevamo su questo argomento, loro ed io, quasi all'unisono.
Infatti, già nella premessa, “La Panchina” è proprio improntata ad una filosofia di vita molto simile a quella che emergeva dallo scritto che stavo leggendo.
Nella considerazione generale, l'accento sulla vita che si può condurre nella terza o forse quarta età è sempre posta sulla fisicità e quindi in qualche modo sull'esteriorità dell'individuo.
Tutti ti dicono cosa devi o non devi fare, cosa devi mangiare, cosa devi comprare ed indossare, quali medicine devi assolutamente prendere e senza che te ne accorgi scivoli in una medicalizzazione della vita in cui inevitabilmente non hai più molto da fare e da dire.
In realtà, se ti fermi ad ascoltarti, trovi che dentro di te si sta suonando tutta un'altra musica.
È vero. Le ossa scricchiolano, i muscoli si contraggono e si usurano, le rughe imperversano e tende e tendine compaiono sulle braccia un po' arrugginite che si alzano con maggiore difficoltà.
È pur vero, però, che dentro di sé l'individuo si sente completamente diverso.
Mai come in questo momento si è sentito abile, pieno di conoscenza, quasi completo, giovane come sempre, anzi come non mai.
Infatti, molti dubbi e incertezze sono stati superati e il mondo si percepisce da un'altra prospettiva.
L'eterno “fanciullino", che vive sempre dentro di noi, fa voli pindarici e ci si sentirebbe capaci di grandi cose.
Il problema è che molti non se ne accorgono.
Sono troppo distratti a lamentarsi e a piangersi addosso, persi nei luoghi comuni che tutti ripetono come un mantra, dai quali sembra impossibile derogare.
Come affermava la protagonista dell'articolo nel quale mi sono imbattuta, una nota bellissima attrice americana, la terza età, e perché no soprattutto la quarta, hanno una grande importanza nello sviluppo della conoscenza e della saggezza che ci fa persone uniche e irripetibili.
È un po' come se gradatamente si diventasse puro spirito, spirito che compenetra le cose per raggiungere la vera essenza del mondo.
È proprio come qui, intorno alla nostra panchina, dove importanza assoluta acquisiscono le idee e le emozioni.
Esse emergono, si palesano, si associano e spalancano nuovi livelli di conoscenza su un mondo altro per il quale, prima, avevamo fatto davvero molto poco.
Se ci riflettiamo un attimo, spesso si sente dire che si vorrebbe tornare indietro, a quando, “fanciullini scherzosi”, si correva spensierati sui prati e nei cortili.
Se però si cerca di approfondire, si scopre che quasi nessuno vorrebbe tornarci lasciandosi alle spalle quell'io interiore che è oggi, quel sé che brilla dentro ogni mente e ogni cuore, anche se fuori il corpo è ormai vecchio e rugoso.
Dunque la terza e la quarta età possono essere davvero un periodo bello e prezioso che vale la pena curare come una piccola pianta in una serra.
È la filosofia di vita che dovremmo ristrutturare sempre, avremmo dovuto farlo fin dall'inizio della nostra vita, ma che dobbiamo fare inderogabilmente qui ed ora, senza perdere più un attimo di tempo, perché è quella stessa che ci riunirà all'essenza assoluta del mondo, qualunque sia il nostro credo religioso.
Avere può essere bello, ma essere è davvero indispensabile.
Noi che frequentiamo questa panchina, siamo sulla buona strada.
Allenando i muscoli della mente e del cuore non facciamo altro che avvicinarci, passetto dopo passetto, alla conoscenza di questo noi profondo e del mondo che ci definisce come esseri pensanti diversi da lui.
Oggi è stato davvero bello incontrarci.
Tornate ancora ad allenare i muscoli della mente e del cuore!
Ora abbiamo una ragione in più per farlo!
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Per allenare i muscoli della mente e del cuore
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