Buongiorno, amici de “La Panchina”!
Come va?
Oggi, nella vita reale, il sole brilla e questo è già molto.
Qui intorno alla nostra panchina, però, nella luce rarefatta ci sono soprattutto molte idee che vogliono prendere forma.
Sì affollano e si spintonano per essere valutate.
Quale sarà la fortunata che verrà ascoltata da noi qui riuniti a giocare con parole, pensieri e emozioni?
Ecco. L'ho già individuata.
Sono un paio di giorni che mi gira e rigira per la testa.
Finalmente l’ho afferrata.
Dunque...
Nasce tutto da un'esperienza recente che ho fatto in un palazzo storico di Firenze in cui si teneva una mostra piuttosto affollata.
Nel corso della visita, seguendo ed ascoltando la guida che correva destreggiandosi per le varie sale espositive, non ho potuto fare a meno di fare alcune osservazioni.
A margine vorrei annotare come sia stato necessario contrattare con il custode un tempo definito in cui restare in una sala (Non più di un quarto d'ora! Svelti, svelti!) e lo spazio fisico a disposizione da dividere con gli altri gruppi presenti in contemporanea.
Le tele e gli oli rifulgevano di grazia e bellezza, ma impossibile ammirarne la parte inferiore coperta dalle persone che avevo davanti e del tutto frammentaria l'immagine colta tra le teste in movimento dei visitatori.
Allora, avrete già capito, ecco un'altra conferma a quello che vado affermando da tempo e di cui amo parlare con voi.
Come si fa a mantenere la calma e la concentrazione se ogni esperienza contribuisce ad aumentare la nostra ansia?
Infatti, la frenesia della vita di oggi, senza che ce ne accorgiamo, ci conduce a vivere consumisticamente anche l'arte.
La bellezza che dovrebbe ristorare il nostro animo si trasforma in una maratona superficiale e quasi senza senso, almeno per me.
Tutto di corsa, tutto di tutto, ascoltare più che perdersi in colori e forme, senza comprendere ciò che avviene in noi al cospetto di opere sì grandi, senza più rispetto per l'ARTE, musa che ci fa belli dentro e forse ci avvicina un po' alla divinità.
Ricordo con nostalgia altri momenti in altri musei, quando sulle panche appositamente predisposte ho potuto gustare appieno l'atmosfera di quel connubio tra me, l'opera e l'ambiente prezioso in cui era esposta.
Non credo che l'arte e la valorizzazione del nostro immenso patrimonio artistico possa passare attraverso una simile proposta.
Le strade da intraprendere dovranno essere altre e meglio studiate.
Il consumismo dell'arte è qualcosa che intristisce e cozza con i principi stessi che la caratterizzano.
Questo correre trafelati tra le opere, seguendo la guida che tiene in alto un segnale convenuto, non invoglierà mai il neofita che si avvicina titubante a questo mondo non sempre facilmente comprensibile.
Forse riesco maggiormente a sognare, ad emozionarmi, a godere di queste forme e di questi colori, entrando in una semplice immagine come questa invece di destreggiarmi tra mille rumori, movimenti, regole ed ultimatum.
Grazie, amici de "La Panchina", per essere stati qui con me.
Spero che le parole e le idee, che ci hanno sfiorato nel loro lento incedere intorno alla nostra panchina, siano state piacevoli e una buona occasione di gratificante riflessione.
Tornate ancora ad allenare i muscoli della mente e del cuore!
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Per allenare i muscoli della mente e del cuore
Quanto hai ragione, Vanina. Alle mostre a volte si viene addirittura sospinti da altre persone che vogliono raggiungere l'opera d'arte che le interessa. A me piace soffermarmi, meditare, scoprire quei particolari,che l'artista(credo io) ha voluto dedicare solo a me e a malincuore distolgo i miei occhi. Hai perfettamente ragione, molte mostre sono organizzate molto male.. o forse, con modestia, non prevedono l'afflusso.
RispondiEliminaCiao, Rosaspina.
EliminaSono contenta di ritrovarti!
A me la cosa che colpisce di più è che si svilisca l'arte, proponendone un'idea frenetica, quasi una contraddinzione in termini, non ti pare?