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Consigli per la lettura delle pagine
: 8

Il blog parte con i post periodici con cui
lanciamo spunti e ci teniamo in contatto.

Sotto seguono una serie di pagine
(link) divise per argomento.

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L'elenco è lungo, la voglia di scrivere è tanta,
lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



giovedì 30 novembre 2017

Panchina genera Panchina (segue 2)










Un punto dopo l'altro


I risultati sono stati interessanti e di grande rilassamento.
Io stessa, al mio ritorno a casa, mi sono sentita per un giorno riposata e mentalmente molto attiva.

La prima parte è stata caratterizzata dal conoscersi, perché molte di noi non si erano mai viste prima.
Ho notato un certo interesse e aspettative.
Il tempo è stato troppo breve per approfondire, tuttavia è possibile che tutto questo sia stato un bene e possa generare ulteriore interesse.

Durante il pranzo si è cercato di richiamare un po' l'attenzione sull'importanza dell'ascolto.
Se si presta attenzione si può facilmente rilevare come accada spesso che tale e tanta sia la voglia di esprimersi e di introdurre gli argomenti che più ci piacciono che si tende a glissare su ciò che ci viene detto, non comprendendo a fondo il messaggio che il nostro interlocutore ci sta inviando.
Questo ovviamente genera equivoci, frustrazione, sterilità delle dinamiche comunicative.
Ad accompagnare i gustosi cibi serviti, sono sorte piccole conversazioni in vari punti della lunga tavolata che non si prestava ad una reale circolazione della comunicazione.
Alcune sono state caratterizzate da leggerezza, altre hanno esulato dagli argomenti di circostanza, in un caso si è riusciti a raggiungere un livello più intimo e profondo che avrebbe meritato di avere più spazio.

Nella terza parte, in “Sartoria", si è instaurato finalmente un clima giocoso e ameno, soprattutto di grande libertà.
Giocando con forbici e imbastiture,  provando un capo o l'altro,  ci sono stati molti sorrisi e molte parole fluite così come venivano.
Penso sia inutile dire che l'ultima parte della giornata sia stata quella più attinente ai principi e agli obiettivi de “La Panchina”.
Indagare in campi diversi dai soliti attiva schemi di pensiero nuovi e interessanti, richiama connessioni sopite, stimola la creatività.
Non avendo ansia da prestazione si sperimenta una serenità e una leggerezza che un tempo era costume abituale, quando appunto “… sedeva sulle scale a filar la vecchierella incontro là dove si perde il giorno..." e chi era lì in ascolto aveva la libertà di ascoltare semplicemente, prendere a sua volta la parola, esprimere un commento o un proprio vissuto, stare semplicemente zitto.

Amici carissimi, ci siete ancora?
Spero che la nostra letizia sia passata attraverso queste parole e vi sia giunta integra così come noi l’abbiamo vissuta.
Grazie per essere stati qui.
Tornate ancora ad allenare i muscoli della mente e del cuore!



Published: giovedì 30 novembre 2017

Panchina genera Panchina (segue 1)










(continua dal post precedente)


Nelle motivazioni espresse nella pagina “Perché siamo qui" forse questo non è detto chiaramente, ma in contemporanea alla nascita di questo blog esisteva un altro progetto cartaceo in via di attuazione nella realtà, di cui queste panchine reali sono le prime espressioni.
Dunque, uno degli obiettivi primari era promuovere un nuovo modo di essere e di vivere la nostra interiorità attraverso dei gruppi di sperimentazione, nei quali sedare l'ansia e recuperare spazi di benessere.
A questo si associava un altro importante obiettivo, quello di imparare a passare quanto scoperto ad altre persone, attraverso l'organizzazione in proprio di una rete di ulteriori gruppi.
La finalità era quella di estendere intorno a noi, a più persone possibili, questa mentalità tesa al recupero della parte più profonda di noi stessi.
Uno dei mezzi poteva essere l'uso di linguaggi alternativi.

La panchina reale organizzata ieri è stato un incontro articolato, in una bella location, in cui si progettano e si realizzano capi di abbigliamento.
Nella prima parte c’è stato qualche accenno agli aspetti teorici, in modo giocoso e informale… uno sguardo all'ambiente, qualche risata, molte parole.
Nella seconda, un pranzo insieme,  il tentativo è stato quello di recuperare intorno ad un tavolo un tipo di conversazione meno scontata, comunque più coinvolgente dal lato emozionale e affettivo.
Nella terza parte è stato proposto un incontro in “Sartoria".

Attraverso il linguaggio alternativo del tagliare e del cucire, si è creato un momento inusitato di concentrazione in un ambito “dimenticato", con ritmi lenti e dinamiche relazionali armoniche e serene.



(continua)





Published:

Panchina genera panchina









Fili colorati, forbici, aghi... e tanta fantasia


Buongiorno, amici de “La Panchina“!
Brrr! Che freddooo!
Fuori dalla finestra la luce brilla coi sentori del gelo.
Nel mondo reale la grandine è scesa prepotente sulla città questa mattina.
Si è indurita sul parabrezza delle auto parcheggiate lungo il viale.
Resiste.
Non vuole sciogliersi in un rivolo di acqua sporca sul selciato.
Lattiginosa e trasparente ha un suo fascino particolare.
Tuttavia, si sta certamente meglio qui sulla panchina.
La temperatura è molto più gradevole e la luce… bene, di luce possiamo metterne a nostro piacimento.
Possiamo anche mescolare i colori, aumentarne o diminuirne l’intensità…
I profumi sono deliziosi e i suoni delicati e gentili.
Siamo liberi di costruirci un ambiente, il più confortevole e il più adatto alle nostre esigenze intorno alla nostra panchina che sempre ci accoglie con grande disponibilità.
Io mi sono appena seduta… e mi sento proprio bene.
Vi vedo arrivare alla spicciolata.
Le espressioni troppo serie iniziali si trasformano come per magia in distensione e serenità.

Già i pensieri e le riflessioni si accavallano intorno.
Ci sono molte cose da raccontare.
Una di quelle che vuole subito prendere vita è un incontro che ho vissuto ieri.
Che delizia!
Ieri c'è stata una panchina reale speciale, speciale sotto vari aspetti.
Prima di tutto è stata organizzata da una cara amica de “La Panchina”, in un luogo piacevole e con molte persone simpatiche e piene di aspettative. Non c'erano uomini nel gruppo.
Secondo, è stato raggiunto uno degli obiettivi fondamentali che “La Panchina” si prefiggeva quando è nata e che si prefigge tuttora.


(continua)



Published:

sabato 25 novembre 2017

Terza Panchina Reale











Ecco!
Che bella opportunità!
Ci siamo ritrovati concretamente, ancora una volta, seduti qui sulla nostra panchina.
Il bello di questo tipo di panchina è che un buon caffè e un piccolo dolcino non mancano mai… e anche questa è delizia della vita.
È  stata una panchina personalizzata.
Eravamo solo in due e, proprio per questo, è stato un incontro proficuo, pieno di belle parole e sentimenti.

Nel corso di questo incontro, sono state intriganti soprattutto le riflessioni che abbiamo elaborato.
Hanno riguardato in primis il confronto tra le nostre vite, cioè fra i percorsi che ci hanno condotto ad essere quelle che noi siamo oggi.
È stato interessante vedere come diversi siano stati gli ambienti, le aspettative, le scelte che abbiamo fatto e come comunque siamo giunte in ogni caso ad un interessante equilibrio che ci fa stare bene.
Cosa ha funzionato?
Penso che la capacità di osservare, scegliere, metabolizzare le nostre esperienze sia il tratto della personalità che ci accomuna.
Insomma, senza saperlo, abbiamo utilizzato sì i muscoli del cuore, ma anche quelli della mente.
La loro un’unione forse è stata la nostra vera forza e il vero segreto.
Dunque, poter parlare di se stessi in un ambiente ricettivo è risultato come sempre qualcosa di vincente, liberatorio, confortante, oltremodo gratificante.
Infatti il confronto ridimensiona dubbi, rimpianti, eventuali incertezze.
Ci rafforza nei nostri convincimenti che non c’è niente di sbagliato in quello che abbiamo fatto… e anche in questo incontro “La Panchina” ne ha dimostrato l'efficacia.
Non è mancato però lo stimolo su qualcosa di nuovo, su qualcosa che potesse ampliare la nostra mente sempre nell'ottica del vivere meglio e ritrovare o consolidare equilibri importanti.
Ho proposto alla discussione una semplice analisi di questa società di oggi in cui ci si ritrova a trascorrere il tempo sempre in gruppi troppo omogenei, stereotipati, privi di uno scambio reale, in cui tutti parlano e nessuno ha voglia di ascoltare.
Ritengo che la positività dell’aprire una finestra come questa stia nel fatto che si tratti di un qualcosa che nella nostra mente non è mai balenata eppure è un qualcosa che può essere indagato e che ci può spingere in un mondo sconosciuto, attivando nuovi virtuosi schemi di pensiero.
Per i dettagli sull'argomento dei gruppi che ho introdotto, rimando alla pagina “Insieme - Thinking Room”.

Se siete stati bene qui con noi, tornate ancora ad allenare i muscoli della mente e del cuore!
Grazie, per esserci stati.


Published: sabato 25 novembre 2017

mercoledì 22 novembre 2017

Conosci te stesso









Buongiorno, amici carissimi!
Che bello incontrarvi! Come va?
Io sono molto contenta di essere qui.
Infatti l'energia che gli uomini si regalano l'un l'altro stando insieme è qualcosa di veramente straordinario!
L'idea di rimanere un po' con voi, anche se virtualmente, ha già cancellato il grigio che oggi nasconde l'azzurro del cielo.

A me questo “meccanismo"  ha sempre molto affascinato.
Già da giovanissima, da bambina, avevo notato come ci si trasformava positivamente in presenza di altre persone…  almeno io.
All'incontro con qualcuno o  all'arrivo di un ospite, sentivo salire in me un'importante energia positiva che mi apriva al sorriso e mi illuminava il volto e la voce. Mi sentivo addirittura un’altra persona!
Non era l'altro da me che arrecava questo cambiamento… ero io stessa che producevo una grande energia da riversare su chi mi stava di fronte.
Con il tempo mi sono detta che forse il mio miglior canale espressivo fosse proprio quello relazionale e che per stare bene dovevo vivere scambi comunicativi.
Forse è proprio per questo che mi sono sempre trovata benissimo in compagnia delle persone, delle parole e delle idee e che ho fatto della comunicazione linguistica un mio cavallo di battaglia.
Voi avete mai notato qualcosa di simile? Cosa ne pensate?

Oggi mi vengono in mente anche molti altri dettagli, riflessioni che l'osservazione del mondo mi ha regalato nel tempo.
L'energia sembra qualcosa che si potenzia e si connota nello stare insieme.
La stessa vicinanza fisica modifica gli umori e ne potenzia l’efficacia.
Se osserviamo gli animali non ci stupiamo nel vedere una covata di pulcini muoversi freneticamente, ma rimanere sempre insieme e vicini o i pesciolini che si spostano in branco o gli animali che definiamo gregari, pecore e affini, rimanere sempre nella sicurezza dello stare nel gregge.
Per certi versi l’uomo non è molto dissimile.
Ha bisogno di misurarsi, confortarsi ed esprimersi con i suoi pari.
Tutti noi ne abbiamo avuto esperienza.
Credo che nessuno possa negare che l’energia che si genera in noi nei momenti relazionali sia qualcosa di più grande di quella che sperimentiamo quando siamo da soli.
Questa energia può farci vivere emozioni neutre, molto gratificanti o al contrario particolarmente sgradevoli, ma è indubbio che la potenza energetica è significativamente più importante di quella che sperimentiamo quando siamo da soli.
La società di oggi tende a relegarci in gruppi omologati dove l’energia finisce con l'essere repressa, in quanto non è sempre libera di esprimersi secondo una scelta interiore.
Più  spesso il correre frenetico e le convenzioni ci impediscono di unirci ai nostri simili per scambiare le nostre energie più profonde come vorremmo e ciò ci fa stare male e aumenta il nostro senso di disagio.
È dunque facile giungere alla conclusione che è per questo motivo che “La Panchina” ha il suo perché.
Penso, infatti, che vivere l'atmosfera rarefatta che si respira qui intorno alla nostra panchina sia qualcosa di meraviglioso.
Converrete con me che sia un'atmosfera, questa, calma ed ovattata eppure piena di energie virtuali messe in campo da tutti noi che ci scambiamo parole ed idee, un'atmosfera tale da poter generare uno scambio di energia molto molto importante, proprio quella che ci fa stare bene e ci ricarica.
In questo momento, per esempio,  dopo questa chiacchierata tra noi, mi sembra quasi quasi che fuori stia brillando un bellissimo sole.
Non è vero, ma io dentro lo avverto e lo proietto intorno a me.
Spero che per voi sia stata davvero la stessa cosa!

Tornate ancora qui a caricarvi di energia positiva, mentre alleniamo i muscoli della mente e del cuore!
Io vi aspetto come sempre.


Published: mercoledì 22 novembre 2017

venerdì 17 novembre 2017

Seconda panchina reale













Eccoci ancora insieme per un secondo incontro reale de “La Panchina“.

Questa volta è stato un incontro ravvicinato con una sola grande amica de “La Panchina”, un incontro intimo, in cui la conversazione è andata là “dove ci porta il cuore", per dirla con il titolo di un libro di qualche anno fa.
C'erano molte cose da esporre e da raccontarsi,  molte cose personali ed intime che avevano urgenza di emergere e di essere condivise.
Non è mancato, però, un momento altro che ha aperto spazi nuovi e diversi in cui allenare i muscoli della mente e del cuore.

L'amica de “La Panchina” ha accolto con sorpresa il seguito che aveva avuto una semplice immagine da lei inviata come omaggio la mattina, un’immagine piuttosto muta, forse anonima, che lei aveva guardato appena, superficialmente come la vita odierna induce a fare.
“La Panchina”, invece, l'aveva vissuta profondamente, addirittura ne aveva tratto ispirazione per alcuni versi poetici (v. pagina "Poesia - Soffioni").
È stato bello notare quanta sorpresa questi ultimi abbiano richiamato negli occhi di chi aveva inviato l’immagine meccanicamente, in un gesto di cortesia che non aveva superato se stesso.

Per “La Panchina“  è stata la riconferma di quanto le parole possano aprire mondi diversi che arricchiscono gli animi e li rasserenano, soprattutto, di quanto sia importante imparare a guardare le cose con occhi diversi per sperimentare la meraviglia che ti riporta alla vita.
E questo è ciò che “La Panchina” cerca di promuovere.

Colgo l'occasione per dire a coloro che mi conoscono nella realtà che se qualcuno desiderasse vivere una panchina dal vero io sono disponibile come sempre. Sapete dove sono e si può organizzare.

Grazie, amici, per essere stati qui.
Tornate ancora. È  bello allenare i muscoli della mente e del cuore.





Published: venerdì 17 novembre 2017

sabato 11 novembre 2017

Mercato Centrale











   
Firenze - Mercato  Centrale



È  buio fuori e la giornata è  al termine.
Intorno alla nostra panchina brillano luci intermittenti.
Non sono ancora le luci di Natale perché queste che mi circondano sono soffuse e si mescolano tra loro in un colore che non trovi nella realtà.
Riuscite a vederle?
Forse non sono vere e proprie luci, ma i colori che ho vissuto oggi e che mi sono restituiti adesso in sensazioni dalle mille sfumature, ognuna dalla sua spiccata personalità.

Verso l'ora di pranzo,  mi sono trovata nel mezzo di una "panchina reale" improvvisata.
Tra mille suoni, mille luci, mille odori, mille cibi, mille persone che andavano e venivano, mi sono seduta ad un tavolo rustico di legno.
Ero molto stanca fisicamente, ma sempre attenta a ciò che avveniva intorno a me.
Una coppia, quasi due ragazzi, era già seduta al tavolo accanto.
Farei meglio a dire allo stesso tavolo, perché si trattava di uno di quei social tables, in cui si mangia tutti insieme vicini  vicini.
Inutile dire che avevamo un piccolissimo tempo a disposizione e forse non sembrava ci fosse l'occasione giusta per avviare un po' di conversazione.
Anche una magra parentesi temporale può invece costituire una grande risorsa.
Sta a noi farne buon uso, sfruttare l'occasione per vivere qualcosa di profondo e non buttare via attimi di vita molto interessanti.
Infatti nel giro di secondi si era attivato uno scambio comunicativo davvero sincero e gratificante.
L'efficacia della comunicazione poteva essere colta con chiarezza dall’attenzione all'ascolto, dalla luce ritrovata degli sguardi, dalla postura e dalla gaiezza delle voci.
Non c'era obbligo alcuno.
Si parlava per il gusto di raccontare e di conoscere.
La differenza di età e di situazioni personali scomparsa, siamo andati avanti per un bel po', fin quando la necessità di proseguire il proprio itinerario non ha reso necessario salutarci.
Ci siamo accomiatati sentendoci tutti davvero molto meglio di quando ci eravamo seduti.
Cosa aveva funzionato?
La libertà di accedere ad un contatto per scelta, la volontà di esprimere visioni personali perché altri avevano voglia di conoscerle, l'eliminazione di frasi fatte e convenevoli di routine, soprattutto la metariflessione sul nostro vissuto che attivava nel contempo un contesto di grande riflessione e accomodamento di contenuti interiori.
Non è poco, vero?
La vita è breve e non va sprecata.
Utilizziamo ogni momento per crescere, riequilibrare nel profondo le nostre energie, stare bene con noi stessi.
Con l'allenamento tutto si può migliorare.
Basta utilizzare il nostro diritto di scelta.

Grazie per aver ascoltato le mie riflessioni attraverso le parole meravigliose che sanno sempre promuovere circuiti virtuosi.

Tornate ancora su “La Panchina“ ad allenare i muscoli della mente e del cuore!


P.S.
Simpatici amici di Treviso, se leggerete questo post, sappiate che vi ricordo con molta simpatia! Vi abbraccio e vi auguro un mondo di cose belle.





Published: sabato 11 novembre 2017

giovedì 9 novembre 2017

C'era l'autunno









Ecco. Mi sono appena seduta sulla nostra panchina.
Avevo proprio bisogno di respirare un po' di aria pura, quella rarefatta che circonda questo luogo magico, in cui le idee la fanno da padrone e incontrano la fantasia che è la loro ancella.
Ho sempre avuto un debole per il colore più  che per la forma, per le sfumature più che per la pignoleria dei dettagli.
La natura generosa ci ha sempre gratificato con tutte le sfumature dell'iride, che alterna come abiti stagionali.
Questi sono ogni volta uno spettacolo irripetibile, uno spettacolo sempre simile a se stesso e pur sempre meravigliosamente diverso.
Eccoci giunti nuovamente al vestito autunnale.


 C'era una volta e ancora c'è...


Un'amica de “La Panchina“, la carissima Stella, mi ha inviato una foto bellissima.
Vi sono pochi semplici elementi che disegnano l'autunno, un autunno che comunque accoglie, che ci  immerge in colori che formano il tempo, che bisbigliano storie magiche di scoiattolini che raccolgono ghiande, di animaletti di ogni forma e dimensione che allestiscono tane per il rigido inverno, di odori di funghi e di castagne che cuocciono al fuoco.
Ci richiamano all'oggi il noi-bambino, quando con il grembiulino ancora nuovo ascoltavamo i racconti bellissimi che i libri di scuola illustravano.
Vedo (o rivedo?) un picchio che al tronco si aggrappa.
Sento chiarissimo il tic tac del suo becco sulla dura corteccia del grande albero nel giardino della scuola.
Cercava il picchio larve gustose con grande impegno e suonava una musica nuova per noi che eravamo lì, zitti, in ascolto.
Monotone le gocce di pioggia scendevano intanto generose.
Ristoravano le erbette del prato ancora verdi e piene di vita.
La sinfonia di pace e di suoni ritmici creava un'atmosfera fantastica ed onirica.
Poi la pioggia gradualmente cessava, il sole faceva capolino e gli ori e i rossi e i ruggine del bosco della villa ricominciavano a sfavillare in un tripudio di luce autunnale.
Oggi, qui intorno alla nostra panchina, osservo uno spettacolo intrigante.
È simile a quello della mia memoria eppure è così diverso e speciale, rinnovato com'è solo per noi che lo viviamo in questo momento.

È  bello recuperare dalla memoria i ricordi buoni che ci strappano un involontario sorriso sulle labbra al solo pensarci, ma molto importante è anche rivivere quelli più brutti per eliminarli dalla nostra vita, rielaborarli col senno di poi, gettarli nel cestino delle scorie e riempirsi gli occhi e il cuore dall'atmosfera rarefatta e meravigliosa che si respira qui, adesso, intorno a noi.

Grazie per essere stati con me.
Alla prossima.
Vi aspetto!
Tornate ancora ad allenare i muscoli della mente e del cuore!






Published: giovedì 9 novembre 2017

martedì 7 novembre 2017

Il Verbo









Buongiorno sotto la pioggia, amici cari de “La Panchina”!
Un'altra settimana è ai nastri di partenza.
Questo tempo scorre veramente in fretta!
Dunque, proprio per questo, affrontiamolo con brio e voglia di vivere.
Proviamo a cambiare prospettiva e godiamo anche dell’avere tanto da fare.
Se siamo poi così fortunati di avere un lavoro, godiamoci anche la fatica di alzarci presto e di lavorare sodo.
In fondo se il bicchiere è mezzo pieno tutto è meno pesante e meno tedioso.
Tentiamo di riflettere su questo.

Vorrei far notare, ancora una volta, che queste semplici considerazioni che andiamo snocciolando sono possibili grazie ad un insieme di parole che concretizzano i nostri pensieri.
Infatti, è a tutti evidente che utilizziamo collane di parole per chiarirci come ci sentiamo e come potremmo sentirci intervenendo in qualche modo su di noi.
Già! Le parole hanno dei poteri magici e con la forza dei pensieri con cui sono strettamente interconnesse riescono addirittura a modificare la nostra percezione e la nostra realtà.
Giorni fa ho avuto occasione di leggere un libercolo in cui si citavano dei versi del Vangelo.
Sono stata davvero colpita per lo stretto collegamento che ho trovato con queste tematiche.
Vedere sottolineare l'importanza della parola in modo eclatante mi ha molto colpito.
Osservare l'importanza del linguaggio emergere addirittura dalla notte dei tempi è stato inevitabilmente oltremodo emozionante.
Dunque racconta il Vangelo che la parola è il principio di tutto.
Chi non ricorda “In principio era il Verbo.... e il Verbo era Dio... e tutto è stato fatto per mezzo di lui...”?
Pensate! La parola si identifica addirittura con la divinità, è il principio di tutto e tutto si fa attraverso  di essa!
È davvero interessante vedere che l’uomo ha sempre saputo che la parola, il linguaggio, la formazione e la condivisione delle idee, sono talmente importanti da essere il fulcro della propria vita, quindi indispensabili alla stessa sopravvivenza.
Come mai oggi si rifugge spesso dal buon utilizzo della parola e quindi dalla conseguente speculazione del pensiero?
Perché ci si accontenta degli stereotipi, delle frasi fatte e di routine, di un interesse per le parole che spesso è pari a zero?
Forse, per stare bene o almeno un pochino meglio, dovremmo ricominciare a scoprire la loro magia
È proprio questo il vivere tra le parole che auspica “La Panchina”.
È riscoprirci esseri pensanti che costruiscono se stessi attraverso nuove e più numerose parole, organizzate in splendide collane di pensieri.
Quindi andiamo a tutte parole... e qualche pensiero!

Buona giornata, amici cari de “La Panchina”!
Tornate ancora qui a fare un bagno, spero molto piacevole, di meravigliose parole!



Published: martedì 7 novembre 2017

giovedì 2 novembre 2017

Stimolo amico









Buongiorno!
Torno ancora per scambiare con voi due parole anche oggi.
C'è molta gente questi giorni intorno alla nostra panchina.
Ne sono proprio contenta!

Questa foto, volutamente nebulosa ed incerta, è stata scattata durante l'incontro di cui al post precedente.
Perchè nebulosa? Per entrare nel magma dei pensieri più profondi e confusi.


                        


Questa foto, dunque, dimostra come le parole possano sorgere spontanee insieme alle idee, anche partendo da semplici strumenti di cui non dobbiamo avere paura… carta per scrivere, matite colorate, foglietti.

Nelle bustine avevo posto il disegnino di una bifora dalla quale si affaccia un uomo. Ne ho donata una ad ogni convenuto.
Ho chiesto anche di raccontare i pensieri che venivano via via loro in mente.
Quale lo scopo?
Un regalino da portare via dà sempre gioia a chi lo riceve. Evoca sorpresa costruttiva e pensieri belli e positivi.
L'immagine,  anche insolita se vogliamo, apre mondi impensati, sconosciuti, intriganti.
Ognuno può fare il suo percorso di pensieri ed emozioni, traducendolo in parole che senza quello stimolo mai sarebbero state dette.

Io ho poi comunicato il mio pensiero.
In quell'immagine io vedo un possibile "amico immaginario", come quello che hanno molti bambini,  quello che mi può aprire mondi nuovi e riportarmi al “fanciullino” che sonnecchia sempre dentro di noi, anche se apparentemente siamo adulti con la barba o vecchi addirittura.
È  questo il mondo bello da riscoprire per trovare conforto alle ansie quotidiane, quelle evocate da un mondo che va troppo di corsa e non ci lascia mai il tempo di riflettere, di meditare, di digerire ciò che ci accade.

Ho letto negli occhi dei convenuti una sorpresa reale, un piccolo sasso lanciato per fare cerchi nell'acqua.

Grazie, amici, per essere stati qui.
Tornate ancora. È  bello allenare i muscoli della mente e del cuore.


Published: giovedì 2 novembre 2017

mercoledì 1 novembre 2017

Sulla panchina












Eccoci insieme su una possibile panchina!


                                                 

Buongiorno, cari amici de “La Panchina “!
Eccoci qua di nuovo insieme.
Il ricordo del nostro incontro reale è ancora vivo ed emozionante.

Questa è una delle immagini-ricordo, un piccolo scorcio dal quale si comprende l'atmosfera rilassata che abbiamo vissuto.
I pasticcini sono qualcosa in più come è facile comprendere.
Ci sono perché il taglio che era stato dato all'incontro era un po' quello di un “tè letterario” tra amici.
È ovvio che creare una circolarità di parole e di pensieri non ha necessità imprescindibile di questo.
Quello che è importante, invece, è guardarsi negli occhi e predisporsi a rilassarsi e a farsi coinvolgere.
Anche quando si è tendenzialmente molto chiusi, questo cerchio di sguardi trascina inconsapevolmente al coinvolgimento.
Interessante notare la posizione di calma accogliente dell'una e l'impegno ad esprimersi dell'altra.

Il suggerimento per tutti è a partecipare con fiducia non solo allo snocciolarsi dei nostri pensieri virtuali, ma di ricercare anche nella realtà momenti come questi in cui le conversazioni non si limitino a bere birra e cocktails, ma cerchino di scavare nei nostri bisogni profondi e generino una disponibilità all'ascolto che fa tanto bene al cuore.

Sì può imparare, credetemi!

Grazie, amici, per essere stati qui.
Tornate ancora ad allenare i muscoli della mente e del cuore!









Published: mercoledì 1 novembre 2017

Poetar m'è caro

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