I risultati sono stati interessanti e di grande rilassamento.
Io stessa, al mio ritorno a casa, mi sono sentita per un giorno riposata e mentalmente molto attiva.
La prima parte è stata caratterizzata dal conoscersi, perché molte di noi non si erano mai viste prima.
Ho notato un certo interesse e aspettative.
Il tempo è stato troppo breve per approfondire, tuttavia è possibile che tutto questo sia stato un bene e possa generare ulteriore interesse.
Durante il pranzo si è cercato di richiamare un po' l'attenzione sull'importanza dell'ascolto.
Se si presta attenzione si può facilmente rilevare come accada spesso che tale e tanta sia la voglia di esprimersi e di introdurre gli argomenti che più ci piacciono che si tende a glissare su ciò che ci viene detto, non comprendendo a fondo il messaggio che il nostro interlocutore ci sta inviando.
Questo ovviamente genera equivoci, frustrazione, sterilità delle dinamiche comunicative.
Ad accompagnare i gustosi cibi serviti, sono sorte piccole conversazioni in vari punti della lunga tavolata che non si prestava ad una reale circolazione della comunicazione.
Alcune sono state caratterizzate da leggerezza, altre hanno esulato dagli argomenti di circostanza, in un caso si è riusciti a raggiungere un livello più intimo e profondo che avrebbe meritato di avere più spazio.
Nella terza parte, in “Sartoria", si è instaurato finalmente un clima giocoso e ameno, soprattutto di grande libertà.
Giocando con forbici e imbastiture, provando un capo o l'altro, ci sono stati molti sorrisi e molte parole fluite così come venivano.
Penso sia inutile dire che l'ultima parte della giornata sia stata quella più attinente ai principi e agli obiettivi de “La Panchina”.
Indagare in campi diversi dai soliti attiva schemi di pensiero nuovi e interessanti, richiama connessioni sopite, stimola la creatività.
Non avendo ansia da prestazione si sperimenta una serenità e una leggerezza che un tempo era costume abituale, quando appunto “… sedeva sulle scale a filar la vecchierella incontro là dove si perde il giorno..." e chi era lì in ascolto aveva la libertà di ascoltare semplicemente, prendere a sua volta la parola, esprimere un commento o un proprio vissuto, stare semplicemente zitto.
Amici carissimi, ci siete ancora?
Spero che la nostra letizia sia passata attraverso queste parole e vi sia giunta integra così come noi l’abbiamo vissuta.
Grazie per essere stati qui.
Tornate ancora ad allenare i muscoli della mente e del cuore!
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