Firenze - Mercato Centrale
È buio fuori e la giornata è al termine.
Intorno alla nostra panchina brillano luci intermittenti.
Non sono ancora le luci di Natale perché queste che mi circondano sono soffuse e si mescolano tra loro in un colore che non trovi nella realtà.
Riuscite a vederle?
Forse non sono vere e proprie luci, ma i colori che ho vissuto oggi e che mi sono restituiti adesso in sensazioni dalle mille sfumature, ognuna dalla sua spiccata personalità.
Verso l'ora di pranzo, mi sono trovata nel mezzo di una "panchina reale" improvvisata.
Tra mille suoni, mille luci, mille odori, mille cibi, mille persone che andavano e venivano, mi sono seduta ad un tavolo rustico di legno.
Ero molto stanca fisicamente, ma sempre attenta a ciò che avveniva intorno a me.
Una coppia, quasi due ragazzi, era già seduta al tavolo accanto.
Farei meglio a dire allo stesso tavolo, perché si trattava di uno di quei social tables, in cui si mangia tutti insieme vicini vicini.
Inutile dire che avevamo un piccolissimo tempo a disposizione e forse non sembrava ci fosse l'occasione giusta per avviare un po' di conversazione.
Anche una magra parentesi temporale può invece costituire una grande risorsa.
Sta a noi farne buon uso, sfruttare l'occasione per vivere qualcosa di profondo e non buttare via attimi di vita molto interessanti.
Infatti nel giro di secondi si era attivato uno scambio comunicativo davvero sincero e gratificante.
L'efficacia della comunicazione poteva essere colta con chiarezza dall’attenzione all'ascolto, dalla luce ritrovata degli sguardi, dalla postura e dalla gaiezza delle voci.
Non c'era obbligo alcuno.
Si parlava per il gusto di raccontare e di conoscere.
La differenza di età e di situazioni personali scomparsa, siamo andati avanti per un bel po', fin quando la necessità di proseguire il proprio itinerario non ha reso necessario salutarci.
Ci siamo accomiatati sentendoci tutti davvero molto meglio di quando ci eravamo seduti.
Cosa aveva funzionato?
La libertà di accedere ad un contatto per scelta, la volontà di esprimere visioni personali perché altri avevano voglia di conoscerle, l'eliminazione di frasi fatte e convenevoli di routine, soprattutto la metariflessione sul nostro vissuto che attivava nel contempo un contesto di grande riflessione e accomodamento di contenuti interiori.
Non è poco, vero?
La vita è breve e non va sprecata.
Utilizziamo ogni momento per crescere, riequilibrare nel profondo le nostre energie, stare bene con noi stessi.
Con l'allenamento tutto si può migliorare.
Basta utilizzare il nostro diritto di scelta.
Grazie per aver ascoltato le mie riflessioni attraverso le parole meravigliose che sanno sempre promuovere circuiti virtuosi.
Tornate ancora su “La Panchina“ ad allenare i muscoli della mente e del cuore!
P.S.
Simpatici amici di Treviso, se leggerete questo post, sappiate che vi ricordo con molta simpatia! Vi abbraccio e vi auguro un mondo di cose belle.
About La Panchina
Per allenare i muscoli della mente e del cuore
0 commenti:
Posta un commento