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Consigli per la lettura delle pagine
: 8

Il blog parte con i post periodici con cui
lanciamo spunti e ci teniamo in contatto.

Sotto seguono una serie di pagine
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L'elenco è lungo, la voglia di scrivere è tanta,
lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



Racconto - Lettere di vita

 






Lettere di vita



📚

Mia carissima Lidia
con quanto immenso piacere ti scrivo!
Che fortuna averti ritrovata!
Sono passati davvero tantissimi anni da allora, ma nella mente e nel cuore tutto è chiaro e limpido come stessi vivendo un eterno presente.
Dai, diciamoci la verità, ma come avrei potuto dimenticarti? Non sei stata forse tu l'unica e vera amica dei tempi più veri, quelli della scoperta e del mondo immaginato?
Ci siamo conosciute e siamo diventate amiche, mentre ci preparavamo agli esami d'ammissione, noi due soltanto, al tavolo della mia sala da pranzo, davanti a mia sorella giovane e bella, poco più di vent'anni, che ci apriva un mondo fantastico di belle cose da conoscere.
Poi Sezione L io, Sezione I tu.
Il percorso in autobus fino a scuola, il ritorno sempre pieno d'avventure. Ghiaccioli all'amarena a rinfrescare le giornate romane già calde di marzo.
E la strada a piedi fino alla fermata più lontana, di nascosto dai nostri genitori, per risparmiare le venti lire per il ghiacciolo, appunto! Le chiacchiere, le risate, i mille sorprendenti passanti del nuovo mondo che andavamo conoscendo.
Non dirmi che hai dimenticato tutto questo, tre lunghi anni insieme ad andare e venire, a studiare insieme nei lunghi pomeriggi. Per noi non era affatto faticoso. Strano, ci piaceva.
Nelle caldissime estati, poi, la visione dei film di mattina a casa tua. La meraviglia e il sogno davanti alla televisione, mentre il tuo fratellino martellava dei grossi chiodi, tra il pavimento e lo stipite della porta… ancora lo rivedo serio serio, mentre tua madre non riusciva a convincerlo in alcun modo a cambiare gioco!
Il tempo è volato poi via in fretta. Tu ti sei fidanzata e sposata molto giovane, un lavoro nuovo e l'arrivo dei figli. Io ho cominciato a lavorare giovanissima, ho continuato a studiare e poi ho lasciato definitivamente Roma con marito e figli al seguito. 
Quanti anni sono trascorsi da allora!
Ci sarebbero ancora moltissime cose di cui parlare insieme. Penso che ne avrai tante anche tu. Chissà se, adesso che ci siamo ritrovate, un giorno potremo sederci per una bella chiacchierata e un caffè come facevamo un tempo! Certo la distanza tra noi, che viviamo in due città piuttosto lontane e la situazione del mondo oggi con la pandemia, non lo rendono affatto facile, ma promettiamoci di rivederci il prima possibile.
Un grande abbraccio pieno d'aria pura, Lidia!

Vanina



📚

Cara Lidia, 
eccomi ancora qui. Oggi ti scrivo per farti gli auguri più belli per il tuo compleanno.
Quanti anni sono passati! E quanti ricordi! 
Se ci ripenso con serietà, finisce che mi disoriento completamente in un mondo così  lontano che se da un lato mi riempie di tenerezza dall'altro mi trovo a vivere qualcosa di surreale.
I nostri compleanni con gli anemoni nella scatolina trasparente, infiocchettata. I nostri compleanni con i salatini dai sapori improbabili, bastoncini bitorzoluti e piccolissimi triangoli. Ancora oggi se mi capita qualcosa che lontanamente me li richiama alla memoria hi un tuffo al cuore difficile da decifrare.
Ne è passato del tempo!
Oggi... 8 aprile. 
È di nuovo il tuo compleanno e noi siamo davvero troppo lontane da molto molto tempo. Non abbiamo la possibilità di prendere insieme neppure un caffè, ma possiamo fortunatamente condividere tante parole, mille pensieri e infinite emozioni. 
Oggi, insieme agli auguri, voglio farti un piccolo regalo, un vademecum su come ritrovare la calma e la serenità nei momenti di tensione.
Penso che possa essere utile a te, come alle persone che hai intorno.
Sembra che in questo momento tutti siano perennemente in ansia. Che ne dici? Anche tu vivi questa realtà?
Comunque a me fa piacere condividere con te queste mie esperienze. Allora, procediamo...

🌿 Fermati.
🌿 Se ti è possibile, siediti in luogo silenzioso.
🌿 Chiudi gli occhi.
🌿 Concentrati su di te e su quello che vedi.
🌿 Ascolta la voce del silenzio
🌿 Sentirai il tuo corpo rilassarsi
🌿 Raggiungi il mare se ti piace o la cima altissima di una montagna
🌿 Tuffati nel blu consolatorio del mare o del cielo
🌿 Intona la tua canzone del cuore.

🌿  Che ne dici? Funzionerà?
🌿 Non resta che provare.

Ancora tanti auguri, amica mia!
Un grande grande abbraccio e tanti baci.

Vanina



📚
Stella cara, che piacere!
Oggi appena sveglia, quando ho aperto il cellulare, mi sono arrivati i tuoi graditissimi auguri per il nuovo anno. 
Come al solito, sebbene so che tu non frequenti i social, in occasione delle festività principali non mi sorprende affatto ricevere i tuoi messaggi augurali. Non ti dico quanto mi facciano piacere!
Devo dire che oggi, non appena letto che quegli auguri erano proprio i tuoi, mi si è aperto - come sempre  accade - un intero mondo, un mondo lontano nel tempo, pieno di luce e di allegria. 
Sì, Stella, ogni volta che penso a te è un ambiente di luce quello che mi raggiunge perché, nella tua semplicità, sei stata una persona piena di luce per me in un luogo pieno di nebbia... reale.
Eravamo giovani allora... e poi nemmeno tanto. Già mogli e madri, piene di grande energia costruttiva.
Anche i miei bimbi, salendo le scale, si fermavano volentieri al primo piano e si sarebbero infilati senza indugio in casa tua non appena aprivi la porta al nostro passaggio. Se appena appena mi era possibile, davo il permesso, ma in realtà lo facevo volentieri anche per me stessa... era quello un momento di rilassamento in un ambiente pulitissimo e arioso, mentre insieme ricaricavamo le batterie.
Quegli anni li vivemmo davvero a stretto contatto... il tuo pollo arrosto ben condito e dorato, le frittatine con l'aceto balsamico al ristorante, i toast fichi e prosciutto al chiosco, tua madre e i giochi insieme ai nistri cuccioli.
Ci ripenso spesso a quel bel periodo, perché poi lontane come siamo ci siamo incontrate sempre più raramente... ma non ci siamo certo dimenticate.
Adesso ti immagino, con i tuoi bei capelli dorati e le unghie ben laccate, sulla sabbia dorata davanti all'azzurro del mare del luogo in cui ormai abiti da tempo.
Vediamo almeno questa estate di organizzare un incontro da qualche parte. Me lo prometti?
Intanto auguro anche a te e ai tuoi un anno davvero speciale, senza tanti fronzoli, ma chiaro e sereno nella semplicità che sola ci fa stare bene.
Ciao, Stella cara.
Vanina




📚 
Cara Ange,
come stai e, soprattutto, dove sei? Chissà se leggerai mai questa lettera! Non ne sono affatto certa... Eppure mi piacerebbe tanto che tu da qualche parte, lontano o vicino che sia, potessi intercettare le mie parole.
Sono trascorsi un'infinità di anni e tanta acqua è ovviamente passata sotto i ponti. Ad un certo punto della mia vita io ti ho anche cercato sistematicamente,  ma con scarsi risultati devo dire… sei letteralmente sparita nel nulla.
“Antinoo solo sorse e arringò: “Telemaco a cui bolle nel petto rabbia che il tuo dir sublima, quai parole parlasti ad onta nostra?”…
Nel pomeriggio invernale ricordo nitidamente queste parole risuonare nell'aria calda e umida dell'aula affollata, i vetri appannati, qualche compagna che tratteneva a stento uno sbadiglio, il libro con la copertina cartonata nera e oro aperto diligentemente davanti a noi.
Ascoltavamo incantate il definirsi di quel mondo speciale che ci si spalancava davanti con i suoi richiami di sirene.
Noi due. Eccoci lì… piccoline, non troppo alte, al primo banco non tanto per questo ma perché volevamo vedere bene tutto quello che accadeva intorno alla cattedra.
Ci sentivamo quasi protette in quella fila di banchi centrale. Percepivamo intorno a noi la presenza delle nostre numerose compagne come qualcosa di non ben definito, protettiva da un lato sì ma altra cosa da noi.
Fummo, in quei tre anni di scuola, amiche del cuore. Avevamo entrambe già il telefono e ci chiamavamo anche da casa se proprio qualcosa non ci riusciva nei compiti. Ricordi? A quei tempi il telefono tutto nero e minaccioso incuteva rispetto e anche un po' di timore. Si ricorreva a lui solo in casi estremi.
Attraverso di lui abbiamo risolto espressioni e problemi, ma anche organizzato festicciole semplici di compleanno nel nostro piccolo gruppo allargato.
Una cosa mi aveva colpito oltre al tuo carattere forte e alla tua intelligenza. Mi avevi confessato en passant che avevi un piccolo disturbo al cuore e questo per me ti metteva già al di sopra di tutto, con un’ammirazione incondizionata per il tuo controllo emotivo.
Ed è proprio questo che mi ha tanto preoccupato ogni volta che ho pensato a te e eri introvabile. Spero proprio che tu sia in perfetta forma e ti stia godendo una vita serena e luminosa!
Ti scriverò ancora e ancora, perché in ogni caso mi fa comunque tanto bene ricordarti, anche se solo attraverso le parole delle mie lettere.
Recuperare queste emozioni rende dolce il mio tempo attuale e riporta serenità ed equilibrio nella mia anima.
Dunque ti scriverò ancora… e presto!
Alla prossima!
Vanina
 



📚
Cara Marella,
Quanto sarei felice di averti all'improvviso qui davanti a me! In quale luogo di mondo sei in questo preciso momento? Non ho più saputo niente di te… ti ho persino cercato invano sui social.
Sai? Mi piacerebbe tanto ritrovarti, rivedere la ragazza che eri e che è stata una presenza importante in una parte significativa della mia vita.
Ricordi? Ci siamo frequentate per parecchio tempo, ma poi tutto è improvvisamente finito nel momento in cui mi sono sposata. Chissà perché poi! Ho comunque indelebili dei bellissimi ricordi di te e del  tuo carattere battagliero.
Anche tu, come in un certo senso anch'io, avevi un grosso problema pregresso da razionalizzare. E infatti, non a caso, quasi subito, appena ci siamo conosciute, mi hai raccontato di come da piccolissima tu fossi precipitata violentemente giù dalle scale.
Non posso pensare nemmeno adesso al dolore e allo spavento che tu abbia potuto provare! È stato in quel momento che il tuo bel viso fu compromesso in modo importante, in un modo tale da dover subire tantissimi interventi per recuperare sì un più gradevole aspetto estetico, ma anche per consentire al tuo volto di crescere e trasformarsi in quello di una donna adulta.
Il tuo racconto mi aveva molto preso immaginando quanta sofferenza dovevi aver subito, ma la calma con cui me lo raccontavi mi aveva molto rassicurato sulla forza straordinaria del tuo carattere.
Devo dire che con il trucco giusto la cicatrice sembrava lieve e quasi non si notava. Colpiva invece il tuo aspetto ben curato certamente molto gradevole, la tua eleganza, il tuo approccio comunicativo linguisticamente ricco.
Ci conoscemmo all'inizio del nostro lavoro, due ragazze giovani con esperienze di vita comunque importanti alle spalle, che si sono fatte compagnia per un tratto di strada. Abbiamo scambiato idee sul trucco, sugli abiti, sulle amicizie.
Non dimentico le nostre esperienze in comune, a volte esilaranti… i massaggi in Via della Vite che facevano venire i lividi alle gambe invece di rassodarle, la ricerca di acconciature stilose dal parrucchiere di via Frattina che pettinava con ferri, fiocchi e ausilii vari, acconciando i capelli in strutture complicate, che restavano in piedi per una settimana e che, come è facile immaginare, era una tortura disfare.
E poi il nostro primo viaggio in aereo insieme ad un gruppetto sparuto di giovani colleghi, le granite con panna da Giolitti all'Eur, le Dix di Balenciaga spruzzato con soddisfazione.
E ancora il secondo viaggio in aereo, qualche nuova amicizia, gli incontri la domenica pomeriggio… e la vita che va avanti per proprio conto senza certo chiederti il permesso.
Per fortuna c'è quella interiore che non riesce ad impedire  i collegamenti anche con chi è lontano o addirittura con chi non c'è più e alle parole che riescono a dare un senso ai pensieri e alle emozioni su un foglio di carta o su  una tastiera che attiva uno schermo!
Non ho abbandonato l'idea di poterti rivedere un giorno e spero che, in ogni caso, la tua vita sia stata serena e luminosa.
Un grande grande abbraccio.
Vanina
 


📚

Cara Ange,
avevo promesso che ti avrei scritto ancora e ancora... e io mantengo sempre le promesse! Quindi, adesso, eccomi qua!
Sono certa che anche a te qualche volta sarà capitato di avere un'immagine improvvisa senza che tu abbia fatto il minimo cenno per richiamarla. Questo è, appunto, quello che è capitato a me questa mattina.
Spalmavo la marmellata di ciliegia sul mio improbabile biscottone, quando in un flash mi sono rivista nella casa della mia infanzia, già ragazza piuttosto realizzata.
L'apparecchio telefonico era sempre quello nero, tronfio e un po' inquietante, attraverso il quale a volte facevamo i compiti, ed era sempre nello stesso punto, sull'angolo del buffet dalla parte della finestra. Io parlavo con te dopo anni di silenzio. 
Come era facile prevedere, da quando avevamo lasciato la scuola, le nostre strade si erano gradualmente separate. In effetti, abitavamo lontane e le occasioni concrete di incontrarci erano quasi nulle. Io, poi, avevo cominciato a lavorare e le giornate mi si erano fatte piuttosto corte.
Tuttavia quel giorno avevo sentito il bisogno di riprovare a chiamarti a quel solito vecchio numero, certo conscia che fosse un semplice tentativo, ma sperando con tutto il cuore che fossi ancora rintracciabile. Incredibile! Mi rispondesti!
Fu, quella, una telefonata che, purtroppo, mi lasciò con l'amaro in bocca. Mi raccontasti che eri piuttosto depressa, che nel frattempo ti eri sposata e già separata, ma soprattutto che avevi avuto un bambino.
Eri stata molto in difficoltà per questo. Il tuo cuore aveva fatto i capricci, ma ne eri uscita. La tragedia era stata che il bambino non era riuscito a vivere. Era nato cianotico, non ricordo se per un problema cardiaco, ed era morto in un tempo brevissimo, solo pochi giorni insieme, che avevano lasciato in te un grande, immenso vuoto. 
Che angoscia avvertii dentro di me a quel racconto! Non eri più la ragazzina spensierata che ricordavo, l'Ange piena di voglia di vivere e di fare esperienze.
Restai ammutolita... provai tanta tristezza e un senso fortissimo di ineluttabile fine. Quando riattaccai capii che niente ormai sarebbe stato più  come prima e che forse le nostre strade si stavano davvero dividendo per sempre. Tu eri un'altra persona e non avevi più alcuna voglia di cercare un po' di leggerezza intorno a te. 
Certo non avrei mai immaginato che non ti avrei mai più neanche sentita e che addirittura non avrei più saputo come rintracciarti. 
Infatti, di lì a poco, io stessa mi sposai e cominciai a girare felicemente per l'Italia dietro a interessanti cambi di lavoro e ad altre piacevoli avventure. 
Questo, però, non vuol dire che io ti abbia dimenticata, anzi ritorni spesso, ineluttabilmente, nei miei pensieri come ti ho già detto.
Chissà se riuscirai a leggere queste mie lettere un giorno! Intanto io ti abbraccio forte forte e non perdo le speranze.
Ciao, mia carissima Ange!
Vanina



📚

Cara Cesy
sono io! Ciao. Già sorridi, vero? Ero certa che mi avresti riconosciuta subito.
Sì, sono passati davvero tanti anni da allora. Siamo addirittura entrati in un nuovo secolo, che, pure, è già parecchio avanti sui suoi passi. Corre in fretta il tempo, ma nel cuore e nella mente alcune cose non si dimenticano mai.
Eravamo in pieno boom economico. Tu, ragazza d'altri tempi, parecchio più grande di me, elegante e curata, rossetto ben steso sulle labbra, sei stata molto importante per me.
La tua educazione saltava subito all'occhio insieme alla tua gentilezza e ben presto ho potuto apprezzare anche la tua umanità, la tua gentilezza più profonda.
Come dimenticare quel grande ufficio luminoso,  pieno in qualche modo della luce stessa del mare!
Un mobile contenitore ci divideva dalla metà dello stanzone in cui sedevano colleghi intenti ad un lavoro diverso dal nostro, ma poi non troppo.
Io venivo da un ufficio amministrativo organizzato in uno spazio ristretto di un appartamento provvisorio di città e tutto mi sembrava più strano e più insolito in quella luce e in quella dinamicità che mi aveva accolto lì, alla scrivania davanti alla tua.
Perché avessi avuto a che fare con la collega al di là del mobile contenitore non ricordo, ma la sua freddezza e il suo fare glaciale in quei pochi contatti che fummo costrette ad avere non li dimentico di certo.
Rimasi sconvolta dal suo comportamento scocciato, che non capivo come potesse  verificarsi in quella circostanza e che era al limite dell'ineducato.
Ricordo come tu ti sia immediatamente offerta di riempire quel vuoto imbarazzante che si era creato in una situazione di lavoro che, in fondo, era del tutto normale: io, la nuova arrivata, andavo addestrata a quel lavoro, necessariamente sconosciuto per me, visto anche che era specifico e particolare.
Con grande delicatezza tu mi hai passato le informazioni che mi erano necessarie e da allora diventammo profondamente amiche. Capii che anche tu ti sentivi sola in quel grande ufficio straordinario ma freddo e che avevi apprezzato l'avermi incontrata per un po' sulla tua strada.
Rimasi tre o quattro mesi lì con te,  poi la vita ci ha diviso. Io fui assunta definitivamente in Direzione Generale e tornai di nuovo in città. Pur lavorando per la stessa azienda entrambe, non ci siamo più riviste in quei dieci anni in cui io sono rimasta in quell'azienda. Quanto mi dispiace!
Prima di licenziarmi per andare altrove, incontrai di nuovo, invece, la collega glaciale al di là del mobile contenitore. Ora mi guardava con maggiore interesse, ma appresi con preoccupazione che avrebbe sposato un mio caro amico. Avevo ragione. Il matrimonio non funzionò più di tanto e i due si separarono non certo in modo indolore.
Chissà tu come hai vissuto tutto questo!
Cara Cesy, ti ricordo come un momento di poesia e ti voglio tanto bene.
Spero che tu abbia occasione di leggere questa mia lettera che ti dedico con tutto il cuore.

Vanina


📚

Cara Berta,
come va? Ogni tanto mi torni in mente e non riesco ancora a farmene una ragione.
Sarei tanto curiosa di sapere cosa fai in questo momento, che cosa sei diventata, come con il trascorrere di tutti questi anni hai organizzato la tua vita.
Sei stata una delle poche persone, direi forse l'unica, che mi ha preso in contropiede e che, sì, mi ha davvero lasciata interdetta. È stata una delusione grande nei confronti di una cultura aberrante, ma anche di un malinteso interesse personale.
Mi eri piaciuta subito. Giovane, dinamica, volenterosa, decisa ad imparare il meraviglioso mestiere di insegnante di scuola materna.
Mi eri apparsa moderna, creativa, alla ricerca di belle idee da attuare nel tuo piccolo asilo con pochissimi bambini, in una stanzetta che non so come ti era stata concessa all'interno della scuola pubblica.
Che dire? Mi hai subito intercettato, cercando di stabilire con me relazioni sempre più strette, amicali.
Non entrerò nei dettagli di quei due anni in cui abbiamo incontrato il Piccolo Principe sui cuscini dove caracollavano i pochi bambini che frequentavano il tuo piccolo mondo.
L'impressione era comunque quella che non ti sembrasse vero di aver incontrato qualcuno con cui poter parlare di argomenti che nel luogo in cui vivevi erano sconosciuti o impraticabili.
Che bomba a ciel sereno quel giorno dell'anno successivo al telefono, quando dopo domanda specifica mi dicesti che se non potevo trovarti un lavoro nella mia nuova città era del tutto inutile restare in contatto! Non avevamo più nulla da dirci.
Restai di sale. Avevi dissimulato davvero troppo bene il vero interesse che avevi avuto per me!
Cara Berta, a parte tutto, spero che la tua vita sia stata felice e che tutto ti sia andato per il meglio, magari con un occhio più mirato alla sincerità e all'amicizia vera... se poi esiste.
Io sono stata bene in quel tempo passato insieme, perché dentro di me non c'erano secondi fini. Solo attimi a parlare di scuola, un argomento per me sempre molto intrigante.
Buona vita, Berta!

Vanina

 

📚


Cara Panchina del mio cuore,
quanto tempo! Possibile che mi riesca così complesso ritirarmi in questo luogo magico? Mi sto forse lasciando trascinare dalla contingenza anche io?
No, non credo che sia così. È che le mille parole che mi circondano e che riusciamo ad agglomerare in tanti testi, tentano di farla da padrone e mi distolgono dal mio angolino preferito.
Oggi, però, sono scappata via di sottecchi ed eccomi qua a godermi pochi istanti di solitudine creativa.
Cercherò di scendere quelle famose scale all'interno di me stessa, quelle che non mi stanco di consigliare di scendere a tutti. 
Dunque, vediamo cosa troverò laggiù.
Eccomi sul primo pianerottolo. Troppe cose del mondo reale ancora lo affollano. Un'idea di palestra, un vaccino che galleggia, un lavoro al computer che sgomita per farsi vedere.
Aiutooo! Devo riprendere in fretta a scendere.
"Non dimenticare di... e di....". Troppe voci a richiedere attenzioni cui ora non ho voglia di rispondere. Non siamo decisamente nel luogo di pace in cui io vorrei sprofondare.
Mi devo ulteriormente allontanare. Mi lancio a precipizio giù, giù, giù e scendo altre scale.
Ecco comincio a intravedere un'immagine. È piuttosto confusa, ma è certamente un bambino piccolissimo quello che vedo. Si avvicina, si allontana.... quasi mi sfiora, ma non riesco a fermarlo nel suo andirivieni di luce intermittente. Gioia, timore, gioco, incertezza... Cosa vuole dirmi?  Cosa desidera fare? Ed io come mi sento? Io adesso sono finalmente calma. È armonia quella che percepisco, serenità quella che ho finalmente raggiunto.
Strano... questa ultima immagine è miracolosa. Mi riporta addirittura al mondo confuso ed incantato di me agli albori, quando credevo di essere appena arrivata dalla Luna, il luogo incantato in cui erano i bambini prima di nascere... così mi raccontava poeticamente la mia mamma per rispondere al mio precoce desiderio di sapere e di conoscere anche le cose complesse.
In questo mondo ritrovato si sta proprio bene. Non più ansia, non più tensioni o incertezze. Ogni cosa reale è fuori da me. Qui non c'è peso, non c'è dover fare, non c'è altro da sé. C'è solo purezza: il niente diventa Tutto. Straordinario!
È davvero straordinario riuscire a fare questo, credetemi!

P. S.
Sono passati parecchi giorni da quando ho deciso di scendere quelle scale. Lui, il piccolino, si è finalmente palesato. L'ho ritrovato nella realtà: ha tanti capelli e neri neri.
Che bella anche la realtà! Basta solo guardarla e viverla con occhi più equilibrati e sereni.
Proviamoci più spesso.

Vanina

 

📚


Caro Bruner e caro Dewey e caro Rodari,
è da tanto che volevo scrivervi. Finalmente mi si è presentata l'occasione giusta e sono davvero felice di farlo.
Dunque veniamo a quello che volevo dirvi da tanto tempo.
Prima di tutto desidererei chiarire che mi rivolgo direttamente a voi, per ringraziare anche tutti quei riferimenti che sono stati fondamentali per me nei molti anni di impegno professionale. Tuttavia, devo aggiungere che con voi, in particolare, ho intrecciato un rapporto molto molto profondo e continuo nel tempo.
Infatti voi siete proprio i primi che emergono immediatamente alla mia memoria ancora adesso, con chiarezza assoluta, appena penso ad un approccio metodologico-didattico da applicare ad un qualsiasi progetto educativo.
Tu, caro Bruner, mi colpisti con quell'immagine dei cerchi concentrici a spirale, secondo la quale era possibile ed opportuno proporre a bambini molto piccoli l'apprendimento di concetti ritenuti complessi, se l’approccio metodologico adottato e i limiti fossero stati ben studiati per i discenti di riferimento.
Con te, caro Dewey, compresi perché tante persone che conoscevo, le quali avevano studiato a lungo le lingue straniere, non le sapessero poi utilizzare nella vita reale.
Il “learning by doing” (e quindi l'approccio comunicativo, il problem solving, le intelligenze multiple in cui poi si va inevitabilmente a finire) mi ha aperto un mondo molto interessante che ho sempre utilizzato con successo.
Infine tu, caro Rodari, sei stato l'allegro leitmotive di tutti quegli anni divertenti della mia vita, trascorsi insieme ad un esercito di bambini.
Con i tre simpatici pescatori di Livorno ho navigato tra i tuoi versi e le tue favole, al telefono o a rovescio che fossero, illustrando ai piccolini grandi verità nel mondo leggero e giocoso di un'allegra cicala e di un'avara formica.
Questo vi dovevo in verità e sono felice di dirvelo in questa lettera, essa stessa una grande opportunità per rivivere l'incanto della relazione educativa che può nascere tra un bambino ed un’insegnante.
Io credo di averlo fatto e spero di averne lasciato traccia.
Grazie di cuore a voi tutti, insoliti mitici eroi della mia vita!

Vanina


📚


Caro carissimo Winnie the Pooh,
che bello rivederti oggi seminascosto tra i rami dell'albero di Natale!
Guarda tu che coincidenza! Giusto ieri ho avuto un incontro ravvicinato con Tigro e Eeyore, due peluche deliziosi che mi hanno fatto ricordare il tanto bel tempo trascorso insieme a te.
Dunque, accolgo il tuo invito ammiccante con vero piacere e proverò a scendere le mie scale segrete alla ricerca di importanti emozioni vissute. 
Ecco. Sul primo pianerottolo sul quale arrivo, trovo aperto un bellissimo libro dalla copertina in tela verde su cui il titolo è stampato in eleganti lettere d'oro.
Entro con decisione all'interno e mi ritrovo lungo il fiume con Eeyore che, pessimista e depresso, mi racconta comunque quant'è bello il mondo fantastico di questa storia, che io cerco di raccontare ai miei piccoli alunni.
Devi sapere che anch'io, come il babbo di Christopher Robin faceva con suo figlio, recupero dalle loro parole storie fantastiche che scriviamo insieme.
Mi sento proprio bene. In questo momento ho delle sagome in mano da far parlare in inglese. Eeyore sta raccontandosi a Tigro. Che magia! Mi colpiscono gli occhi innamorati dei miei bimbi che mi ascoltano affascinati e mi seguono in un viaggio meraviglioso in un mondo veramente gratificante. Questa è la scuola per me, la scuola che io desidero fare.
Scendo ancora delle altre scale. Tante scale... e laggiù c'è un altro asinello.
Si sentono strani rumori. È una caldissima notte d'estate e delle luci traballanti cominciano a filtrare dalle finestre aperte. Io vado fuori con il mio babbo per vedere cosa sta accadendo... e trovo un rogo in una stalla scavata in un enorme buca nella terra, dove un asinello sparuto raglia disperato. Aiutoooo! Il poverino sta per morire.
Mio padre mi riaccompagna immediatamente a casa. Che fine farà l'asinello?
Un'ansia mi prende alla gola. Per fortuna lo risolveranno. Sì, decido io il finale: so che sono riusciti a spegnere le fiamme e a tirare in salvo l'asinello, che raglia non sa più nemmeno lui se di gioia di paura. 
Oh, mi sento molto molto meglio ora! Risalgo le mie scale serena e piena di vita. 
Voglio farti una carezza, Winnie the Pooh. Grazie di essermi venuto a trovare.

Vanina





(continua)







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