Ripetute parole
a raggruppare pensieri.
Ripetuti fangosi scenari,
dolori così forti
che i pensieri
non possono sostenere.
Ecco.
Gli occhi della mente
si aprono immensi.
Galleggiano ora
su orizzonti
di azzurro
che dilavano il fango
del tetto sepolcrale.
Fili annodati,
spezzati,
volati in giardini
senza tempo,
ove diafane
essenze dell’essere
si incontrano,
si fondono,
profumate
immaterialità di colori,
contrappasso dovuto,
nel ricongiungersi al dio.
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