Cara Plautilla,
ebbene da quando ho letto la tua lettera ti porto nel cuore. Ci penso e ci ripenso. Rifletto sul fatto che condivido con te la faticosa ma affascinante arte di essere donna. Come ti ho già scritto sono lucchese per nascita e per passione, ma sono allo stesso modo francese, russa, tedesca, e via via mi trasformo e incarno con le parole quello che riconosco essere l'essenza di un popolo.
Ieri riflettevo sulla mia vita, su quanto sia stato difficile per me affrancarmi dal destino che mia madre aveva stabilito e a quante difficoltà ho avuto per fare in modo di guadagnarmi la vita con le parole.
Devo a mia madre la capacità di saper leggere e scrivere e di questo le sono immensamente grata, perché le parole sono meravigliose per il modo in cui riempiono la bocca prima di uscire dalle labbra, lasciandole orfane di un suono che prima non c'era e in attesa di un qualcosa di nuovo, che siano esse con la rima o con un'assonanza, sono sempre qualcosa che mi arricchisce e mi dà gioia. Tuttavia è stata durissima, perché questo non mi ha dato da vivere fino ai quarant'anni, un po' come è accaduto a te, che hai dovuto rubare quello che a un ragazzo veniva elargito a piene mani.
Ma tutte e due possiamo dirci fiere di essere donne e di aver raggiunto obbiettivi che molti uomini neppure si sognano.
Confido che ti arrivi in qualche modo la mia stima e il mio rispetto per le opere che hai compiuto e io da parte mia ti prometto di continuare a portare alta la corona di gloria che ci meritiamo. E poi chissà se ti scriverò ancora.
Teresa Bandettini
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Lucca, 27 ottobre 1798
Cara Plautilla,
ebbene l'ho fatto. Ieri pomeriggio, mentre mangiavo un biscotto, il pensiero mi è tornato ancora prepotentemente su di te. È come se tu fossi me e io te. Che strano! Quello che mi colpisce è che, anche se ci separano circa centocinquanta anni, ci sono troppe somiglianze nelle nostre vite.
Innanzi tutto c'è il tuo carattere che è molto simile al mio, anche se io forse sono più arrendevole di te. Simile l'urgenza delle aspettative. Per contro, la nostra gioventù è stata in qualche modo diversa, perchè la tua è stata solo in parte ostacolata da tuo padre. Egli non riteneva che una ragazza potesse dilettarsi a dipingere o a creare edifici artistici, ma poi, vedendo la tua grande abilità, ha cambiato idea e ha cercato di aiutarti, seguendoti e cercando di farti conoscere ad eventuali committenti.
Io, invece, mi sono trovata, giovanissima, a fare la ballerina per volere di mia madre, mossa purtroppo dalla necessità. Mi sono chiesta spesso, però, perché non ha mai capito la mia necessità di esprimere ciò che mi ribolliva dentro, perché non mi ha sostenuta almeno un po' e non mi ha aiutato in qualche modo. Non era il ballo la mia grande passione e lei lo sapeva. Io avevo una capacità innata a scrivere o creare in pochi attimi davanti al pubblico poesie che nascevano nella mia mente. Lo facevo spontaneamente come bere un bicchiere d'acqua.
Sì, durante uno spettacolo a Imola, incontrai l'uomo della mia vita e fu lui a permettermi di dedicarmi a questa mia arte, incentivando questa mia predisposizione per la poesia. Gli sono enormemente riconoscente, ma mi chiedo spesso, ancora oggi, come sarebbe andata la mia vita se non lo avessi incrociato sul mio percorso.
Vedi... entrambe abbiamo avuto qualcuno che ci ha aiutate a portare avanti la nostra passione, ma il fatto che il tuo talento sia stato riconosciuto da tuo padre è molto diverso dalla pressione che mi ha fatto mia madre per reprimere del tutto la mia.
Certo, in questo momento della mia vita, devo proprio ammettere che io, per poter far fiorire la mia passione, ho dovuto lasciare Lucca, altrimenti mia madre forse mi avrebbe ostacolata ulteriormente in ogni modo.
Io, cara Plautilla, ho avuto tanto successo come poetessa in versi immediati, nel senso che dal palco creavo poesie al momento. Tu, il tuo successo lo hai avuto grazie alla tua intelligenza, che ti permetteva di creare edifici artistici che ancora oggi sono visitabili. La nostra fama è dovuta alla nostra capacità in due arti, diverse, ma sempre arti meravigliose.
Comunque, pur lontane nel tempo, siamo due donne che hanno avuto grande successo, quando alle donne avere popolarità nelle arti in cui siamo state eccellenti non era e non è concesso con facilità.
Tu hai lasciato opere meravigliose. Anche io, però, non sono stata da meno. Nel 1786, per la prima volta, ho pubblicato a Venezia una raccolta di due volumi di "Rime Varie" e poi ho continuato nel tempo con altre pubblicazioni. Chissà se qualcuno in futuro si ricorderà di noi? Credo proprio di sì, In fondo c'è lo saremmo meritate!
Teresa Bandettini
N. B.
A Teresa Bandettini è stata dedicata una via nella città di Lucca.
Anche a Roma all'interno di Villa Pamphili c'è una via dedicata a lei, grande architettrice.
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