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Buona lettura



Lucca Insieme - 3013 - Teresa -2

 





3 0 1 3

Teresa


Roma, 13 novembre 1630

Caro Episcopo,
avrei tante cose da dirti e da raccontare. Vorrei poterlo fare direttamente con te, fissandoti nei tuoi meravigliosi occhi neri, ma come sai siamo quasi negli anni trenta del diciassettesimo secolo e questo non mi è possibile. Già... io sono Plautilla, quindi una semplice donna e questo in questo momento non mi è permesso per molte ragioni. Allora provo a scrivertelo in questa lettera e chissà se un giorno potrai leggerla. 
Dunque, caro Episcopo, è vero che io sono ancora giovane, ma so già molto bene ciò che voglio fare nella mia vita. Non voglio sposarmi e fare figli come fanno tutte le donne, perché  io ho una grande passione e nessuno riuscirà a farmi desistere.
Eccomi. Sai? Anche oggi sono nella bottega di mio padre Giovanni. 
Sono uscita di casa e sono entrata nel luogo dove lui dipinge. 
Lo sto guardando creare sulla tela. Il suo lavoro mi affascina. 
Lo avrai certamente capito. Io vorrei creare come lui e ci voglio provare a tutti i costi. Per il momento, però, devo stare ferma e non farmi notare troppo. Non devo distrarlo, altrimenti mi manderebbe via, ma io voglio vedere, devo imparare il più possibile. Che fortuna poter essere qui!
Che cosa ci sarà in quelle ciotole? Polveri... Quante sono! Da dove verranno tutte quelle polveri? 
E che meraviglia questa che sta utilizzando adesso... è più granulosa delle altre. Infatti ora la pesta nel mortaio con il pestello... l'ho sentita definire zolfo... chissà da dove arriverà? Forse dall'Isola d'Elba... Quando sarà a casa proverò a chiederglielo.
Adesso aggiunge l'allume... Chissà qual è la percentuale con cui le mischia... il babbo ha mestiere e procede a misura d'occhio... a forza di osservarlo, penso di saperlo fare anch'io. Sono davvero affascinata! Da queste mescolanze nascono tante tinte meravigliose. 
Ecco, adesso ti sento arrivare, Episcopo, il Bernini ti ha lasciato andare... ".

P. S.
Anche tu ti sei fermato ad osservare ciò che sta facendo mio padre... insieme, considerate questa mescolanza... controllate se è quella che deve essere. A te è permesso. Io sono una ragazza e devo rimanere un passo indietro... almeno per ora

Plautilla Bricci



Data e luogo

Cara Plautilla Bricci,
sono Teresa Bandettini, lucchese. Mi è capitata la tua lettera fra le mani e, anche se a distanza di tempo ormai, non posso fare a meno, in qualche modo, di risponderti. 
Hai visto? Alla fine ci sei riuscita! Quando si ha una grande passione si scavalcano anche le montagne. Non posso non esprimere la mia grande ammirazione nei tuoi confronti per la tua stupenda pittura e altrettanta grande sorpresa, per le tue capacità di architettrice. Siamo artiste entrambe e si sa, gli artisti fanno parte di un mondo a sé e hanno sempre molto in comune ma spesso per alcuni la vita è molto sofferta.
Riconosco che anche io ho potuto vivere nel mio mondo di parole ma, mentre tu avevi la famiglia che poteva provvedere alle tue necessità, io, essendo rimasta fin da piccolissima orfana di padre, ho dovuto inizialmente provvedere al  mio sostentamento e anche a quello di mia madre. Poi il destino mi ha aiutato, probabilmente perché ho insistito molto nel coltivare il mio talento, mentre mia madre mi voleva ballerina perché i guadagni erano sicuri.  Devo dire che anche nella professione di ballerina ero molto apprezzata ma mentre ballavo sognavo la poesia. Infatti mi hanno chiamato  la "Ballerina Letterata".
Dicevo il destino... bella parola il destino! Mi ha fatto incontrare Pietro, un mio conterraneo, ci siamo innamorati e, al contrario di te che non volevi legami, ci siamo sposati. Mio marito però ha creduto in me e quindi mi ha sostenuta, anche se i tempi ormai stanno cambiando e la mia poesia, anche se spesso divertente perché improvvisata, non interessa che a pochi eletti. Eppure ho avuto l’onore di  recitare anche davanti a Napoleone e ho fatto pure parte dell’Accademia dell’Arcadia.
A Lucca mi hanno dedicato  un busto in marmo esposto poi all’Accademia degli Oscuri ma di soldi non se ne parla. Mi consola il fatto che i miei scritti resteranno e saranno tramandati ai posteri, come del resto le tue meravigliose Opere.
Io ho creduto molto nelle parole, mi vengono ancora spontanee come vedi, perché le parole le capiscono tutti. E per fortuna che in me ha creduto anche il Granduca Carlo Lodovico di Borbone, tanto che grazie a Lui posso vivere aiutata dalla pensione che mi versa. Non nego la difficoltà con la quale ho scritto questa mia a causa del tremore che da tempo mi pervade.

La tua ammiratrice Teresa Bandettini, 
ovvero Amarilli Etrusca , il mio nome Arcadico




Data e luogo

Cara Plautilla,

ebbene da quando ho letto la tua lettera ti porto nel cuore. Ci penso e ci ripenso. Rifletto sul fatto che condivido con te la faticosa ma affascinante arte di essere donna. Come ti ho già scritto sono lucchese per nascita e per passione, ma sono allo stesso modo francese, russa, tedesca, e via via mi trasformo e incarno con le parole quello che riconosco essere l'essenza di un popolo.

Ieri riflettevo sulla mia vita, su quanto sia stato difficile per me affrancarmi dal destino che mia madre aveva stabilito e a quante difficoltà ho avuto per fare in modo di guadagnarmi la vita con le parole.

Devo a mia madre la capacità di saper leggere e scrivere e di questo le sono immensamente grata, perché le parole sono meravigliose per il modo in cui riempiono la bocca prima di uscire dalle labbra, lasciandole orfane di un suono che prima non c'era e in attesa di un qualcosa di nuovo, che siano esse con la rima o con un'assonanza, sono sempre qualcosa che mi arricchisce e mi dà gioia. Tuttavia è stata durissima, perché questo non mi ha dato da vivere fino ai quarant'anni, un po' come è accaduto a te, che hai dovuto rubare quello che a un ragazzo veniva elargito a piene mani.

Ma tutte e due possiamo dirci fiere di essere donne e di aver raggiunto obbiettivi che molti uomini neppure si sognano.

Confido che ti arrivi in qualche modo la mia stima e il mio rispetto per le opere che hai compiuto e io da parte mia ti prometto di continuare a portare alta la corona di gloria che ci meritiamo. E poi chissà se ti scriverò ancora.


Teresa Bandettini


 



Data e luogo


Cara Plautilla, 

ebben l'ho fatto. Ieri pomeriggio, mentre mangiavo un biscotto, il pensiero mi è tornato ancora prepotentemente su di te. È come se tu fossi me e io te. Che strano! Quello che mi colpisce è che, anche se ci separano circa centocinquanta anni, ci sono troppe somiglianze nelle nostre vite. 

Innanzi tutto c'è il tuo carattere che è molto simile al mio, anche se io forse sono più arrendevole di te. Simile l'urgenza delle aspettative. Per contro, la nostra gioventù è stata in qualche modo diversa, perchè la tua è stata solo in parte ostacolata da tuo padre. Egli non riteneva che una ragazza potesse dilettarsi a dipingere o a creare edifici artistici, ma poi, vedendo la tua grande abilità, ha cambiato idea e ha cercato di aiutarti, seguendoti e cercando di farti conoscere ad eventuali committenti.
Io, invece, mi sono trovata, giovanissima, a fare la ballerina per volere di mia madre, mossa purtroppo dalla necessità. Mi sono chiesta spesso, però, perché non ha mai capito la mia necessità di esprimere ciò che mi ribolliva dentro, perché non mi ha sostenuta almeno un po' e non mi ha aiutato in qualche modo. Non era il ballo la mia grande passione e lei lo sapeva. Io avevo una capacità innata a scrivere o creare in pochi attimi davanti al pubblico poesie che nascevano nella mia mente. Lo facevo spontaneamente come bere un bicchiere d'acqua.
Sì, durante uno spettacolo a Imola, incontrai l'uomo della mia vita e fu lui a permettermi di dedicarmi a questa mia arte, incentivando questa mia predisposizione per la poesia. Gli sono enormemente riconoscente, ma mi chiedo spesso, ancora oggi, come sarebbe andata la mia vita se non lo avessi incrociato sul mio percorso.
Vedi... entrambe abbiamo avuto qualcuno che ci ha aiutate a portare avanti la nostra passione, ma il fatto che il tuo talento sia stato riconosciuto da tuo padre è molto diverso dalla pressione che mi ha fatto mia madre per reprimere del tutto la mia.
Certo, in questo momento della mia vita, devo proprio ammettere che io, per poter far fiorire la mia passione, ho dovuto lasciare Lucca, altrimenti mia madre mi avrebbe ostacolata ulteriormente in ogni modo.
Io, cara Plautilla, ho avuto tanto successo come poetessa in versi immediati, nel senso che dal palco creavo poesie al momento. Tu, il tuo successo lo hai avuto grazie alla tua intelligenza, che ti permetteva di creare edifici artistici che ancora oggi sono visitabili. La nostra fama è dovuta alla nostra capacità in due arti, diverse, ma sempre arti meravigliose.
Comunque, pur lontane nel tempo, siamo due donne che hanno avuto grande successo, quando alle donne avere popolarità nelle arti in cui siamo state eccellenti non era e non è concesso con facilità.
Tu hai lasciato opere meravigliose. Io non ho lasciato nulla del mio impegno. Chissà se qualcuno in futuro si ricorderà di  noi? In fondo c'è lo saremmo meritate!

Teresa Bandettini

N. B. 
A Teresa Bandettini è stata dedicata una via nella città di Lucca.
Anche a Roma all'interno di Villa Pamphili c'è una via dedicata a lei, grande architettrice. In fondo ce le siamo meritate, ti pare?





 
















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