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Consigli per la lettura delle pagine
: 8

Il blog parte con i post periodici con cui
lanciamo spunti e ci teniamo in contatto.

Sotto seguono una serie di pagine
(link) divise per argomento.

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L'elenco è lungo, la voglia di scrivere è tanta,
lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



Lucca Insieme - Latona... e le rane

 




Latona e... le rane

Entriamo nel mito?




Latona,
perseguitata da Giunone,
è in fuga
con i figli Apollo e Diana.

Finalmente, 
nei pressi di un lago della Licia,
spera di trovare refrigerio
alla stanchezza
e spegnere la sete.

I pastori lì intorno, però,
ostacolano sgarbatamente la dea.
Entrano nell'acqua
e la sporcano
per renderla imbevibile.

La dea, allora,
condanna i pastori a vivere
per sempre nello stagno
trasformandoli in
rane.

Che ne dite?
Come si saranno sentiti
i pastori nel corpo
di una rana?

Immaginiamo
di essere uno di loro... 
Come si sentirà?
Cosa penserà?

Vi va di creare
una personalissima conclusione
"mitologica"?


📚

📚

L’affascinante mitologia ci racconta di Latona in fuga con i due figli, Apollo e Diana, per difendersi dalla gelosia di Giunone. Ostacolata pure dai pastori che incontra nel cammino, i quali non intendono nemmeno farla bere tanto da imputridire l’acqua dello stagno, si ribella a loro trasformandoli in rane.

(Tutto ciò ci insegna che nell’agire occorre domandarsi sempre chi abbiamo davanti).

Tutto sommato però, i pastori finirono per divertirsi a sguazzare nello stagno.

Sempre dediti alla pastorizia, con il sole, con la pioggia o con il vento, dietro al gregge puzzolente, per loro la vita era diventata troppo sacrificata e misera, perché fra l’altro, si vedevano pure costretti a fare attenzione ai lupi giorno e notte e a sacrificare ogni tanto un agnello agli dei per ottenere protezione. Infatti avevano ostacolato Latona per far piacere a Giunone. Purtroppo la loro felicità fu interrotta da un gruppo di ragazzi che si misero a lanciare i sassi nello stagno per fare a a gara a chi provocasse il mulinello più grande.

Ogni rana fu risucchiata dalla velocità dei vortici che tolse loro la pelle.

Davanti alle rane messe a nudo, i ragazzi presero a ridere così forte da suscitare l’ilarità di Giunone, che decise di trasformare di nuovo le rane facendole tornare pastori, cosicché essi si ritrovarono di nuovo tutti  a pascolare le pecore.

Giunone, fra l’altro, amava vedersi sacrificare gli agnelli, ne era molto orgogliosa.

(Dalle rane certamente non avrebbe ottenuto alcunché e quindi ecco rappresentato il tornaconto). 

Claudia




📚

Le cose non andarono proprio così.
Infatti alla donna, camminando camminando,  prese sete. Si trovò davanti a un pozzo e cercò di bere, ma la vide un pastore che arrabbiatissimo gli disse di non farlo. In realtà il pastore non era un pastore qualsiasi. Così, quando lei disobbedendo bevve... la trasformò in tante ranocchine.
Il pastore, vedendo la scena, fu contento che Latona avesse subito questa giusta trasformazione: doveva essere punita avendo disobbedito al suo volere.
La donna non solo si era trasformata in tante ranocchie, ma queste ranicchie erano tutte femmine, che immediatamente incominciarono a litigare tra loro.
Il pastore contentissimo di quanto aveva ottenuto, ordinò loro di vivere per sempre in quel piccolo stagno e, col suo potere, stabilì anche che si mangiassero fra loro oppure che si trasformassero in piccoli pesci feroci,  che avrebbero mangiato chiunque si fosse avvicinato lì per bere.
Alba



📚

La donna, con Diana e Apollo che si lamentavano, proseguì il suo cammino. Era sempre più stanca. In quel momento aveva ancora tanta sete, ma l'aver trasformato i pastori in rane, aveva fatto sbollire la sua rabbia e il suo risentimento.
Intanto intorno allo stagno era ascesa la notte. Rane, ranocchi e rospi si ritrovarono tutti vicini, in mezzo al fango sulla sponda dello stagno. Erano anche impauriti. Con tutto quel buio non si distingueva nulla e loro non avevano mai vissuto una situazione come quella. I pastori allora provarono a parlare, ma si accorsero che dalla loro bocca uscivano solo suoni gutturali: gra, cra, gre, gre... che al momento rendevano complesso comunicare.
Le greggi, ammutolite, non erano potute rientrare nell'ovile e si erano raggruppate vicine vicine,  cercando di confortarsi a vicenda.
Così in qualche modo trascorse la notte ed ecco finalmente comparire il sole. (continua)
Vanina



📚

Latona è una dea, madre di  Apollo e  Diana. Accadde che andò per bere ad un lago della Licia, perchè aveva tanta sete, ma i pastori che erano lì ostacolarono il passaggio e intorbidirono l'acqua. Così la dea li trasformò in rane.
Penso che ogni rana ragionasse a modo suo. Una senz'altro diceva: "Come ci sto bene qui! Mi rinfresco, faccio la guardia allo stagno.", perchè ormai l'acqua era sporca e fangosa.
Un'altra invece non era contenta e diceva: "Peccato! Non sono più un pastore... facevo una bella vita e la organizzavo a modo mio, guardavo tutte le mie bestie.".
"Gli ultimi due, succubi della situazione, stavano zitti  e non si  lamentavano.
Silvana



📚

"Ma cosa ci è venuto in mente di proibire a questa Latona e ai suoi figli di bere un po' d'acqua del lago per rinfrescarsi?  Adesso ci troviamo qui immersi nel fango che, per carità, da ranocchi ci fa anche piacere... ma noi eravamo pastori.
Pensando a tutte le nostre pecore, che sono sole e non possono essere governate, sale un po' d'angoscia. Detto fra noi, però, loro sanno mangiare l'erba, bere (e va loro bene anche l'acqua sporca che abbiamo creato entrando nello stagno) e vuol dire che si arrangeranno da sole, mentre noi ci ritroviamo a sguazzare, mangiare insetti a tutto spiano senza fare nessuna fatica e da pastori ne facevamo tanta... 
Ora non abbiamo più bisogno di mungere, ci pensano gli agnellini a togliere il latte alle loro mamme. Ci sentiamo veramente in vacanza, saltiamo tra un sasso e l'altro e verso sera ci mettiamo tutti insieme e facciamo un bel coro gracidante, rilassante per i contadini che furbescamente non si sono permessi di fare i dispetti a quella povera Latona e ai figli impedendo loro di bere. 
Ma dai.. si sta bene anche da ranocchi nonostante si viva un po' nell'incubo che a Latona non venga fame e decida di preparare ranocchi fritti in pastella per sé e per i figli.".
Lauretta



📚


"Ecco, lo dicevo! Prima o poi doveva succedere.

No, dico io! Lucio e la sua mania di brontolare.

Occorreva facesse tutta questa confusione? Quanta acqua avrebbero bevuto poi una donna e due bambini? Era pure umano lasciarli dissetare. Ora chi li coltiva i nostri campi, chi munge  le nostre mucche mentre noi stiamo qui a fare cra cra cra? Ma questa cantilena non sfamerà le nostre famiglie. E poi guarda che rospaccio rinsecchito è diventato Lucio con tutte le arie che si dà. Ben gli sta.".

Chissà perchè lui che era il capo famiglia più giovane, era diventato il ranocchio più grosso e il suo cra cra cra era squillante e tanto buffo, perchè aveva il vizio di piegare la testa verso destra quando parlava. Il risultato era piuttosto comico e strappò un sorriso ai due bambini che erano preda delle lacrime da quando era iniziato tutto il gran caos.

Latona fu grata a questo grosso ranocchio per aver riportato la serenità ai suoi figli e,  volendolo ricompensare per il suo buon cuore, gli chiese cosa desiderava come ricompensa. Lui senza pensarci troppo chiese se poteva ridare loro la dignità di persone perchè loro erano poveri, ma ci tenevano a guadagnarsi la vita dignitosamente.

Latona riflettendo sul fatto che questo giovane non aveva chiesto nulla per sé, gli dette il dono della saggezza unito al dono del comando da poter guidare i compaesani nell'organizzazione della loro vita, escludendo Lucio il rospaccio che ritenne giusto lasciare nello stagno a gracidare.

Ma siccome Latona sapeva di essere in torto ad aver sedotto Giove, chiese pure ospitalità a questa gente così semplice e senza malizia per passare con loro un periodo di serenità mentre aspettava che le acque fra gli dei si calmassero.  Le avrebbe fatto bene passare qualche anno fra questi umani che non conoscevano gli intrighi di palazzo e che per vivere lavoravano duramente.

Rita




📌

Milo, primo pastore

- Eccoci qua, cra cro, così s’impara a farci gli affari degli dei, tanto loro so’ potenti e se la cavano, siamo sempre noi, poveri diavoli, anco ignoranti, a rimetterci, c’intortano e ci fregano ogni volta che ci si trova in mezzo alle loro beghe, cra cra cre.

2° pastore

- Lo sapevo, lo sapevo io che ‘un si doveva da’ retta a Ciro, cra cro, col su’ sogno!

3° pastore

- Ma quale sogno, ma quale, cra cre! Un incubo forse, scusate, eh, cra cre cre.

Ciro, quarto pastore

- Quel sogno l’ho fatto davvero, lo giuro sulla testa di mi ma’, cre cro cra!

Era Giunone che mi prometteva un bellissimo pascolo qua vicino se si scacciava Latona co’ su’ due gemellini, cra cro cra.

5° pastore

- Ma guarda un po’, la verità è che gli dei son bugiardi, falsi, confusionari come noi umani (cioè quando s’era umani) cre cre. Che li s’onora a fa’? Siam solo degli stupidi e ci si merita questo trattamento, ridotti a rane che saltano nella melma, cre cro cra!

Milo

- Poi, se ci si pensava bene, a noi che ci aveva fatto quella Latona là, cra cra?

2° pastore

- Nulla, e ‘un ci aveva fatto proprio nulla di male, cre cre. Ci s’è montata la testa col sogno di Ciro e ‘un s’è pensato al dovere di ospitalità, cra cra.

Ciro

- Ora ‘un mi date tutta la colpa a me: io ve l’ho raccontato il sogno, cre cro, poi è stato Milo a di’ che Giunone era potente, che se le si dava retta ci si guadagnava di certo… cre cre cro.

3° pastore

- E insomma, cre cra, alla fine della fiera, ci toccherà salta’ e gracida’ per tutta la vita, e mangià moscerini, poi… cra cra cra.

5° pastore

- Ovvìa, ragazzi, cro cro, ci poteva anda’ anco peggio: pensate un po’ se Latona ci trasformava proprio in moscerini, cra cra cra!

Silvana B.



📚 📚
















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