Powered by Blogger.



Consigli per la lettura delle pagine
: 8

Il blog parte con i post periodici con cui
lanciamo spunti e ci teniamo in contatto.

Sotto seguono una serie di pagine
(link) divise per argomento.

Clicca sulla pagina desiderata.

L'elenco è lungo, la voglia di scrivere è tanta,
lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



Edu - Bianca 5








(continua)



Quando a settembre Bianca riprese la scuola, si trovò immediatamente a doversi misurare con la scelta della scuola secondaria.
Così la maestra si vide arrivare numerosi messaggi in cui si chiedeva il suo consiglio per operare al meglio quella scelta.

La ragazza appariva molto cresciuta nel linguaggio e piuttosto matura nel porsi. L’insegnante ne fu contenta e pensò che,  del resto, a tredici anni si cominciava ad essere piuttosto grandicelle e si iniziava a relazionarsi come se si fosse adulti.

Fu inevitabile proporle di coltivare la sua passione per la musica, magari scegliendo un liceo musicale.  Infatti le sue incertezze ortografiche ancora spuntavano qua e là in modo palese e lei continuava a chiederne scusa ad ogni pie’ sospinto.

Un giorno la  maestra non ne aveva potuto proprio più. Così le aveva detto di smetterla di scusarsi, perché le persone che facevano errori specialmente sui social, erano la maggior parte. Casomai doveva tranquillizzarsi e cercare di controllare meglio, e sempre, ciò che scriveva, ripensando con calma alle regole da applicare o utilizzando il dizionario.

Quindi, continuando nell’analisi delle alternative, non le sembrava il caso di scegliere una scuola in cui l’italiano fosse fondamentale, come un liceo classico.
Del resto non  le risultava nemmeno che avesse un particolare trasporto per le attività logico-matematiche, per cui erano da escludere anche gli indirizzi tecnici che si basavano proprio su questo.

Restavano le scuole più legate ad un contesto pratico, ma il liceo musicale, pur fornendo una buona preparazione di base, poteva darle l’opportunità di eccellere nel linguaggio che le era più congeniale.
Visto che era proprio bravina, poteva anche provare a iscriversi al Conservatorio Musicale. In questo caso, siccome lo studio specifico sarebbe stato molto impegnativo, sarebbe stato meglio ripiegare su una scuola professionale che non le avrebbe dato troppe preoccupazioni.

La conversazione sull’argomento andò avanti a lungo,  finché la ragazza disse di aver già un appuntamento per essere ammessa al Conservatorio.  La maestra allora commentò  che non restava che aspettare l’esito di questo esame, prima di poter operare delle scelte.

Ai primi di ottobre Bianca ricontattò la maestra per comunicarle che era stata presa! Sì, il prestigioso Conservatorio Musicale la voleva tra i suoi allievi!
Si percepiva l’immensa gioia per questo risultato. Faceva fatica a contenerla!
Bianca  aggiunse anche, però, che non se ne doveva parlare,  perché  la cosa non era ancora di dominio pubblico.

Come al solito la ragazza mostrava ansia e preoccupazione per qualcosa di cui avrebbe dovuto essere fiera e che, anzi, sarebbe stato bello sbandierare ai quattro venti, altro che tenerselo dentro e scusarsi in continuazione per gli errori che fiorivano qua e là nei suoi scritti.
La maestra scoprì di lì a poco che tale risultato era già stato reso pubblico ufficialmente, ed anche con enfasi, sul sito della scuola!
Perché mai - si chiese - lei era convinta di non doverne parlare?

Nell’educazione di quella ragazza c’erano state e c’erano delle regole troppo forti, soprattutto delle limitazioni di pensiero e di azione che ne trasformavano il carattere.
Con un po’ di dispiacere, la maestra non poté non ripensare alla piccolina seria e volenterosa,  che  si era presentata in  classe prima, una bimbetta aperta al mondo, piena di aspettative, pronta a costruirsi conoscenze,  certezze, legami.

Non passò molto tempo prima che Bianca si rimettesse in contatto con lei.
Il messaggio era apparentemente ingenuo.
La ragazza la informava che il giorno dopo avrebbe dovuto avere una lezione al Conservatorio.
La questione era se fosse meglio andarci o dichiararsi malata, visto che per motivi familiari non aveva potuto studiare e non volevo fare una brutta figura.

L’insegnante  avvertì immediatamente la stranezza e l’incongruenza di tale domanda.
Perché  aveva bisogno di chiederlo a lei e non si avvaleva del parere dei genitori? Cosa potevano mai essere quei problemi familiari di cui parlava?

Così, prendendo la cosa un po’ da lontano, cercò di indagare su cosa fossero in realtà quegli inconvenienti che l’avevano ostacolata.
E fu come scoperchiare il vaso di Pandora! Mille emozioni profonde proruppero fuori con violenza, giungendo al pianto e alla disperazione.

Il bandolo della matassa era proprio quello che la maestra aveva sospettato.
Il rapporto tra figlia e madre era andato sempre più complicandosi in quegli anni.
Si percepiva con dolore il grande sconforto e la disperazione che aveva prodotto in quella ragazzina incolpevole, che cercava di reagire e chiedeva aiuto ad una persona amica e comprensiva di cui si fidava.

Con la morte nel  cuore la maestra cercò di venirne a capo,  provando a trovare per lei una soluzione possibile e ragionevole.
Per prima cosa cercò di rassicurarla.
Le disse che aveva fatto bene a chiedere il suo aiuto.

Ascoltandola, si rendeva conto che Bianca in quel momento aveva un forte blocco, quasi un attacco di panico.
Andava raccontando che non riusciva a studiare per completare i compiti di francese e matematica per l’indomani,  soprattutto non poteva esercitarsi con lo strumento musicale, per preparare la lezione del giorno successivo al Conservatorio.

Tra messaggi scritti dal tono disperato e messaggi vocali farfugliati a bassissima voce, tra pianti e sospiri, venne fuori tutta l’angoscia che pervadeva quella ragazzina e quella casa.
Come un fiume in piena, Bianca dichiarò di avere un blocco,  un forte blocco che non le consentiva di suonare se in casa era presente la madre,  anche se si trovava in una stanza da sola e con la porta chiusa.
Era disperata per non riuscire a prepararsi per il giorno dopo, non sapeva proprio come fare, forse era meglio non andare per niente a quella lezione.

La maestra provò a suggerirle di parlarne chiaramente alla mamma, di spiegarle il suo disagio.
L’incredibile risposta fu che lei lo sapeva già, ma che non faceva niente, ma niente niente per risolvere il problema. E questo la faceva disperare.
L’insegnante provò a farla ulteriormente ragionare. In fin dei conti quella era la sua mamma e le voleva certamente bene. Non voleva sicuramente farle del male.  Forse non sapeva lei stessa come comportarsi e non riusciva a fare meglio di così. Magari uno psicologo vorrebbe potuto essere utile.
A scuola non ce n’era forse uno a disposizione?

Un po’ piccata, la ragazzina rispose con una frase chiaramente fatta e già sentita mille volte da un adulto. Non era certo quello un problema per cui fosse necessario uno psicologo!

Sorpresa da tale veemente reazione la maestra replicò con calma  che non c’era nulla di male nel farsi aiutare da un esperto e che, già quando erano insieme, a scuola operava una psicologa che aveva ben sostenuto bambini, genitori e insegnanti, risolvendo o, almeno attenuando, molte difficoltà e incomprensioni.

Poi, glissando su quella proposta,  passò ad una strategia pratica che le consentisse di sbloccare quella situazione che si stava impantanando.
Così invitò Bianca a ragionare sul fatto che non c’era motivo nel bloccarsi nel suonare il suo strumento, quando in casa  c'era la mamma.

Infatti, per quanto riguardava la musica,  la vera esperta era lei.
Sua madre in quel campo ne sapeva certamente molto meno,  per non dire niente del tutto, per cui non era in grado di giudicare in alcun modo il suo operato. Quindi non c’era nulla di cui preoccuparsi.
Inoltre lei era bravissima  e di questo doveva prendere atto: se un importante Conservatorio Musicale aveva deciso di puntare su di lei, voleva dire che vedeva le sue grandi capacità e potenzialità. Non potevano esserci dubbi su questo.  Del resto non poteva certo rinunciare al suo sogno solo perché non riusciva a comunicare con la sua mamma.

Qualcosa cominciò a incrinarsi nel muro che la ragazzina si era costruita intorno. Poi qualcosa la fece ripiombare nella disperazione. Come avrebbe potuto fare ora ad eseguire tutti gli esercizi che avrebbe dovuto preparare in una settimana?
Allora, con voce decisa,  la maestra le fece notare che avevo già “sprecato” un’ora a discuterne. Ora doveva mettersi a fare rapidamente i compiti di francese e di matematica.  Per questa volta, doveva correre un po'… li avrebbe fatti meglio e avrebbe approfondito la prossima volta.
Appena fatto l’indispensabile, avrebbe dovuto affrontare gli esercizi musicali.  Poteva far finta che lì con lei ad ascoltarla ci fosse lei, la maestra, e non la mamma. Lei in verità sarebbe stata lì accanto con il pensiero.
Poteva registrare le esecuzioni finali e inviargliele per fargliele ascoltare. Insomma, non doveva permettere a niente e a nessuno di ostacolarla nel raggiungere i suoi obiettivi. Lei forza interiore ne aveva da vendere. Quindi non restava che darsi da fare.

La ragazzina smise di piangersi addosso e si disse pronta a seguire i suoi consigli.
Dopo un paio d’ore la maestra ricevette la registrazione di due esecuzioni.
Si sentì fiera di come la sua alunna aveva fatto tesoro dei suoi suggerimenti.
Qualche tempo dopo, Bianca le comunicò che poi in quell’occasione non era andata a lezione: una forte “influenza intestinale” l’aveva bloccata a letto per molti giorni con febbre alta e tanti disturbi.

La somatizzazione del dolore nell’animo di Bianca  fu evidente alla maestra, che continuò a riflettere su come l’uomo sia sì concretezza e materia, ma come sopra ogni cosa imperi lo spirito, che dà la forma e l’energia vitale.





🎼🎻 -  Come andrà a finire la storia di Bianca?

🎼🎻 -  C'è  qualcuno che vuole aiutarmi a scrivere un finale?

🎼🎻 -  Quali insegnamenti in campo educativo possiamo trarre da questo racconto?


7 commenti:

  1. La storia di Bianca, per poter finire, deve avere prima un movimento, un'azione risolutiva: la ragazzina è ferma, invischiata in una sottile ragnatela... Tanti ragni hanno contribuito a costruirgliela intorno e lei, forse, soltanto ora ne sta prendendo consapevolezza...
    Finali possibili? Bianca suona all'aperto, con un gruppo di musici di strada, finchè la madre, nascosta nella folla radunata intorno, la sente suonare ed anche se non capisce nulla di musica, coglie la vera natura di sua figlia e corre ad abbracciarla! Bianca è libera! Anche la madre, ora, è libera, perché ha finalmente conosciuto la persona più importante della sua vita!

    RispondiElimina
  2. Che bel senso di libertà si respira nel finale che tu hai scelto per concludere il racconto di Bianca!
    Anche l'idea di aprire l'azione in una delle tantissime strade del mondo arricchisce di significati ulteriori questo spunto educativo.
    Grazie, Ly, per aver giocato con me! Spero che ti sia piaciuto affrontare questo tema sulla panchina.

    RispondiElimina
  3. C'è ancora qualcuno che vuole aiutarci a scrivere degli altri finali alla storia di Bianca?
    Genitori, nonni, zii ed insegnanti cosa ne pensate? Coraggio!
    Aspetto con grande interesse il vostro parere.

    RispondiElimina
  4. ho letto tutto di un fiato e sono rimasta veramente estasiata, non certo per la storia ma per come é scritta. grazie VANINA

    RispondiElimina
  5. Questo dimostra quanto sia importante la scuola primaria. L'ho sempre sostenuto per esperienza personale. Un buon rapporto con l'insegnante, piano piano l' ha portata ad affrontare qualche problema e a credere più in se stesssa e facendosi ragazzina ha imparato a sentire meno la pressione della mamma. Visto poi che aveva un buon rapporto con la maestra, poteva averne anche con l'insegnante di musica visto che era bravissima in questa materia e ciò continuava a rassicurarla. Senza contare poi che la musica fa gruppo e socializzazione di conseguenza. E il fidanzatino possiamo considerarlo?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie, Claudia, per i tuoi dettagliati commenti su questa storia!
      Ne riparleremo. ♥️

      Elimina

Poetar m'è caro

Ricordi

Insieme

Ultimi Commenti

POST COMMENTATI

Blog Archive

DISCLAIMER

Ove non diversamente specificato, tutti i testi contenuti di questo blog sono di proprietà dell’autore e sono protetti da copyright. Le immagini di proprietà dell’autore sono esplicitamente indicate in quanto tali. Nessuna riproduzione, né integrale né parziale, e nessuna manipolazione sono consentite senza preventiva autorizzazione dell’autore. In particolare, sono assolutamente vietate le riproduzioni a scopo di lucro. L'Utente s'impegna a: 1.non utilizzare il Sito o il materiale in esso inserito per perseguire scopi illegali ovvero per divulgare o diffondere in qualsiasi modo materiale o contenuti preordinati alla commissione di attività illecita; 2.non utilizzare il Sito in modo da interrompere, danneggiare o rendere meno efficiente una parte o la totalità del Sito o in modo da danneggiare in qualche modo l'efficacia o la funzionalità del Sito; 3.non utilizzare il Sito per la trasmissione o il collocamento di virus o qualsiasi altro materiale diffamatorio, offensivo, osceno o minaccioso o che in qualche modo possa danneggiare o disturbare altri Utenti; 4.non utilizzare il Sito in modo da costituire una violazione dei diritti di persone fisiche o giuridiche o ditte (compresi, ad esempio, i diritti di copyright o riservatezza); 5.non utilizzare il Sito per trasmettere materiale a scopo pubblicitario e/o promozionale senza il permesso scritto di lapanchinadelcuore.it; Ogni violazione sarà segnalata agli organi di Polizia ed alle Magistrature competenti. Nel caso in cui l'Utente non accetti, in tutto o in parte, le suddette condizioni, è invitato ad uscire dal sito.