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: 8

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Buona lettura



Lucca Insieme - Un gatto nella magia di una fiaba

 




Un gatto

nella magia di una

fiaba


Chi non conosce la fiaba
"Il gatto con gli stivali" ?

Credo proprio
che chiunque stia leggendo
questa pagina
abbia sentito parlare di lui
almeno una volta.

Esistono
varie versioni di questa fiaba.
Quella più nota è forse la versione di
Perrault.

Ve ne propongo una breve
sintesi.


🐱

C'era una volta un mugnaio che, quando morì, lasciò il mulino al figlio maggiore, l'asino al secondogenito e il gatto al figlio più giovane. Quest'ultimo, disperato per la sua povertà, pensò addirittura di mangiarselo, ma scoprì che il gatto... parlava. Anzi il gatto si mise subito al suo servizio promettendo di fare la sua fortuna.
Si fece dare un sacco, un bel cappello piumato e un paio di stivali. 
Vestito di tutto punto, il gatto trasformò il sacco in una trappola, catturò un coniglio e lo portò in dono al re a nome del "Marchese di Carabas" che nessuno conosceva.
Andò avanti con questi doni per un bel po' di tempo finché non accadde che il re e la principessa si trovarono a viaggiare lungo il fiume. Il gatto, che aveva fatto entrare nudo il suo padrone nel fiume, spiegò al re che il Marchese di Carabas, derubato dai banditi, stava rischiando di annegare.
Il re offrì immediatamente il suo aiuto e poi lo ospitò in carrozza accanto a sua figlia. Facile dire che i due giovani si innamorarono, mentre riprendevano ad avanzare lungo la strada.
Il gatto, che aveva ordinato ai contadini di dire che le terre lì intorno appartenevano al Marchese di Carabas, li precedette, fermandosi al castello dell'orco, che di quelle terre era il vero proprietario, e lo sfidò nelle sue abilità magiche. Si spaventò moltissimo quando questi si trasformò in un ferocissimo leone, allora gli chiese se fosse in grado di trasformarsi anche in un piccolissimo topolino. L'orco tutto tronfio non se lo fece dire due volte... e il gatto se lo mangiò. 
Quando il re con tutto il seguito arrivò al castello, il gatto lo accolse con tutti gli onori a nome del suo padrone, il Marchese di Carabas.
Colpito da tanta ricchezza, il re concesse al giovane la mano di sua figlia.
Il gatto, da gran signore, continuò a cacciare i topi solo per divertimento.

La cosa
che mi colpisce maggiormente
nel racconto
sono i
comportamenti
delle figure che ruotano
intorno a questa fiaba.

Troviamo
il vecchio mugnaio, 
il figlio più giovane,
il gatto,
il re e l'orco.

Nel gioco
dei diversi punti di vista
sarebbe molto interessante
analizzare i
comportamenti
di questi protagonisti,
che ritroviamo, a ben pensarci,
uguali uguali
anche  tra gli uomini,

Allora
vi va di giocare
con me?
Come giudicate
le scelte e le strategie dei singoli
personaggi?

Aspetto i vostri commenti.
Chi comincia?


🐱

🐱
Certo che il mugnaio di questa fiaba  non si è comportato poi nel modo più corretto e intelligente  lasciando un gatto senza valore al figlio minore, giovane e senza possibilità economiche.  
La fortuna viene in soccorso del giovane facendo sì che il gatto sia un astuto animaletto che riesce ad ottenere la ricchezza e l'amore di una principessa per il suo proprietario.
Il primogenito, che in apparenza sembra il più fortunato perchè ha ricevuto in eredità dal padre  il mulino, si troverà con un mulino pieno di topi perchè il gatto é con il figlio più giovane e una fonte di guadagni inutilizzabile perchè l'asino che lo deve far funzionare è stato ereditato da suo fratello il quale con l'asino ricevuto ci può andare a spasso e farsi dei bei giri nell'immensa proprietà del Marchese di Carabas, che, essendo suo fratello, glielo consentirà....
Il figlio più giovane é quindi colui che dall'eredità del padre riesce ad ottenere, senza fare il minimo sforzo, il massimo della ricchezza e la gioia di un amore nato come conseguenza della furbizia di un gatto che ha rischiato di essere mangiato ed è sfuggito a questa fine mettendo in moto il cervello, l'unica cosa che funziona in questa fiaba.
Lauretta


🐱
Certamente i punti di vista possono essere molteplici ma la mia analisi è questa.
Il vecchio mugnaio ci ha visto lungo lasciando il gatto magico al figlio più piccolo al fine di dargli la possibilità di un futuro visto che, conoscendolo ben bene, sapeva di avere un figlio scansafatiche. In qualche modo poi doveva dividere il suo capitale fra i tre figli e se loro siano stati oculati mettendosi assieme per crearsi una vita economica vantaggiosa, non ci è dato sapere. Possiamo sperarlo, anche se spesso succede che gli eredi discutano per definire chi ha ottenuto di più e chi di meno, finendo per litigare e non guardarsi nemmeno più in faccia.
Il gatto, ben vestito tanto da apparire umano, si dimostra intelligente e pure scaltro, direi anche bravo perché si dà un gran da fare per assolvere al compito che il vecchio padrone gli ha assegnato prima di morire. Bugiardo comunque nei confronti del re. E qui le bugie non hanno le gambe corte.
L’orco grande e grosso, è convinto della sua forza dovuta ai suoi tanti beni al sole, ma è bastato un gatto per incastrarlo e togliergli tutte le proprietà. E qui mi sento di dire che capita spesso anche nella realtà. Infatti ci possiamo facilmente trovare davanti a gente che ci imbambola per così dire, attirandoci in un tranello con facilità anche se ci sembra che a noi non possa accadere perché convinti di saper tenere gli occhi ben aperti.
Il re, padre padrone, concede la mano della figlia che, pur essendosi innamorata, deve sottostare al suo consenso che comunque ottiene solo perché si tratta di un marchese ricco. Da qui emerge il valore che dà all’appartenenza a un certo rango sociale. In pratica c’è il denaro ma si dà anche valore all’apparenza.
Il giovane scansafatiche, anche se probabilmente innamorato perché la principessa si dice che sia bella, quindi non solo dei suoi soldi, è un grande approfittatore e mette insieme il patrimonio del re con il suo che ha ottenuto tramite il gatto furbacchione e quindi rubato. Si trova alla fine a fare una vita felice ed agiata e pure il suo gatto, che in fin dei conti può anche meritarsela se vogliamo essere opportunisti, venali e quant’altro.
Claudia


🐱
Nelle favole si dicono tante verità. Così troviamo tanti tanti furbi e genitori che non si comportano bene, in ugual modo, non dando la solita parte ai figli, che non riescono a capirsi e non si aiutano tra loro.
La favola è un po' riferita anche al tempo di oggi in cui le persone finiscono con il comportarsi male. Questi comportamenti servono per poter arrivare ad aver sempre di più e poter sopraffare le persone e mettere la gente sulla strada, ormai senza più niente.
Tutti questi personaggi hanno in comune la furbizia e l'astuzia, cosa che nella vita reale un po' servirebbe sempre. Il primo figlio con il mulino, non avendo l'asino, non poteva far niente. Al secondo, con l'asino, mancava il mulino. Il terzo, con un gatto, non poteva nemmeno mangiarselo se no rimaneva proprio senza niente.
Come si vede la favola non è male perché ognuno di loro, con furbizia e astuzia, è riuscito a cavarsela, anche mettendo di mezzo qualcuno lungo la strada,
Forse il padre avrà fatto bene a non lasciare a tutti la stessa parte?
Alba


🐱
Questa fiaba ci offre numerosi spunti interessanti di riflessione, perché i comportamenti dei protagonisti sono davvero molto insoliti. Se li guardiamo nel dettaglio, possiamo fare alcune facili considerazioni.
Il mugnaio non pensa che dividendo l'eredità come fa potrebbe finire con il distruggerla del tutto, perché un mulino senza asino non può macinare e un asino senza il mulino non può lavorare. Anche la presenza di un gatto aiuta a preservare il macinato dai topi.
Inoltre i tre fratelli potrebbero litigare per la disparità di trattamento e in questo caso per il mugnaio sarebbe un addio all'unità della sua famiglia. Questo comportamento non sarebbe comunque un buon esempio educativo per promuovere la crescita dei figli.
Penso che sia per questo motivo che molte aziende di famiglia, nella realtà, vengono lasciate in blocco ai figli e nel caso ci sia qualcuno non adatto nel gruppo, viene di solito liquidato per consentire la prosecuzione dell'attività.
Il gatto è certamente intelligente ed anche molto astuto. Tuttavia utilizza con troppa leggerezza la menzogna e si appropria di ciò che non è suo con troppa facilità. Il suo comportamento trova una mezza giustificazione nel fatto che riesce ad aiutare il giovane, anche se non gli dà un buon insegnamento di vita e nel fatto che libera tutto il territorio dalla presenza del terribile orco, che è un pericolo reale ed il cattivo della fiaba.
L'orco è troppo disattento e tronfio. Si lascia far fuori per eccessiva presunzione e fiducia nei suoi poteri. Si trae conforto dal fatto che è il cattivo della situazione e ce ne possiamo liberare.
Il suo comportamento in una persona reale non sarebbe un buon comportamento, anzi sarebbe molto pericoloso e preoccupante.
Il giovane è troppo credulone e si fida a priori, pensando di non avere niente da perdere o, forse, niente da dire. Non ha idee, né personalità e si lascia guidare senza riflettere su chi è il suo compagno di avventura e dove lo potrebbe portare. Per fortuna l'interesse del gatto coincide con il suo e l'avventura finisce bene, anzi benissimo.
Il ragazzo è anche fortunato, perché il lieto fine della fiaba fa sì che la principessa si innamori di lui e che il re approvi, né lui maltratterà la principessa una volta convolato a nozze.
Il re appare un po' ingenuo e poco lungimirante anche lui. Crede, sì, a quello che vede,  ma non verifica. Per fortuna il giovane, pur bugiardo ed ingannevole, con poche doti di intraprendenza e una chiara incapacità nella risoluzione di problemi, è in fondo di una buona pasta e non lo ucciderà per prendersi anche il suo regno.
Tuttavia per un regnante e per un padre è molto grave agire senza riflettere, fidandosi delle apparenze, perché le conseguenze potrebbero essere davvero devastanti.
Vanina


🐱
È una fiaba molto famosa questa del gatto con gli stivali, che ad una prima lettura sembrerebbe semplice, invece, se la si legge con attenzione, vediamo che i personaggi mostrano comportamenti non molto dissimili da noi umani.
Il mugnaio prende una decisione che, a primo avviso, riteniamo sbagliata in quanto i figli sono tre ed è più che giusto che i beni materiali del padre vengano divisi in parti uguali.
Chi ci dice che, conoscendo bene i suoi tre figli con difetti e pregi, la decisione non sia stata intenzionale?
Anche nella nostra vita reale si trovano situazioni simili, tanto che spesso le famiglie si sgretolano quando i genitori decidono di dividere il proprio patrimonio tra i figli.
In questo particolare caso potrei pensare che il vecchio mugnaio conoscesse così bene i suoi figli da poter pensare che la sua decisione fosse la più giusta, considerando che il più piccolo era uno scansafatiche, un fannullone, il secondo invece poteva essere un gran lavoratore e che il primogenito fosse dotato di capacità tali da poter portare avanti con profitto l'attività del molino. Nelle situazioni bisogna trovarcisi prima di giudicare.
Pensando al figlio più piccolo mi vengono alla mente molti giovani di oggi, abituati ad avere tutto e ad aspettare la manna dal cielo. Si prendono tutto ciò che vogliono spesso illegalmente senza pensare al dolore che lasciano dietro di sé. Non sanno assumersi le proprie responsabilità e finiscono male. Non sempre c'è un gatto che risolve tutto, ma ci sono molti genitori che agiscono come il gatto, spianando la strada ai propri figli, assecondando i loro capricci, trovando ogni espediente per risolvere ogni loro problema. E quando l'orco cattivo, ovvero i problemi più grandi, si presenta, ecco che viene messo in atto l'inganno per aggirare ogni ostacolo.
Quante volte si sente dire di persone che hanno ottenuto favori per i figli, a scapito della propria dignità e calpestando ogni valore pur di arrivare allo scopo...
E cosa dire del re? Abbagliato da tanta ricchezza chiude gli occhi e insieme la mente.
La principessa? È innamorata e, si sa, l'amore è cieco, annebbia il cervello e ci induce a vedere solo ciò che vogliamo, non la realtà delle cose.
Mariella


🐱
Leggendo la fiaba del gatto con gli stivali fin dall'inizio ho fatto una importante considerazione.
Il padre mugnaio per conto mio  non lascia una eredità equa fra i figli, perchè salta all'occhio il fatto che ci sono delle ingiustizie. Il mulino, il valore più grosso, va al primo genito , come spesso succede,  il secondo eredità l'asino che serve per girare le pale del mulino e infine al più piccolo lascia un gatto che serve a mangiare i topi per salvare la farina.
Pensandoci bene però è importantissimo che resti fra i tre fratelli una vera intesa, perchè uno senza l'altro non può fare niente.
Tante volte, invece, anche nelle famiglie moderne dopo aver letto un testamento dal notaio succede di tutto e di più. Ho saputo di un fatto dove dei fratelli  hanno discusso e litigato tanto perchè non andava bene la divisione dei beni lasciata dal padre, che poi col passare degli anni e parlando fra loro solo per mezzo di avvocati hanno fatto andare in malora i beni ereditati che andavano restaurati subito.
Giusto è il detto "Chi troppo vuole nulla prende".
Silvana 


🐱
In questa fiaba ci sono dei personaggi che mi interrogano profondamente e, riflettendo, balza subito agli occhi che il mugnaio alla fine ha diviso l'eredità fra i suoi tre figli ingiustamente. Meraviglia che non siano narrate le urla di rivendicazione dei tre ragazzi, perché non c'è possibilità di guadagnare senza che loro si mettano d'accordo, quindi l'eredità non è ricchezza ma divisione.
Forse uno spiraglio nella decisione del padre si accende se vediamo queste divisioni come un insegnamento di vita volto alla cooperazione. Un insegnamento postumo, perché penso che il  padre speri che i ragazzi mettano giudizio e si prestino a collaborare riuscendo a fare quella    coesione fra di loro che lui non è riuscito ad insegnare.
E' questa non comunione fra fratelli alla base di tutti i litigi del mondo, per arrivare poi alle guerre che sono sotto i nostri occhi, dove senza un accordo non c'è beneficio per nessuno e perdono per tutti.
In questa fiaba c'è la grande personalità del gatto che emerge improvvisa forse dalla paura di essere mangiato.
Mi chiedo perché non ha messo i suoi poteri magici al servizio dei tre fratelli per trovare facilmente l'armonia, ma temo che i poteri magici, altro non sono che la facilità di imbrogliare gli altri da parte di chi ha pochi scrupoli. E' per questo che il suo personaggio attrae e vorremmo i suoi poteri per mangiare tutti gli orchi cattivi e fare soldi.
Questo gatto è lungimirante, astuto, intrallazzatore e truffaldino, ma nonostante tutto le sue caratteristiche mi attraggono molto, vorrei essere un pochino come lui per alleggerire la mia vita. Il figlio minore che ha ricevuto il gatto aveva poca voglia di lavorare e per questo nella vita poteva emergere solo con gli intrallazzi. È un personaggio quasi inesistente che non riceve la mia simpatia. Non parla, non fa, non dice, è zero. Poi c'è un re che se le beve tutte come un coglione e accetta tutto quello che gli capita senza un discernimento, prendendo tutto per buono.
Altra figura negativa è la principessa che non ha personalità, emozioni, desideri; è quindi degna moglie per quel nullafacente del giovane marchese.
Viene quasi voglia di entrare nella fiaba e dirgliene quattro a tutti.
Rita



🐱 🐱 🐱











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