Pesce Guancione
🐟
Pesce Guancione nuotava lento lento nella vasca, ancora
nascosto dalle ninfee che vi crescevano a profusione.
Con quelle guance così importanti sembrava che sorridesse in
continuazione. In realtà in quel momento non sorrideva affatto, era soltanto
turbato e pensieroso.
Pesce Giallo gli aveva appena segnalato un pericolo che lui
non riusciva a vedere e non capiva. Infatti, a guardarsi bene intorno, in quel magico
giardino era tutto perfettamente calmo ed ogni cosa era meravigliosamente al
suo posto. Quindi da cosa avrebbe dovuto guardarsi?
Gico l'equilibrista, immobile ed enigmatico, aveva
individuato immediatamente il suo amico nella vasca, appena questi si era mosso dalla sua tana e adesso lo
osservava dal suo muro abituale.
Era quasi l'alba. Tra non molto le luci si
sarebbero spente e lui se ne sarebbe tornato a casa sua, nella fessura del muro, in tutta sicurezza. Niente di strano che Pesce Guancione si fosse messo in
movimento, invece, ma aveva l'impressione che qualcosa non andasse proprio per il verso
giusto.
Intanto non si lasciò sfuggire un paio di farfalline dei
gerani che imprudenti avevano cambiato strada e si erano avvicinate troppo a
lui… il quale, si sa, era un geco. Con un colpo di lingua laterale le catturò e se le mangiò,
una piccola scorta di cibo che gli sarebbe stata utile durante il suo riposo
diurno.
🐟
Un frullar d'ali e Nico comparve all'improvviso atterrando
proprio sul tratto di prato che separava il muro sul quale era Gico e la vasca
delle ninfee in cui Pesce Guancione aveva iniziato la sua giornata.
“Buongiorno, Gico! È già giorno… sei ancora qui? Ciao, Pesce
Guancione, buona giornata anche a te! Cosa stai facendo? Giochi a nascondino?”
ridacchiò Nico, mentre sollevava nel becco un lombrico lungo lungo che
giustamente si divincolava disperato.
Pesce Guancione non sembrò reagire, anzi si immobilizzò del
tutto. Sul bordo della vasca delle ninfee era comparso di soppiatto un gattone nero
sconosciuto in quel giardino. Ora, immobile come una statua, puntava minaccioso
qualcosa nell'acqua.
D'improvviso una poderosa zampata artigliata si abbatté tra
le ninfee.
Pesce Giallo si sentì morire e fece appena appena in tempo a sparire
sul fondo. E lì si fermò tutto stravolto e scompigliato, incredulo di essere riuscito
a salvarsi.
Che trambusto!
Il lombrico scivolò dal becco di Nico e sparì immediatamente
tra l'erba. Nico prese il volo e si infilò nel folto di un albero.
Gico, impassibile,
rimase invece a studiare l’insolita situazione. Si sentiva protetto dalla sua
corazza e comunque, se quel gattone si fosse avvicinato, in un attimo si sarebbe infilato
a casa sua.
🐟
Immobilità assoluta ora nel giardino di Dodo.
In quel magico mondo il tempo sembrava essersi del tutto
fermato. Persino l'alba esitava ad avanzare.
Sembrava trascorsa un'eternità, invece era forse passato un solo minuto.
Infatti il gattone si ricompose immediatamente nella sua posa ieratica.
Poi si guardò intorno, scrutò di nuovo tra le ninfee, ma niente più di
interessante si muoveva in superficie.
Allora si decise e si mise in piedi con eleganza. Un breve attimo e si allontanò senza
fretta. Se ne andò per la sua strada tutto dinoccolato, attraversando le sbarre del cancello che separava il fantastico mondo di Dodo dalla strada.
“Pesce Giallo, dove sei? Avevi ragione… un pericolo era in
agguato davvero!”.
Pesce Guancione adesso, tutto sorridente, era in bella vista tra un fiore di
ninfea e una foglia. Le sue guance traboccavano di allegria. Muoveva molto la pinna caudale, ma stranamente restava sempre lì, solo apparentemente in movimento, ad attendere il suo amico del cuore.
“E tu non volevi credermi…” quasi gli gridò Pesce Giallo ricomparso all'improvviso.
Il poverino era risalito in superficie, ma era ancora visibilmente molto scosso.
“Io non volevo crederti… hai ragione, ma tu che avevi le tue
certezze, perché hai rischiato di finire nella sua zampaccia?” lo apostrofò Pesce Guancione con una certa veemenza.
Pesce Giallo lo guardò sorpreso. In effetti non ci aveva pensato. Perché era rimasto lì in superficie a guardare e non si era cautelato nemmeno un po', magari nascondendosi dietro una foglia o un fiore?
Capì subito che in fondo non era difficile darsi una risposta. Era accaduto semplicemente che aveva provato una tale curiosità di conoscere quell'ospite insolito che girava sul bordo della vasca, che aveva dimenticato di essere prudente. Senza rifletterci, aveva messo a tacere l'istinto che lo aveva fatto gridare inizialmente al pericolo, ma era pur vero che lui non era abituato alla paura, perché la vita in quel magico giardino non conosceva tensioni e pericoli.
"Pesce Guancione, lo sai? Non ci avevo ancora pensato. Non ne ho avuto il tempo, ma è presto detto: mi sono completamente dimenticato del pericolo, perché ero troppo curioso di vedere cosa avrebbe fatto quel... quel... quell'essere, che gironzolava intorno alla nostra vasca... Aiutooo! Ho corso proprio un bel rischio... e mi sono tanto spaventato. Ancora mi batte forte il cuore."
Pesce Guancione rimase in silenzio, sorpreso da una tale risposta.
"È che siamo tutti troppo giovani. Siamo nati da poco e dobbiamo ancora imparare a badare al meglio a noi stessi." mormorò quasi a se tesso Nico che era ricomparso sul bordo della vasca "La mia mamma me lo dice in continuazione di stare con gli occhi bene aperti e di non lasciarmi prendere dalla curiosità irriflessiva. Mi racconta che è bellissimo essere curiosi del mondo, ma che per sopravvivere si deve valutare e scegliere ogni volta la via meno rischiosa.".
Pesce Guancione e Pesce Giallo riflettevano in silenzio. Guardavano Nico con rispetto e interesse. Lui aveva qualche esperienza in più e ora stava aprendo loro una visione più ampia della vita. Avrebbero provato a ricordarsene.
Il sole era ormai alto nel cielo.
Gico si era ritirato al fresco e al buio di casa sua.
Per tutti gli abitanti del magico Giardino di Dodo, la giornata aveva ripreso a scorrere lenta e ricca come sempre.
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