T e s t i m o n i a n z e
Che bello
quando le cose nascono così
spontanee!
Questo racconto,
che sa tanto di testimonianza,
mi è arrivato così
semplicemente.
Ve lo propongo
con l'intento di suscitare
un ulteriore interessante
dibattito.
Fiumi di parole
Cosa ci posso fare? Ho sempre trovato la televisione banale, per cui non l'accendo neppure. Ho sempre trovato le chiacchiere faticose se prive di sapienza. Ho sempre trovato la compagnia con me stessa più piacevole soprattutto quando l'animo è lieto e sereno.
Mi sembrava di essere strana ad allontanarmi dal mucchio di parole che mi aleggiavano intorno e mi schiacciavano e in effetti strana io non solo lo sembravo, ma lo ero per davvero. Mi sentivo pesante.
Ma che fare quando non sai che fare? Poi finalmente un giorno ho trovato una panchina su cui era appoggiato un foglio di carta e una penna. Che strana questa cosa, molto strana. Il foglio è bianco e sembra attendere che dalla penna esca un fiume di parole. Mi siedo e prendo la penna in mano. E come per magia la penna inizia a danzare sul foglio libera, senza ripensamenti o remore varie.
Mi sento sempre più forte, sempre più potente.
I pensieri non tentennano indecisi nella mente, scendono come fiumi, anzi no. Scendono gorgogliando come ruscelli di montagna e si insinuano allegramente nei misteriosi anfratti su cui sostavano lievi e poi ridendo corrono lontano dallo sguardo per altri anfratti, altri gorgoglii altri salti. Ho scoperto in seguito che quello era il luogo dove alcune leggiadre “Signore” provavano con successo a dare aria ai pensieri lieti che si erano impigriti e attendevano di danzare liberi.
Che libertà era mai quella? Sentivi l'energia fluire dal polso fino alla punta delle dita, prima incerta, poi via via sempre più allegra e prepotente.
Ed ecco che un ricordo dell'infanzia schizza via nel foglio quasi avesse vita propria, una riappacificazione tanto desiderata prende la veste del ricordo profumato e lieto che si attarda a far bello il pensiero.
Quando poi l'amicizia sostiene il gorgogliare delle parole e il tempo scorre lieto fra i pensieri, ecco allora che nascono sinfonie inaspettate. Che grande giorno fu quando il mio cuore si intrattenne con una penna e con le “Signore della panchina”. Le signore fecero presto a divenire amiche e la penna non sa quasi dire quale grande gioia sia stata l'aver provato l'ebrezza della completa comunione con un cuore desideroso di raccontarsi.
Rita
Grazie, Rita.
Che belle parole!
🎯
Questa testimonianza
mi rende davvero orgogliosa
della mia panchina!
Claudia
🎯
Sapete bene quanto io ami fare delle belle passeggiate intorno alla mia casa, non mi allontano molto per la semplice paura naturale di noi attempate signore, ovvero quella di doversi sentire male, un mancamento, un problema magari anche serio, e allora muovo i passi intorno alla mia casa e sono passi rigeneranti perché ho la fortuna di vivere nella prossimità di un’aperta campagna, un vasto prato e un bosco di pioppi confinano con il mio giardino e cosa posso volere di più… una camminata nel verde tra erbe aromatiche che esalano il loro profumo al mio passaggio e fiori spontanei dalla più variegate colorazioni. Ma tutte queste cose già le sapete, quello che invece volevo dirvi è che in questa mia passeggiata solitaria, alcuni giorni or sono, il destino, o se non altro il bel tempo, mi ha fatto incontrare una signora che come me stava tranquillamente passeggiando.
Non l’avevo mai vista, ma del resto non si può conoscere tutti e poi oggi giorno quante vite passano e cambiano nelle case, non ci tratteniamo più come una volta, la gente ha bisogno sempre di cambiare e spesso il cambiamento non è voluto ma dovuto da imprevisti sia lavorativi che sociali.
Ebbene questa signora nel nostro causale avvicinarsi, lei andava nella direzione opposta alla mia, cortesemente mi accenna un sorriso e io sapete come sono, non indugio e anzi le
dico: “Buongiorno” e faccio per proseguire la mia camminata al che la sconosciuta si rivolge a me chiedendomi: “Mi scusi, saprebbe indicarmi l’abitazione della signora Maria M. Abita da queste parti ma non riesco a trovarla”.
Rispondo subito, anche perché chi è che non conosce Maria, una divertentissima signorina ottantenne che vive d’arte e fantasia, che ha sempre un motivo per farti sorridere e una canzone da dedicarti, perché canta ancora bene e ha pure tanto fiato, all’inverso di me.
Non sto a dilungarmi sul dialogo che ne è sorto, una frase, un sorriso, un accenno e il discorso si fa interessante fintanto che
vengo a scoprire che la signora in questione sta andando a cercare Maria in quanto le avevano appunto riferito fosse anche un’amante scrittrice e la voleva inserire in un suo gruppo d’amiche che spesso si ritrovavano proprio per parlare di scrittura. Insomma un gruppo dove potersi ritrovare, scambiare opinioni e pensieri e perché no metterli su foglio bianco e farli diventare sogni scritti, un vero e proprio momento di riposo, una “Panchina” dove deporre non solo il proprio corpo stanco ma anche il vivo e gioviale dei propri pensieri.
Ed eccomi qui, ad oggi, che anche io mi ritrovo a far parte di quella “Panchina”, non è eccitante? Nuove amiche, nuove persone, nuove “chiacchiere” e stavolta non si scherza, questo mio diario potrebbe diventare anche parte di un libro! Sto divagando e sognando insieme, ma comunque nuove amiche sono e presto le inviterò come mio consueto a prendere un te insieme. Se volete venire anche voi, lo sapete non avete che avvisarmi. C’è posto per tutti in veranda… ora ho anche una "Panchina"!
Zia Molly
È strano come la vita ti riservi delle sorprese. Conosco Alba da una decina di anni, perché come me, frequenta un gruppo molto vasto di lettrici di un settimanale, un gruppo chiuso di fb le cui componenti, tutte rigorosamente donne, organizzano ogni tanto incontri in varie città italiane. Ci conoscemmo proprio in occasione di un incontro a Chiavari e da quel momento cominciammo a sentirci e a frequentarci. Non erano anni facili per ambedue, ma ogni tanto ci davamo appuntamento su una panchina delle Mura e, dopo aver parcheggiato le nostre bici, chiacchieravamo del più e del meno. Ricordo che Alba mi parlava spesso con gioia della sua amica Maria Maddalena che le aveva fatto conoscere un gruppo di signore che allora si ritrovava una volta a settimana in città.
Spesso mi aveva invitato ad unirmi a loro, ma era nato da poco il mio nipotino ed ero nonna quasi a tempo pieno! Però i racconti di Alba mi incuriosivano e, quando mi mandò il link de "La Panchina", mi piacque e decisi di partecipare ad un incontro. Allora gli appuntamenti erano di mercoledì e in estate le signore si trovavano alla casermetta davanti alla Casa del Boia, dove erano solite chiacchierare sorseggiando una bibita e fare alcune attività. Quel pomeriggio Alba mi introdusse nel gruppo e conobbi così Maria Maddalena, Maria Antonietta, Lauretta, Piera e Silvana. Fu un incontro piacevole, interrotto un po' bruscamente da un improvviso temporale estivo. Poi ci fu di mezzo l'estate e vari impegni che mi impedirono di partecipare ad altre riunioni. Non so se furono solo gli impegni o se invece fu la difficoltà ad uscire dai miei schemi ormai consolidati a farmi desistere dal frequentare gli incontri che erano tornati nella sede abituale. Insomma continuai a parlarne con Alba, che nel frattempo era sempre più entusiasta anche perché stava scrivendo insieme alle altre un libro, il primo libro de "La Panchina"!
Intanto però leggevo il blog di Vanina, che Alba mi presentò una domenica mattina.
Passarono ancora i mesi ed arrivó il covid a stravolgere i piani di tutti. Fu così che "La Panchina" approdò sul web! Cominciai a partecipare a qualche incontro e imparai a conoscere meglio le signore che si sedevano costantemente insieme, ma ancora la mia presenza era saltuaria. Devo ammettere che talvolta le mie erano scuse.
Con il tempo ho capito i miei timori. Intanto entravo in un gruppo ormai coeso, dove ognuno aveva trovato il suo ruolo, si era inserito con semplicità, riusciva ad esprimere con le parole i propri vissuti, sapeva ascoltare e farsi ascoltare.
Non era facile per me, che da sempre sono molto riservata ed anche un po' solitaria, mettermi "in mostra" ed era quindi più facile leggere i resoconti degli incontri sul blog e produrre i miei pensieri.
Poi è arrivato il libro "Il Gorgo", a cui non ho partecipato e forse è stato qui che qualcosa è cambiato dentro di me. Essere partecipe di una storia, intessere pensieri ed azioni, mettere in moto la creatività, confrontare pensieri e idee con il gruppo... ecco, leggendo "Il Gorgo", ho capito che "La Panchina" regalava tutto ciò!
È arrivata poi "La stanza della civetta" e qui, ancora saltuariamente, mi sono introdotta nel gruppo che nel frattempo si era arricchito con il contributo di altre signore.
Ad oggi partecipo con una certa assiduità perché mi fa bene il confronto con ciascuna di noi. Ogni signora, ciascuna con le proprie peculiarità, dà alla nostra Panchina un tocco singolare, uno stile personale, un modo caratteristico di esprimersi... tutto ciò ci arricchisce, ci dona ogni giorno quel valore in più che ci permette di essere più serene.
E cosa dire di quei giorni in cui facciamo i conti con noi stesse scendendo nelle profondità oscure del nostro animo?
Una seduta di psicoterapia non sarebbe certamente più efficace !
Ed allora grazie dal profondo del cuore alla nostra Panchina e a colei che per prima le ha dato vita!
Spesso mi aveva invitato ad unirmi a loro, ma era nato da poco il mio nipotino ed ero nonna quasi a tempo pieno! Però i racconti di Alba mi incuriosivano e, quando mi mandò il link de "La Panchina", mi piacque e decisi di partecipare ad un incontro. Allora gli appuntamenti erano di mercoledì e in estate le signore si trovavano alla casermetta davanti alla Casa del Boia, dove erano solite chiacchierare sorseggiando una bibita e fare alcune attività. Quel pomeriggio Alba mi introdusse nel gruppo e conobbi così Maria Maddalena, Maria Antonietta, Lauretta, Piera e Silvana. Fu un incontro piacevole, interrotto un po' bruscamente da un improvviso temporale estivo. Poi ci fu di mezzo l'estate e vari impegni che mi impedirono di partecipare ad altre riunioni. Non so se furono solo gli impegni o se invece fu la difficoltà ad uscire dai miei schemi ormai consolidati a farmi desistere dal frequentare gli incontri che erano tornati nella sede abituale. Insomma continuai a parlarne con Alba, che nel frattempo era sempre più entusiasta anche perché stava scrivendo insieme alle altre un libro, il primo libro de "La Panchina"!
Intanto però leggevo il blog di Vanina, che Alba mi presentò una domenica mattina.
Passarono ancora i mesi ed arrivó il covid a stravolgere i piani di tutti. Fu così che "La Panchina" approdò sul web! Cominciai a partecipare a qualche incontro e imparai a conoscere meglio le signore che si sedevano costantemente insieme, ma ancora la mia presenza era saltuaria. Devo ammettere che talvolta le mie erano scuse.
Con il tempo ho capito i miei timori. Intanto entravo in un gruppo ormai coeso, dove ognuno aveva trovato il suo ruolo, si era inserito con semplicità, riusciva ad esprimere con le parole i propri vissuti, sapeva ascoltare e farsi ascoltare.
Non era facile per me, che da sempre sono molto riservata ed anche un po' solitaria, mettermi "in mostra" ed era quindi più facile leggere i resoconti degli incontri sul blog e produrre i miei pensieri.
Poi è arrivato il libro "Il Gorgo", a cui non ho partecipato e forse è stato qui che qualcosa è cambiato dentro di me. Essere partecipe di una storia, intessere pensieri ed azioni, mettere in moto la creatività, confrontare pensieri e idee con il gruppo... ecco, leggendo "Il Gorgo", ho capito che "La Panchina" regalava tutto ciò!
È arrivata poi "La stanza della civetta" e qui, ancora saltuariamente, mi sono introdotta nel gruppo che nel frattempo si era arricchito con il contributo di altre signore.
Ad oggi partecipo con una certa assiduità perché mi fa bene il confronto con ciascuna di noi. Ogni signora, ciascuna con le proprie peculiarità, dà alla nostra Panchina un tocco singolare, uno stile personale, un modo caratteristico di esprimersi... tutto ciò ci arricchisce, ci dona ogni giorno quel valore in più che ci permette di essere più serene.
E cosa dire di quei giorni in cui facciamo i conti con noi stesse scendendo nelle profondità oscure del nostro animo?
Una seduta di psicoterapia non sarebbe certamente più efficace !
Ed allora grazie dal profondo del cuore alla nostra Panchina e a colei che per prima le ha dato vita!
Mariella
🎯
E io carissima Panchina sono orgogliosa di sedermi e partecipare come meglio riesco a fare. Certo che i miei complimenti a Rita sono inevitabili perché di fronte a tali espressioni non mi sentirei all'altezza de La Panchina se non mi congratulassi! È stato un gran piacere leggerti cara Rita.
RispondiEliminaSiete tutti meravigliosi! Sulla nostra panchina tutto si trasforma ed l'atmosfera è davvero gratificante.
EliminaGrazie.
Grazie a te, caro Roberto! È stato bello conoscerti ed importante per noi averti nel nostro cerchio magico.
RispondiEliminaMariella, adoro il tuo modo di esprimerti. Sia scritto che verbale.
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