I teneri veli di sposa
distesi ai suoi piedi,
ancora soffusa
di luce sublime,
si mostra al compagno
con tenera semplicità.
Non vergogna,
né posa,
né ipocrisia
muovono ora
i gesti più dolci
che la sua dignità
suggerisce all’amore.
E l’aria si riempie
di arcani
melodici
suoni,
di luci guizzanti
che scintillano al buio,
di una calda spirale
che ogni cosa allontana,
mentre tutto coinvolge.
Quale fanciulla
nel suo letto di donna,
il tiglio rimira
sornione
i suoi mille
fiorellini di seta,
solo appena velati d’avorio,
da poco scivolati
a coprire la terra.
Ora, in ogni suo piccolo atomo,
è tutto un lieto formicolio
di energie.
Fra poco
il nuovo seme
vitale
scenderà,
ancora una volta,
a continuare
il labirinto tortuoso
della vita.
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