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Buona lettura



Lucca Insieme - La ragazza dai capelli neri

 






La ragazza dai capelli neri
 ... storia nata in un giorno di pioggia


La ragazza dai capelli neri non piaceva alla gente del villaggio perché andava sempre in giro per le strette stradine a piedi scalzi, parlava troppo velocemente e sembrava tenesse un dialogo segreto con gli animali del boschetto al limitare del paese. 
L'avevano soprannominata la "Merla".
"Hai visto la Merla oggi?" chiedeva la bottegaia alla cliente grassa che stava comprando una pagnotta appena sfornata "Ma dove corre con i capelli al vento e la sottana sdrucita?".

Si, la ragazza era molto povera.
Viveva tutta sola in una piccola casa di mattoni rossi alla fine della strada, verso il viottolo alberato che conduceva alla collina. Al limite della strada esisteva uno stagno dove lei andava a rispecchiarsi. Non voleva vedersi bene perché non si piaceva... era talmente nera! 
La gente che incontrava la trattava male per via che parlava da sola e non era capita.

La Merla era solita alzarsi alle prime luci dell'alba, spalancava le imposte e respirava a pieni polmoni l'aria fresca del mattino , ma... le usciva spesso, guardando fuori verso il verde, un sospiro lungo e penoso.
Cosa ci poteva fare? Il suo aspetto esteriore non corrispondeva affatto a come lei sapeva di essere dentro... amorevole, sensibile, piena di colori, che la facevano volare lontano da lì.

Quella mattina, malgrado la pioggia e il grigio tutto intorno, sentiva una grande urgenza di fare qualcosa.
Lo stagno... tutti pensavano che andasse allo stagno per vedere riflessa la sua figura confusa. No, non era così. 
Si girò dalla parte opposta e andò verso gli alberi che voleva raggiungere al più presto.
Era stato così che la ragazza, che veniva chiamata la Merla, non avendo amicizie, aveva incominciato ad andare nel bosco a parlare con gli animali. Almeno loro l’ascoltavano. 

Una grigia mattina, strada facendo, mentre raggiungeva nuovamente i suoi amici per scambiare qualche verso con loro, magari ascoltare il confortante cinguettio delle cinciallegre, sentì invece uno strano triste lamentarsi: era il grande freddo. 
La Merla si accorse che aveva ripreso anche a nevicare e in mezzo alla neve vide zampettare un gruppo di teneri uccellini, intirizziti sui loro piccoli piedini. 
Fu un colpo al cuore. Decise che avrebbe dovuto fare qualcosa. Pensò che se l'avesse voluto davvero ci sarebbe riuscita. Si concentrò e decise. Per tre giorni, come in una magia, si sarebbe trasformata anche lei in una grande merla, per poterli mettere sotto le sue ali e riscardarli, aspettando che facesse caldo di nuovo.

Da quel giorno la ragazza dai capelli neri scomparve dal villaggio. Aveva scelto di vivere un'altra vita più gratificante, quella di una grande mamma, dedita costantemente a proteggere i piccoli.

Sarà forse per questo che ancora oggi il merlo ha il becco giallo come il sole? E proprio per questo, invece, la merla non è ancora riuscita a farlo abbronzare, stando sempre nel nido a proteggere i suoi piccoli?

Adesso la Merla si sentiva proprio bene. Massì, era bellissima anche in quel modo! Come poteva non essersi resa conto prima che quella voglia gialla accesa sulla sua bocca la rendeva unica e indimenticabile?

Decise di andare nel vicino bosco per raccogliere più legna possibile per fare una grande casa tutta di legno, appunto, affinché gli uccellini potessero trovarvi un riparo tutti insieme. Sì, tutti insieme, per poter portare loro le briciole di pane che prendeva dal bidoncino degli avanzi del forno.
E poi sarebbe stato bellissimo sentire la musica del cinguettio di affetto al suo arrivo!

Tutto il giorno aveva lavorato senza sosta, ma ora la casina di legno era teminata. Sì, i suoi amici del bosco avrebbero trovato riparo in caso di bisogno.
Adesso, prima di ritornare, sarebbe passata allo stagno per rinfrescarsi un po'. 
Camminò in fretta, perchè il sole stava tramontando e doveva rincasare.
Raggiunto il posto fu subito sorpresa da una figura di ragazza che l'acqua le rimandava, una giovane bellissima con il volto incorniciato da lunghi capelli neri, vestita con un bellissimo abito. 
Si guardò intorno ma era sola. Non riusciva a capire chi fosse quella misteriosa ragazza che vedeva riflessa... no, no, non poteva essere lei.
Con la punta delle dita toccò il vestito e lo senti setoso e liscio, si guardò i piedi, ma quelli erano rimasti nudi, come piaceva a lei.  

Si affrettò nel ritorno correndo a più non posso e quando fu arrivata alzò gli occhi e ammutolì dalla meraviglia: dinanzi a lei, al posto della sua modesta casa vi era una graziosissima villetta nel mezzo di un prato fiorito di mille colori. 
"Bentornata, bentornata!" le cinguettarono tutti insieme i passerotti.

Allora la Merla guardò il calendario appeso vicino alla finestra e notò che erano passati ben tre giorni, non una sola manciata di ore, da quando si era allontanata.
Si mise a correre per le strade del paese annunciando a tutti,  con voce argentina che la Primavera, quell'anno, sarebbe stata veramente meravigliosa.








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