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Buona lettura



Racconto - Spaiati

 


 

S p a i a t i


📌

"Allora è inutile dire che mi aspetto a breve i dettagli scovati con i primi rilevamenti, siamo intesi?".
Il commissario Proietti aveva appena finito di dare ordini all'équipe che doveva procedere alla raccolta dei dati di routine per l'indagine. Si allontanò in fretta dal teatro delle operazioni, gettò guanti e sovrascarpe nel contenitore già predisposto e si tolse la mascherina, che gli era finita di traverso.

Un altro omicidio... e questo era un omicidio davvero strano. C'era qualcosa che proprio non lo convinceva.
L'uomo ucciso, sui trentacinque o quarant'anni, era già stato identificato. Era uno scrittore, forse con sogni di gloria, che faticava a realizzarsi. Infatti nella stanza di quell'alberghetto tutto parlava di questo, il computer acceso, una stampante collegata, più risme di carta aperte.
C'erano, però, anche tanti fogli accartocciati gettati violentemente in ogni dove, anche se, cosa ancora più strana, dentro un cassetto avevano rinvenuto un bel quantitativo di pagine numerate e in ordine, forse un libro, comunque qualcosa di già concluso. Pensò che un'accurata lettura di quel fascicolo prometteva di poter fornire qualche dettaglio interessante da cui partire.
 
Era stato difficile scoprire quel cassetto ed avevano dovuto utilizzare un'attrezzatura speciale per aprirlo, visto che non c'era un punto segnato in cui infilare un'eventuale chiave, né una maniglia da tirare. Per fortuna il suo secondo, con la sua ostinazione proverbiale, aveva continuato a bussare ben bene tutti gli angoli di quella scrivania finché non aveva sentito il suono sordo di quel vuoto nascosto. 
Potevano essere quegli scritti la causa di quel delitto? Se così fosse stato l'autore o l'autrice non l'aveva certo trovato, quindi era possibile che ci avrebbe in qualche modo riprovato. Bisognava prestare molta attenzione ad ogni movimento intorno a quel luogo.

Sui fogli appallottolati, gettati via alla rinfusa, aveva più volte letto qua e là messaggi sconcertanti: "Mi vendicherò!", "Vedrai se mi vendicherò!", scritte sottolineate più e più volte con forza fino a tagliare la carta. 
Eh, sì, i fogli non erano stati scritti al computer e stampati, ma erano stati vergati a mano con inchiostro rosso. Esprimevano una negatività agghiacciante, una rabbia e un'aggressività inaudite.

Rosso... rosso.  Quella parola gli continuava a ronzare in testa, chissà perché.
All'improvviso un'idea colpì il commissario mentre metteva in moto la macchina: Rossa... Già, quella scarpa rossa, che sembrava essere stata posta lì ad arte dopo l'uccisione dello scrittore. Si trattava di un sandalo rosso con tacco alto almeno dieci o dodici centimetri, di buona qualità. Strideva con la modestia di quel luogo e con l'altro sandalo, che gli era stato messo accanto, chiaramente per simboleggiare qualcosa... 
Sì, era quella la chiave di volta di quell'omicidio. Il commissario ne era abbastanza sicuro.

L'uomo era stato ucciso con un'iniezione alla base del collo. Da come avevano ricostruito i fatti, l'assassino - o l'assassina - doveva essere sopraggiunto alle spalle e non aveva dato all'uomo nemmeno un secondo per reagire. 
Doveva trattarsi di una sostanza potentissima quella contenuta in quella siringa, per aver raggiunto quel risultato con tale immediatezza. Le analisi avrebbero chiarito di cosa si trattasse. Era evidente comunque che aveva consentito un delitto rapido e pulito... Neppure una macchia di sangue era stata versata,  se non un grumo rosso alla base della siringa che era rimasta infilzata nel collo... 
Basta! Si doveva concentrare su quelle scarpe da donna spaiate... quale poteva essere il loro significato? 

Il commissario Proietti si lasciò sfuggire un involontario sospiro, mentre prudentemente prendeva a rallentare l'andatura, avendo scorto un autovelox in lontananza. Rifletteva sul fatto che spesso in situazioni come questa era necessario fare un grande lavoro propedeutico per individuare un qualche indizio. In questo caso invece indizi ce n'erano fin troppi... tutti più o meno incompresibili per il momento, alcuni forse messi lì addirittura per depistare. 
I sandali spaiati... be' in una parola si diceva già tutto. Come erano finiti lì quei sandali in realtà? È lì che ritornava ossessivamente il suo pensiero. Si poteva anche pensare che lo scrittore li avesse reperiti da qualche parte e li avesse sistemati lui stesso davanti a sé mentre scriveva al computer. Ma di che cosa scriveva? Realtà o fantasia? Li aveva forse sottratti all'assassino o, meglio, all'assassina? Il comissario cominciava a realizzare che,  a pensarci bene, le modalità dell'assassinio si attagliavano sempre meglio alla responsabilità di un profilo femminile... 





📌

Erano passati alcuni giorni da quando era accaduto il fatto. La stampa aveva cominciato come al solito a gonfiare la notizia percorrendo strade investigative anche molto alternative e fantasiose. 
La stanza nell'alberghetto era stata opportunamente sigillata dopo che la scientifica aveva raccolto tutte le informazioni di rito, seguendo i protocolli previsti. Essendo accaduto il fatto di venerdi, l'autopsia era stata programmata per l'inizio della settimana successiva. I reperti erano stati inviati regolarmente ai laboratori di analisi per tutti gli approfondimenti del caso.
Lo scrittore, tale Peter Brown, inglese, non aveva riferimenti ufficiali in Italia dove era arrivato un mese prima a Roma, non era sposato, non era fidanzato. Si era appurato che se ne stava tutto il giorno in camera a scrivere, di solito anche di notte. Usciva per acquistare del cibo, esclusivamente nei supermercati. Era stato notato due o tre volte sempre di notte mentre girava furtivo in Via Bissolati nei pressi della Stazione Termini.

Quel giorno, come tutte le mattine il commissario Proietti e il suo secondo avevano raggiunto la sala riunioni per fare il punto della situazione con tutta la squadra che lavorava al caso. Dall'ambasciata inglese cominciavano ad arrivare troppe pressioni perché si facesse chiarezza su quanto realmente accaduto, ma le indagini procedevano a rilento. Sembrava che tutto remasse contro di loro. Perfino la ricerca della famiglia di provenienza si era arenata, nemmeno l'ambasciata era riuscita ad approfondire la ricerca.
"Commissario, forse abbiamo trovato un aggancio per proseguire... ma prima di iniziare segnalo che l'Ispettore Di Giacomo è passato al solito bar...". L'informativa arrivava dal vice commissario notoriamente sempre pronto alla bisogna.
"Quindi? Dove sono?" chiese immediatamente interessato il commissario guardandosi intorno. 
Magia! Proprio in quel momento l'agente Rocco entrava con un bricco fumante di caffè ed un vassoio pieno fino all'inverosimile di maritozzi con la panna.




📌

Finalmente, a questo punto dell'indagine, un gruppo di tre agenti aveva preso a leggere il testo rinvenuto nel cassetto segreto della scrivania della vittima, con l'intento di individuare qualche spunto per procedere alla caratterizzazione dell'assassino, un lavoro lungo e di grande attenzione.
Si scoprì che si trattava di una strana storia che aveva come protagonista un vecchio libraio di Roma. Apparentemente niente di sorprendente. Costui viveva tra i suoi libri, non lontano dalle sponde del Tevere, spendendo il suo tempo tra Via della Scrofa in cui era la sua libreria e Lungotevere dei Mellini dove aveva la sua abitazione. Quella del vecchio libraio sembrava essere semplicemente una vita solitaria e niente di più. 
Piuttosto scoraggiati i tre agenti stavano per stendere un malinconico rapporto, quando la loro attenzione fu richiamata da una nota a margine a pagina 78: "Red Lindàsa Editor".
L'agente Porro Riccardo rimase folgorato da un'intuizione improvvisa: quella casa editrice... sì, sentiva che quella casa editrice era la chiave di volta per comprendere quel difficile rebus che dovevano risolvere. Non avrebbe saputo dire in che modo, finché d'un tratto il velo che lo obnubilava si squarciò.
Guarda, guarda... Lindàsa... Lindàsa... Lindàsa... ma sìiì! altro non era che l'anagramma di Sandali... Red Sandali, cioè Sandali Rossi!
Iniziarono immediatamente le ricerche per verificare se esisteva da qualche parte una casa editrice rispondente a quel nome. Niente da fare. Ce n'erano parecchie che comprendevano nella loro ragione sociale la parola "Red", ma di "Lindàsa" nemmeno l'ombra.
Allora? Eppure non poteva essere solo una suggestione. A questo punto i tre agenti si guardarono scoraggiati, ma non si dettero per vinti.
Tornarono a sfogliare quel testo laddove era indicata la nota... la osservarono a lungo e rilessero il capitolo che la conteneva. In quel punto si parlava di una scoperta che aveva fatto un giorno il vecchio libraio e cioè che,  qualche tempo prima, una bella ragazza era stata uccisa brutalmente in Piazza Cavour, in una piccolo giardino sul lato destro del Palazzaccio.  L'assassino non era stato mai trovato.
L'agente Porro Riccardo quel giorno doveva essere particolarmente ispirato. Sentì che avrebbero dovuto concentrarsi sulle parole "Red Lindàsa"... La parola "Editor" poteva essere stata aggiunta come depistaggio oppure era stata utilizzata al posto di un'altra per mascherare qualcosa che era meglio non pubblicizzare troppo... magari nascondeva la parola "Author"... già autore, cioè "Scarpe Rosse Autore"...  autore... autore... magari autore o autrice del delitto?
A tale ragionamento gli agenti Gatta Pasquale e Balducci Giovanni si zittirono di colpo. Grande Porro Riccardo! Quell'ipotesi poteva essere verosimile. In fondo quel fascicolo doveva restare chiaramente segreto, altrimenti lo scrittore non lo avrebbe certo celato a tutti con tanta cura. Lo avevano rinvenuto nel corso delle indagini quasi per sbaglio e non era stato affatto facile tirarlo fuori da quel cassetto segreto.
E di cosa si parlava in quel fascicolo, o meglio in quel libro? Guarda caso, di un vecchio libraio che aveva avuto a che fare con un delitto rimasto impunito, quello della ragazza di Piazza Cavour a Roma. Poteva essere che lo scrittore, scrivendo quel racconto segreto stesse cercando di scoprire come fossero andate le cose in qualcosa a cui aveva assistito magari in un altro giardinetto? O forse lo aveva già scoperto e voleva farne denuncia?
A pagina 70 erano state sottolineate in due righe alcune parole... "il cadavere aveva tracce evidenti di una puntura sul braccio sinistro e risultava avvelenato".
L'assassina era forse una donna che indossava sandali rossi? Guarda caso davanti al cadavere di Peter Brown troneggiava un sandalo rosso... una vera e propria firma!




📌

Il Commissario Proietti sedette ultimo al tavolo delle riunioni. La squadra investigativa al completo attendeva già da un po'.
Ben presto il brifing si accese. In quegli ultimi giorni, era stato appurato che Peter Brown si era allontanato in fretta e furia dal Dorset di cui era originario. Aveva lasciato Bournmouth una settimana dopo che era stata assassinata una studentessa del college in cui lui insegnava. Dunque, esisteva un fil rouge di delitti? C'era forse un collegamento?
Vediamo un po'... Intorno al cadavere della stundessa del college erano state rinvenute numerose piccole impronte perfettamente circolari, impronte indiscusse di tacchi a spillo.
Porro fece notare che quelle certamente non erano le sue, dello scrittore ucciso, ma... 
Gatta Pasquale prontamente continuò: "Tuttavia potrebbe aver visto dalla finestra sovrastante della Sala Insegnanti l'assassino in azione... magari una donna con sandali rossi tacco dodici!". 
"Questo potrebbe essere possibile... sì sì, tutto coinciderebbe... e Peter Brown doveva essersi particolarmente spaventato. Infatti era immediatamente fuggito fino ad espatriare addirittura in Italia... Come sapete, io ho scoperto che lo scrittore avrebbe dovuto fare la sua deposizione in tribunale di lì a pochi giorni dopo il delitto. In questo frangente avrebbe potuto riferire il nome dell'assassina..." spiegò Balducci Giovanni, girando lo sguardo sui colleghi.
"Interessante... Ecco cosa scriveva Peter Brown... raccontava tra le righe ciò che aveva realmente visto. Per questo nascondeva quel testo compromettente in un posto segretissimo... e infatti l'assassina non lo ha trovato." commentò l'agente Porro.
Il Commissario Proietti cominciò ad agitarsi sulla sedia. 
"Dunque il caso sarebbe risolto... ora si spiegherebbero anche quei messaggi di vendetta lasciati intorno al cadavere..." concluse poi con veemenza nel silenzio generale. "Adesso non resta che scovare questa donna... di cui, però, non sappiamo assolutamente niente!".
"Non ci resta che ricominciare tutto da capo sperando di incappare in qualcosa di nuovo che ci possa aiutare." commentò quasi tra sé e sé.
Proprio in quel momento l'agente Rocco e l'Ispettore Di Giacomo entrava con un bricco fumante di caffè ed un vassoio pieno fino all'inverosimile di maritozzi con la panna.




📌

Il processo di Bournmouth nel Dorset si concluse con nulla di fatto.
L'assassina non è ancora stata individuata.

Il delitto di Via Bissolati,  come era stato chiamato quello che portò alla morte diPeter Brown, è rimasto tuttora impunito.





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