Il verso del gufo
Chissà perché
un gufo ci riporta immediatamente
ad un mondo di buio, di paura, di mistero!
A dire la verità, forse lo sappiamo benissimo.
Il nostro gufo, come la civetta,
é chiaramente un animale notturno,
che per molto tempo
ha erroneamente suggestionato
il vissuto di tante persone.
Infatti, capitava che, durante la notte,
magari mentre si vegliava un malato o un morto,
qualche gufo fosse incuriosito
dalla lucetta tremula
della candela accesa nella stanza
e si avvicinasse alla finestra.
Alle persone impaurite, probabilmente,
fu facile associare Il suo tipico verso
a quelle situazioni di malessere e di dolore.
Così, l'ignaro pennuto
si è ritrovato, a sua insaputa,
in quasi tutti i racconti di paura.
Vogliamo provare
a scrivere anche noi
un breve racconto
popolato da gufi?
Vi fornirò come al solito un breve...
Incipit
Si svegliò di soprassalto con gli occhi sbarrati.
La vecchia Concetta era madida di sudore e tremava come una canna palustre al vento invernale.
Ormai era la terza notte consecutiva che quel gufo veniva a posarsi sul ramo del pioppo vicinissimo alla sua finestra.
Anche in quel momento, come le altre due volte, il verso si ripeteva ad intervalli regolari e non accennava a lasciarla in pace. Sembrava essere diretto proprio a lei.
Più lo ascoltava e più ne era certa. Quale sciagura stava per abbattersi sulla sua famiglia? Chi si sarebbe ammalato? Chi sarebbe morto?
Aiuto! La donna si fece il segno della croce e cercò sotto il cuscino il rosario rassicurante, che teneva sempre a portata di mano per tutti i momenti di incertezza che incontrava nella vita.
Al buio e così all'improvviso, nell'agitazione che l'aveva sommersa, Concetta si era ritrovata ad essere molto disorientata. Così il suo gesto risultò maldestro e fece cadere sul pavimento il prezioso talismano! Orrore e sciagura! Cosa aveva fatto!
Il rumore nella notte fu terribile, fortissimo... e la colpì nuovamente in pieno cuore.
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E adesso
continuate voi!
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Wuuu wuu wuu....
come un orologio il gufo non si fermava più.
come un orologio il gufo non si fermava più.
La donna tremante si era chinata per raccogliere i grani del rosario sparpagliati sul pavinento; impaurita com'era, divenne maldestra e con il fianco sbatté contro la madia. Patapum pum pum!!
Tutto il servizio di piatti cadde a terra con fragore e in mille cocci.
Il gufo sobbalzò sul ramo, ancor di piu sgranò gli occhioni gialli fissi e sbattè con vigore le grandi ali pennute e forti con un rumore di vento in tempesta.
Gli animaletti del bosco si svegliarono di soprassalto gemendo.
Infreddoliti nella notte nera, misero appena un po' fuori il musino dalle tane, ma il sonno li rapì di nuovo e con gli occhietti semichiusi fecero un gran sospirone e si rimisero, appallottolati tra le foglie calde, a ronfare.
Il letargo è sacro, guai a chi lo disturba!
Insomma... guai su guai per chi ha paura del pacifico gufo.
Insomma... guai su guai per chi ha paura del pacifico gufo.
(Elisabetta)
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Concetta, molto spaventata, si solleva dal letto e, facendosi coraggio, decide di affacciarsi alla finestra per vedere se il gufo è poi cosi temibile come si dice...
I raggi della luna illuminano il pioppo.
Concetta si accorge che una creaturina graziosa, con grandi occhi gialli e penne scure arruffate, la guarda senza battere ciglio, nel suo modo davvero singolare.
Allora pensa: "Ma è questo animale buffo che mette tanta paura?
Guardando bene, vede che vicino a lui, sullo stesso ramo, ci sono altri piccoli gufi.
"Guarda, guarda..." esclama sorpresa "È proprio una bella famigliola".
A questo punto Concetta si rasserena.
Emozionata, raccoglie il rosario da terra e tranquilla se ne torna tra le soffici coperte, ringraziando Dio della grande bellezza di tutto il Creato.
(Piera, Elisabetta)
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Concetta pensò: “Oddio, si è rotto il rosario, cosa mi accadrà ora?!”.
Proprio in quel momento la finestra si spalancò all’improvviso… facendo tremare le tende ed ecco che, nel buio della sera, il gufo con i suoi occhi gialli fosforescenti la osservava attentamente.
Concetta fu presa dall’ansia e tremava convulsamente, ma nello stesso tempo era incuriosita da quell’incontro inaspettato.
Il temporale continuava ad infuriare e i lampi illuminarono completamente il pennuto, mostrandolo nella sua maestosità.
Concetta dallo spavento cadde a terra...
Mentre tutta dolorante si rialzava, il gufo scomparve dalla finestra. Che gran mistero!
La giornata seguente la trascorse tranquilla ad occuparsi delle faccende domestiche e quasi si dimenticò dell’avventura passata.
Verso sera si sentirono di nuovo tuoni e lampi all’orizzonte e, allora, rimuginò: “Un altro temporale anche stasera?! Oh no, le mie piante moriranno annegate!”.
Così si precipitò a prenderle in casa e a chiudere le persiane... il gufo era, di nuovo, sul ramo del suo albero di pioppo.
Si domandò: “Sarà lo stesso di ieri sera? La sua presenza è un buono o cattivo presagio? Mario, mio marito, è andato in paese in bicicletta, si bagnerà tutto... e se prende il temuto Covid19?!”.
Tutta pensierosa continuò a rimuginare: “Il rosario si è rotto, ora che amuleto posso usare per difendermi da questo gufo?!”.
Si affrettò in cucina a cercare, senza trovare nulla.
Quella notte il gufo rimase appollaiato, in silenzio, ad osservare la finestra di Concetta.
La signora invece la trascorse insonne tentando di trovare un amuleto. Si ricordava che il nipote, l’estate precedente, le aveva portato dall’India un elefantino di giada con il naso all’insù. Dove lo poteva aver messo? Alle prime luci dell’alba crollò stanca sul letto e anche il gufo andò a riposare... aveva fatto il nido all’interno del pioppo.
L’elefantino non era proprio saltato fuori.
Concetta cercò di distrarsi nell’orto e a dar da mangiare ai suoi animali, ma la sua apprensione era sempre in agguato e aumentava di ora in ora...
Si chiedeva: “Si presenterà anche stasera il gufo?!”.
Non era tanto il pennuto in sé a spaventarla, bensì la superstizione che potesse accadere una disgrazia a lei o ai suoi cari.
Verso le ventidue si avvicinò pian piano alla finestra, ma dov’era il gufo? Non si presentava sempre a quell’ora? Un altro temporale aveva fatto saltare la corrente nella città e non si vedeva nulla.
All’improvviso senti un planare d’ali ed eccolo con i suoi piccolini posarsi sul davanzale della sua finestra.
Concetta capì in quel momento che il suo pioppo aveva protetto il gufo e i suoi piccoli dalla pioggia di quei giorni.
Nonostante lo scroscio si precipitò in giardino alla ricerca di lombrichi per la cena della famiglia.
Da quella sera diventarono grandi amici e il gufo divenne il suo amuleto!
(Monica, Alba, Silvana)
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