Incombe tenace la nebbia
sull’erba modesta del prato,
nell'altra città dimenticata,
quella ferma e lenta,
quella silenziosa del silenzio,
quella solitaria della solitudine,
quella che cerca il buio
per trovare finalmente la luce.
Qualcosa si muove
nell'aria già immota.
Trema violentemente la terra.
Ancora una volta si sbriciola
nella clessidra
sempre uguale
del tempo.
Sale dal buio un refolo di vita.
Torna ancora a rivivere intorno.
Forse è pura realtà.
Davvero un tenero fremito
aleggia in un soffio di vento
sull'immagine bella,
che mi porto via,
che stringo ancora
tra le mani
e nell'anima mia.
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