Racconti... fioriti
Fiori semplici,
fiori spontanei,
fiori spontanei,
un micromondo affascinante
nascosto in un prato.
Trasformiamo pensieri
ed emozioni in parole.
Vi va di provare?
🌹
Aprile, mille margheritine sbocciano nel prato soffice.
Il mio istinto immediato è di accarezzare quella
vegetazione morbida, la mia mano si allunga per farlo, ma si ritrae veloce, vedendo un'ape che sta succhiando il polline che le margheritine
regalano.
Non temo di essere punta dall'insetto, ma ritraggo la mano
solo per rispetto al compito di quel piccolo essere che inconsciamente
permette, con il suo lavoro instancabile, che la vita prosegua.
Gioisco
nel vederla svolazzare agitando velocemente le sue piccole ali per
posarsi da una margherita all'altra. Lei non lo sa ma è responsabile
della nostra vita futura.
Il mio rispetto va a colei che permetterà al mondo di
continuare ad esistere: un'ape.
(Lauretta)
🌹
Seduta in un prato mi viene da guardare una margherita in
mezzo a questo tappeto verde. È circondata da un trionfo di altre margherite.
Questa mi sembra che mi dica: "Siamo belle, tutte sbocciate,
corolle aperte e cuoricini d'oro.".
È proprio la stagione dei fiori. Lo sguardo mio è fisso a
questa meraviglia, a questo scenario idilliaco, perché guardandomi intorno ci sono anche tante altre qualità
di fiori che trasmettano al cuore pace e tranquillità.
Improvvisamente un pallone rotola nel campo fiorito ed un
bimbo corre a riprenderlo schiacciando dei fiori ed anche la mia
margheritina.
Così la mia mente ritorna alla vita quotidiana e mi mette
un senso di tristezza al pensiero di come il bello ed il brutto della vita è
così volubile e breve.
(Silvana)
🌹
Ricordo ancora quei fiori.
Le zinnie erano di mille colori ed
anche le dalie.
Lei, mia madre, tutti gli anni le seminava
e, a fine stagione, tirava fuori queste patate e le riponeva.
E io… io pensavo che fossero delle patate
da mangiare!
Ero già grandicella, ma in casa facevo
poco. Una volta - volevo fare qualcosa di gentile per la mamma - ho preso queste patate e le
ho mondate tutte. Non sapevo che erano i bulbi delle zinnie.
Non vi dico la mia
mamma quando se ne accorse! Mi corse dietro con una mestola per picchiarmi nel sedere.
Non fu così perché ovviamente io ero più veloce di lei.
Quelli erano i suoi fiori preferiti
perché fiorivano per tutta l‘estate e si potevano raccogliere e mettere nei vasi.
Tanto ricrescevano. Non avevano profumo e questo a me piaceva.
Tutti gli anni venivano fatte seccare
le patate e presi i semi per riporli per l'anno successivo.
Questo è accaduto sempre finché è stata
viva la mia mamma.
(Alba)
🌹
È iniziata la primavera. Il prato dietro casa è una distesa di candide margherite cullate dalla brezza leggera.
Cammino lievemente nell'erba umida quando un piccolo sussulto ferma la mia passeggiata.
"Stai attenta! Ci stai calpestando , ci fai male".
"Scusami - rispondo - sto passeggiando, non so mica volare!".
" E allora fermati!".
" Non posso e non voglio...tu e le tue piccole amiche siete troppo belle e vivaci ed io voglio stare con voi, godere dei vostri colori e del vostro profumo.".
"Sai, cara, siamo felici di adornare il tuo prato. Adoriamo l'alito del vento che ci fa muovere con leggiadria, ci piace ascoltare il cinguettio dei passeri che saltellano tra noi ed accogliere le nostre amiche api laboriose. Con i bottoni d''oro, i fiordalisi e gli altri fiori del prato ci sentiamo al sicuro protette dai pericoli. Poi arrivi tu e con i tuoi piedoni ci calpesti, ci annienti..."
"Tranquilla, tranquilla, non voglio farvi del male. Voglio solo sedermi qui con voi... viste dalla finestra di camera siete una meraviglia!
Bianco, verde e giallo! I vostri colori mi rassicurano, mi aiutano a star bene. Ecco, lo faccio...mi siedo in mezzo a voi.".
Chiudo gli occhi, mi sdraio delicatamente. Le margherite mi accolgono felici. Chiudo gli occhi, sento il mio corpo diventare leggero, la mente si libera dai pensieri, il cuore si riempie di pace, di serenità.
(Mariella)
🌹
Erano celesti, il colore del cielo.
E a me, che chiamavo la mia bambola Celestina, non potevano non piacermi.
Li guardavo affascinata nel pomeriggio caldo e afoso del giugno inoltrato. Ero sola. Rosalba ritardava a venire, ma sarebbe certamente arrivata prima o poi.
Sedetti sul bordo dell’aiuola, continuando ad osservare il movimento lieve delle piccole corolle, che sonnolente si lasciavano trasportare dalla brezza pomeridiana di una Roma ancora intrappolata nell'abituale pennichella.
Qualcosa stava accadendo in quel momento, qualcosa che cambiò completamente lo scenario.
Un maggiolino iridescente atterrò bruscamente, o forse con troppa sicurezza, su una delle corolle e...
Oh, cosa stava facendo? Si insinuava, come se sapesse bene cosa fare, al centro del fiordaliso che pure appariva più leggero e più piccolo di lui.
Incredibile ma vero, una spinta dopo l'altra, era quasi del tutto scomparso all'interno.
Attratta da quello che stava accadendo mi avvicinai sempre più vicino per poter vedere meglio. (Continua alla pag. "Fiabe - Azzurra Fiordaliso")
Li guardavo affascinata nel pomeriggio caldo e afoso del giugno inoltrato. Ero sola. Rosalba ritardava a venire, ma sarebbe certamente arrivata prima o poi.
Sedetti sul bordo dell’aiuola, continuando ad osservare il movimento lieve delle piccole corolle, che sonnolente si lasciavano trasportare dalla brezza pomeridiana di una Roma ancora intrappolata nell'abituale pennichella.
Qualcosa stava accadendo in quel momento, qualcosa che cambiò completamente lo scenario.
Un maggiolino iridescente atterrò bruscamente, o forse con troppa sicurezza, su una delle corolle e...
Oh, cosa stava facendo? Si insinuava, come se sapesse bene cosa fare, al centro del fiordaliso che pure appariva più leggero e più piccolo di lui.
Incredibile ma vero, una spinta dopo l'altra, era quasi del tutto scomparso all'interno.
Attratta da quello che stava accadendo mi avvicinai sempre più vicino per poter vedere meglio. (Continua alla pag. "Fiabe - Azzurra Fiordaliso")
(Vanina)
La pianta è matura, sta dando vita ad una nuova corolla.
Una bella margherita sta nascendo e va a ricongiungersi con le tante sorelle che biancheggiano nel prato.
Sono io che le ho invitate a nascere e a moltiplicarsi nel mio giardino. Qualche anno fa c'era una sola pianticella e io chiesi che non fosse falciata, né ora, né dopo, né mai per tutto un anno. Sono stata ricompensata perché anno dopo anno le margherite hanno proprio invaso il mio prato. La pianta generosa sa che presto verrà falciata, ma non dispera, fiorisce, fiorisce e ancora e ancora. Una muore e l'altra nasce.
Il ciclo della vita è ininterrotto, la margherita nasce e sfiorisce, rallegra il cuore. Fiore semplice non appariscente, fiore che fa comunità come pochi altri. Umile e insignificante, non pretende di primeggiare, sa fare comunione con gli altri, ci serva di esempio.
Il prato così fiorito rallegra il nostro spirito e fa cantare il nostro cuore, ci invita a correre, ci invita a riposare e come eterni bambini ci ispira la gioco e alla gioia. Le margherite sembrano briciole di stelle cadute nelle notti serene, senza nessun merito partecipiamo ad un angolo di paradiso.
Una bella margherita sta nascendo e va a ricongiungersi con le tante sorelle che biancheggiano nel prato.
Sono io che le ho invitate a nascere e a moltiplicarsi nel mio giardino. Qualche anno fa c'era una sola pianticella e io chiesi che non fosse falciata, né ora, né dopo, né mai per tutto un anno. Sono stata ricompensata perché anno dopo anno le margherite hanno proprio invaso il mio prato. La pianta generosa sa che presto verrà falciata, ma non dispera, fiorisce, fiorisce e ancora e ancora. Una muore e l'altra nasce.
Il ciclo della vita è ininterrotto, la margherita nasce e sfiorisce, rallegra il cuore. Fiore semplice non appariscente, fiore che fa comunità come pochi altri. Umile e insignificante, non pretende di primeggiare, sa fare comunione con gli altri, ci serva di esempio.
Il prato così fiorito rallegra il nostro spirito e fa cantare il nostro cuore, ci invita a correre, ci invita a riposare e come eterni bambini ci ispira la gioco e alla gioia. Le margherite sembrano briciole di stelle cadute nelle notti serene, senza nessun merito partecipiamo ad un angolo di paradiso.
(Rita)
🌹
La casa dove abito ha davanti un piccolo prato, bellissimo a primavera.
Facendo attenzione a tagliare l'erba si risparmiano i vari fiori spontanei come le margherite, i bottoni d'oro, le bocche di lupo, i fiori di tarassaco - che poi si trasformano nei cosiddetti "soffioni" così chiamati perché soffiandoli la sfera si disperde nell'aria creando una nuvola multiforme ricca di semi dai quali nasceranno altre piante - le violette, gli iris selvatici, le giunchiglie che trasformano il prato in un ricco tappeto.
Lo ammiro e penso a quando ero ragazzina, a quando, nel pomeriggio dopo i compiti di scuola, andavamo per i campi a raccogliere le giunchiglie e ne facevamo bei mazzi da mettere in casa, da regalare alla maestra e da mettere davanti all'immagine della Madonnina posizionata sotto un'arco accanto a casa mia.
Oggi ormai adulta ho soddisfazione nell'ammirare tanta bellezza che ovviamente si perde giorno dopo giorno lasciando spazio ad altri fiori anche molto originali come i ben noti belli di notte.
I fiori di campo non hanno bisogno di particolari attenzioni, nascono, crescono e muoiono regalandoci un bellissimo spettacolo molto gradito agli occhi, ma anche alla mente e al cuore. Sto godendo di questo spettacolo e intanto aspetto i gigli che, se in origine non erano spontanei, lo sono diventati nel tempo. E sapete perché? Vi racconto una storia per noi molto bella.
Si parla degli anni '50. La nonna Teresa amava molto i gigli di Sant'Antonio, candidi e profumatissimi perché li aveva avuti in regalo da sua cognata e amica Rosa. Li aveva piantati vicino ad un muro dove era pressoché impossibile che venissero danneggiati visto che il campo dove li aveva messi a dimora veniva coltivato ad orto e quindi avrebbero potuto correre il pericolo. Anno dopo anno, a giugno, fiorivano ed era una festa per lei tanto che li apprezzava. Teresa poi si ammalò e morì e quei bei gigli sembrarono morire con lei
Stranamente a giugno non fiorirono e nessuno ci penso' più. Dopo più di mezzo secolo il nipote, mio marito, pensò, ed io con lui, di ristrutturare la casa e il campo ospitò una strada d'ingresso. Durante i lavori con l'escavatore probabilmente i bulbi si saranno "risvegliati" perché a giugno 2016 hanno arricchito il prato con il loro particolare candore e l'hanno inondato di un magnifico profumo. Vegetano ancora vicino a quel muro e non corrono alcun pericolo perché nemmeno il gelido inverno di montagna li danneggia. Li aspettiamo ogni anno a giugno sempre bellissimi e profumatissimi. I gigli di Sant'Antonio hanno vita breve ma intensa.
La natura ha passato il testimone.
(Claudia)
🌹
Grazie,Vanina x di come hai impostato il racconto🌷
RispondiEliminaBellino, vero?
Elimina♥️♥️♥️
Per me è tutto talmente bello che la panchina andrebbe fatta tutti i giorni.
RispondiEliminaChe bello! Sono davvero felice che tu apprezzi la nostra panchina.♥️
EliminaCome sempre. Tutte belle, piacevoli da leggere.
RispondiElimina"La Panchina" ringrazia. ♥️
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