Nuoro 1871 - Roma 1936
Maria Grazia Deledda
Biografia
Maria Grazia Deledda nacque a Nuoro nel 1871 in una famiglia con buine disponibilità economiche.
Suo padre era laureato in legge, ma visse come agiato e colto imprenditore. In particolare fondò una tipografia che si occupò della stampa di una rivista.
Fu anche sindaco di Nuoro.
Così Maria Grazia ebbe una buona preparazione culturale, ma si trovò ben presto in conflitto con il mondo in cui viveva - un mondo contadino e pastorale - e quello che intuiva dovesse essere per rispondere alle esigenze delle nuove generazioni.
Poi le cose cambiarono: la famiglia fu colpita da una serie di disgrazie, con grandi lutti e difficoltà economiche.
Nel 1900 sposò Palmiro Madesani, originario della provincia di Mantova, dal quale ebbe due figli, il quale ad un certo punto lasciò il suo lavoro e si dedicò esclusivamente all'attività di agente letterario della moglie.
La scrittrice e la sua famiglia si ritrovarono a vivere a Roma.
Fu candidata al Parlamento italiano, prima donna ad esserlo, in un'epoca in cui ancora le donne non avevano il diritto di voto. In tale occasione, come è facile intuire, vi furono tante polemiche e, pur avendo riportato un numero elevato di voti, poiché ne furono contestati moltissimi, finì con il non essere eletta a vantaggio del suo oppositore che era un uomo.
Il Nobel
La scrittrice Maria Grazia Deledda è stata insignita del premio Nobel per la
letteratura nel 1926, prima donna in Italia.
A lei seguì, seconda e unica donna, Rita Levi Montalcini in altra disciplina.
La motivazione del premio fu la profondità con cui la scrittrice tratta i problemi umani, prendendo spunto dalla vita del suo tempo nella Sardegna in cui è nata.
La motivazione del premio fu la profondità con cui la scrittrice tratta i problemi umani, prendendo spunto dalla vita del suo tempo nella Sardegna in cui è nata.
Il suo lavoro viene di volta in volta inquadrato nel verismo, nel
decadentismo, nel regionalismo. Per altri invece sarebbe importante l'originalità della
sua poetica.
In un'epoca in cui la letteratura italiana era piuttosto leggera,
la scrittrice si avvicina alla realtà che conosce, in cui si sente l'influsso
della letteratura russa.
In "Canne al vento", uscito a puntate su una
rivista milanese nel 1913, è data importanza al libero arbitrio: l'umanità, in preda ad una forza superiore, può compiere il male o il bene per scelta.
L'atmosfera che vi si coglie è quella fortemente patriarcale del mondo sardo, con i suoi affetti intensi
e selvaggi.
✏ Da "Canne al vento" fu tratto uno sceneggiato televisivo nel 1958.
✏ Tra le altre opere ricordiamo "Cenere" del 1904, da cui fu tratto un film muto nel 1916.
Ci sono libri letti negli anni di gioventù che, a distanza di anni, non riesci più a ricordare. Mi è capitato negli anni passati di riprendere in mano i romanzi del Verga che tanto amavo e di altri autori. Due in particolare sono rimasti in bella vista, letti e riletti, nella mia libreria: Il vecchio e il mare e L'isola di Arturo.
RispondiEliminaMi riprometto di leggere di nuovo Canne al vento...avevo 17anni quando lo lessi per la prima volta!