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Consigli per la lettura delle pagine
: 8

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lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



Lucca Insieme - La bruttezza

 



Otto Dix - Sylvia von Harden - 1926

La bruttezza

 In questi giorni
mi è casualmente capitato
tra le mani la
"Storia della bruttezza"
a cura di Umberto Eco.
Mi ha molto colpito l'argomento,
perché non ci avevo mai pensato
troppo.

Siamo del resto abituati,
in particolare
quando entriamo
in contatto con l'arte,
a concentrarci
sulla ricerca del bello,
pur avendola probabilmente
incontrata.

Il ragionamento,
che ha attratto la mia attenzione,
è quello che il brutto,
come tutto del resto,
è strettamente legato
al tempo e al luogo.

In fondo
è facile comprenderlo.
Pensate per un momento,
se prendessimo a confronto,
per esempio,
una maschera rituale africana,
una testa di Medusa decapitata
e un Cristo flagellato.

La prima,
non comprendendone
il reale significato,
sembrerebbe ad un cristiano
del tutto respingente
e spaventosa.

E in quel luogo primitivo dell'Africa,
dove si adora il mascherone,
come non inorridire
 davanti a tutto quel sangue
che sgorga dalla testa di Medusa
piena di serpenti 
e, nel terzo esempio,
al sangue intorno
ad un  uomo morto
orrendamente crocifisso
e seviziato ?

Per il cristiano,
che ne conosce la storia,
il crocifisso insanguinato
genera invece amore,
direi anche poesia
e serenità,
mentre Medusa
rimanda al mito
e alla cultura greca.

La testa di Medusa - Pietr Paul Rubens 1618 ca.



E voi? Che ne pensate?
🧩

🧩
Qualcuno affermò che “la bellezza sta negli occhi di chi guarda”. Nulla di più vero.
Visto che la cosa è soggettiva, sia bellezza che bruttezza, possono non essere identificate da tutti noi in alcunché. Dipende dal taglio che alcune persone vogliono dare alla loro vita. I depressi ad esempio vedono tutto brutto.
Parlando di bruttezza, trovo brutti tutti quei dipinti moderni che non mi trasmettono emozioni. Eppure l’autore voleva certamente esprimere il suo stato d’animo del momento o anche il suo modo di vere le cose. Però, per quanto io mi sforzi, mi viene da pensare che possa  trattarsi di una “trovata” commerciale, intesa come una nuova tecnica per emergere. In pratica mi viene da pensare che io stessa che non so dipingere, potrei cimentarmi in un’opera del genere.
Trovo brutto tutto ciò che è banale, ordinario e che mi annoia. Non posso  trovare brutte certe opere che hanno una motivazione che riconduce alla cultura di un popolo o ad un periodo storico, anche se trasmettessero paura o ribrezzo. 
Questo vale come giudizio, non le vorrei avere in casa mia. Secondo il mio punto di vista belle lo erano per chi le aveva prodotte ma definirle brutte è un altro discorso.
La rappresentazione del male non è cosa brutta e infatti la possiamo vedere in tantissime opere esposte nei musei e persino nelle chiese. Il male esiste. E’ il male che è brutto. Il Cristiano non può provare orrore davanti a un Crocefisso insanguinato perché sa di chi si tratta e sa che, secondo la storia e il culto religioso, si è sacrificato per amore dell’Umanità. Dipende quindi cosa l’opera rappresenta per noi.
Trovo brutta la persona che mal si comporta verso gli altri, la persona della quale non ti puoi fidare, la persona bugiarda e piantagrane. Trovo qui la bruttezza, al di là della varietà di difetti che ognuno di noi può ovviamente avere. Puoi indossare il miglior abbigliamento, puoi agghindarti con tutti gli ori che credi, puoi avere un fisico prestante ma in questo caso sarai sempre una persona brutta.
(Claudia)



🧩

È forse la prima volta in cui mi sono trovata a riflettere su questa parola, questo concetto astratto. Difficile definire ciò che è astratto, dato che proprio per questo è anche più soggettivo di ciò che è concreto.

A me ha fatto subito pensare a due cose:

1. Quale manifestazione o oggetto associo alla bruttezza

2. Come definirla, se non in contrapposizione alla bellezza.

1. Per me -  ma sono sicura che non sono la sola a viverla così – la periferia delle nostre città è la bruttezza assoluta, che sgomenta, che opprime, quella costituita da palazzi costruiti tra gli anni ’60 e ’90 del secolo (ormai) scorso, falsamente rispondente a risolvere i problemi di creazione di abitazioni per masse di lavoratori giunti dalle campagne o dai piccoli centri, ma in realtà  frutto di accordi edilizi tra pubblico e privato completamente privi di ogni senso estetico e rispetto per quei lavoratori e le loro famiglie.

E per tutti quelli che nei decenni a seguire, per una ragione o per l’altra avrebbero dovuto riempirsene lo sguardo attraversandola!

2. Sono andata a cercare sui vocabolari forniti da Google, dopo l’incontro on line, e lì ho trovato conferma che, in pratica, la definizione del termine bruttezza è l’inverso di quello di bellezza.

E non è forse che soffro così tanto quando attraverso in auto quella fila disordinata e caotica di gabbie di cemento proprio perché sono consapevole della bellezza del centro storico che avviluppa?

Per dirlo altrimenti e per essere il più obiettivi possibile (in questo campo di per sé soggettivo) è brutto, per noi occidentali, figli della filosofia e dell’estetica dell’antica Grecia, ciò che non è armonico.

Infatti mi era venuta in mente la Proporzione Aurea che spiega come esteticamente e dal punto di vista matematico e fisico appaia alla nostra mente armonioso ciò che risponde nelle sue parti e nel suo insieme alla suddetta proporzione. Sono stati scritti vari trattati sull’argomento e non l’ho approfondito, anche perché non me ne ritengo capace.

3. Questa seconda considerazione mi ha portato poi, grazie alle osservazioni delle altre partecipanti all’incontro, a riflettere sul fatto che noi occidentali creiamo tutta una serie di dualismi, e dei modelli di riferimento specifici, nella visione della realtà, mentre altre civiltà hanno diverse prospettive.

4. In particolare - penso io - le civiltà e filosofie orientali, come quelle cinesi e giapponesi, affermano che non esistono concetti opposti, ma ognuno compenetra l’altro in una continua evoluzione, un continuo cambiamento. Semplificando: in ogni bene c’è sempre un po’ di male, magari piccolo, in crescita o in diminuzione, e viceversa, come in ogni bellezza c’è qualcosa di brutto e in ogni bruttezza c’è qualcosa di bello, basta saperli vedere e poi decidere quale alimentare…                           

(Silvana Bartolini)




🧩

La bruttezza, Io la possiedo in tante sue forme, ma quanto mi risulta difficile parlarne.

C'è in me la bruttezza giovanile, che era solo uno spauracchio creato dalla mia inesistente autostima, che è rimasto  latente sempre pronto ad uscire allo scoperto.

C'è la bruttezza di quando giudico, di quando sparlo con leggerezza, di quando non rispetto la debolezza dell'altro, ma qui siamo sul piano morale e non vorrei annoiare me stessa nello scrivere e un eventuale incauto lettore.

E pensateci bene, avete visto come sono brutte le persone secche e inacidite? Si tratta di una bruttezza che gli viene dall'anima, dal di dentro.

Oddio certo anche il fatto di essere secche come uno stecco influisce, ci sono persone cattive in cui la cattiveria si rispecchia nei lineamenti del volto, persone che sono cattive dentro, ma qui mi fermo perché non so se dico così per convinzione o per invidia, quindi lasciamo perdere.

La bruttezza ha i suoi estimatori, perché non mi direte che tutte le persone che si fanno neri con i tatuaggi, che siano satanici o meno, siano belli. Quella è una scelta discutibile che io reputo orrenda. E' vero che il  gusto è personale, ma secondo me quando a un giovane viene voglia di rovinare il suo corpo, dovrebbe pensarci bene e poi non farne di nulla.

La bruttezza mi ferisce, mi lacera dentro. Spesso la bruttura è legata alla miseria, alla povertà e se questa è una condizione troppo spesso subita, l'abbrutimento fisico o ambientale, ne è la conseguenza quasi inevitabile.

Secondo me è brutto uccidere. È brutto aderire alle guerre per dimostrare potenza. È brutto spendere milioni per fare una casa a un orso tralasciando il fatto che le popolazioni di molti paesi muoiono di fame, ed è pure brutto che io stia qui a dire queste parole senza fare nulla di concreto.

Come è brutto che io da molti anni abbia del rancore verso Botero perchè le sue donne assomigliano molto a me, anche se a guardare bene le sue opere, le belle cosce floride di quei donnoni, le enormi chiappone, si nota che in confronto a loro, io sono quasi smunta e vicino a loro passo per una fotomodella. Va a finire che devo rivalutare l'artista che mi sta riconciliando con il mio corpo.

(Rita)                             

 



🧩

"Nessun difetto fisico, rende brutti come la cattiveria". Credo sia verissimo… quando abbiamo l'anima “brutta”, piena di orgoglio, pregiudizio, invidia, malvagità, superbia, quando siamo cattivi, non ci basterà essere belli fuori, perché tutto quello che abbiamo dentro troverà spazio per uscire e per rivelarsi agli altri,  e con il tempo si dimostra quello che realmente siamo.

Ogni grammo del nostro dolore, delle nostre sconfitte, del nostro disagio, della nostra imprudenza,  ogni grammo delle nostre lacrime, trasformiamolo, per non diventare “brutti”. Solo chi ha un animo “brutto” non sarà mai una bella persona. Non basterà la bellezza esteriore perché se non siamo belli dentro non avremo mai nessuna luce negli occhi e mai nessun sorriso. Fare male al prossimo ci imbruttisce l'anima e ci rende solo delle “brutte” persone.
(Monica)



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Brutto? Ma forse no, bisogna vedere anche con gli occhi di chi guarda e forse si scopre che il nostro personale giudizio non lo vede brutto, ma per gli altri lo é. 
Credo che il brutto sia estremamente soggettivo.
Vediamo un dipinto famoso? Certi personaggi che il pittore ci descrive devono per forza essere brutti, però quando quella figura brutta ci dà quell'emozione che l'artista voleva darci, ecco che il bruttto diventa bello.
A Milano c'è gente che dice che quella serie di grattacieli del Progetto Porta Nuova, dalle forme strane sono belli. Io ritengo che abbiano, con quelle costruzioni avveniristiche, sciupato il quartiere Isola che  era un gioiello ricco di eleganti palazzi della fine dell'Ottocento.
A volte vediamo una ragazza molto bella, elegante, ma come inizia a parlare, ecco che diventa brutta e il suo fascino sparisce all'improvviso...
Quindi, come dicevo prima la bellezza è molto individuale, ciò che è bello per me, per un'altra persona è brutto e quello che può sembrare brutto, diventa bello in un momento.
Ci sono canzoni che la prima volta che le sentiamo proprio non ci piacciono sia per il testo che per la musica, poi risentendole, le rivalutiamo e ci rendiamo conto che anche le imperfezioni possono avere un fascino e la canzone diventa la nostra preferita del momento.
E poi, ragionando mi sono posta la domanda: "E se un essere umano è brutto?"
Magari è brutto ai miei occhi e mi trovo costretta a cambiare idea quando scopro che questa persona é bella dentro, magari qualcuno si è innamorato di lui e non ha le mie idee, lo vede bellissimo... Non è quindi l'aspetto fisico che ci fa belli.
Insomma bello e brutto hanno diritto di convivere e di lasciare piena libertà di interpretazione a noi esseri umani un po' belli e un po' brutti.
(Lauretta)



🧩
Ho pensato molto a questa diatriba riguardo la bruttezza e sinceramente non sapevo come affrontare l'argomento.
Cose, oggetti, paesaggi, persone brutte ne vediamo ogni giorno, perché, è inutile negarlo, di brutto intorno a noi ce n'è tanto e non è solo quello che percepiamo con la vista, perché c'è anche quello che ci colpisce il cuore, ma questa è un'altra cosa, per me certamente peggiore della bruttezza fisica.
Di fronte ad una persona "brutta" la mia reazione immediata è quella di andare oltre e di non soffermarmi a ciò che appare, ma di guardare oltre la fisicità ed interagire per conoscerla. Spesso ne scaturisce una visione diversa e, di quella persona, l'aspetto fisico passa in secondo piano se ciò che mi ha trasmesso nel parlarci è stato positivo ed empatico.
Diverso è  trovarsi di fronte ad un ambiente degradato, dove appare evidente l'incuria, la rovina di case e oggetti, l'abbandono... lì il brutto è palese.
(Mariella)



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Quando parlando si vuole dare un giudizio su qualche cosa, sia un panorama o una persona, viene subito spontaneo dire: "Ma quello è brutto, ma quello è bello".
Secondo me, il concetto di bruttezza è molto soggettivo. Non esiste la bruttezza oggettivamente universale. Per le persone specialmente non ci possiamo fermare solamente ai tratti somatici. Molto spesso se c'è la capacità di interagire con gli altri in maniera diversa non si notano più gli eventuali difetti estetici. Molto spesso la bruttezza dipende da un animo cattivo, ai risvolti ignoranti di un carattere umano.
(Silvana)



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