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Consigli per la lettura delle pagine
: 8

Il blog parte con i post periodici con cui
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lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



Lucca Insieme - Mondi lontani... dimenticati

 





Mondi  lontani...  dimenticati 


Quante cose 

sono sparite dalla nostra quitidianità! 

Facciamo un giochino?

Sì?

Allora leggete le parole seguenti.

In quale contesto le inserireste?



🐘


Gugliata 

                            Chiacchierino

Rodi

Gessetto

Arcolaio


Imbastisci                                                  Punto


Spoletta


Matassa

Croce


🐘


Vi va di inserirle 

in una piccola storia?


📚



📚
Un giorno, in solaio, cercando un arcolaio di mia nonna, dimenticato da tempo, che mi serviva per fare un gomitolo di lana da una matassa,  ho trovato un oggetto che credevo di non possedere perchè forse la mia memoria l'aveva rimosso: un cestino da lavoro un po' sciupato dagli anni e dall'uso.
Grande è stata la mia sorpresa quando ho scoperto in quel cesto tanti piccoli campioni di ricami che la nonna aveva iniziato e mai terminato con ricami preziosi a punto rodi e piccoli pezzi di chiacchierino con disegni diversi. Forse si trattava di prove che lei faceva prima di iniziare un lavoro per studiarsi la tecnica e il disegno.
Tra le tante cose che apparivano tra le mie mani mentre rovistavo nel cesto c'erano bottoni e spolette di fili di tutti i colori, una grande con il filo da imbastire e mille altre cose che non conoscevo. 
Impigliato tra le mie dita, sul fondo del cesto, ecco apparire un vecchio rosario fatto con i semi di qualche frutto misterioso riuniti da una croce.
Era il rosario di mia nonna che riappariva dopo sessantadue anni di oblio in solaio.Una bella sorpresa per me che ero così legata a mia nonna... Andrò più spesso in solaio a caccia di oggetti dimenticati.
(Lauretta)




📚
Rosaspina, dai lunghi capelli, è intenta al suo lavoro nell'ala estrema del castello, cuce  con cura una croce d'oro per adornare l'insegna del suo bel cavaliere che partirà domani per terre lontane: la Grande Crociata lo vuole al comando delle truppe scelte che marceranno a piedi e a cavallo  con  alabarde ardite e gli stendardi bianchi sventolanti.
Una lacrima scende lenta sul viso della fanciulla che non è ancora sposa e non sa  neppure quando rivedrà il suo amato.
La goccia fredda cade sul cucito e stringe la trama come una promessa, una speranza  per il lungo viaggio.
Le mani esperte e sicure intrecciano il bianco chiacchierino che veloce cresce con un capello dorato che vi rimane intrecciato (e lì rimarrà non notato, se non molto piu tardi, in Terra Santa dove il bel capitano s'è fermato), mentre la neve cade lenta sui pensieri e sulle ultime rose.
(Elisabetta)




📚
La giovane donna lavora nella sua cameretta, è felice. Tra pochi mesi andrà in sposa ad un giovane che ama con tanta passione, il suo primo amore.
Canta mentre imbastisce una preziosa tovaglia da lei ricamata con punto a croce, l'ammira soddisfatta... è bellissima come belle sono le lenzuola che lei ha ricamato a punto rodi.
Sogna la ragazza il suo letto e l'amore che vivrà.
Nell'angolo della stanza, sopra una sedia ben ordinati, i centri e le tendine che lei ha ricamato usando il chiacchierino e la spoletta che appartenevano a sua nonna; è lieta di aver da lei imparato questi lavori. Ora nella sua mente e nel suo cuore ricordi di serate gelide passate davanti al camino ad ascoltarla e a guardarla lavorare con le sue vecchie ma leggere e veloci mani, che sembravano danzare con il chiacchierino.
Sogna la giovane donna mentre prepara il corredo per la sua nuova casa.
Giorni, volate per favore, perché lei è impaziente .
(Piera) 




📚
Iolanda anche oggi è nella sua sartoria. Appoggia la stoffa sul lungo tavolo e col gessetto segna i punti da tagliare. Poi imbastisce i pezzi da unire insieme e così cuce per mettere in prova il vestito che le hanno ordinato di fare.  
Si siede alla macchina da cucire: apre i cassettini laterali dove sono le sigarette di filo forte di tutti i colori. La sarta prende quelli adeguati alla stoffa e prepara la spoletta da mettere sotto,  il filo per il sopra e comincia a trapuntare.  
Infine mette il vestito sul manichino davanti ad uno specchio pronto per farlo provare alla cliente quando viene.  
Prima di consegnarlo quando sarà finito, Iolanda ci ricamerà, su un taschino,  le cifre della cliente a punto croce.
(Silvana)


📚

Anna era seduta al tavolo in cucina sotto il lampadario al neon. Fuori era ancora buio, ma a lei piacevano quei momenti in cui poteva dedicarsi alla sua passione: lavorare la maglia ai ferri. L’arcolaio dipanava la matassa di lana mentre lei faceva un bel gomitolo color vinaccia pensando a quale punto utilizzare per il nuovo maglione. 

Nel momento stesso in cui entravo in cucina tornava ad essere mamma e moglie, pronta ad occuparsi di papà e me. Nel pomeriggio, davanti alla sua telenovela preferita, avrebbe preso una gugliata di lana ed incominciato un suo campioncino, seguendo il modello in una rivista dove aveva fatto una croce per ricordarsi i vari passaggi. 

Quei momenti sono ancora impressi nella mia mente perché lei cambiava lo sguardo quando era concentrata sul suo lavoro: il viso si rilassava e le spalle erano prive di tensioni. Il ticchettio incessante dei ferri mi ha fatto da ninna nanna in tanti momenti in cui ero malata e la mamma lavorava accanto al mio letto. Quante copertine, sciarpe e berrette ha fatto per le mie Barbie! Quante maglie, berrette, sciarpe e pure cappotti ha fatto per la famiglia, parenti, amici e per lavoro. 

Quando io non ero ancora nata, ha mantenuto lavorando ai ferri e a macchina, la sua famiglia e la famiglia del fratello. 

Tre anni fa, quando se n’è andata in cielo, le abbiamo messo dentro alla bara dei gomitoli di lana e vari tipi di ferri per continuare a fare i suoi capolavori per gli angeli. Quando indosso le maglie che mi sono rimaste mi sembra che lei mi abbracci ancora e sento il suo profumo.

(Monica)



📚

In un tempo un poco lontano, nelle case di campagna, vi era una sana e piacevole abitudine e usanza. Al calar del sole ci si riuniva in casa, spesso intorno al camino, con una fuoco schioppettante, che illuminava parte della stanza. Le fiamme alte e luminose oltre ad emanar calore, proiettavano sulla parte posteriore dello stesso ombre dalle forme fiabesche. 

La padrona di casa invitava le amiche vicine di casa a deliziarsi di questo tepore, non solo, a sorbire tisane, a chiacchierare e a svolgere attività manuali d'uso in quei momenti. La nonnina accanto al camino dipanava la lana appoggiata sull'arcolaiom facendo bei gomitoli uniformi, ogni tanto prendeva una gugliata di lana per darla alla Gigina, che voleva sperimentare qualche nuovo punto all'uncinetto. Più in là sul tavolino, faceva bella mostra un grazioso cestino da lavoro con dentro tutto il necessario per ricamare e cucire. 

La Rosam che sapeva ricamare, esperta di punto rodi, punto croce, ogni tanto prendeva la spoletta per fare il chiaccherino, l'avvolgeva del leggero filo e faceva una bellissima trina. La padrona di casa che amava tessere al telaio, faceva scorrere quella grossa spola tra l'ordito per realizzare vari motivi. 

Ogni tanto era presente una cugina della padrona di casa, amava cuccire. Cuciva per tutti. Senza timore, lesta, prendeva il gessetto per segnare la linea del taglio del tessuto, poi prendeva il filo per imbastire le cuciture e così via. 

La bambina di casa, seduta sotto una lampada con un libro di racconti sulle ginocchia, leggeva di volta in volta, capitoli nuovi. Chi l'ascoltava chi no, non importava a lei, quello era il compito riservato. 

Presto arrivava la sera tra un lavoro, una chiaccherata, una risata, Ognuna ritornava alla propria abitazione, sollevata dai propri pensieri, dai propri problemi, messi da parte almeno per quel momento. 

Ad ogni tempo il suo tempo.

(Maddalena)



📚

Leggo... matassa, punto, rodi, gessetto, imbastisci, gugliata... e subito mi tornano alla mente particolari della mia infanzia e giovinezza. E' strano, di questo mi sorprendo, eppure anche oggi ne faccio uso!

Mi fa piacere rivedermi come  in  una foto che mi appare nitida e bella nonostante gli anni trascorsi. Nelle belle giornate primaverili ed estive, al mio paese usava stare sulla strada sedute su uno scalino, a volte anche scomodo, o più spesso su una sedia a ricamare, fare lavori all'uncinetto, fare la maglia. Qualche donna più avanti negli anni  affusolava  morbidi velli di lana di pecora  attraverso un fuso che sembrava una trottola tanto che girava veloce tra le dita e si trasformava in filo arrotolato al fuso stesso. Quella pratica mi affascinava. Trovavo però poco affascinante se mi chiedevano di tendere le braccia per fare la matassa. Che noia!!

Ricordo che ammiravo anche una signora molto avanti negli anni, la Chiuchia - tutti avevano un soprannome - che faceva l'uncinetto senza occhiali e  velocemente, ma con grande precisione. Mi piaceva vedere scorrere il lavoro che via via assumeva  una forma e un disegno. Volevo imparare e tanto dissi e tanto feci che mi prese in considerazione e cominciò ad insegnarmi i primi punti. Lei lavorava per altri e non voleva perdere troppo tempo. Imparai  così che il tempo aveva un valore. E così via via con la maglia e qualche punto di ricamo. Non riuscii mai ad imparare il punto rodi.  Ero comunque una piccola donna. Ahhh ahhh.

Queste donne però non risparmiavano nessuno da chiacchiere e pettegolezzi e io, innocente, ero incuriosita dalle storie che ne venivano fuori. Non capivo che spesso facevano un ritratto negativo delle persone e ne ridevano.  Con il senno di poi  capii che questo non era bello.

Gessetto, imbastisci, gugliata... era il momento della sarta alla quale ci si rivolgeva se volevamo vestirci senza troppa spesa, a volte rivoltando una giacca o un capotto. Io andavo da Maria che mi prendeva la misura, su un grande tavolo disegnava il modello con un gessetto poi con il metro intorno al collo e tanti fili recuperati imbastiva. Non si buttava via nulla!! Con il recupero si sviluppava la fantasia.

(Claudia)



📚

Il tempo era passato in fretta. La bimba era ormai all'ultimo anno delle elementari. Si sentiva già grande e piena di voglia di fare qualcosa, di aiutare in qualche modo la sua mamma. 

Afferrò il davanti del vecchio maglione rosso e, con non poca difficoltà, riuscì a trovare il filo nel punto in cui era stato fermato. Ne tagliò un pezzettino e lo sfilò da dove era fissato. Cominciò a disfare alacremente il pezzo di lana. Veniva bene. Purtroppo non aveva un arcolaio. Allora la bimba si avvicinò al tavolo e trascinò con grande fatica due sedie vicino a lei. Le mise ad una distanza di una decina di centimetri affiancandole per il dorso. Poi prese il filo e lo annodò sulla spalliera. E qui cominciò il balletto. Con una mano sfilava il pezzo del maglione, intanto girava intorno alle sedie arrotolando la lana alle due spalliere. 

Ci volle un bel po' di tempo, ma alla fine fu ripagata da una grossa matassa di filo rosso tutto arricciato. La legò per bene perché rimanesse tale. Certo così com'era non avrebbe potuto usare la lana di quella matassa. Maria preparò una piccola bagnarola, vi versò un bel quantitativo di aceto e lo diluì con dell'acqua. Vi tuffò senza indugio la matassa rossa tutta arruffata. Magicamente la lana si distese ed acquisì una bella vivacità nel colore. Ben risciacquata, la matassa si trovò appesa ad un filo a distendersi grazie al peso dell'acqua e ad asciugarsi. 

Maria era raggiante quando si ritrovò con un bel gomitolo in mano e due ferri sui quali andava allungandosi il dietro di un nuovo golfino.  

(Vanina)



📚

Questi ricami a punto croce e a punto rodi mi ricordano tempi lontani. 

Io mi rivedo da piccola quando le persone alla sera si riunivano nelle corti e, vicino al fuoco, si raccontavano. Intanto ognuno eseguiva dei lavori manuali diversi: chi ricamava, chi cuciva, chi faceva matasse e gomitoli, chi rammendava, chi faceva i calzerotti. Si aiutavano uno con l'altro. C'era un grande cestino da lavoro e tutti ci pescavano. A quei tempi c'era tanta solidarietà. Ricordo che mia zia Albina tesseva. Stava intere giornate in una stanza a tessere. 

 Qualche sera io rimanevo a casa delle zie a dormire. La cosa che mi divertiva molto era andare a letto con lei, perché dovevo prendere una seggiolina per montare su quel letto altissimo, con il materasso fatto di foglie di granturco. E il bello era quando arrivavo sopra e… poi sprofondavo giù. Che grande divertimento! 

Oggi questi sembrano mondi lontani, ma io li sento ancora vivi e tanto uniti a me.

(Alba)




📚  📚  📚







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