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Consigli per la lettura delle pagine
: 8

Il blog parte con i post periodici con cui
lanciamo spunti e ci teniamo in contatto.

Sotto seguono una serie di pagine
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L'elenco è lungo, la voglia di scrivere è tanta,
lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



Ricordi Scuola 13 - Interdisciplinarità








Quello che sviluppai ulteriormente negli anni della mia permanenza in Emilia (avevo già iniziato ampiamente in Puglia) fu l’attenzione alla costruzione del SE’ e lo sviluppo del pensiero divergente.

Me ne occupai sempre da sola perché la gran parte dei docenti non era ancora molto preparata su queste tematiche e lavorava sulla trasmissione di nozioni connesse al pensiero convergente.

Io cercai di tenere presenti tutti quegli aspetti che concorrevano alla buona riuscita di un processo di apprendimento, cercando di operare una sintesi, prima di tutto nell’economia delle proposte educative e didattiche, nell’intento di perseguire più obiettivi  con un minimo di lavoro.
In seconda istanza, attivando tutti i linguaggi della comunicazione e stimolando sia il pensiero convergente che quello divergente, cercai di promuovere nuove capacità di operare collegamenti e sintesi. Immagine, musica e teatro furono i miei cavalli di battaglia.

Un esempio di attività che perseguiva più obiettivi ad un tempo fu quella che organizzai per un concorso che aveva come tema “La mela”. Non amavo i concorsi, ma vi partecipai perché, organizzato dalla RAI,  c'erano dei computer in palio e in quel periodo anche un solo computer sarebbe stato davvero il benvenuto.
Questa attività coinvolse gli alunni quando erano in classe quarta, quindi, in parallelo con l’esperienza di Karel.
L’avere un computer avrebbe sviluppato ulteriormente l’esperienza informatica e avrebbe dato ulteriore spessore alla scuola elementare in cui operavo.
Pensai e ripensai come affrontare l’argomento, poi mi venne l’idea che si rivelò vincente.

Per raggiungere lo scopo, infatti, decisi di utilizzare riproduzioni di quadri antichi e moderni in cui fossero presenti una o più mele.
Questo mi avrebbe consentito di

  • avvicinare i bambini alla storia dell’arte e alla bellezza,
  • sviluppare la loro capacità di leggere un’immagine e di comprenderla in modo personale, 
  • far loro scoprire che esistono soluzioni e strategie diverse per giungere ad un obiettivo,
  • sviluppare il pensiero divergente,
  • promuovere il confronto nel gruppo su un argomento piacevole, ma “reale”, nel problem-solving,
  • utilizzare la lingua e l’espressione grafico-pittorica in un contesto mirato, ed altro ancora.

Così ricercai ed ingrandii molte immagini di epoche diverse e le proposi agli alunni, suddivisi in gruppi, invitandoli a “leggere” l’immagine e ad immaginare un contesto in cui inserirla.

Compito essenziale del gruppo era elaborare una storia che avesse l’immagine data come punto centrale, oppure iniziale, finale o altro.
Doveva essere eseguito anche almeno un disegno, con tecnica scelta dal gruppo, di un altro momento della storia elaborata.
Il disegno doveva essere rifinito con cura e completato in ogni minima parte.

Utilizzare i termini tecnici (primo piano, sfondo, ecc.) in un contesto così motivante era certamente molto più semplice e naturale delle solite esercitazioni pedisseque, come mettere insieme una storia partendo da un'immagine concreta e lavorando a più mani con i compagni.

Potremmo anche sottolineare le molte competenze che dovevano essere attivate ad un tempo per raggiungere l'obiettivo.
Infatti, era necessario scegliere tra vari possibili percorsi, tra frasi e parole diverse, come trovare una logica anche in una storia di fantasia e avanti così, ma gli alunni non si accorgevano di questo, trascinati com'erano da quello che sembrava loro un gioco, certo non un compito noioso.

Inutile dire che vennero fuori storie e immagini bellissime e che, soprattutto, queste erano sentite come proprie creature da ognuno di loro.
Inoltre i componenti di ciascun gruppo tenevano moltissimo a far conoscere ai compagni il proprio lavoro. Ascoltando con interesse quello degli altri, riuscivano a mantenere l’attenzione per tempi davvero lunghi per la loro età!

Prima e dopo questa parte che volevo evidenziare, ci furono elaborazioni poetiche in rima, slogan pubblicitari, ricerca di informazioni scientifiche sulla mela e tanti altri spunti di riflessione che fecero del concorso un’importante occasione per raggiungere tutti gli obiettivi didattici e formativi che io mi prefiggevo nei vari ambiti.

Fui molto soddisfatta dei risultati, ben visibili, ottenuti con il materiale prodotto, anche se, dopo qualche e tempo, il plico ritornò intonso alla base... perché la Direzione Didattica aveva impiegato troppo tempo ad inviarlo e non era giunto nei termini a destinazione!

Non me la presi poi troppo e lo spiegai anche agli alunni.
Lo scopo era sempre quello di imparare cose nuove e quello lo avevamo ampiamente raggiunto.
Non bisognava dare troppa importanza al “vincere”, perché questo era connesso a tanti, troppi fattori, spesso non legati al nostro reale valore.

Anche questo fu un'importante occasione educativa, perché  il messaggio che io veicolavo in quel momento non era altro che una ristrutturazione in positivo di una realtà che poteva essere vissuta come un insuccesso e di una filosofia di vita che poteva aprire loro un nuovo mondo percettivo.





🤔 Riflessioni

🐝 Quali sono i punti di forza?

✔  Aver scelto il lavoro di gruppo, per conseguire obiettivi complessi che il singolo non riesce a raggiungere da solo.
✔  Aver promosso apprendimenti tecnici e connessi al pensiero convergente attraverso l'emozione, la sperimentazione del senso di libertà e di scelta, la divergenza dallo stereotipo.
✔  Aver operato in modo interdisciplinare, attivando competenze ed abilità in molte  discipline d'insegnamento (lingua, immagine...).





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