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Consigli per la lettura delle pagine
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lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



Lucca insieme - L'avarizia

 




Pieter Paul Rubens e Jacopo Ligozzi



L'Avarizia


Avarizia,
uno dei sette vizi capitali,
scarsa disponibilità
a spendere e a regalare,
propensione ad attaccarsi
grettamente al denaro:
l'avaro ha ma non dà.


Forse
non ci è mai neppure capitato
di valutare questa parola,
ma è evidente
che a seconda di come noi
viviamo questo aspetto
saremo influenzati
nel rapportarci con il mondo
che ci circonda.


Cosa ne pensate?
Vi va di raccontarcelo?


Considero l’avarizia un difetto o forse una malattia, chi ne è affetto mette il denaro prima di qualunque cosa… prima degli affetti, della famiglia, dell’amore e forse prima di se stessi.
Non mi sento una persona avara né nei sentimenti né a livello materiale.
Sento sempre il bisogno di donare anche privandomi di qualcosa a me “caro”.
Sono, però anche una persona che sente la necessità di risparmiare denari per essere indipendente dalla famiglia.
Mi piace condividere il mio sapere, il mio tempo e le mie passioni con gli amici che ne sono interessati.
Mia mamma era considerata “l’avara” della famiglia perché risparmiava su ogni aspetto della vita domestica, ma con il tempo ho capito che praticava l’avarizia per pagare i debiti che avevamo e per le mie innumerevoli cure.
Per questo non posso far altro che ringraziarla perché, anche se abbiamo vissuto nelle ristrettezze, non mi è mai mancato nulla. Mi dispiaceva un po’ quando i compagni di classe mi deridevano per i miei abiti di seconda mano, ma l’affetto dei miei cari mi ripagava di tutto!
(Monica)



Proviamo a definire l’avarizia. Attaccamento alle cose. Il denaro è una cosa quindi. In primis, mi viene da pensare al denaro. Avari di denaro. Poi ci sono i sentimenti. Si può essere avari anche di sentimenti e secondo me si parte da qui.
L’avaro non può essere empatico mentre il generoso lo è indubbiamente, perché presta attenzione ai bisogni altrui. Generalmente, perché anche qui ci può essere una divagazione. Si può essere generosi per sentirsi superiori, e quindi si tratta di megalomania, oppure generosi per ricerca di affetti, quindi per tornaconto.
Nonostante ciò e senza contraddirsi, si può essere empatici pur essendo avari perché si può essere prodighi di sentimenti ma solo a parole. Il problema sono i fatti.  Chi è avaro ha una mano sola e non è mai sazio. E’ crudo d’animo e questo fa parte del carattere.
L’avaro può far bene coppia con lo spendaccione perché ne può approfittare. E’ una parola sempre stata in auge. E’ una malattia che in alcuni si affaccia in maniera devastante. Non si può essere poco avari o molto avari. La parola avaro è già fine a se stessa e definisce bene la persona.
Facendo riferimento ai soldi si sa bene che il mondo economico è sempre impegnato a farne. Tutto deve rendere, all’infinito. Le persone sono portate all’individualismo per cui, pensando ognuno ai fatti propri non si accorge dei bisogni altrui, né se si tratta di averi, né se si tratta di affetti perché poi le due prospettive sono correlate, secondo me. Concludendo. Chi ama non può essere avaro di soldi e nemmeno di riguardi e attenzione ai bisogni materiali e spirituali verso il prossimo. Ecco la parolina magica: Amore.
(Claudia)




Parlando di una persona avara mi viene subito in mente un'egoista che non vuole spendere e non vuol donare niente, praticamente tiene tutto per sé.
In questo momento rifletto che io forse  sono proprio il contrario, perchè alcune volte, per esempio, ho regalato oggetti  di casa mia, utensili alle mie nuore, pensando che loro sono giovani e li possono usare più di me.
L'avarizia invece che per me può essere fraintesa è quella delle parole. Mi sono  trovata in circostanze in cui non mi è riuscito consolare un'amica in difficoltà.
Non ho usato molte parole e senza dubbio sono passata male nonostante dentro di me partecipassi a quel dolore suo senza parlarle abbastanza o consolarla affettuosamente.
L'avarizia in tutti i sensi è sempre una brutta malattia.
(Silvana)




Avarizia, che parola! Vediamo prima di tutto cosa significa: attaccamento a denari, a beni preziosi, comunque a quello che si ha. Dunque, attiene alla sfera dell'avere e non a quella dell'essere come direbbe Fromm.
In realtà non è proprio così, perché, a furia di avere ed accumulare, ci si trasforma pure nell'essere, in modo negativo certo, però il tratto diventa stabile e caratterizza l'individuo.
La figura dell'avaro è rintracciabile in letteratura fin dall'antichità.
Una delle figure più antiche è quella che troviamo nella commedia di Plauto "Aulularia", in cui il vecchio e scorbutico Euclione trova la pentola piena d'oro sotterrata dal nonno e si rende ridicolo fingendosi povero per non farsi scoprire e rischiare di perdere la sua ricchezza. 
Io per mia natura ho un buon rapporto con le cose e, soorattutto con il denaro. Non me ne occorre troppo perché ritengo che tutto serva, ma poche cose siano davvero indispensabili.
Quello di cui non sono affatto avara è il mio tempo, il fare gesti per gli altri, il regalare parole e suggerimenti (non perché siano giuste le mie idee, ma perché condividere mi dà piacere).
Perché si arriva ad essere avari? Le ragioni sono molteplici: insicurezza, paura del vivere, voglia di proteggersi e sarebbe un bel salto di qualità riuscire ad andare oltre.
(Vanina)


L'avarizia è una di quelle parole grandi che per me significa anche non donare quello che sai più che riferirsi al lato materiale, cosa che tante persone pensano, specialmente quelle del potere che vogliono avere di più degli altri, perché molto questa società di oggi è "Se hai, hai; se non hai, hai hai.". Ciò è vero sia per noi del popolo che per i grandi. Pensando ai saggi del passato, scrivevano tutti e anzi ci hanno lasciato una immensa fortuna, cosa che oggi è tutto un nascondere, sia nel sapere che nei beni materiali. Uno non deve sapere niente dell'altro per non non farsi passare avanti. 
È tutta una corsa e poi l'avarizia per me è anche un po' di invidia, perché non vuoi fare  sapere di te, far star bene gli altr e perciò ci vedo anche un po' di invidia.
(Alba)



Pessimo evento quello di trovarsi a contatto con una persona avara, non avara di beni materiali, ma di pensieri, di atteggiamenti gratificanti nei confronti di chi ha davanti e si aspetta un aiuto.  
Spesso ci si rende conto che di fronte al bisogno di un essere umano c'è chi frena. Molte volte chi è avaro in questo senso non riesce a dare quel po' di aiuto che potrebbe portare  colui che ne ha bisogno a sentirsi meno solo, più capito, più sereno.
A volte basterebbe una parola per aiutare una persona  infelice.
Purtroppo chi non è capace o non vuole essere generoso, mai aiuterà chi ha bisogno ad uscire da un momento difficile e la difficoltà di una persona è sofferenza  e solitudine. Sì solitudine, perché chi è a disagio potrebbe uscire da un'angoscia solo con un piccolo aiuto, una parola, un "ti voglio bene" che però chi è avaro non riuscirà mai a dire...
Dentro ad un avaro c'è un "freno" che gli impedisce  di mostrarsi aperto nei confronti del prossimo, che nemmeno la sofferenza altrui riesce a sbloccare.
(Lauretta)



Ci è detto che si può peccare in pensieri, parole opere, omissioni.
Mi trovo in questa descrizione? Saltuariamente sì, in tutte le sfumature è un discorso eccessivo e ci vuole una perversione più grande.
La parola che mi completa questo personaggio e l'Avaro.
L'avaro è una persona che pensa solo a trarre beneficio da tutte le possibilità che gli si presentano dimenticandosi di godere di quello che ha, anzi fa grande attenzione a non far capire al suo piccolo mondo che ha queste possibilità, vivendo così una vita miserevole e meschina. Lui pensa a sfruttare tutte le situazioni, la mette in pratica con le parole e i gesti e in negativo, omette di fare quello che potrebbe per essere positivo e benevolo.
L'avarizia non è nelle mie corde, mi riconosco assolutamente altruista, anche troppo. Non c'è un motivo, non sono avara e basta. Non sono avara certamente con i soldi. Potrei averne e trovarmi a distribuirli in giro senza riflettere. Non sono avara di parole né di complimenti, né di gioia condivisa né di mestizia latente. Non sono avara e basta. E questo mi dà soddisfazione e mi fa riflettere sulle diverse alternative.
In questo contesto è stato parlato  della gazza ladra.
Chi è  la gazza ladra? È colei che ruba all'altro quello che ha. E nel caso dell'uccellino gli ruba anche la vita. E questo non è davvero bello.
Cosa ha portato questo uccello a comportarsi da avaro nei confronti dei propri simili? L'egoismo, il voler avere ciò che l'altro ha. Forse lo fa suo senza fatica. Questa è la peggiore forma di avarizia perchè si adopera per fare del male all'altro. Lavorare poco per avere molto e subito. Questa forma di avarizia potrebbe piacere anche a me, ma non ho sapere da accumulare e quindi non ho di queste mire.
(Rita)
 




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