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Consigli per la lettura delle pagine
: 8

Il blog parte con i post periodici con cui
lanciamo spunti e ci teniamo in contatto.

Sotto seguono una serie di pagine
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L'elenco è lungo, la voglia di scrivere è tanta,
lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



Lucca Estate - Parole... per l'emisfero destro

 





Parole... per l'emisfero destro

Che immagine insolita,
comunque particolare!
Guardatela con attenzione.
Non pare anche a voi?
Non sentite quello stimolo creativo
che si sta già attivando nel cuore e nella mente?
Lo riconoscete?
Bene!
Lasciatevi e lasciatelo andare!
Il corso dei pensieri corre già veloce
e le parole vogliono irrimediabilmente
aggregarsi in una storia. 


🧩

Fu subito dietro l'angolo.
Arrivò come un pugno nello stomaco.

Chi continua?


🧩
C’era una volta e c’è ancora una ragazzina che non aveva fantasia. Non si era mai allontanata da casa. Non era mai andata più in là della scuola e della chiesa. Fra le sue tante amicizie c’era pure l’amica del cuore ma si era stancata di tutto ciò, voleva qualcos’altro, voleva andare in giro per il mondo, voleva vedere cos’altro c’era anche poco più in là.
Un giorno, tornando dalla parrocchia, aveva notato che stavano appiccicando un manifesto proprio in cima alla strada di casa sua. Gli aveva dato solo un’occhiata di traverso con la coda dell’occhio e ne era rimasta affascinata. Non ne voleva fare parola con nessuno, nemmeno con la sua amica del cuore. Quelle due strade le si erano fissate nella mente, bastava prenderne una, una qualsiasi, bastava solo decidersi, bastava scegliere il momento giusto per partire. 
Venne l’estate, la scuola era finita e quindi decise che quello era il momento migliore. Aveva ricevuto la pagella con in massimo dei voti e non avrebbe avuto bisogno di studiare, dato che non doveva recuperare alcunché.  Non aveva impegni di sorta. I suoi genitori erano a lavorare e fino a sera non sarebbero tornati. Preparò uno zainetto con qualcosa da mangiare preso a caso nel frigo e chiuse la porta dietro di sé, senza voltarsi indietro. Si diresse verso la stazione e salì sul primo treno.  Aveva sempre sognato di poter viaggiare in treno! Quel rumore sulle rotaie e quel lungo fischio l’attraevano. Sentiva un poco di paura, soprattutto al passaggio sotto la galleria, ma ora era lì da sola! Era il massimo. Che avventura! Con tutta quella gente nello scompartimento non si sentiva sola e la paura stava passando. Non aveva più paura dell’ignoto. Si sentiva forte, ora. Aveva bisogno di rafforzare il suo IO e c’era riuscita. Prima di sera tornò a casa e nessuno si era accorto della sua scappatella. 
Era stanchissima perché aveva dovuto gestire anche un poco di tensione che in certi momenti l’aveva assalita. Ma ce l’aveva fatta! 
D’altronde aveva capito che nella vita bisogna essere forti perché le difficoltà sono sempre dietro l’angolo, pronte ad aspettarci.
Claudia


🧩 
Fu subito dietro l'angolo.
Arrivó come un pugno nello stomaco...
Avevo vagato per tutto il pomeriggio alla ricerca... di cosa? Non lo sapevo chiaramente, ma c'era in me un senso di inquietudine che mi aveva assalito appena rientrata in quella casa, la nostra casa, al limitare del bosco. Ero uscita al mattino presto per recarmi al lavoro,  convinta di ritrovarti ad aspettarmi sulla tua poltrona preferita. Non vedevo l'ora di andare in pensione e passare le giornate con te, che già da qualche mese avresti dovuto goderti il meritato riposo. Invece ti vedevo cambiare ogni giorno, sempre più  pensieroso, triste, come se qualcosa ti turbasse, ed anche i nostri slanci affettuosi, che sempre avevano accompagnato il nostro matrimonio, da parte tua stavano scemando. Non capivo, ma giustificavo tutto ciò pensando che  ti mancasse il lavoro che tanto avevi amato, i colleghi, la routine quotidiana...
La mia mente non pensava che potesse esserci dell'altro, non ne avevo motivo, o almeno era ciò di cui ero convinta.
Quel pomeriggio ero rientrata prima del previsto proprio per stare con te, preparare insieme una cenetta intima, avevo comprato la carne per una grigliata come piace a te e mi ero concessa una buona bottiglia di vino rosso e uno spumante frizzante.
Rientrando avevo trovato la casa silenziona e buia con le finestre tutte chiuse e un senso di angoscia mi aveva subito attanagliato l'anima.
Non riuscivo a darmi una spiegazione... non mi avevi avvertito, non un accenno né un messaggio... dove potevi essere?
Non avevi neppure pranzato a casa, non c'erano segnali della tua presenza né in casa e neppure nei dintorni, dove già avevo guardato. Era quasi l'imbrunire e di te nessuna traccia. Presi una torcia e mi inoltrai nel bosco. La vegetazione era fitta, le ombre incutevano paura, rumori strani mi spaventavano, ma avanzavo con il presentimento che tu fossi lì da qualche parte.
Ad un tratto mi affacciai su una radura ombrosa e ti vidi, anzi ti sentii prima di vederti. Era tuo il pianto, tuoi i singhiozzi che attraversavano la vegetazione intricata, si infrangevano e trapassavano il mio corpo.
La tua immagine arrivó  ai miei occhi come un pugno nello stomaco. Mi fermai all'istante.
Immobile, con le gambe abbarbicate al terreno, il  corpo quasi squarciato in due parti, abbracciato a quel tronco mi sei apparso così solo, indifeso, smarrito, tu che eri sempre stato la mia roccia.
Cosa fare? Un attimo di smarrimento e poi... poi mi è sembrato di vedere intorno a te una luce soffusa, forse il riflesso di quell'ultimo raggio di sole prima del tramonto. Mi sono avvicinata in silenzio, le mie braccia hanno cinto il tuo corpo in un abbraccio infinito ed i tuoi singhiozzi sono divenuti un pianto liberatorio. Ho aspettato il tuo tempo, il tempo di capire che nessuno è solo quando vicino hai persone che ti vogliono bene, il tempo di ricomciare a sperare.
Ed ecco che ti sei voltato, ho baciato le tue lacrime, hai asciugato le mie, ci siamo riconosciuti e ritrovati. Insieme ritorniamo verso casa, il silenzio ci accompagna
Con noi solo il mormorare del vento nel bosco.
Ci sarà  modo di parlare, di capire, di riprendere il nostro cammino insieme. 
Mariella


🧩
Subito dietro l'angolo, arriva come un pugno nello stomaco quell’immenso uomo che mi fa paura. Possibile che non si muova? E’ come se avesse delle radici piantate a terra, agita solo le braccia come rami squassati da un temporale. La testa china in avanti… Chissà a che cosa sta pensando, forse a come spaventarmi di più? No, non è possibile. Come mi é venuto in mente di venire a passeggiare da sola a quest’ora della notte in una zona che non ho mai frequentato? E’ stato il caldo, il caldo intenso di una notte di luglio che mi ha spinto a cercare un refrigerio che tra le lenzuola bollenti non trovavo più.
“Ahhhh!”. Un grido tremendo mi esce dalla bocca quando mi sento toccare la gamba. Abbasso gli occhi e vedo Leila accanto a me, mi ha seguita in silenzio non perdendomi mai di vista. Non me ne ero proprio accorta, ero troppo concentrata sul terrore per quell’uomo.
“Ma, che cosa fai! Leila vieni qui, ti può far del male!”. Leila non ascolta i miei richiami e dopo aver annusato tanto si china davanti a lui e fa i suoi bisogni.
Non si muove ancora… possibile? Penso allora di avvicinarmi di più, sempre di più e così mi accorgo che è un immenso albero somigliante nella forma ad un essere umano.
Che tremenda illusione ho avuto! Mi avvicino all’albero fino ad ammirarne la maestosità ed ora, con le prime luci lo vedo stagliarsi sul meraviglioso rosa dell’alba! Sono pronta a tornare nel mio letto per qualche ora. A volte le paure possono falsare la nostra visione delle cose.
“Iappalá, Leila, Iappalá!”.
Monica


🧩
Sto passeggiando sola in mezzo ad un bosco, tutto ad un tratto il mio sguardo si sofferma su un tronco d'albero.
Questo è molto strano: fino ad una certa altezza sembra una coppia di amanti abbracciati stretti stretti fra loro.  Ad una altezza d'uomo si dirama in due parti.  A destra, penso sia la donna, alza il braccio destro e forse vuol esprimere la sua creatività: pensa già al suo rientro a casa di pitturare un quadro molto colorato pensando al bosco che ha attraversato passeggiando.  Al lato sinistro il suo uomo alza il braccio da quella parte; lui pensa a cose più serie, a rientrare dopo un lungo cammino per sedersi al tavolo del suo computer e leggere le notizie di cronaca o di politica, che oggi fino ad ora ha trascurato.
Come è bella questa simbiosi piena d'amore e poi di saggezza.
Silvana


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Fu subito dietro l'angolo. Arrivò come un pugno nello stomaco.
Era già da più di un'ora che Giuliana camminava su una pista ciclabile lungo il fiume, sotto il sole di luglio. Ancora il passo era spedito, ma che sudore appena il sole sbucava dalle nuvole! Così, arrivata in prossimità del ponte di legno che consentiva l'attraversamento del fiume, decise di entrare all'interno della pineta vera e propria, superando una catasta di tronchi ben allineati, recuperati dalla pulizia della scarpata sulla riva destra del Sarca.
Fu subito dietro l'angolo che ci si trovò faccia faccia. Le arrivò come un pugno allo stomaco. In una luce spettrale che non aveva previsto, si trovò davanti a qualcosa di strano: un'incomprensibile figura delle forme confuse fluttuava in una notte altrettanto confusa colorata di rosa e di violetti. Giuliana si immobilizzò e cominciò a tremare.
Spaventata da morire per la sorpresa, ma mano che meglio osservava, cominciò i spiegabilmente a calmarsi, irretita in un velo di magia...
(continua alla pag. "Racconto - Giuliana")
Vanina


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Camminavamo in montagna con grande fatica, in salita, in uno splendido bosco ricco di ogni genere di pianta.
All'improvviso alzando la testa, ai miei occhi apparve un grande albero formato da due tronchi uniti tra di loro; non me lo aspettavo, era molto particolare e aveva, oltre all'aspetto strano, qualche cosa di appeso: un sacco!
La curiosità è femmina, si sa, quindi arrancando, nonostante gli amici mi consigliassero di non avvicinarmi, arrivai a vedere cosa quel sacco appeso tra due tronchi, potesse nascondere. La mia sorpresa nel toccare il tessuto grezzo del sacco fu che compresi che conteneva qualche cosa di rigido. Quindi, ancora più curiosa, cercai di arrivare a raggiungere un lembo per provare ad aprirlo. Senza l'aiuto di due amici molto alti, non sarei riuscita nel mio intento. 
Bene, arrivati a prenderlo, ci sedemmo veloci a terra per curiosare all'interno. 
Sorpresa! Il sacco era pieno di sigarette, di tutto mi sarei aspettata, ma non quelle. Il tripudio di tutto il gruppo per un ritrovamento tanto sorprendente fu enorme, visto che tutti noi fumavamo.
Stavamo già pensando a come fare una equa suddivisione, quando io pensai che sicuramente quel sacco era lì appeso per la dimenticanza di uno spallone, così erano chiamati dalle mie parti i contrabbandieri di sigarette che le portavano nelle loro bricolle (degli zaini di forma rettangolare, molto capienti adatti al trasporto  di pacchi di sigarette), che loro trasportavano sulle loro spalle dalla Svizzera attraversando impervi monti,  per poi venderle in Italia.  
Sicuramente per portarne una maggiore quantità quello spallone ne aveva messe un po' nel sacco e poi doveva averlo appeso all'albero per riposarsi. Quanto doveva essere faticoso il loro viaggio fatto durante la notte su un percorso controllato dai finanzieri, che potevano anche sparare se un bracconiere non si fosse fermato per lasciare la sua bricolla.
Non era un lavoro serio il loro, anzi campavano vendendo le loro merci contro la legge, ma era tanto faticoso.
Lunga fu la discussione tra me e i miei amici che volevano impossessarsi di quel ben di Dio che avevamo trovato. 
Il mio pensiero andò al fatto che queste persone non andavano disprezzate, ma compatite per la fatica che dovevano fare perché non avevano un altro lavoro, mentre al mio paese venivano giudicati male per il loro impegno fuori legge. 
Ogni tanto ripenso a questo evento con un po' di nostalgia. L'avrà ritrovato il suo sacco il legittimo proprietario?  Spero proprio di sì, sono passati sessanta anni...
Lauretta


🧩

Ho talmente tanto desiderio di comunione che questa foto mi fa vedere due persone che si abbracciano teneramente usando parole silenziose ed eterne e vedo qualcosa fra le loro gambe, forse un figlio, forse un bel cagnone che vuole approfittare anche lui del calore di questo abbraccio.

Il bel colore che è sullo sfondo mi porta a sentire che in questo posto c'è armonia e pace.

La persona che abbraccia ha ai piedi le ciabatte e cosa c'è di più bello di poter passeggiare tranquillamente in completo relax in un luogo da cui non ti aspetti pericoli? C'è familiarità in questo abbraccio e la coppia è formata da due unità diverse che per un pezzo della loro vita hanno camminato divise e poi si sono unite formando una famiglia e fra loro non ci sono più divisioni, anzi c'è un deciso slancio dell'uno verso l'altro che può trarre in inganno un cuore non allenato, perché la comunione porta la libertà e io ci vedo un uomo e una donna, probabilmente anziani, che probabilmente sorridono sentendosi riconosciuti.

Rita                                                                                        


                                                                                                                      

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2 commenti:

  1. Una immagine indefinita: cosa può suscitare nella mente, nell'animo, nella sfera creativa ed immaginaria di noi umani?
    Di primo acchito mi sento persa, un po' come mi capita di fronte ad un quadro o ad un'opera d'arte. Poi arrivano, come un colpo al petto, l'emozione, il sentimento, il messaggio che le immagini trasmettono direttamente al cuore.
    Ognuno di noi reagisce secondo le sue esperienze di vita, secondo lo stato emotivo del momento, ed ecco che scaturiscono storie importanti, che rispecchiano l'unicità della nostra vita. È interessante, piacevole ed appagante leggere i nostri pensieri

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Come è vero quello che dici, Mariella! Senza saperlo si opera un approfondimento della conoscenza di noi stessi e si dà la possibilità al nostro IO di tirare fuori emozioni ed idee creative, che ci gratificano e ci migliorano.
      Dunque, basta un'immagine e un briciolo di tempo per creare tutto questo e non è certo poco, vero?

      Elimina

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