P o l i p
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Il tempo scorreva proprio in fretta. Andava e andava, volando nei cieli del fantastico mondo di Dodo.
Quel giorno si tornava a casa dalla montagna dove la famiglia aveva trascorso il Natale. Dodo aveva avuto la febbre, ma in verità, lui non se ne era nemmeno accorto. Anzi si era pure divertito perché aveva gustato la sua prima briciola di panettone e aveva giocato con lo zio, che lo faceva volare in alto, ed anche con i nonni.
Eccolo ora sulla strada del ritorno. Una pausa alla stazione di servizio è d'obbligo.
Dopo un giretto in carrozzina e aver vuotato un biberon pieno di latte in braccio alla mamma, sulla via dell'uscita Dodo si perde a guardare i mille colori che gli parlano dagli scaffali della rivendita.
Ed è proprio lì che all'improvviso scorge qualcosa che lo spiazza: un polipone gigantesco, con i tentacoli tutti ingarbugliati, lo sta fissando con troppa insistenza. Il suo occhione nero è enorme, ma sembra quasi piccolo su quella testa affondata su se stessa. È in attesa. In attesa poi di che?
Che bel colore ha quell'essere strano. No, non gli mette certo paura... anzi gli piace davvero moltissimo. Lo vuole, lo vuole... ma la mamma non capisce che lo vuole stringere forte forte? Non lo vede come è morbido e setoso?
Allora il suo ditino punta su di esso, lo indica e lo indica e lo indica... sembra quello di ET nell'omonimo film.
E tale e tanto è il suo frenetico entusiasmo che ben presto il polipo è nella sua carrozzina e lui lo stringe a sé, mentre sfiora con il palmo della mano la sua testolona di seta.
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C'è luce ora intorno a lui, tanta luce chiara chiara che piove dal cielo. Non è solo. Dodo sta stringendo con fiducia al collo di Polip, che in una danza sfrenata sta puntando verso un qualche obiettivo. Davanti a loro, a perdita d'occhio, un incredibile mare azzurro si muove pigramente in piccole increspature. Dapprima con grande cautela, ma poi con la sicurezza di chi sa cosa fare, i tentacoli penetrano dolcemente nell'acqua.
(continua)
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