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Consigli per la lettura delle pagine
: 8

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L'elenco è lungo, la voglia di scrivere è tanta,
lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



Fiaba - Dodo e Polip

 




P o l i p


🐙 1.

Il tempo scorreva proprio in fretta. Andava e andava, volando nei cieli del fantastico mondo di Dodo.

Quel giorno si tornava a casa dalla montagna dove la famiglia aveva trascorso il Natale. Dodo aveva avuto la febbre, ma in verità, lui non se ne era nemmeno accorto. Anzi si era pure divertito perché aveva gustato la sua prima briciola di panettone e aveva giocato con lo zio, che lo faceva volare in alto, ed anche con i nonni.

Eccolo ora sulla strada del ritorno. Una pausa alla stazione di servizio è d'obbligo.
Dopo un giretto in carrozzina e aver vuotato un biberon pieno di latte in braccio alla mamma, sulla via dell'uscita Dodo si perde a guardare i mille colori che gli parlano dagli scaffali della rivendita. 
Ed è proprio lì che all'improvviso scorge qualcosa che lo spiazza: un polipone gigantesco, con i tentacoli tutti ingarbugliati, lo sta fissando con troppa insistenza. Il suo occhione nero è enorme, ma sembra quasi piccolo su quella testa affondata su se stessa. È in attesa.  In attesa poi di che?

Che bel colore ha quell'essere strano. No, non gli mette certo paura... anzi gli piace davvero moltissimo. Lo vuole, lo vuole... ma la mamma non capisce che lo vuole stringere forte forte? Non lo vede come è morbido e setoso?
Allora il suo ditino punta su di esso, lo indica e lo indica e lo indica... sembra quello di ET nell'omonimo film.
E tale e tanto è il suo frenetico entusiasmo che ben presto il polipo è nella sua carrozzina e lui lo stringe a sé, mentre sfiora con il palmo della mano la sua testolona di seta.



🐙 2.

C'è luce ora intorno a lui, tanta luce chiara chiara che piove dal cielo. Non è solo. Dodo sta stringendo con fiducia il collo di Polip, che in una danza sfrenata sta puntando verso un qualche obiettivo.
Davanti a loro, a perdita d'occhio, un incredibile mare azzurro si muove pigramente in piccole increspature. Dapprima con grande cautela, ma poi con la sicurezza di chi sa bene cosa  fare, i tentacoli penetrano dolcemente nell'acqua.

Dodo gli si stringe addosso sempre più forte e con grande attenzione per evitare di perdere la presa e scivolare via. I suoi occhi cercano di non perdere nemmeno un dettaglio di quel mondo meraviglioso.
Lui c'è già stato da quelle parti... e, infatti, ecco comparire laggiù la balena Maddalena, la sua cara amica.

No, non era sceso in acqua la volta precedente. Lui era rimasto sulla spiaggia con Drillo, Ibis... e Rosso e Nico e Gico, ma Pesce Guancione e Pesce Giallo si erano divertiti a nuotare in quello spazio immmenso, girando intorno a Maddalena. Anche Nella, la rana, aveva provato ad entrare, ma poi spaventata da tutta quell'acqua in movimento era tornata indietro e si era fermata vicino a Drillo.

Adesso, sì, erano solo loro due della vecchia compagnia... però c'erano tantissimi nuovi amici, grandi e piccoli, curiosi di conoscerli. Gli girava un po' la testa. Intanto quel meraviglioso Polip che lo trasportava alacremente lì salutava uno ad uno muovendo uno dei suoi affascinanti tentacoli.
In lontananza Maddalena soffiava e soffiava con gran lena come al solito, ma, appena Dodo e Polip furono accanto a lei, fece una giravolta e li invitò ad entrare nella grande bolla trasparente che si era materializzata all'improvviso dietro a lei.



🐙 3.

Che spettacolo! Dodo proprio non se lo aspettava... l'acqua del mare non c'era più: era scomparsa! E non solo! Infinite creature marine andavano e venivano come se niente fosse all'asciutto, in una luce solare straordinaria.

Polip adesso camminava con leggerezza sui suoi tentacoli, in una specie di danza che dava una grande energia al passeggero stretto al suo collo.
Intanto, da quella notevole altezza in cui si trovava, Dodo vide passare accanto a sé un'enorme aragosta tutta rossa che trascinava un triglia dello stesso colore beatamente distesa su un materassino trasparente. E poi due alicette, un grosso merluzzo, quattro o cinque vongole che battevano le valve in concerto, un riccio - addirittura un rametto di corallo! - una lumacona di mare... tutti salutavano sorpresi e dopo un po' si fermavano e si voltavano indietro.

Mentre sorrideva felice e faceva festa a quello spettacolo, da lontano si vide arrivare leggera leggera una piccola medusa tutta bianca...
Dodo si bloccò con la mano a mezz'aria e il fiato sospeso. 
"Meddy! Davvero sei tu? Meddy, mia dolce Meddy di quando ero piccolo! Finalmente ti ritrovo... Perché sei scomparsa? Era, dunque, per venire in questo altro mondo meraviglioso?".
"Caro Dodo, sapevo che prima o poi saresti venuto anche tu nel Mondo dell'Immaginabile. Ti aspettavo... è infatti è accaduto... eccoti qui!".
Meddy si avvicinò a Dodo. Allora Dodo, con la manina aperta e l'indice fluttuante nel nulla come quello di ET, prese ad accarezzarla piano piano come faceva quando aveva solo un mese e la stringeva a sé prima di addormentarsi.



🐙 4.

Di lì a poco tutto cambiò. Polip distese con eleganza uno dei suoi tentacoli sul quale Dodo scivolò giù, mentre Meddy gli galleggiava intorno.

Intanto il paesaggio si era rapidamente trasformato. Adesso enormi rami di coralli rossi e boschetti variegati di madrepore davano vita a uno scenario emozionante che lasciava senza parole... e poi un po' più in là... ecco prendere vita un piccolo tappeto di finissima sabbia sul quale si muovevano, ridevano, ruzzolavano, facevano le giravolte, un nugolo di bambini radiosi.

Dodo non credeva ai suoi occhi. Seguì senza indugio Meddy nel mucchio e cominciò a ballare la sua danza preferita, quella che faceva a casa sua quando accendeva la radio della sua macchina rossa. Sì, lì si sentiva bene come a casa, ma in quel paradiso di bambini c'era qualcosa in più: un sogno di forme, di colori, di vita, che lo esaltava e gli creava aspettative di ulteriori cose meravigliose che lo avrebbero raggiunto.
E infatti qualcosa accadde.
I suoi nuovi compagni all'improvviso si fermarono e un silenzio ovattato cadde tutto intorno. Da lontano giungeva fino a loro la voce del movimento calmo delle onde in concerto.



🐙 5.

Ed ecco che al centro di quel tappeto di sabbia si formò un vortice che sprofondò velocemente in una voragine sempre più grande e profonda. 
Meddy fece un piccolo cenno a Dodo e si rimise in movimento, scomparendo quasi subito al suo interno. Dodo non si fece pregare e sgambettò lesto dietro di lei... che sorpresa! Si sentì immediatamente risucchiare giù giù giù, sempre più giù, dietro a Meddy che sembrava divertirsi da matti... Dodo non ci pensò neanche un secondo e si unì immediatamente alla festa. 

Il viaggio durò solo una manciata di secondi, ma lo spazio percorso sembrò a Dodo quasi infinito. Niente paura, però... era con Meddy.
Stop! Adesso tutto si era fermato. Che caldo! C'era umidità, ma terra e piante più o meno verdi. Dodo si guardò intorno.  Dunque, cosa c'era di tanto straordinario da vedere?
Non finì di formulare il suo pensiero che da dietro un enorme groviglio di piante selvagge spuntò un coso enorme e gesticolante.  Enorme?! Di più... di più... però a Dodo piaceva e non si sentiva affatto a disagio. Meddy gli svolazzava intorno e al suo confronto sembrava un moscerino. Certo! Somigliava a Drillo... no nelle dimensioni ovviamente!
"Buongiorno, signor Dinosauro! Felice di conoscerla!" cinguettava in quel momento Meddy tutta allegra.
"Benvenuta nel nostro mondo, Meddy! Ti stavamo aspettando." borbottò con il suo spaventoso vocione la straordinaria creatura.
E in quella accanto all'enorme Stegosauro, si vide comparire un lucertolone smisurato... era uno spaventoso Tirannosauro... che abbozzava uno strano sorriso!
Magnifici! Straordinari! Dodo si avvicinò alla compagnia e si arrampicò sulla coda dello Stegosauro per studiare meglio il Tirannosauro che... era davvero interessante.



🐙 6.

Sì, in quel momento lo spaventoso Tirannosauro gli mostrava tutti i suoi minacciosissimi denti in un orribile sorriso che ai più sarebbe parso un ghigno di morte. Dodo invece vi lesse disponibilità e accoglienza, così lasciò la coda dello Stegosauro e tentò di arrampicarsi sulla sua zampa, impresa ovviamente per lui impossibile. 

Allora il Tirannosauro lo ghermì con un dito e se lo portò lassù in alto, davanti ai suoi occhi. Dodo era estasiato e rideva con il singhiozzo come faceva sempre quando si divertiva davvero.

In quel momento, però, dallo stomaco del Dinosauro, salì un brontolio cavernoso. Un ruttino? Si fa per dire. Un boato di vulcano in eruzione sconquassò il corpaccione di quell'essere esagerato.
Dodo per poco non cadde dalla culla improvvisata che lo conteneva, ma non smise certamente di ridere di cuore.
Si stava divertendo davvero, ma poi... un ultimo scossone... e sì ritrovò a ruzzolare sul tappeto di sabbia finissima tra coralli e madrepore da dove era venuto, mentre Meddy capitombolava a sua volta sulla sabbia di seta. 



🐙 7.

Venne il giorno in cui Dodo si ritrovò nel suo Magico Giardino con Polip stretto stretto tra le braccia. Drillo li guardava attonito con una malcelata curiosità, immobile e attento ai suoi piedi. 
Un refolo di vento soffiò da dietro l'altissimo cipresso, l'albergo a cinque stelle da cui provenivano mille brusii e molta vita come al solito. Quanto è piacevole il vento quando è calmo, non è vero? Polip, infatti, sorrise e cominciò a muoversi. Sollevò pian piano un tentacolo e scivolò sul corpo di Drillo come a rassicurarlo. Intanto con un secondo morbido tentacolo raggiunse il nasino di Dodo e gli fece il solletico. Dodo scoppiò immediatamente a ridere con la sua risata trascinante.
Fu come un segnale: il Magico Giardino di Dodo si rianimò in mille forme di vita.
Nico arrivò svolazzando a zig-zag, poi si bloccò sul ramo della siepe di alloro. Rosso si proiettò giù sul prato atterrando davanti a Dodo. Gico uscì dal crepaccio sul muro con insolita rapidità. Pesce Guancione e Pesce Giallo risalirono in superficie e presero a girare in tondo in mezzo alle ninfee. Ibis roteò per un po' sul cancello grande e, infine, si appollaiò sulla ringhiera. Dalla magnolia piena di foglie, ormai tornata all'antico splendore, si videro incedere con eleganza  Tic-tic-tic e Tac-tac, le due amiche tortore, che avevano raccontato a Dodo la storia dell'uovo di Pasqua.
E Meddy? Meddy era uscita dalla tasca di Dodo e se ne stava abbracciata al collo di Polip.

Adesso c'erano proprio tutti a dare il benvenuto a questo nuovo amico, che agitava freneticamente tutti i suoi otto tentacoli in segno di saluto.
Evviva! Che allegria e quanta amicizia nel Magico Giardino di Dodo!











4 commenti:

  1. Un bel bambino e anche fortunatissimo. Non è da tutti ritrovarsi nel bel mezzo delle fiabe.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Spero che da grande possa leggerle con interesse e sentire tutto il bene che le ha ispirate. Grazie, Claudia. ♥️

      Elimina
  2. Intanto gliele leggerai tu e sono sicura che non appena saprà leggere ne sarà soddisfatto pensando che il personaggio principale alla fine è lui. E comunque ci sarà un cappello che lo spiega in qualche modo. Così capirà che non gli sono solo dedicate
    Gran bella cosa hai fatto @

    RispondiElimina

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