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Consigli per la lettura delle pagine
: 8

Il blog parte con i post periodici con cui
lanciamo spunti e ci teniamo in contatto.

Sotto seguono una serie di pagine
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L'elenco è lungo, la voglia di scrivere è tanta,
lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



Lucca Insieme - Lo scialle andaluso

 







Lo scialle andaluso

Oggi
mi sono imbattuta in questo racconto,
che mi sembra molto interessante.
Lo conoscete?

È un racconto di
Elsa Morante.

Ve ne propongo una
sintesi.


🎯


"Lo scialle andaluso" è la storia della siciliana Giuditta, che scappa a Roma per realizzare il suo sogno di ballerina. Anche se si tratta d'un tipo di danza ben remunerato, la famiglia si oppone al mestiere, perché lo ritiene comunque mal retribuito.
Giuditta viene presa al Teatro dell'Opera di Roma e si realizza come ballerina, ma incontra grandi difficoltà come donna, non tanto per il marito che crede in lei e la sostiene, ma come mamma.
Infatti diviene madre di due gemelli, un maschio e una femmina. Il figlio costituirà il suo problema: la vuole nel ruolo di mamma, ma non l'accetterà mai come mamma-ballerina.
Mentre da piccolo piange e corre da lei al ritorno dal teatro, rifiuta da più grande di vederla negli abiti di scena e distrugge con aggressività gli omaggi ricevuti come ballerina.
Giuditta non ricerca le ragioni del suo comportamento e accusa Andrea, dandogli dell'assassino.
Il rapporto madre figlio nel racconto è centrale, mentre la figura paterna appare ben presto defilata.
Poi la famiglia si disgrega. Giuditta perde il suo ruolo a teatro e diventerà ballerina itinerante. Così Andrea va in seminario e Laura, la sorella, è accolta da una vecchia signora.
Da questo momento in poi Andrea e Giuditta resteranno in contatto soltanto attraverso cartoline.
Ad un certo punto, però, Andrea lascia il seminario per andare finalmente a vedere sua madre in teatro e qui finalmente... si abbracciano.
Torneranno a casa insieme, ma Andrea prima dovrà lasciare gli abiti del seminario con i quali non può girare e così rimane nudo. Allora Giuditta lo avvolge in uno scialle andaluso… in questo momento anche Andrea fa pace con il teatro tanto odiato.
I tre finiranno col riprendere la vita insieme da dove l'avevano lasciata.

Che ne dite?
Non è una storia piuttosto intrigante,
che gira forse intorno al complesso di Edipo?

📌
Vi va di scrivere le vostre
considerazioni
così come vi vengono?

📌
E perché non provare anche
a scrivere un vero e proprio
 racconto?
Scegliamo dei protagonisti e...
avanti tutta!


Elsa Morante
Roma 18.8.1912 - Roma 25.11.1985
Fu la moglie di Alberto Moravia dalla cui figura fu,
soprattutto all'inizio, un po' schiacciata.
Nel 1957 fu la prima donna ad essere insignita del
Premio Strega per "L'isola di Arturo".
Altre opere importanti sono "La Storia"
e "Menzogna e Sortilegio"

🎯
Chi comincia?


🎯
Mi avevano dato un orario preciso, quello della ricreazione pomeridiana .
Parcheggiai la macchina vicino al cancello e scesi rapidamente. Avevo paura che non mi facessero più entrare, intanto la rivedevo all'opera l'anno precedente.
Eccola lì in piena attività. Continuava a parlare, a parlare, a parlare. Quel giorno eravamo arrivati a scuola da soli dieci minuti eppure lei già era pienamente in forma e parlava, parlava, parlava, con quel suo tono monotono e ininterrotto che ti entrava nella testa. L'ascoltai per un po' mettendo in atto qualche tecnica di rilassamento per cercare di riportarla ad un autocontrollo più efficace. La voce sottile, non troppo alta, sarebbe stata anche gradevole e il ritmo era armonioso, tipico di chi sa cantare ed apprendere facilmente le lingue straniere. Il problema era che questo fiume di parole era infinito e si sovrapponeva a qualsiasi altra conversazione, spiegazione, attività più o meno rumorosa avvenisse in classe. Per noi comuni mortali era impossibile concentrarci su un qualsiasi compito, anche il più elementare, a causa di questo sottofondo sonoro che finiva con l"avvolgerci come una terribile melassa. (continua alla pagina "Racconto - Tea")
Vanina 


🎯
Aurelio si agitò ancora e ancora tra le braccia della zia mentre la mamma usciva per andare al lavoro.
Perché doveva andare pure lei, non bastava che lavorasse solo il papà?
Non lo capiva proprio… forse se chiedeva meno giocattoli la sua mammina sarebbe stata a casa con lui?
Marina, la sua zia, era dolcissima, ma la mamma era davvero speciale!
Come potava fare? Con le bizze aveva già provato, ma non servivano. Papà, supportava il lavoro della mamma e non lo ascoltava più.
Uffa! Chissà se alla mamma mancava stare con lui in quelle ore?
Paola era uscita con il cuore in gola anche quella mattina… lasciare Aurelio in lacrime  con Marina era un vero supplizio, ma l’azienda di suo marito stava fallendo e lei si sentiva in dovere di aiutarlo.
Con il tempo il dovere, però, si era trasformato in realizzazione personale perché dopo, la prima mezz’ora a pensare al suo piccolo, si sentiva gratificata dietro al bancone della biblioteca del paese!
Le piaceva quell’impiego ottenuto con i suoi studi da catalogatrice, la faceva sentire bene… ma rimaneva pur sempre una mamma dal cuore tenero.
Una notte mentre il sonno tardava ad arrivare le venne in mente che si poteva creare un asilo, per i bambini delle dipendenti della biblioteca, in una stanza adiacente… certo non era un progetto facile da realizzare e doveva parlarne con i responsabili del settore, ma se si fossero impegnate tutte quante ci sarebbero riuscite!
Si alzò per andare a controllare Aurelio che dormiva tranquillo nel suo lettino e pensò: “Dormi, dormi bambino mio, la tua mamma sistemerà tutto e ritornerà il sereno dentro al tuo cuoricino!”.
Monica


🎯
Carlo era un professore di filosofia in pensione. In pensione significa avere anche un poco di tempo per coltivare interessi personali in tutta tranquillità. Purtroppo, invece, il prof si era ritrovato inesorabilmente intrappolato in vari impegni che la famiglia gli affibbiava e pure con poco garbo.
In quell'estate Cassandra e Amedeo erano andati al mare e, camminando come al solito sulla battigia, guarda...guarda... Cassandra vide Carlo solo soletto.
Nell’incrociare il loro sguardo fecero finta di non vedersi.  Strano, eh? Fare finta di non vedersi guardandosi negli occhi non è cosa facile. Eppure, almeno per lei, fu cosa naturale. Aveva capito all’istante il motivo per cui, seduto sull’asciugamano Carlo si leggeva beatamente il giornale e gli aveva dato immediatamente tutta la sua comprensione.
Cassandra pensò che per andare avanti e mantenere rapporti senza contraccolpi, bisognava escogitare un qualche stratagemma e pure, se vogliamo, un nostro spazio, senza essere soffocati da chi ha poco riguardo o meglio ancora da chi ha poco giudizio.
Claudia


🎯
Pierina si era sposata giovanissima con un ragazzo di buona famiglia che aveva una piccola officina meccanica. I genitori della ragazza erano persone semplici, che pensavano solo a lavorare per poter costruire una casa per sé e i loro figli. Un genero come Luigi per loro era davvero un dono.
Così dettero la loro benedizione ai ragazzi e li sostennero aiutandoli a trovare casa vicino a loro. Pierina ancora non lavorava, ma il suo desiderio era quello di trovare una occupazione sicura. Nel frattempo la famiglia crebbe ed arrivò Gioele, un bimbo sereno, gioioso, molto unito alla mamma, che allietava genitori e nonni. Quando fu un po' più grande, avrà avuto circa tre anni, Pierina riuscì a trovare lavoro in una scuola. Era felice di poter avere la propria indipendenza economica, ma era preoccupata dalla reazione che avrebbe avuto Gioele, abituato a vivere in simbiosi con la mamma. Il distacco fu assai traumatico. Pian piano la situazione sembrò risolversi, grazie anche alla costante presenza di Luigi, il papà, che sosteneva ed aiutava la moglie. Passarono gli anni. Gioele cresceva mantenendo nei confronti della mamma un rapporto di dipendenza affettiva e dimostrando un certo disagio nei confronti di quel lavoro che la teneva fisicamente lontana da lui.
Purtroppo un gravissimo incidente coinvolse la famiglia, portandosi via Luigi e gettando nello sconforto sia Pierina che Gioele. Pierina cadde in una forte depressione ed il ragazzo la consolava e le stava sempre vicino, manifestando nei suoi confronti atteggiamenti di possesso, quasi che i ruoli si fossero invertiti. Il passare del tempo lenisce un po' i dolori ed anche la vita di Pierina riprese il suo corso. Ritornò al lavoro e, con il trascorrere degli anni, iniziò ad allacciare amicizie nuove, a curare il suo aspetto,  ad uscire per qualche breve gita.
Gioele intanto era diventato un giovane uomo, aveva il suo lavoro ed una ragazza con la quale intratteneva un rapporto stabile. Tutto sembrava scorrere su binari tranquilli, sebbene Gioele non si decidesse a lasciare la mamma per andare a vivere con la sua fidanzata. E questo, per Pierina, era un dolore. Si rendeva conto che questo figlio aveva nei suoi confronti una protezione eccessiva, quasi temesse di perderla, e lo vedeva intristirsi se usciva la domenica con le amiche.
Era capitato più volte che la rimproverasse se andava dal parrucchiere e dall' estetista... le diceva che non era più una ragazzina e che avrebbe dovuto tenere un'immagine più seria, da donna matura. Anche per la conduzione della casa la criticava spesso, sebbene Pierina fosse una donna precisa ed attenta. Tornava spesso alla luce, in Gioele, quell'atteggiamento di possesso che aveva già manifestato da piccolo.
Per sua fortuna Pierina riusciva a mantenere i suoi spazi e le sue amicizie. Nella sua vita, dopo tanti anni di vedovanza, si era affacciato Pietro, un uomo che, con grande sensibilità e tenerezza, era riuscito a fare breccia nel suo cuore conquistando la sua fiducia e rompendo quel muro di dolore che per troppo tempo l'aveva tenuta chiusa in se stessa.
Gioele si rendeva conto che la sua mamma era più serena, spesso la sentiva cantare mentre faceva le pulizie, usciva più spesso anche per cena e capitava che ogni tanto partisse qualche giorno per brevi gite.
Era felice di vederla serena, d'altronde anche lui aveva Anna, la sua compagna, e poteva approfittare delle assenze della mamma per passare più tempo insieme a lei.
Pierina tergiversava con Pietro quando le chiedeva di parlare con il figlio e di portarlo a conoscenza della loro relazione, ma alla fine si convinse.
Non fu facile... Lei sapeva che Gioele non sarebbe stato contento, l'avrebbe criticata, giudicata, si sarebbe sentito tradito: non era più lui il fulcro della vita di sua madre. E andò proprio così, ma non fu per molto. La sensibilità e riservatezza di Pietro, la mediazione di Anna, il dialogo costante e l'amore tra madre e figlio ebbero la meglio e Gioele finì per accettare gli eventi.
Mariella


🎯
Oggi abbiamo parlato del racconto di Elsa Morante. Io ho capito che c'è un conflitto tra madre e figlio. Esistono pure oggi questi conflitti, anche se siamo in un'era più moderna.
Io vi do la mia opinione da donna e da figlia, non da madre perché non ho figli.
A me tutto questo sembra un po' il diavolo e la croce. Dunque questa madre è una donna che vuole arrivare, il ragazzo che non l'accetta si chiude nella fede. Sono proprio gli opposti, però mi sembra che ci sia una buona fine, sia per la mamma che non aveva capito il problema del figlio, sia per il figlio che l'avrebbe voluta solo per sé.  Si cercavano invano per ricongiungersi, poi lui si spoglia delle vesti che non si sente più di indossare, lei cerca finalmente di venirgli incontro, perché una madre e un figlio non potranno mai separarsi dal loro cordone ombelicale.
Alba


🎯
Diversi anni fa una famiglia siciliana venne ad abitare a Lucca. Era una coppia giovane con due figli maschi gemelli. Il babbo aveva avuto un posto come impiegato di banca in una filiale della nostra città, la mamma casalinga e i bimbi in età della prima elementare.
Il caso volle che furono iscritti nella classe dove c'era mio figlio e così cominciai a conoscerli.
La mamma i primi tempi era molto spaesata, le era cambiata completamente la vita, abituata in un paesino che lei diceva essere abitato solo da contadini e da pastori. La donna era sempre presente alle riunioni della maestra, però era molto timida e parlava poco.
Un giorno le dissi che il pomeriggio i miei figli li avrei portati in piscina per cominciare un corso di nuoto; lei mi chiese subito spiegazioni e mi domandò se poteva portare e iscrivere anche i suoi gemelli. Di lì a poco l'amicizia fra noi si approfondì sempre di più.
Sono passati tanti anni e ogni volta che mi incontra mi parla e mi ringrazia per averla inserita a far parte delle abitudini di vita della nostra città.
Silvana


🎯
Quel giorno presi la decisione della mia vita.
Mai durante la gravidanza un simile pensiero aveva sfiorato la mia mente, ma quel giorno, mio figlio era già nato, lo avevo tra le mie braccia e proprio in quel momento al mio cervello è arrivato un pensiero improvviso: Ma io tra un po' di tempo devo tornare a lavorare, il periodo della maternità sta per finire. E questo fagottino a chi lo affido? A una persona sconosciuta? No di certo: Parenti qui non ne ho, come faccio? Semplice, lascio il lavoro e me ne sto qui a coccolarlo ogni momento.
Così ho fatto, ho lasciato il lavoro e mi sono occupata solo di lui, la mia creatura. Non mi sono mai pentita di ciò che ho fatto, perché mi sono rimasti nel cuore mille ricordi felici, tante sensazioni, tante situazioni piacevoli che ancora oggi dopo quarantasei anni rimangono indelebili nel mio cuore. Penso che in quel momento magico  vi  era in me la gioia di aver dato una vita, non avrei potuto fare diversamente e mi sento ancora gratificata di non aver perso nemmeno un attimo dei primi anni di chi mi ha dato la gioia di essere madre.
Forse non sarò considerata una persona normale, perchè generalmente nessuna fa delle scelte di questo tipo, per lo meno, io non ho mai sentito di nessuna donna che si sia comportata come me, però è stata una mia esigenza e l'ho messa in pratica. Mi piacerebbe tanto sapere se la Giuditta del racconto di Elsa Morante ha mai pensato a una simile decisione.
Lauretta   


🎯











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