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Racconto - Sull'Orient Express







Sull'Orient Express



📚

L'Orient Express avanzava ancora una volta verso Est.
Il suo ritmo cadenzato cullava con garbo i viaggiatori. Le tendine curate ed eleganti, davano intimità al vagone chiudendo ulteriormente fuori il buio della sera che avanzava.
Rose Smith cercò con grazia nella sua borsetta di velluto ricamata un piccolo cannocchiale di madreperla. Lo allungò alla sua massima estensione e lo puntò fuori dal finestrino.
Intanto, Monsieur Depardieu, che veniva da Parigi, continuava a sorseggiare Armagnac apparentemente perso nei suoi pensieri. Sul tavolino al centro di quel salotto, che occupava una buona metà del vagone, la bottiglia si era quasi svuotata. Rose lo guardò con disappunto, poi tornò ad osservare il paesaggio che scorreva lento nella sera.
Il giovane italiano, che invece veniva da Venezia, continuava a parlare sottovoce con la signorina che lo accompagnava. Lui parlava e lei ascoltava. Lo ascoltava con educazione, ma non sembrava molto convinta dalle sue parole. Miss Rose Smith li lasciò a loro destino e tornò a concentrarsi sul suo cannocchiale.

Lo allungò di nuovo, lo puntò… e lo vide. L'uomo, ferito orribilmente alla fronte, si teneva come aggrappato alla porta del vagone che era stata assicurata dall'interno e riusciva per questo a sostenere il suo peso.

Era morto? Era vivo? Con quella luce non luce e da quell'angolazione era difficile dirlo. E si era levato anche il vento.
Proprio in quel momento... una, due, tre gocce di sangue si spiaccicarono sul finestrino dall'altra parte del vetro, proprio davanti agli occhi esterrefatti di Miss Rose Smith.
Il cannocchiale ora sporgeva, inutile, dalla sua mano.



📚

Il cuore le si fermò nel petto. Strabuzzò gli occhi terrificata e incredula, mentre ogni cosa le cominciava a girare intorno. Miss Smith si vide persa. Aiutooo! Dove era finita? No, non poteva essere vero… stava viaggiando sul mitico Orient Express dove tutto doveva essere perfetto. Cosa stava accadendo e lei cosa doveva fare adesso?

Fu questione di interminabili secondi, poi ritornò presente a se stessa. 
Dette fondo a tutto il grande selfcontrol cui era stata abituata fin da bambina, rientrò nei ranghi, si raddrizzò aderendo rigidamente allo schienale e girò lo sguardo altero sugli altri passeggeri per osservare le loro reazioni. 
Tutto taceva, in verità. Tutto come prima.
Il francese si stava versando dell'altro armagnac, i due italiani parlavano sempre fitto fitto. Lei adesso sembrava più disponibile. Perfino l'istitutrice svizzera, proveniente dal cantone tedesco che sedeva alla sua altezza dall'altra parte della carrozza, si guardava intorno trasognata, alzando gli occhi dal suo piccolissimo libro. Nessuno sembrava notare qualcosa di anomalo, eppure…

Rose Smith cercò di controllare il respiro e si sentì subito un pochino meglio. Intanto cercava di riflettere. 
In fondo il problema non era suo ma di quell'uomo che chissà chi era e da dove veniva. Cosa mai ci poteva fare lei?  Di sicuro stava fuori dal treno e non aveva niente in comune con loro, viaggiatori privilegiati sull'Orient Express. In fondo era del tutto evidente che in pericolo era solo lui, che prima o poi sarebbe caduto inesorabilmente sui binari in quel deserto che stavano attraversando già da un po'… e addio per sempre, perché  nessuno lo avrebbe potuto vedere. Sì, sarebbe andata a finire così. Tuttavia avrebbe dovuto almeno controllare per accertarsene.

Raccolse tutto il suo coraggio e tornò a fissare il punto preciso in cui aveva visto il cadavere spiaccicarsi... Oh, bella! La fiancata del treno appariva ora lucida e perfetta fino in fondo, del cadavere non c'era più traccia! Era forse già finito sulle rotaie? Impossibile! Non avrebbe potuto farlo senza un tonfo spaventoso che, ne era sicura, non c'era stato. Era forse l'uomo solo tremendamente ferito ed era riuscito ad entrare all'interno del vagone? Impossibile anche questo. La porta era sprangata dall'interno e poi se ne sarebbero accorti tutti, anche quei viaggiatori distratti con i quali non c'era verso di fare conversazione alcuna.

Miss Rose Smith avvertì a questo punto un forte senso di disagio. Cosa c'era che non andava? Non capiva. Qualcosa le sfuggjva.
Con nonchalance annusò dei sali miracolosi che portava sempre con sé per servirsene all'occorrenza e questa era davvero la situazione in cui erano indispensabili… si sentiva giusto giusto svenire.

Fu in quel momento che l'occhio le cadde sul libricino che l'istitutrice svizzera stava leggendo con molto coinvolgimento. Il titolo campeggiava sulla copertina in lettere d'oro e la colpì come un pugno nello stomaco: “Assassinio sull'Orient Express - Agatha Christie".

Ira era tutto chiarissimo. Rose chiuse gli occhi e abbassò la testa. Un sorrisetto stizzito le sorse all'angolo della bocca. No, non ci poteva credere. Invece sì  era proprio così… nella grande indifferenza in cui si era venuta a trovare su quel treno, si era fatta suggestionare fino a quel punto! A volte le capitava. Tirò comunque un sorriso di sollievo.

Allora si dette una scrollatina e tutta impettita raggiunse il viaggiatore francese.
Mentre si sedeva accanto a lui, l'uomo senza proferire parola già versava per lei una porzione abbondante di aromatico vecchio armagnac.
















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