• Quando il nuovo nato è il primo figlio
La nascita del primo figlio arreca una tale ventata di stimoli che la coppia (e chi le sta intorno) tende a viverla un po’ sopra le righe.
Accanto alla magia di aver fatto un “miracolo ”, all’euforia, all’inevitabile ansia da prestazione, ecco comparire la convinzione di voler fare il meglio di sempre per essere i migliori genitori (o nonni) del mondo.
Voler fare il meglio non è di per sé sbagliato, ma la pretesa di essere i migliori genitori del mondo può farci incorrere in gravi errori.
L’elasticità mentale sempre auspicabile e la drassticità possibilmente da escludere dovrebbero condurre ad una scelta ben ponderata dei comportamenti da adottare, rifuggendo dal “tanto per fare” o “per provare”.
Buttarsi a capofitto ad “accontentare” il piccolo in ogni minimo desiderio, infatti, non è detto che conduca ad un processo virtuoso, come del resto iperstimolarlo, perché diventi un bambino superiore agli altri, può non essere una mossa vincente.
Pensiamo poi a cosa può accadere, alla nascita di un fratellino, che improvvisamente dimezza il tempo a disposizione del “piccolo principe” e cambia tutte le dinamiche familiari.
• Quando il nuovo nato è il secondo figlio.
Il nuovo nato, in questo caso, si troverà a vivere in un sistema-famiglia già molto strutturato.
Porterà inevitabilmente molto scompiglio nelle dinamiche instaurate e costringerà ad inevitabili cambiamenti non sempre apprezzati da tutti.
Mentre gli adulti cercheranno di trovare una nuova organizzazione funzionale alle necessità, quello che resterà alquanto spiazzato sarà proprio il primo bambino. In questo caso, l’atteggiamento degli adulti sarà fondamentale per l’equilibrio di tutto il sistema.
• Quando il nuovo nato è il terzo o il quarto figlio
Anche in questo caso le dinamiche familiari dovranno cambiare per far fronte alle nuove necessità e ai nuovi ritmi.
Saranno due o più i bimbi che dovranno adattarsi alle nuove esigenze poste dal sistema. Ognuno di loro vivrà in modo diverso il cambiamento e gli adulti ne dovranno tenere conto.
Riflessioni in pillole
- Godersi la relazione con il nuovo nato, improntando il proprio comportamento al buonsenso e alla misura (v. quanto detto altrove).
- Ricordarsi che, oltre ad essere un genitore, si è prima di tutto una persona. Annullarsi nella relazione non è utile a nessuno, meno che mai al bambino. Infatti una madre o un padre stressati (ma anche i nonni o altri che intervengano nel sistema) non possono avere comportamenti equilibrati e rilassanti.
- Prevedere un piccolo spazio temporale personale in cui recuperare serenità e energie. Non stare in due, tre, quattro intorno al piccolo, ma utilizzare la collaborazione che ci viene offerta, per eliminare la tensione e ritornare in forma. Infatti, è molto utile schiacciare un pisolino, leggere qualche pagina di un libro, fare una passeggiatina o una qualsiasi attività che interessa, comunque qualcosa di meno ansiogeno, che faccia star bene e metta nelle condizioni di ricominciare.
- Se il nuovo nato è il secondo figlio, non buttarsi a capofitto su di lui perché piccolino e più bisognoso di cure. Anche se può non sembrare, il primo figlio sarà molto scombussolato dal nuovo arrivo. Inutile illudersi che egli comprenda. Cercherà, sì, di camuffare questo disagio, ma un occhio attento ne coglierà i piccoli segnali. Le sue parole di apprezzamento nei confronti del piccolino, infatti, non devono trarre in inganno. Il suo non-verbale comunicherà molto di più e, molto probabilmente, sarà di tutt’altro tenore! Man mano che il secondo figlio comincerà a imporsi maggiormente, per es. a parlare o a camminare, la rivalità sarà sempre più palese.
- Cosa si può fare?
- Cercare di tenere a bada i commenti degli amici e di chi si incontra casualmente fuori casa. Noterete che tutti tendono sempre a vezzeggiare il più piccolino ignorando il più grande.
- Parlare molto con il primo figlio, trattandolo come una persona “piccola”, senza finzioni o ragionamenti contorti che non lo convincerebbero.
- Sul versante del secondo figlio non è poi tutto così tranquillo. Osservando lo con attenzione, ci si accorgerà che questi crescerà molto più in fretta del primo. Tenderà ad imitare il bimbo più grande e vorrà fare tutto quello che fa lui. Vedendo che questo “fratellone” sa far ogni cosa meglio di lui (parlare, correre, andare in bicicletta, leggere, ecc.) potrebbe non sentirsi all’altezza della situazione. Le conseguenze di queste dinamiche potrebbero portare il più piccolo a lottare con grande tenacia, finanche nel tempo a superare il più grande, oppure al contrario ad una involuzione, non sentendosi all’altezza di un compito così arduo.
- Attenzione! Le stesse dinamiche potrebbero verificarsi all’inverso: anche il primo figlio può reagire in un modo oppure in quello opposto.
- Se si tratta della nascita del terzo o quarto figlio, le dinamiche tenderanno a replicarsi come nei punti precedenti. Ci sarà un più ridotto tempo genitoriale disponibile per ognuno dei figli, ma una maggiore coalizzazione tra fratelli. Se la cura degli adulti è ben gestita, queste dinamiche relazionali condurranno ad una positiva autonomia individuale e alla valorizzazione del gruppo. Oltre a fornire una grande gratificazione affettiva, il gruppo diventerà punto di riferimento e sostegno nei confronti del mondo esterno.
- Cosa si può fare?
- Osservare, ponderare, intervenire con piccoli aggiustamenti.
- Valorizzare le attitudini dei singoli bambini, conducendoli ad una specificità e a una diversificazione degli interessi. Questo li condurrà anche a frequentare gruppi di pari diversi. Questo costituirà un arricchimento e consentirà un confronto tra di loro meno aggressivo.
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