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Consigli per la lettura delle pagine
: 8

Il blog parte con i post periodici con cui
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L'elenco è lungo, la voglia di scrivere è tanta,
lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



Fiaba - Il Lago delle Rane

 



Il Lago delle Rane


🐸

Latonaperseguitata da Giunone, era adesso in fuga con i figli Apollo e Diana. Era già stanca e sempre più avvilita. Del resto si era convinta che vicino a Giove non poteva più restare. Doveva andarsene assolutamente. 
Latona era davvero molto triste e sfiduciata. - guarda un po'... come al solito erano le donne a dover rinunciare e a trovare una soluzione. - Capiva anche Giunone che si era arrabbiata e ce l'aveva con lei. In fondo era stata brutalmente tradita e, infatti, non era con lei che Latona ce la doveva avere, ma con Giove, che non si faceva certo scrupoli a tradirla. L'aveva fatto ancora una volta e lei ci aveva anche creduto. 
Adesso con lei c'erano Apollo e Diana. Il loro padre non si era fatto certo un problema a lasciarli andare via con lei e, in fondo, questo diceva tutto.



🐸

Finalmente, Latona si ritrovò nei pressi di un lago della Licia. Un'opportunità! Sperò di trovare refrigerio alla stanchezza e di poter spegnere la sete. Sembrava una cosa possibile e semplice. Invece le cose si complicarono immediatamente. 
Infatti i pastori, che pascolavano le loro greggi lì intorno, ostacolarono sgarbatamente la dea. Addirittura entrarono vociando nell'acqua, irridendendo lei e i suoi figli. Finì così che la sporcarono irreparabilmente, rendendola del tutto imbevibile.
Latona, vedendo che le sue suppliche erano cadute nel vuoto, usò i suoi poteri per punire quegli uomini irriverenti e condannò i pastori a vivere per sempre nello stagno trasformandoli in rane.
La dea, poi, con Diana e Apollo che si lamentavano, proseguì il suo cammino.
Era sempre più stanca. 
In quel momento aveva ancora tanta sete, ma l'aver trasformato i pastori in rane, aveva fatto sbollire la sua rabbia e il suo risentimento. Adesso doveva concentrarsi nel trovare soluzioni magari risolutive.



🐸

Intanto intorno allo stagno era scesa la notte. Rane, ranocchi e rospi si ritrovarono tutti vicini, in mezzo al fango sulla sponda dello stagno. Erano anche impauriti. Con tutto quel buio non si distingueva nulla e loro non avevano mai vissuto una situazione come quella. I pastori allora provarono a parlare tra loro, ma si accorsero che dalla loro bocca uscivano solo suoni gutturali: gra, cra, gre, gre... che al momento rendevano complesso comunicare.
Le greggi, ammutolite, non erano potute rientrare nell'ovile e si erano raggruppate vicine vicine, cercando di confortarsi a vicenda.
Così in qualche modo trascorse la notte ed ecco finalmente comparire il sole.

Alla luce del giorno tutto appariva cambiato. Il bellissimo limpido lago si era trasformato in uno stagno fangoso.
Qualche rana si avventurò sulla terraferma, saltando di qua e di là, senza un reale obiettivo. Ingoiò meccanicamente qualche moscerino, ma a dire la verità quel cibo non era un granché. Quasi quasi era meglio stare digiuni.
Le greggi, piuttosto disorientate, si sparpagliarono disordinatamente intorno alla ricerca di erbette, che in realtà quella mattina sembravano scomparse quasi completamente. Ogni tanto scivolavano su qualcosa di viscido che si muoveva sotto le loro zampe. I gra-gra e i gre-gre, che in quel momento si levavano improvvisi, segnalavano al mondo che stavano calpestando le rane che abitavano adesso lo stagno. Così, mentre i poveri pastori si sentivano soffocare sotto le loro zampe, le povere pecore erano del tutto incapaci di comprendere ciò che stavano vivendo.



🐸

Latona, alle prime luci dell'alba, aveva ripreso il suo cammino, trascinando Apollo e Diana, che invece sarebbero rimasti volentieri ancora un po' a sonnecchiare. 
I tre erano sempre molto assetati e pieni della polvere raccolta durante quel lungo cammino, che avevano intrapreso ormai da tante, troppe ore. Andavano avanti meccanicamente senza sapere in realtà dove stavano andando... non procedevano infatti secondo un piano preciso. Del resto più che allontanarsi da tutto cosa avrebbe potuto fare Latona?

La sete, la polvere, la stanchezza e il dispiacere avevano avuto ragione della dea, che aveva dimenticato di essere una Titanide e stava quasi quasi per soccombere a quegli eventi che la rendevano triste e priva di reazioni.
D'un tratto la terra ebbe un piccolo fremito sotto i suoi piedi, mentre un lampo d'azzurro la investì dal cielo. Latona reagì immediatamente e fece un pronto balzo indietro. Come aveva potuto? Aveva forse dimenticato di chi era figlia? Chi erano sua madre e suo padre? Una sferzata di nuova energia la percorse da capo a piedi e le fece ritrovare tutto l'orgoglio e tutta la forza che una Titanide doveva avere. 
"Grazie, Madre Terra Gea! Grazie, Padre Cielo Urano! Grazie di essermi accanto... mi siete di grande conforto." mormorò più a se stessa che ad altri, ma Apollo e Diana l'avevano udita ed erano adesso attentissimi. Consci in qualche modo di ciò che stava accadendo, si aggrapparono alle vesti impolverate di Latona che in quel momento irradiava una luce deliziosa. Ora tutto era chiaro e sotto controllo.



🐸

Senza un attimo di esitazione, i tre ripresero la strada a  ritroso e tornarono velocemente sui loro passi, finché, in men che non si dica, arrivarono allo stagno da cui si erano tristemente allontanati la sera precedente.
Lo scenario che trovarono era davvero orribile.
L'acqua maleodorante, melmosa e putrida, pullulava di insetti, spaventosi insetti che il popolo delle rane non sembrava avere alcuna voglia di attaccare. Del resto erano più grandi di loro e scoraggiavano qualsiasi mossa nei loro confronti.
Inoltre intorno allo stagno enormi cavallette fameliche avevano sradicato le tenere erbette divorando ogni cosa così che anche le greggi giacevano digiune e instupidite, prigioniere di quella melma puzzolente.
Allora Latona si concentrò su se stessa a recuperare tutta l'energia creativa di cui era capace, - e quella di una Titanide non era certamente poca - energia che penetrò seduta stante nella Terra per raggiungere il Cielo. In quel momento Gea ed Urano si strinsero a Latona in un abbraccio divino e fecondo. 

Potenza degli dei! Con fragore di tuono e di rovinoso terremoto, in un battibaleno il paesaggio si traformò: un'acqua limpida e profumata riempiva adesso un lago azzurrino come mai si era visto, in cui il Cielo Urano si rispecchiava in tutto il suo splendore.
Erbe, fiori, arbusti, cespugli, verdeggiavano sulla riva del lago in una profusione di colori e di odori da cui emergeva concretamente la divinità di Gea, la Madre Terra.
Le rane erano scomparse del tutto. Al loro posto erano ricomparsi i pastori, uomini veri, che avevano ben capito la lezione.
Allora essi si prostrarono ai piedi della dea e dei suoi bambini, chiedendo di essere perdonati per il loro comportamento aggressivo e immotivato. Giurarono che da quel momento in poi sarebbero stati al loro servizio.
Le greggi, in religioso silenzio, attendevano gli sviluppi di quella grande avventura che si erano trovate a vivere.




🐸

Un'eterna primavera regnò per sempre sul Lago delle Rane.
Fu qui che Apollo e Diana trascorsero la loro infanzia. Ve ne sono le prove.
Il lago è una meraviglia ancora ai giorni nostri. Io l'ho visitato e voi?



🐸 🐸 🐸 🐸 🐸










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