Quando, infatti, fummo in procinto di partire con la seconda, mi resi conto che continuare con quell’organizzazione in quella classe così numerosa (in cui era inserita anche un’alunna portatrice di handicap) poteva non consentirmi di fare un programma approfondito e curato come era mio solito.
Capii che nel secondo ciclo mi sarei trovata a dover correggere un numero spropositato di elaborati individuali sia in italiano (pensiamo solo a quelli che un tempo si chiamavano temi) che in inglese, ma anche in matematica!
Già ero quasi l’unica insegnante che toglievo dal mio monte-ore quelle per la lingua straniera, mentre nelle altre classi venivano effettuate in più dall'insegnante specialista di lingua straniera, ma non c’era davvero nessun altro che si trovasse ad operare anche in ambito logico-matematico.
Il confronto con le altre classi parallele sarebbe stato nettamente a sfavore dei miei alunni.
Allora chiesi alla Direzione di trovare una soluzione, perché a parte il fatto di non aver potuto formare due sezioni, cosa che già creava uno svantaggio numerico rispetto alle altre scuole del Circolo, non si poteva accettare che io fossi l’unica insegnante prevalente, quando evidentemente non era obbligatorio attuare quella nuova organizzazione come mi era stato detto.
Infatti, trovando che il ragionamento fosse logico e non eccepibile, la parte matematica fu assegnata ad una terza insegnante.
Come è facile immaginare, nella logica comune, la nuova docente ritenne che non ci fosse il tempo di continuare la sperimentazione sui "grandi nuneri" e, purtroppo, la cosa finì tristemente lì.
A me dispiacque molto lasciare la splendida avventura, però, proseguii decisamente su quella strada perché ero fermamente convinta di aver fatto la scelta giusta per i miei scolari.
In classe seconda tutto cambiò.
L’insegnante che aveva operato nell’area antropologica si fece assegnare alle nuove classi prime e ci lasciò.
L'organizzazione del plesso nel nuovo anno rimescolò ancora una volta tutti i docenti.
Addirittura, nel nostro caso, l’insegnante di matematica arrivò da fuori, in assegnazione provvisoria.
Era una giovane docente, dolce e tanto volenterosa.
Con lei lavorai molto bene, anche se a fine anno mi accorsi con grande sorpresa che le cose non sembravano stare proprio così.
Non sapendo dirmi di no, si era molto affaticata per assecondare le mie proposte.
Io restai davvero delusa perché avevo creduto di aver incontrato finalmente una persona simile a me, piena di interesse e voglia di fare.
Tuttavia, dopo una ventina di anni, reincontrandola, si mostrò sorprendentemente molto affettuosa e piena di riguardi nei miei confronti.
Mi disse che io ero stata nel giusto e che aveva fatto male a non capirlo subito.
Anzi, ero stata per lei un punto importante di riferimento.
Ancora ora, molte delle cose che faceva in classe prendevano spunto da ciò che aveva imparato con me in quel breve periodo e me ne ringraziava di cuore.
Inutile dire che mi fece molto piacere chiarire quel malinteso che avevo vissuto come un vero e proprio tradimento intellettuale.
Il resto dell’orario fu coperto con ritagli di tempo da altri insegnanti.
Ci trasferimmo anche in altro edificio, dove abitualmente stavano le classi del primo ciclo.
E qui, oltre all’aula canonica, avemmo a disposizione anche… la stanza del cielo!
Ebbene sì!
Avevo accennato che io disponevo di due aule per l’insegnamento dell’inglese, una in ognuna dei due plessi.
Poiché alla nuova insegnante di lingua straniera part-time era sufficiente l’aula dislocata nel plesso del secondo ciclo, una bellissima grande stanza rimaneva inutilizzata.
Io, che avevo bisogno di spazi grandi e variati, ebbi subito una splendida idea: quella di offrire ai miei bimbi un luogo dove rilassarsi, ascoltare la narrazione di bellissime storie, magari sdraiati e ad occhi chiusi, oppure organizzare il circle-time in un ambiente che invitava alla meditazione e alla riflessione.
Chiesi ad ogni bambino di portarsi un bel cuscino colorato da casa.
Tutti i genitori aderirono con entusiasmo all’idea e mandarono a scuola cuscini soffici di tutte le fogge.
Li conservammo in grandi ceste che arredavano l’ambiente.
Quando ci incontravamo, ognuno prendeva il suo cuscino e ci si sedeva sopra, disponendosi nello spazio a disposizione liberamente: spazio grande, cerchio ed altre soluzioni che potevano interessare in quel momento.
Tuttavia la cosa più bella, e che giustificava il nome dato alla nostra stanza, fu che, utilizzando del nastro di plastica celeste che ci era stato regalato in grande quantità, vi riuscimmo a costruire un cielo azzurro che incantava i piccoli scolari.
Stendemmo molti fili incrociati in alto, molto in alto, perché l’ambiente era particolarmente grande.
Poi, a distanze regolari, applicammo mille pezzi di nastro della stessa lunghezza.
Essi pendevano leggeri e flessuosi, creando un effetto meraviglioso, allegro e riposante.
Aggiungemmo qualche libro, qualche piantina, un vaso pieno di fiori di carta… ed ecco il nostro rifugio dove imparare a conoscere noi stessi e gli altri.
Le bidelle collaboravano cercando di tenerlo sempre pulito e in ordine, fiere delle iniziative nuove che si andavano prendendo nella scuola e di cui si sentivano parte creativa.
Da bambina una cosa che piu' mi attraeva e
RispondiEliminaaffascinava era il cielo.
Mi incuriosiva piu' delle favole di Cenerentola e Biancaneve.
Lo immaginavo un grandissimo tappeto azzurro che riusciva a coprire un'area grandiosa.
Lo immaginavo un paradiso dove abitavano bambini ai quali non era vietato nessun gioco...adulti sereni in perenne vacanza...tanti animali liberi ...cani che non mordevano e senza guinzaglio...fiori delicati ma dalle forme strane e alberi altissimi dai colori sgargianti. Non erano convincenti le parole di mamma e papa' che il cielo era formato da un insieme di gas...che il colore da azzurro a rosso infuocato del pomeriggio e scuro della notte era merito del sole. Le loro parole non riuscivano a convincermi.
E io quanto fantasticavo!!!
Se avessi avuto le ali per poter volare e vedere!!! Forse un'aquila sarebbe arrivata fin lassù ...ma essendo uccello rapace non era molto gradita...forse un gabbiano...ecco un gabbiano ...uccello cosi grazioso che vola sul mare
con quelle straordinarie giravolte avrebbe esaudito la mia curiosità'.
Perche' quelle nuvole dalle forme strane? E il cambiamento di colore del cielo da azzurro a rosso/arancio? E la notte ? quella virgola fissata...inchiodata...chiamata luna? E quei piccoli lumicini che nel mese di agosto cadono facendo sognare migliaia di innamorati?
Anche il cielo e' mistero come lo sono tutte le grandi opere della natura!!!
Bello questo volare dal "cielo in una stanza" al cielo infinito!
RispondiEliminaCarissima Monella, lo scopo dell'allestimento della stanza del cielo in fondo era proprio quello di favorire nei bambini voli pindarici in ogni direzione.
E cosa c'è di meglio che perdersi nell'azzurro intrigante e pieno di fascino del cielo d'aria trasparente?
Belle le tue considerazioni.
Grazie di averle condivise con noi.