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Consigli per la lettura delle pagine
: 8

Il blog parte con i post periodici con cui
lanciamo spunti e ci teniamo in contatto.

Sotto seguono una serie di pagine
(link) divise per argomento.

Clicca sulla pagina desiderata.

L'elenco è lungo, la voglia di scrivere è tanta,
lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



F I L O - la RIVISTA de La Panchina n. 10

     


      



Filo

un filo di parole da 0 a 100 anni

quindicinale di opportunità

“La Panchina” editrice  

n. 10 - 15.1.2024



Editoriale

Care amiche ed amici di F I L O,
siamo già al n. 10 della nostra rivista. 
Sono veramente contenta,
perché pian pianino
F I L O sta crescendo,
riscuotendo il consenso dei lettori.
Questo ci motiva fortemente
a fare sempre meglio.
Buona lettura!

Vanina



Risponde Vanètte

a cura di Vanina DG.

Oggi, carissimi lettori, butterò sul tappeto un argomento di cui si sente molto parlare in questi ultimi tempi. Proverò a riflettere su ciò che mi chiede Marina Bianchi da Milano, la quale ama moltissimo il rock ed i concerti, ma trova che vivere nei pressi di luoghi deputati a realizzare questi spettacoli sia davvero pesante. 
Carissima Marina, questo è un problema che hai in comune con molti cittadini di tante altre città d'Italia, Milano come Roma, Lucca come Senigallia, Padova come Pescara.  
La bellezza e il benessere che offre la musica si scontra con la vita degli abitanti dei centri storici, con chi non sopporta la musica a così alto volume fino a tardi, comunque con le persone che anche d'estate devono andare a lavorare la mattina.
È evidente che questo sia un problema di non facilissima soluzione e che solo la misura in qualità e in quantità potrà contribuire a cercare di accontentare un po' tutti.
Io aggiungerei qualcosa che possiamo mettere in campo noi stessi: un po' di tolleranza e di apertura mentale, condite con un briciolo di pazienza.
Grazie, Marina. Ti aspetto ancora qui, quando vuoi.


Il fascino del giardinaggio

a cura di Lauretta G.

Ogni volta che passavo davanti alla pianta di calicanto nei pressi di casa mia, tagliavo due rametti ricchi di fiori profumati e li portavo alla mia mamma che amava tanto questa pianta per il suo profumo. Quando la mia mamma se ne è andata, mi è sembrato giusto cercare dai vivaisti questa pianta e metterla in giardino così da avere in gennaio, quando fiorisce, dei fiori da mettere davanti alla sua foto. Chissà, forse il profumo del calicanto, che nel frattempo è molto cresciuto, arriverà lassù fino a lei. 
Calicanto dicevo, il cui nome botanico è Chimonanthus praecox proprio perchè la sua fioritura avviene precocemente quando le altre piante sonnecchiano in attesa della tiepida primavera.
Originaria della Cina questa pianta è molto apprezzata proprio per il profumo dei suoi fiori di colore giallo, macchiati di marrone che "esplodono" sulla pianta quando le foglie non ci sono ancora. 
Quest'anno le alte temperature lo hanno fatto fiorire in anticipo e con le foglie ancora ben stabili sui rami.  L'altezza di questa pianta, che molto resistente al freddo riesce negli anni a diventare un grosso cespuglio di tre o quattro metri, può essere usata come siepe.
Durante la primavera i fiori impollinati producono frutti a forma di pera allungata che contengono sostanze tossiche per gli esseri umani, ma sono molto graditi dagli uccelli che provvedono a liberare i semi che daranno vita a nuove piante qui e là.
C'è una leggenda legata a questa pianta. Un pettirosso cercava riparo dal freddo in un ramo e, visto che gli altri alberi non gli concedevano un piccolo riparo dal freddo, il calicanto vedendolo così infreddolito si impietosì e gli offrì  protezione tra le ultime foglie ingiallite.
Il Signore, dall'alto dei Cieli, vide la scena, decise di premiare questo bel gesto  e fece cadere sul Calicanto una pioggia di stelle brillanti e profumate. Fu così che da quel momento il Calicanto fiorì in inverno con il suo soave profumo.
Un consiglio: se vi piace e volete avere questa pianta nel vostro giardino, posizionatela più vicino a casa possibile, così potrete godervi l'intenso profumo e la belleza dei suoi fiori, aprendo una finestra.
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Persone e personaggi

a cura di Claudia B.


Signore e Signori, eccoci  di nuovo nella mia rubrica. Questa volta vi parlerò della maestra che ebbi nella classe quinta elementare. Sappiamo tutti che la scuola primaria, un  tempo chiamata elementare, è fondamentale in quanto getta le basi per sviluppare  capacità e competenze per il piano di studi, quindi la maestra ha una notevole responsabilità. Ma c’è maestra e Maestra come in tutti i lavori ci sono persone e Persone. Veniamo al nocciolo.
Ebbi la maestra Annamaria solo per un anno ma la ricordo con la mente e con il cuore, perché aveva notevole carisma, notevole capacità d’insegnamento con un modo di fare veramente innovativo per quel tempo. Insegnava con dolcezza e pazienza, si alzava dalla cattedra per vedere il nostro quaderno e non bacchettava nessuno, piuttosto suggeriva gli errori che non correggeva con la penna rossa.
Aveva posizionato fin da subito, sul muro, in fondo alla classe, una scatola fatta con il cartoncino rosa (a quel tempo le classi erano divise in maschi e femmine e pure gli ingressi) che sarebbe servita per esternare i nostri dubbi e problemi in maniera “anonima”. Come se non avesse riconosciuto l’alunna dalla calligrafia!
Aveva abbellito l’ambiente con fiori di carta crespa e rondini come fosse sempre primavera.  Al  compleanno di ognuna di noi  regalava un libro con dedica, che io ho ancora. Ma non è tutto. Io ne ero affascinata al punto di aver copiato la sua calligrafia e nei biglietti di auguri spesso l’adopero senza accorgermene. E  io non avevo più paura della maestra!
Nonostante che siano trascorsi ormai molti anni, mi sono trovata a dedicarle una poesia che di getto mi è uscita dalla penna, finendo in quel foglio bianco che tanta difficoltà avevo a riempire.
La riporterò poi qui sotto e spero che vi piaccia. Eventualmente la trovate anche nel sito  www.lapanchinadelcuore.blogspot.it che vi consiglio vivamente di leggere via via dato gli argomenti piacevoli e interessanti che tratta.
La maestra Annamaria è sepolta a Santa Fiora insieme a David Lazzaretti, alla di Lui moglie Carola, alla di Lui figlia Bianca. Molto probabilmente è una parente e ha respirato l'aria culturale di quella famiglia. Non mi spiego altro motivo e mi sento abbastanza sicura che possa essere così perché di spirito buono e innovatore era pure il Profeta dell’Amiata che aveva creato il Movimento per aiutare i bisognosi, che dava molta importanza alla scuola  e che diede diritto al voto alle donne nella Società che aveva fondato.
Confesso che ho scritto questo pezzo con grande impegno e soddisfazione perché la Maestra per eccellenza lo merita.
A lei
A Te che eri e per me sei
A te soffio di modernità
A Te anima leggera
A Te cuore pesante d’affetto
A Te se leggo favole
A Te con la matita blu
A Te penso se scrivo
Nessun buco nel quaderno.



Sulle ali della fantasia

a cura di Rita G.

E' inutile tergiversare, è arrivata l'ora di tornare a casa.
Mi avvio verso il luogo della casa delle fate e trovo Fantasia pronta e pimpante nei suoi panni di altri tempi. Mezzo popolo fiabesco è schierato per i saluti e  sono estremamente carini con me.
Sono più serena perchè ho capito che ce la posso fare e partiamo. Fantasia è su di giri; ha ritrovato lo smalto dei bei tempi e mi racconta i fatti avvicendatisi anche se un po' confusamente. La comunità ha accettato con gioia le novità portate da Fantasia e hanno stilato un piano di lavoro a cui attenersi. Prima di tutto vogliono mettersi in contatto con TUTTE le altre comunità e non solo con le poche che conoscono. Useranno i mezzi moderni, tipo telefoni satellitari e tv via cavo, per uniformarsi e imparare una sola lingua anche informatica, si doteranno di moderni pc e terranno regolari incontri il martedì pomeriggio per discutere problemi organizzativi e non.
Insomma io e Fantasia durante il viaggio discutiamo di quello che verrà fuori da tutto questo rimescolio di mondi e siamo felici. Il tempo passa e i chilometri si srotolano sotto le ruote come le parole si srotolano sopra le nostre lingue. Riflettiamo che quella apportata con le nostre povere forze, è una novità di stampo epocale e ci sentiamo gasate come non mai.
E io sono grata alle mie amiche fate perché attraverso la loro fiducia faccio parte del loro mondo. Fantasia parla a tutto tondo dei suoi programmi, del nuovo taglio di capelli e del nuovo colore che si farà, della nuova bicicletta elettrica che si vuole comprare... e poi mi tira la bomba a pochi chilometri da casa.
Le due comunità fondatrici di questo nuovo  mondo, hanno deciso che il prossimo anno, il 10 febbraio che è la più grande festa fatesca, ci sarà il matrimonio delle fatine e dei fatini che saranno interessati a compiere questo passo. Infatti è l'ora che le comunità si rinnovino e che nuova linfa scorra al loro interno.
Rimango esterrefatta e positivamente frastornata e sono sempre più perplessa quando Fantasia inizia a srotolarmi davanti agli occhi del cuore e della mente i segreti che ancora non sono venuti alla mia conoscenza.
Continua dicendomi che il mondo delle fate è una monarchia un po' come il mondo delle api nel quale spetta alla regina stabilire se dalle uova devono nascere maschi o femmine, se lo sciame deve dividersi e quante nuove regine devono nascere a seconda delle necessità della comunità.
Quando inizio a far depositare nelle mie meningi queste novità che ho approssimativamente descritto, mi dice di scordare tutto perchè nel mondo delle fate è tutto un altra cosa.
Ecco fatto.
Mi smontano e mi rimontano a loro piacimento come una macchinina giocattolo. Credi questo, non ci credere più, vai in ferie, vengo anche io, le api sono come le fate, ma non ci credere perchè non è vero... sono arrabbiata.
Per fortuna siamo arrivate. Scarichiamo l'auto e mi ritiro in casa stanca e parecchio indispettita.
L'indomani mattina viene Fata Fatessa a prendere un caffè e a ringraziarmi della grandiosa missione portata a buon fine. E' stata aggiornata da Fantasia e sono state sveglie tutta la notte per parlare di tutte le novità. Naturalmente è venuto fuori che mi ero innervosita dal modo di condurre i discorsi di Fantasia e lei è venuta a portare chiarezza e pace. Ma io sono ancora stanca di testa e non sono ancora pronta.
Sarà per un altra volta.



                                                        

  Andando Andando Andando  

a cura di Alba P.

In allestimento. 



Lo sapevate?

a cura di Silvana C.

Guardando un panorama di sera vediamo intorno a noi tutto un luccichio di lampadine che illuminano case, strade e tutto ciò che ci circonda in mezzo al buio della notte.
Quanto tempo è passato per arrivare a questo! L'uomo primitivo cominciò a sfregare insieme due pietre provocando faville per accendere del fuoco per riscaldarsi, per vedere di notte e per cucinare.
Col passare del tempo e il progresso dell'umanità, si arrivò  prima alle candele a cera e poi alle lanterne a gas e a petrolio. Che bello vedere le carrozze con queste illuminazioni!  Nelle case successivamente si arrivò alla lampadina elettrica, che quasi per magia, con un interruttore si accendeva e si spengeva comandato con la mano dell'uomo.
Ora addirittura ci sono quelle a "led"  che fanno tanta luce e consumano meno elettricità.  Delle sere affacciata alla finestra vedo una corte della città dove ci sono diverse lampade pubbliche che la illuminano e c'è un arco con dei riflettori che mettono in evidenza le pitture sul muro. Ci starei ore ed ore a guatdare tutto questo e poi alzo gli occhi al cielo e vedo che ormai è notte inoltrata, le stelle brillano ed è l'ora di andare a letto.
Le luci si spengeranno al sorgere del nuovo giorno e la vita ricomincerà.
 



LUOGHI... SPECIALI

a cura di Mariella A. 

Bentrovati amici del FILO! È sempre piacevole questo appuntamento con voi lettori ed anche con le colleghe che mi  arricchiscono con il loro sapere e la loro fantasia! Questa settimana Vanette risponde a Marina, la quale, pur essendo appassionata di musica, si lamenta dell'alto volume che invade i centri storici in occasione di manifestazioni canore e concerti.
Giustamente Vanette le dice che non possiamo avere tutto e che dobbiamo essere tolleranti ed avere pazienza. Ed è proprio così. A meno che non vogliamo dare una svolta diversa al nostro modo di vivere! Io abito nella prima periferia della città, a due passi dal centro storico, ma abbastanza distante da non essere disturbata dagli alti volumi in occasione dei Comics e del Summer festival. 
A tutto però c'è una soluzione, a patto che vogliamo cambiare luogo, abitudini, modo di vivere.
In questi giorni mi è venuta voglia di riscoprire un luogo speciale, dove, per diversi anni, hanno vissuto i miei nonni materni. È una località in provincia di Pisa, vicino al paese di Filettole, in aperta campagna, con le colline intorno e il mare non molto distante, tanto che dal punto più alto, chiamato "Al cancellino", possiamo vederlo laggiù in fondo, quando il cielo è terso e l'aria nitida.
Ogni tanto mi piace tornare in quei luoghi che, in un tempo lontano, raggiungevo in bicicletta insieme alla mia zia Zara, dopo un viaggio faticoso di circa due ore ma sempre contenta perché là mi aspettavano la nonna e le mie cugine!
Ecco, oggi ho preso l'auto e ho raggiunto Radicata, così si chiama questa località. Ho parcheggiato all'inizio della salita che porta su, verso l'ultimo grande casolare, e via a piedi per riscoprire un luogo per me davvero speciale. Lasciata la prima cascina, mi ritrovo immersa in un silenzio ovattato, rotto solo da qualche cinguettio, dal fruscio di qualche animaletto che fugge al rumore dei miei passi, dal lieve sibilo del vento che muove i rami e le fronde degli ulivi. Sembra di essere in un mondo fiabesco... Continuo la mia passeggiata lontano dai rumori che mi accompagnano quotidianamente e mi ritrovo davanti ad una casetta abbandonata in mezzo ad una vegetazione incolta, con arbusti e rovi che si abbarbicano e volano in alto a cercare luce e sole. Ed ecco che i ricordi incalzano e  penetrano i muri scrostati. In un baleno mi ritrovo nella cucina della nonna con la sua  madia dove costudiva il pane che cuoceva una volta a settimana e, quando andava bene, qualche bel pezzo di focaccia. Nonna e nonno erano contadini e lavoravano per un signore di Milano, che passava qualche giorno di vacanza nella villetta che sovrastava i suoi poderi. Non erano ricchi di beni materiali i miei nonni, ma di certo erano pieni di tenerezza e di attenzione nei confronti di noi nipoti.
Ed ancora mi inoltro per quelle stanze, finché mi ritrovo in una cameretta con un letto in ferro battuto ed un "canterale"  buchettato dalle tarme. In un attimo rivivo quella notte di una estate rovente - avrò avuto dodici anni, quando l'afa ed il caldo non mi facevano dormire. Dalla piccola finestra spalancata entrava la luce della luna piena ed il frinire incessante delle cicale!
Altro che musica assordante e rullo di tamburi! Qui la pace regnava sovrana (a parte le cicale!), eppure io sono certa che anche questi suoni darebbero fastidio agli uomini del nostro tempo, abituati ad altri rumori più insistenti che, proprio perché fanno parte del nostro vivere, non sentiamo neppure, salvo lamentarci quando un concerto o altro turbano la nostra quotidianità. 


    

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