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Consigli per la lettura delle pagine
: 8

Il blog parte con i post periodici con cui
lanciamo spunti e ci teniamo in contatto.

Sotto seguono una serie di pagine
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L'elenco è lungo, la voglia di scrivere è tanta,
lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



Fiaba - Pinolo

 





Pinolo



🌳

Frrrsssssh... Tac.

"Toh, guarda guarda...".
Sul ramo la pigna ancora mezza verde si era aperta anzitempo in un punto... e quel pinolo era venuto giù, rotolando proprio vicino a lei. 
"Strano!" borbottò Mina avvicinandosi al terreno curiosa, ma anche un po' intimorita.

Quello che vide la lasciò ulteriormente perplessa.
Si accorse che il pinolo era ben strano. Sembrava vivo e fremere intenzionalmente. Vibrava a tratti come se volesse comunicarle qualcosa, in ogni caso era evidente che voleva attrarre la sua attenzione. 
Mina si fermò di botto a questo punto impaurita. Non era certo la prima volta che trovava un pinolo quando andava in pineta, ma un pinolo così non l'aveva mai visto. 

La cosa che la sconcertava di più era che, invece di andarsene e lasciarlo lì, sentiva il desiderio impellente di raccoglierlo. Davvero mai si era trovata in una situazione come quella.
Mina era abituata ad andare a fare una passeggiatina nella pineta vicina a casa sua.
Si può dire che ci andasse ogni giorno da quando si trasferivano dalla città alla loro casetta al mare.
La mamma la lasciava andare perché era davvero una pineta piccolissima. C'erano solo tre altissimi pini marittimi in quel pezzettino di terra e sua madre poteva tenerla d'occhio da casa mentre preparava il pranzo.
Quando c'era un temporale gli aghi dei pini volavano giù a mazzi e riempivano ogni angolo lì intorno.
C'era il periodo in cui le pigne cadevano e lei le raccoglieva per farle seccare e ricavarne i pinoli per le torte. Poi con quelle vuote faceva lavoretti per l'albero di Natale.
Dunque non riusciva proprio a capire perché quel pinolo caduto anzitempo le creasse tanto disagio.



🌳 
Come accadeva spesso nel pomeriggio, il vento stava rinforzando... e questa volta era ben deciso a portare un vero scompiglio in quella pineta in miniatura.
Frrrr, sschiac, sssssh, trac, tic toc, frrrr, huuu, frrrr... il concertino divenne in breve minaccioso.
"Minaaa!" si sentì gridare dall'interno della casa.
Mina realizzò che doveva rientrare immediatamente; l'aveva già capito da sola in verità, ma ebbe un'ulteriore piccola fatale esitazione.
E quel pinolo?
Tatataaac!
"Minaaa! Come mai non obbedisci? Vieni dentro immediatamente! È pericoloso stare fuori con tutto questo vento!".
La madre di Mina aveva aperto la porta e gesticolava concitata dalla soglia. Tratteneva a stento le due ante che il vento voleva sbattere violentemente contro il muro. 
Era stato in quel frangente che dalla pigna ancora mezza verde, che si era aperta anzitempo, era rovinato giù un altro pinolo. Era andato a fermarsi con precisione matematica accanto a quello precedente che Mina stava osservando con tanta apprensione da qualche minuto.
Anche il secondo pinolo sembrava essere vivo e in movimento volontario.
Alle parole della sua mamma, intanto, Mina si era messa a correre verso casa.
Non seppe mai come e perché lo avesse fatto. Meccanicamente si era chinata e aveva raccolto nel pugno i due pinoli che si muovevano all'impazzata e rischiarono di caderle più volte di mano.
Fu in casa.
La mamma assicurò ben bene la porta. 
Lei corse in camera sua.



🌳
Nella sua mano i due pinoli divennero improvvisamente roventi. Che maleee!!!
Mina, dolorante oltremodo spaventata, li lasciò andare con violenza, senza pensarci nemmeno un secondo. 
I due pinoli rovinarono malamente sul letto e si insinuarono sotto una piega del piumino. Tra lampi e tuoni all'esterno, la ragazzina si fermò un po' disorientata. Non era più così sicura che tutto andasse per il verso giusto. In fondo erano soltanto due pinoli... eppure come potevano bruciare a tal punto che nel palmo della sua mano si erano formate due dolorosissime bruciature? 
Bisognava chiamare la mamma... sì, assolutamente. Tuttavia c'era qualcosa che ancora  la tratteneva dal farlo.
Allora con cautela accese la lampada sul comodino per fare più luce e vedere meglio cosa stesse accadendo. 
Aiutooo!!! Da sotto la piega del piumino, ecco... Si avvertì una forte esplosione!
Mina si avvide che uno dei pinoli si era spaccato in mille pezzettini che erano schizzati in ogni direzione, ma c'era dell'altro. Quello che stava accadendo la lasciò a bocca aperta.
Sul cuscino bianco si agitava un esserino non più alto di un quarto del suo pollice. Si agitava e cresceva, si agitava ed aumentava d'altezza a vista d'occhio, finché in men che non si dica fu più alto della sua Barbie. Poi si fermò e rimase lì in piedi.
La ragazzina era ora del tutto ipnotizzata da quella scena. Non sentiva più il dolore delle bruciature e non aveva più nemmeno paura. 
Davanti a lei un omino impettito, piuttosto giovane ed elegantissimo, la guardava  fisso fisso come in attesa. Appariva sicuro nel suo doppiopetto rosso aderente, con quattro bottoncini che sembrano d'oro, le rifiniture dorate sul colletto e sui polsi ed i pantaloni ornati da strisce verticali laterali, sempre in oro ovviamente. Non mancava un cappellino rosso bordato anch'esso con stoffa intessuta d'oro.



🌳
Chi era quell'esserino? Era buono o era cattivo? Difficile dirlo, ma lei si sentiva tranquilla. Poi...
BOOOOM! 
Aiutooo! Mina fece un salto indietro e si coprì prontamente il volto per non essere investita dai pezzettini di legno del secondo pinolo, veri e propri pericolosi proiettili.
La scena si ripeté quasi identica. 
Si materializzò un secondo esserino che cominciò ad espandersi come il primo fino ad acquistarne identiche dimensioni. Una differenza però c'era... invece dei pantaloni indossava un gonnellone a larghe pieghe e delle scarpette con il tacco alto. E il cappellino? Una vera delizia! Calato da un lato, metteva in evidenza due occhioni dolci dalle ciglia lunghissime.
Mina cominciò ad avere le idee un po' più chiare.  Certamente dovevano essere gentili e si trattava di una coppia, perché si tenevano per mano e le sorridevano.
"Ehi, ehi, sono Pinolo! Mi senti?".
La vocina che adesso le parlava era difficile da comprendere, perché pur cristallina e musicale non aveva potenza sufficiente per essere percepita dalle sue orecchie, sembrava provenire da un altro mondo.
Mina si avvicinò ai due per provare a decodificare quella strana situazione.
Si chinò davanti a loro fin quasi a toccarli, ma si ritrovò a guardare un cuscino con gli occhi sbarrati.
E Pinolo e la sua compagna? Erano ricomparsi sull'armadio dalla parte opposta della stanza, mentre tra matte risate appena percettibili, davano vita ad un'incredibile baraonda, un gioco indiavolato che coinvolse ogni oggetto possibile. Si afferrarono alle tende e si lanciarono sulla catena del lampadario, dondolarono per un po', poi atterrarono sulla scrivania, saltarono repentini sul tappeto, quindi entrarono negli stivaletti bianchi di Mina e finalmente si fermarono.
Anche Mina crollò esausta, sul tappeto.
Nella stanza era calato adesso un silenzio di tomba.



🌳
Mina era rimasta li, immobile come una statua di sale. Non sapeva più se piangere o ridere... e sì, perché si rendeva perfettamente conto che quella situazione era troppo assurda per essere reale eppure lei la vedeva con i suoi occhi e la stava vivendo in prima persona proprio in quel momento. Quindi... cosa c'era che non andava? Non capiva...
Nel frattempo i due esserini in alta uniforme erano usciti dagli stivaletti, si erano arrampicati sulla scrivania e la fissavano con aria sorniona. 
Quasi subito si guardarono con aria di intesa e si rimisero in movimento, accennando a due o tre passi di danza. Nell'aria uno strano tintinnio di campanellini.
Mina rimase ancora immobile... non riusciva affatto a riprendersi da quella sarabanda.
Poi... Miracolo! I due ripresero finalmente a parlare con le loro vocine certamente non umane, ma per fortuna adesso Mina era in grado di comprenderli.
"Grazie, cara e splendida Mina! Ci hai salvato e reso nuovamente liberi! Io sono Pinolo, un folletto buono della casa."
"E io sono la sua fidanzata! Mi chiamo, guarda un po', Pinola. Anch'io sono una folletta buona della casa!".
Qualcosa le scattò dentro a questo punto. Infatti Mina pian piano si riprese e cominciò a bersagliarli di domande.
"Pinolo, Pinola... folletti... folletti della casa. Ne ho letto da qualche parte, ma non posso credere che esistiate davvero! Ed inoltre cosa c'entro io con voi? Come avrei fatto a salvarvi?".
"Devi sapere, cara Mina, che noi ti conosciamo da quando sei nata." Pinolo adesso era quasi solenne "Noi siamo stati sempre con te in questa stanza ad osservarti mentre crescevi e a giocare con te. Chi è che ti ritirava su il ciucciotto quando ti cadeva? Chi è che ti faceva il solletico sotto i piedini per farti ridere? Chi è che andava a tirare la mamma per la gonna quando tu ti eri svegliata e lei non se ne accorgeva? Avrai capito che eravamo noi due, Pinolo e Pinola. Noi abbiamo avuto l'incarico di stare qui con te dal momento della tua nascita, perché noi folletti buoni abbiamo sempre una missione da portare a termine, a parte giocare e divertirci come meglio ci pare. Una volta, quando i materassi erano di lana o di crine, ci piaceva tantissimo intrecciare questo materiale...".
"Sai, Mina, noi lo annodavamo compattandolo" continuò Pinola "e poi giù a ridere dei proprietari che non riuscivano a capire come fosse stato possibile che all'interno dei loro materassi fosse accaduto tutto quel pasticcio! Addirittura a volte si spaventavano!".
"Certo non sapevano che noi possiamo entrare e uscire da ogni luogo e attraversare ogni materiale..." continuò Pinolo "E allora ti chiederai come mai eravamo così fortemente compressi  dentro quei due piccoli pinoli...".
"Appunto!" replicò Mina che ormai era impaziente di conoscere tutti i dettagli.



🌳
"Allora, Pinolo... e tu Pinola, cosa aspettate? Spiegatemi tutta questa storia prima che mi confonda del tutto... però, a pensarci bene, una notte quando avevo sei anni, io... io vi ho visto... facevate l'altalena sulle maniglie della porta e della finestra! 
L'ho detto anche alla mamma, ma lei non ha voluto crederci... comunque si sa che i grandi non credono mai a niente. Bla, bla, bla... continuava a ripetere che avevo sognato e alla fine mi aveva quasi convinto.".
"Te lo avevo detto, Pinolo, che riusciva a vederci! Hai visto? Tu continuavi a dire di no, che non era possibile perché tu non avevi pronunciato la formula di rito.". 
Pinolo le fece cenno di stare zitta, mentre guardava sorpreso Mina, cercando di capire il significato di quel lontano episodio. Allora non era un caso che fosse stata proprio lei a fare quello che aveva fatto!  Ora tutto cominciava ad essere più chiaro.
"Allora, volete dirmi che cosa è accaduto e in quale modo ne sono stata coinvolta?".
 Mina adesso si era alzata in piedi ed incombeva sui due folletti vestiti di rosso.
"Tu sei stata la nostra salvatrice. Sai? L'eroe delle fiabe che risolve il maleficio. Forse tutto ciò è accaduto a tua insaputa, ma resta il fatto che tu ci hai letteralmente salvato!". 
Pinolo sorrise.
"Salvato... salvato... ma salvato da che? E come... come vi ho salvato?".
Pinola sollevò con impazienza il gonnellone e saltò decisa nelle mani di Mina, che automaticamente si erano levate ad accoglierla.
"Facciamola corta! Tra donne ci si capisce meglio e al volo. Dunque, hai visto quella terribile bufera che si è scatenata all'improvviso del tutto inaspettata? Ti sei chiesta come possa essere stato possibile e come mai adesso è uscito di nuovo il sole? Bene, è presto detto... Il Mago Zirozirò è il nostro acerrimo nemico dai Tempi dei Tempi. Lui non sopporta il gioco, lo scherzo, la bontà, l'allegria... Così, con un potente sortilegio, è riuscito ad infrangere la barriera di cristallo che lo separa dal nostro mondo e ci ha fatto prigionieri... Sapendo che noi stiamo sempre vicini, ci ha malavagiamente divisi  e - che orrore! - ci ha compresso dentro due differenti pinoli!". 
Pinola ammutolì, incapace di andare avanti... era già da un po' che la voce tremolante era prossima al pianto.
Allora Pinolo si arrampicò sul braccio di Mina e fece una carezza alla sua folletta. Poi finì di spiegare: "Per fortuna c'eri tu, Mina, a salvarci! Tu hai qualcosa di speciale, un dono grande, anche se tu non lo sapevi fino a questo momento. Infatti, hai visto cadere i pinoli che ci imprigionavano e ci hai messi in salvo, rompendo il terribile incantesimo. È stato davvero spaventoso diventare così piccini, trovarsi al buio in solitudine, senza poter attraversare la materia come facciamo di solito! Sei stata meravigliosa!".
Mina tirò un grosso respiro. Ora tutto era più chiaro.
Pinolo e Pinola le scoccarono un bacino lieve lieve sulle guance.
In quella, la porta della camera si spalancò al passaggio della mamma con il vestitino rosa appena finito di stirare.
"Mamma, mamma, li avevi mai visti? Questi sono Pinolo e Pinola... Sono i folletti buoni della casa. Io li ho salvati dal Mago...".
"Ma cosa dici, Mina? Ti eri addormentata? Su smetti di sognare e vieni ad aiutarmi.".
Di nuovo con i sogni! Mina si girò verso i due eleganti esserini sconcertata, ma i due le sussurrarono all'orecchio di stare tranquilla perché, purtroppo, i grandi di solito perdono per sempre la capacità di vedere i folletti.
La mamma appese il vestitino nell'armadio e trascinò Mina in cucina ad aiutarla.
Pinolo e Pinola si concessero un bel pisolino sotto il cuscino della loro beniamina.


Un mondo a colori con i folletti
fa sempre sorridere tanto i bimbetti,
che sanno sognare con la fantasia
ascoltando le fiabe di casa mia.















4 commenti:

  1. sono rimasta a bocca aperta, niente mi aveva preparato ad una esplosione così potente di fantasia. Adesso mi serve la pazienza per aspettare il prossimo capitolo che sono sicura mi sorprenderà non poco.

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  2. Santo cielo, quando ci sarà la prossima puntata? Sono molto in pensiero per Mina. Non si può lasciarla sola con quei pinoli matti...

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  3. evviva sembrano allegri, non conosco neppure il loro nome ma mi piacciono già. Stasera quando vado a letto guarderò dietro le tende. Chissà? forse avranno degli amici che vivono nel pino di casa mia

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  4. dunque, ho imparato che gli adulti perdono la capacità di volare con la fantasia, e questo lo sapevo, ma io sono anziana, e si sa che gli anziani ritornano bambini, e allora ? come mai sono qui sola soletta e senza nessun folletto? ora lungi da me voler corrompere la nostra maestra, ma insomma, un altro capitolo che allarga la fanciullezza a noi nonni, ecco, non la vedrei male.

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