Il caldo torrido di questo luglio rende tutti un po’ più fragili.
L’afa chiude prepotentemente il respiro.
La luce così intensa e sfacciata acceca. Niente a che fare con quei grigi plumbei di altre stagioni.
Frastornati e sudati arranchiamo verso le ore della notte che non sa dare respiro al corpo né all’anima.
Intorno alla panchina il meteo è più favorevole.
Tutto è fermo in un clima ideale evocato dalla nostra mente.
Onde positive si muovono vicino a noi e ci ricaricano di linfa vitale.
Che sollievo tornare per un po’ a respirare aria pulita, leggera, carezzevole…
Note argentine giungono fino al nostro cuore, note dolci e fresche come quelle di acque in perenne scorrimento.
Le fontane di Roma, care ad Ottorino Respighi, si materializzano intorno a noi.
Sotto gli alberi del Lungotevere ci abbandoniamo al piacere di avanzare piano, di sostare, di perderci tra le mille foglie generate attraverso i secoli, diverse e pur sempre uguali a se stesse come allora.
Un canottiere canta piano una vecchia canzone.
Come sembra lontano il frastuono di oggi, il mondo che brucia, complice il caldo feroce e l’incuria e la malafede degli uomini!
Ascolta! Ascolta ancora!
L'acqua del Tevere sciaborda intorno al piccolo scafo.
Un gabbiano muove l'aria in cerca di cibo.
Non andare!
Resta con noi in questo clima speciale di cui possiamo godere, mentre anche i pini di Roma intonano una nuova serenata.
About La Panchina
Per allenare i muscoli della mente e del cuore
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