Dove siamo?
Quale spazio e quale tempo è questo?
Difficile stabilirlo con certezza...
Vediamo un po' meglio.
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La cancellata di ferro battuto, sapientemente lavorata, mi si para davanti all’improvviso.
È leggera ed elegante, ma scherma e protegge con decisione.
È la parte centrale che rimanda solidità e grande forza.
A ben guardare, si colgono simboli di difesa, ma anche di offesa: attrezzi acuminati, mazze e ruote, lance, cunei.
Poi tutto intorno fioriscono diversivi, merletti di ferro battuto che ingentiliscono e distraggono.
Compaiono archi, archetti e pennacchi.
Essi seguono linee circolari di armonia e accoglienza, ma anche decisi percorsi angolari che forse mettono in guardia, mentre trapela una certa durezza e indubbiamente forza e resistenza.
Così la cancellata blocca il passaggio, ma suscita anche la curiosità di andare al di là, di scoprire cosa protegge o cosa nasconde.
Lentamente il cancello gira sui cardini.
Stride per il peso, ma si sente che è ben oliato.
Finalmente lo spazio si apre.
È un piccolo spazio, in gran parte erboso, quello che ci accoglie.
Tuttavia l'orizzonte è ancora chiuso.
Una parete piuttosto alta mi sbarra la strada.
È di marmo e chiude perfettamente la vista.
Al centro, proprio davanti al visitatore che entra, c'è però una meravigliosa trina che lascia senza fiato.
Un lavoro di scalpellino che ha completato la parete con un opera d'arte bella e complessa.
Come descriverla? Le parole non bastano.
Può essere colta come una stella a otto punte.
In realtà mi viene incontro come un quadrato riccamente intagliato che si stacca da un quadrato sottostante altrettanto riccamente decorato.
E poi c'è ancora un quadrato più leggero e un cerchio che è un tripudio di archi, di archetti, di fiori, di foglie e decorazioni armoniche e simmetricamente disposte.
Tutto ruota e si irradia da un centro, che attira immediatamente lo sguardo e tutto mette in movimento .
Comunque la vera ricchezza sono i pieni e i vuoti sapientemente disposti, quelli che consentono di vedere e non vedere cosa c'è al di là della parete.
Mi avvicino immediatamente e mi sollevo in punta di piedi per arrivare a sbirciare tale un tesoro tenuto così gelosamente nascosto.
Adesso l'orizzonte si libera davvero…
C'è ampiezza e pace e armonia e libertà e bellezza.
Tre settori si delimitano chiaramente.
Al centro tra erbe, fiori e cespugli, una grande aiuola quadrata attira la mia attenzione con i suoi ovali che ne determinano il perimetro e ne definiscono una serenità che trascende.
Ovali di costruite dimensioni danno aria e respiro ad una composizione di piante verdi elegantemente protese verso il mondo.
Felci o palme che siano, si distendono a prendere luce, mentre lucide pietre, regolari e lisce come sassi di fiume, disegnano un centro in cui tutti gli affanni si perdono.
Il senso di pace che emana da questo gioco di luci si ravviva alla vicinanza di un'altra meravigliosa aiuola, incredibilmente ricca di colori e di proposte, un enorme fiore pieno di colori e di sfumature, una dalia immensa di cui si coglie il delicato profumo.
E dietro la prima e la seconda, altre aiuole identiche nella successione, nella forma e nelle dimensioni si perdono lontano.
Seguono le regole della prospettiva, protraendosi verso l'orizzonte di cui non si percepisce la fine.
Un giardino delle meraviglie che corre a raggiungere il cielo!
Alla sua destra e alla sua sinistra altre aiuole più variegate, dai disegni più irregolari, lasciano intravvedere il colore del terreno, marrone carico sulla destra, terra di Siena sulla sinistra.
Sono orti disegnati seguendo criteri molto interessanti.
Chi utilizzerà tutto quel ben di Dio?
Sulla terra color ocra, le coltivazioni sono disposte in quadrati che scivolano un po’ sui lati quasi ad evocare una semplice stella.
Gli ortaggi, dagli incredibili colori, sembrano dipinti.
Sono disposti intorno al centro, ben allineati, delineando le quattro punte.
Mettono maggiormente in evidenza la parte centrale, che è molto più complessa, frazionata com'è in mille tipi di coltivazioni.
Tuttavia ciò che lascia senza fiato è la cornice che la contiene, rigogliosa di fiori di ogni tipo, una corona che rende omaggio al fantastico verde che svetta al centro.
A destra sulla terra ocra, spunta il grano maturo che ondeggia appena, fitto e dorato.
Ampi semicerchi di trifoglio punteggiato di fiorellini vermigli delimitano il quadrato centrale.
Siepi basse di more e mirtilli proteggono gli altri incantevoli spazi in cui i fiori la fanno da padroni.
Papaveri, fiordalisi, margherite si alternano in geometriche allegrie.
Anche a destra e a sinistra, le aiuole così connotate si rincorrono all'infinito e vogliono raggiungere il cielo.
Bello!
Che spettacolo!
Che meraviglia!
Di chi è questo luogo incantato?
La parete di marmo mi impedisce di entrare.
Non vi sono porte.
Possibile?
Certamente è interdetto ai visitatori.
Non mi resta che apprezzare tanta bellezza e tornarmene indietro, dopo essere entrata direttamente in una fiaba sconosciuta.
Sì, sarà il regno di una principessa o, più probabilmente, quello di un mago orientale, di un Magio forse, che si è perduto nel tempo e che qui è rimasto per sempre.
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About La Panchina
Per allenare i muscoli della mente e del cuore
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