Mi sono appena seduta sulla panchina.
Mille pensieri si affollano ancora nella mia mente.
Mille parole danzano insieme per trovare la via d'uscita.
Sembrano gli elettroni che stupiscono la bimbetta con il loro insolito comportamento in un libro che leggevo tempo fa.
Come gli elettroni anche loro vogliono attraversare all'unisono la barriera, ma i pensieri e le parole non sono elettroni e non possono farlo.
È necessario definirli, metterli in ordine.
Intanto intorno alla panchina il rumore del mare si è intensificato.
Ha riempito tutto intorno a me.
Mi trascina via con il suo sciabordio rinforzato dal vento, forse poco più di uno zefiro, ma deciso a ghermirmi.
E, infatti, mi lascio abbracciare, mi lascio cullare, collaboro al ritmo della natura senza resistere.
Perché contrastarlo?
So che il benessere si raggiunge solo permeando gli azzurri, bevendo gli aranci sfumati di giallo, i rossi e i bianchi di neve...
Così li rivedo, come già tante volte è accaduto. La scena è la stessa.
Eccoli là. Semplici gabbiani.
Semplici? Forse non proprio così semplici, perché anche loro parte integrante del grande mistero della natura.
(v. "Poesia - Gabbiani d'agosto")
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Per allenare i muscoli della mente e del cuore
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