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sabato 2 luglio 2016

Tag:

Dolore





Buone stelle a tutti!

Con una serata di luglio così bella, raggiungere la panchina per fare due chiacchiere è davvero una cosa splendida da fare!
C'è  un senso di calma e di serenità come al solito... forse ce n'è ancora di più.

Certo, parlare di dolore può sembrare inopportuno in questo contesto.
In realtà trovo invece che sia molto pertinente, perché il dolore dovrebbe appunto subire un processo di trasformazione e sciogliersi come neve al sole.
Parlarne ne restringe i confini,  lo stempera, lo trasforma in qualcosa di più lieve, di più sopportabile, quasi lo elimina.

Ritengo che, qualsiasi sia il tipo di dolore che dobbiamo sostenere, dovremmo imparare a lavorare su questa negatività, per non finirne schiacciati e soccombere ad essa.

Esistono vari tipi di dolore... terribile quello dell'anima nelle sue variegate sfaccettature...
In questo momento, però, mi piacerebbe riflettere su quello fisico, per certi versi più chiaro e primordiale, per altri più terribile senza possibilità di soluzione.

Tutti noi abbiamo certamente avuto moltemplici esperienze in questo senso, esperienze che ci hanno in qualche modo forgiato e formato.
Chi non ricorda la prima sbucciatura al ginocchio, le terribili iniezioni fatte su un sederino ancora immaturo, un forte mal di testa, una colica, un piccolo intervento o magari i dolori del parto?

Come tutto, il dolore fa parte della vita dell'uomo e, pur essendo destabilizzante, in qualche modo va accettato.
Può sembrare un'affermazione discutibile, ma in realtà  secondo me non lo è.
Ho osservato in tutta la mia vita come la reazione negativa, di non accettazione nel momento di sofferenza, disperda grandi energie ed amplifichi la percezione del dolore stesso. In questo modo, se ne esce vuoti e stravolti.

Poiché certe situazioni sono indipendenti dalla volontà nostra o di chicchessia, mi sembra del tutto inutile lottare contro un fantasma che non si fa prendere.
Più utile, mi sembrerebbe, accettarlo come cosa ineluttabile e concentrarsi su di esso per alleggerirlo con il pensiero e l'azione...
Qualche esempio? La concentrazione su una respirazione regolare e profonda, il silenzio, il buio, la meditazione, che ci consente di indirizzare le energie solo in un punto fino ad uscire con il pensiero dal corpo...

So che non è certo facile, ma l'educazione anche in questo campo, fa miracoli.
Si può  sempre fare qualcosa in più.
Se educhiamo i nostri bambini ad affrontare le situazioni, a sdrammatizzare i piccoli dolori, a superarli con coraggio e con il sorriso,  ad imitarci perche siamo noi stessi esempi viventi, faremmo loro un grande regalo e cresceremmo persone più equilibrate,  che sanno meglio affrontare la vita.

Proviamo almeno a riflettere insieme anche su questo?

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Per allenare i muscoli della mente e del cuore

2 commenti:

  1. Sono d'accordo con te... Nella nostra vita ci hanno imposto di non soffrire mai: appena si ha un doloretto, c'è subito pronta una pastiglia,uno sciroppo, una bustina e... Il dolore se ne va! Poi, inesorabilmente, arriva quel giorno in cui il dolore nono passa e così... Soffri ancor di più... Il dolore è stato cancellato dall'umana esistenza e se da un lato questa è una cosa buona, dall'altro è soltanto un'illusione...

    RispondiElimina
  2. Ciao, Ly!
    Ti risento volentieri!
    Non è che io sia contraria del tutto ad utilizzare i mezzi moderni che la scienza ci mette a disposizione (in fondo se non è necessario soffrire, perché farlo) ma vorrei rivalutare la capacità individuale di dare un'importanza alle cose quanto più possibile razionale e legata alla realtà.
    Infatti spesso si ha paura dell'idea del dolore e si finisce con l'entrare in circoli viziosi, in manie e fobie, in un senso di inadeguatezza che fa molto soffrire, più del dolore reale che si prova in un dato momento.
    Educarsi fin da piccoli a pensare che ci si può fare, che ci si può mettere alla prova per vedere quanto si resiste, che se ne può anche ridere, guardandolo dal di fuori con levità e ironia, fa crescere più liberi e meglio equipaggiati.
    Torna, Ly! Mi piace parlare con te.

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