Ancora primavera
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La sentivo già arrivare nei pigolii di febbraio dentro i nidi nascosti nei pini di Roma, in quelli lassù in alto tra i rami dei tigli al riparo della Ghirlandina, negli alberi secolari che si rispecchiano nel palazzo della duchessa.
E poi oggi è tutto un tripudio di luce e colori che illuminano il mio mondo e mi fanno ancora sperare che qui tutto vada per il meglio, anche se altrove c'è morte e dolore.
E l'acqua scorre ancora come allora.
E l'azzurro si scioglie in mille nuances nei cieli di città e foreste. E la vita riesplode nelle orchidee selvatiche che insieme osservammo sulla nostra collina. Non le avevo mai viste prima di allora. Inevitabile infilare quelle scale e scendere a capofitto verso l'ignoto.
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E scendo golosa lungo quelle scale che in un battibaleno si perdono laggiù, proprio in fondo in fondo. Sono curiosa di sapere e assaporare cosa c'è rimasto di quella primavera che anche oggi rivive in me.
Ho appena cinque anni. Cammino interessata lungo un piccolo sentiero di quella campagna di città. Seguo mia sorella grande che mi precede. Stiamo andando a prendere il latte direttamente dalla mucca che la lattaia alleva nella sua stalla.
Intorno è tutto un tripudio di pratoline e il profumo di primavera mi stordisce. Vedo quel momento come se accadesse qui e ora davanti a me?
(continua)
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Per allenare i muscoli della mente e del cuore
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