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lunedì 1 agosto 2022

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Benvenuto Agosto

 




Benvenuto Agosto


È agosto. 
Che bello! Il mare è ancora molto azzurro.

Sí, oggi non voglio pensare affatto che l'estate sia già più o meno a metà del suo percorso né che questo sia l'ottavo mese del 2022, anno che quindi si avvia velocemente verso la sua conclusione. La verità? Non posso fare a meno di affermare ancora una volta che, almeno per me, il tempo scorre un po' troppo velocemente.
Già, meglio pensare positivo, mentre viviamo un mese tradizionalmente pieno di luce sì, ma anche permeato da un caldo intenso - e mai come quest'anno! -  un agosto, che svuota le città e riempie le strade alla ricerca di un qualche refrigerio.

Il confronto con altre estati sorge spontaneo, chissà perché!
Io, inevitabilmente, scivolo a ritroso nel tempo... ed ecco le estati romane.
La prima immagine che prende vita davanti a me è sempre la stessa: è il vuoto assoluto che si creava a Roma ad agosto quando ero bambina o giovane ragazza, una desolazione che mi colpiva nel profondo perché stravolgeva ogni cosa.
La vita si fermava letteralmente e la città diventava una sconosciuta.
Era quello il periodo in cui le attività lavorative si fermavano tutte insieme e gli abitanti che ne avevano la possibilità migravano verso luoghi più ameni e vivibili, magari soltanto verso i Castelli Romani o banalmente verso il mare di Ostia, dove si affittavano piccole abitazioni in cui trascorrere un mese di pura e refrigerante vacanza.
Già... perché allora si chiamavano vacanze e non c'era il turismo mordi e fuggi.

Ricordo la luce accecante di quei meriggi, nelle ore in cui la città era massimamente arroventata. L'asfalto tendeva a sciogliersi luccicando al sole e la polvere ghermiva marciapiedi, piazze, cortili e davanzali. I platani polverosi guardavano tristemente l'erba secca ai loro piedi che ingialliva nei riquadri terrosi lungo i marciapiedi deserti.
Nelle strade le serrande dei negozi erano tutte abbassate e non era semplice reperire il cibo se non ci si organizzava per tempo.

Io soffrivo moltissimo il caldo. Unica cosa positiva da piccolissima... avevo il permesso di giocare con l'acqua ghiacciata del rubinetto. Ed io ci stavo le ore.
E poi c'erano i banchetti del cocomero, tenuto in fresco con le enormi lastre di ghiaccio che gocciolavano sul marciapiede. Questi erano gli unici angoli colorati che portavano una nota d'allegria, una nota comunque un po' stonata in quel bagliore che scoraggiava pure il frinire delle cicale.
Anche le fontanelle pubbliche, che al tempo erano numerose, smettevano di buttare acqua corrente e proseguivano a singhiozzo.

Quando da grande percorrevo mezza Roma per raggiungere il posto di lavoro, mi guardavo intorno disorientata. Continuavo a non accettare quel deserto arido che trasfigurava la città. Il messaggio di calura che mi rimandava si permeava di una grande tristezza, di una insopportabile solitudine, di uno sfregio estetico perpetrato all'Eterna Bellezza.
Mi è rimasta addosso questa sensazione. Anche oggi la rivivo nel centro storico in cui abito, quando i negozi sono chiusi. Le serrande, infatti, si mostrano quasi sempre rovinate, imbrattate da scritte e vecchi disegni lasciati chissà da chi. È un fatto che io percepisco la città come un'estranea, qualcosa che non mi appartiene.

Per fortuna adesso tutto rimane aperto e vivo, perché l'esodo non è mai totale e poi ci sono i turisti che vanno e vengono in ogni dove... anche in tempo di Covid.

Dunque, benvenuto agosto! 
Il sole è ancora alto nel cielo.














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1 commenti:

  1. La sensazione del vuoto durante il mese di agosto me la porto dietro dagli anni della prima gioventù, quando nella calura del primo pomeriggio dovevo avventurarmi nelle vie di Lucca. Mi capitava talvolta di restare intrappolata con i tacchi nell'asfalto rovente e quasi liquefatto... E poi quel senso di solitudine che mi assaliva di fronte ai negozi che mostravano il cartello "Chiuso per ferie" e per trovare il pane dovevi girare tutta la città.
    La mia famiglia trascorreva il mese di agosto in città e le vacanze di facevano a settembre...si chiudeva casa e via al mare, a Torre del Lago, nelle casine di legno degli stabilimenti balneari, dove vivevamo in pieno il mare dall'alba al tramonto.
    Allora le scuole iniziavano ad ottobre e noi ragazzi ci godevano le vacanze a contatto con la natura, giocando spensierati.
    Quante cose sono cambiate da allora...
    Certo è che le vacanze sono molto diverse e, secondo me, anche un po' stressanti...cercare la meta, fare le valigie, correre all'aeroporto sperando che non ci sopprimano il volo, oppure in coda in autostrada e poi una settimana passa troppo in fretta!
    Quest'anno io resto a Lucca, nella mia fresca casa e nel mio giardino che fresco in questi giorni non lo è per niente!
    Problemi per la spesa non ci sono...i supermercati sono sempre aperti!
    Mi chiedo: Meglio ora o cinquanta anni fa?
    Io la risposta la conosco!

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