Benvenuti!
Sono molto felice di incontrarvi anche oggi.
Fuori il cielo è grigio, ma nel mondo delle parole c’è la solita luce che ci fa stare bene insieme.
Nel grigio apparente c’è comunque grande positività che potrebbe sfuggire.
Invece per stare bene bisogna imparare ad individuarla e a farla nostra.
Dunque proviamo a tradurre in parole ciò che ci potrebbe e ci può rasserenare.
Oggi l’aria domenicale è satura di suoni di festa.
Che bello!
Molte voci di bimbi giù nella strada, risate pulite, gioiose e qualche inevitabile bisticcio.
Gruppi di ragazzi rumorosi in gita a scoprire la città.
La voce studiata di una guida che li accompagna.
Campanelli di biciclette che segnalano il loro passaggio e il rumore esagerato di tandem e carrozzelle.
Si sente sopraggiungere anche una vera e propria carrozzella trainata da un cavallo.
Incede con passo lento e cadenzato in uno spazio ristretto.
Il vetturino aziona il tipico campanello per segnalare il suo arrivo.
I passeggeri ridono gioiosi mentre osservano le vetrine vetuste e gli alti importanti palazzi.
Un profumino di dolci appena sfornati arreca una nota di gioiosa consuetudine.
Dalle finestre già aperte salgono effluvi di cibi più elaborati che sfrigolano in sughetti e guazzetti.
Sembra di essere in un film a ben guardare.
Gli elementi ci sono davvero tutti.
C’è, però, soprattutto un qualcosa di insolito e di gradevole che mi colpisce nel profondo, che mi riporta ad un tempo lontano.
Dalle modeste finestre di uno degli appartamenti vicini alle stelle, esce una musica non troppo alta, ma udibile come se fosse in casa mia, un musica dimenticata da tanto, da tutti, da quasi tutti.
Quelli che girano sono grossi e pesanti dischi a settantotto giri, quelli che trovi a stento anche al mercatino dell’antiquariato.
Li accompagnano dischi in vinile degli anni sessanta.
Insieme riportano ad oggi musiche e melodie ormai dimenticate da tanto, stili che cozzano con l’oggi, ma che richiamano momenti altri per chi li ha vissuti.
Ed ecco ritornare altre domeniche.
Le finestre sono già aperte al tepore del primo mattino di un altro aprile.
Il profumo intenso del soffritto colpisce piacevolmente le narici.
Sale dal tegame di coccio, ormai pronto per accogliere e dorare i pezzi di carne intrisi di sale e di pepe, che faranno il sugo domenicale.
Ben presto un effluvio di pomodoro che bolle con garbo da ore riempie tutta la casa.
Supera e annebbia anche quello del pollo che cuoce nel forno da tanto, sommerso nelle patate.
La mamma sorride mentre si adopera ad apparecchiare la tavola.
Sembra non avere pensieri pesanti.
Canticchia un motivetto allegro, seguendo quello che emette il grammofono in sala da pranzo.
La casa è piena di note serene.
All'orecchio di bambina sembra quasi di poterle toccare.
“Domenica è sempre domenica, si sveglia la città con le campane...” continua a cantare la voce dal settantotto giri nella casa vicina...
Gli fa eco poco dopo “Una lacrima sul viso...” dal disco di vinile, ma questa è un’altra domenica ancora.
Pian piano ogni voce tace e soltanto il tintinnare di piatti e bicchieri annuncia che il pranzo domenicale è in corso.
Spero che la vostra domenica sia davvero gradevole come quella che è andata affrescandosi qui, intorno alla panchina!
Tornate ancora.
Vi aspetto sempre qui, seduta nella luce amica, sulla panchina.
❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤
About La Panchina
Per allenare i muscoli della mente e del cuore
0 commenti:
Posta un commento